Proseguendo in un opera di omologazione agli standard europei, nel pieno di un conflitto che sta provocando morti e distruzioni in tutto il Paese, l’Ucraina ha deciso di riconvertire tutta la sua rete ferroviaria per omologarla allo scartamento – distanza tra le due rotaie del binario – presente in Europa, passando così dallo scartamento largo di 1520 mm vigente fin dai tempi dell’impero zarista, a quello nostro di 1435 mm.
La decisione è stata annunciata questa settimana dal governo di Kiev ed è stata presentata come una vera e propria svolta geopolitica della nazione.
I lavori di riconversione inizieranno ovviamente a partire dagli snodi principali della rete ferroviaria e interesseranno all’inizio soprattutto i collegamenti con la rete della Polonia, Paese oggi più che mai protagonista per la sua collocazione geografica, in quanto porta di ingresso di armi europee in Ucraina.
Attualmente solo una minima parte della rete ferroviaria ucraina è stata costruita con lo scartamento europeo, in particolare 200 chilometri lungo i raccordi di confine con l’Europa centrale; adesso Kiev punta in alto e vuole rendere tutta la rete ferroviaria “europea”. Così facendo, affermano gli esperti, varrà favorito in particolar modo il commercio ferroviario, poichè a differenza dei treni passeggeri che funzionano a scartamento variabile proprio per non interrompere il viaggio, i treni merci non sono dotati di tale tecnologia.
Ciò significa che attualmente è necessario il trasbordo da un treno all’altro per trasportare merci (e, perchè no, armi) con inevitabile aumento dei costi e del tempo impiegato.
Massimo A. Cascone, 08.06.2022