L'ONU CONTRO L'IRAN

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DI ALBERTO PIRIS

La Stella Digitale

Quando qualcuno che ha mostrato di essere intelligente, che possiede ampia esperienza diplomatica ed è ben preparato su questioni internazionali, come è l’ambasciatore Maximo Cajal, si vede obbligato a precisare che certe sue dichiarazioni esprimono solo opinioni personali e non coinvolgono il governo spagnolo -e, più concretamente, il suo ministro degli Affari Esteri-, il lettore può sospettare che tali dichiarazioni contengano affermazioni ben fondate, sulle quali molti dirigenti politici passano abitualmente in punta di piedi e i mezzi di informazione li appoggiano fedelmente, che, pertanto, contraddicono in buona misura le versioni ufficiali al riguardo.

Vediamo di quale dichiarazione si tratta. Davanti ai microfoni di Radio Nacional de España, in vista di una sua partecipazione estiva in una università ed in relazione con il conflitto internazionale creato dalla volontà del governo iraniano di disporre dei mezzi necessari per l’arricchimento dell’uranio, il diplomatico citato ha detto: “Non si dovrebbe perdere di vista che all’Iran, come a qualunque paese della zona… perchè si dovrebbe negare il diritto di avere, mi azzarderei anche a dire (sic), armamenti nucleari, quando è circondato da paesi che li hanno?”.

Su ABC.es (24/08/06) si leggeva che questa opinione, secondo lo stesso Cajal, “forse non piace dal punto di vista della geopolitica occidentale”, e che la pressione internazionale applicata all’Iran “cozza con la realtà di India, Pakistan, Israele…”, paesi appartenenti allo stesso circolo geopolitico che sì, possiedono armi nucleari. Però, Cajal ha messo il dito nella piaga affermando che l’invasione e l’occupazione dell’Iraq “hanno provocato un vuoto nella zona che l’Iran ha riempito, senza troppi problemi, con la sua presenza nella regione”. Ha attribuito pubblicamente a un errore strategico degli Stati Uniti il crescente e preoccupante peso politico dell’Iran accanto alla maggiore riserva di idrocarburi del mondo!

Ma non è solo Cajal che con chiarezza e senza contemplazioni analizza la questione che adesso complica ancora di più la politica estera degli Stati Uniti e dei suoi paesi satellite. Da Nuova Delhi, un professore di studi strategici del Center for Policy Research ha scritto il mercoledì scorso: “Nulla, come le distinte reazioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU davanti agli ultimi due casi, mostra meglio come gli sforzi mondiali per porre freno alla proliferazione nucleare siano a spese della politica internazionale. L’Iran ha sofferto un ‘diktat’ eccessivamente severo mentre il Pakistan è stato trattato con eccezionale indulgenza, considerando la scoperta di un grande mercato nero del nucleare, a carico di scienziati e funzionari civili e militari di questo paese”.

L’uso frequente e nefasto di due pesi e due misure da parte dell’ONU si percepisce con il sapere che il Consiglio di Sicurezza, nell’approvare la risoluzione contro L’Iran che è entrata in vigore il primo Settembre, scarseggiava di prove concrete e si basava solo su congetture e sospetti –per ragionevoli che fossero-, nello stesso tempo in cui il governo pakistano ha ammesso che la mafia nucleare lì scoperta aveva trasferito per 16 anni informazioni segrete (equipaggiamenti di arricchimento dell’uranio e progetti per costruire armi) ad Iran, Libia e Corea del Nord. Si ha così il paradosso per il quale il paese esportatore –Pakistan, socio ed alleato di Bush nella sua nevrotica Guerra universale contro il terrorismo- evita la condanna internazionale, mentre l’importatore –Iran- soffre in pieno i suoi effetti.

Nulla di tutto questo pretende di togliere importanza al fatto che l’Iran aspiri a possedere armi nucleari, aggravato proprio perché il suo programma fu scoperto grazie alla delazione di un dissidente nel 2002. Ma nessuno può rimproverare all’Iran la riservatezza dei suoi piani, quando questa è stata una pratica comune, non solo in Israele, ma altrettanto in altre potenze occidentali come la Francia. A forza di ascoltarlo fino alla sazietà, comincia a sembrare come se le armi nucleari degli uni –i buoni- non siano dannose e quelle degli altri –i cattivi- lo siano. Converrebbe ricordare l’opinione dei cittadini giapponesi che subirono i suoi effetti nella Guerra.

La peggiore conseguenza della scarsa imparzialità dell’ONU è quella di rafforzare l’appoggio interno al regime di Teheran e, nel peggiore dei casi, provocare la sua uscita dal trattato di non proliferazione nucleare. E’ bene ricordare, nella nostra storia recente, come la condanna da parte dell’ONU del regime di Franco nel 1946 aumentò l’appoggio –anche se fosse stato solo propagandistico- da parte della popolazione alla dittatura anteriore.

Costerebbe poco ad Ahmadineyad adattare alle sue attuali circostanze politiche il discorso che pronunciò Franco in tale occasione, uno dei frammenti del quale fu raccolto così dalla stampa spagnola il 9 Dicembre di detto anno: “La situazione del mondo e le sue vergogne riempiono una volta di più di contenuto la nostra gloriosa Crociata. C’è da chiedersi quello che sarebbe stato senza di essa in questi tempi calamitosi dell’Europa. Uniamo alla grande forza della nostra ragione la fortezza della nostra unità. Con loro e la protezione di Dio (un’assordante ovazione interrompe a S.E. e gridi impressionanti di Franco! Franco! Franco!), niente e nessuno potrà danneggiare la nostra vittoria (nuovo e caloroso scroscio di applausi)…”

Non sanno nulla di tutto questo all’ONU? Sono così occupati con gli errori ed i dubbi del presente da dimenticare quelli del passato?

Alberto Piris
Generale di Artiglieria nella Riserva
Analista del Centro di Investigazione per la Pace (FUHEM)
Fonte: http://www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=37396
11.09.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SENSI

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