L’Occidente ha paralizzato il G20 a causa del confronto con Russia e Cina

Esperti russi valutano il ruolo del forum globale dopo il fallimento di un altro vertice

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Il G20, il forum dei cd. “paesi industrializzati”, rischia di naufragare.

Dei tre incontri previsti nel 2022, due sono già avvenuti e ciò che ne è uscito fuori è tutt’altro che positivo. Come ci riporta RT infatti, quelli che dovevano essere i principali temi da discutere – Energie rinnovabili, Transizione digitale e Salute mondiale – hanno lasciato il posto alle questioni geopolitiche: l’Occidente contro Russia e Cina, con gli altri Paesi che si muovo sul filo del rasoio per non essere tirati dentro un problema più grande di loro. Sullo sfondo il terzo e ultimo incontro del Gruppo dei 20 di quest’anno, previsto per novembre.

Insieme a alcuni esperti, la testata russa ci proietta nelle problematiche presenti e future del vertice.

* * *

Di Alexey Gryazev
rt.com

L’incontro dei Ministri degli Esteri del G20 si è trasformato in una specie di farsa, con il russo Sergey Lavrov che ha abbandonato la riunione prima della fine, e il suo omologo statunitense che lo ha insultato.

Non è stato raggiunto alcun risultato su questioni di vitale importanza per il mondo. L’incontro è stato un’altra sorta di prova generale per il vertice del G20 previsto per novembre, che sembra anch’esso destinato a fallire a causa del conflitto tra Russia e Occidente e delle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina.

Gli esperti russi concordano sul fatto che, a causa di questi problemi, l’organizzazione che ha aiutato il mondo a superare la crisi finanziaria del 2008 non sarà in grado di arginare l’attuale disastro energetico e alimentare.

Riuscirà il G20 a sopravvivere nel contesto di un grande conflitto tra i suoi partecipanti chiave? Chi soffre maggiormente dell’inefficienza dell’organizzazione e quali blocchi saranno incaricati della gestione delle questioni globali nella nuova situazione? Ce lo spiega RT.

La questione Mosca

Per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, i Ministri degli Esteri dei Paesi del G7 hanno incontrato personalmente il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. L’incontro si è tenuto sull’isola di Bali, in Indonesia, e non è andato bene.

In primo luogo, per la prima volta nella storia degli incontri tra diplomatici del G20, i partecipanti si sono rifiutati di posare insieme per una foto.

In secondo luogo, il Ministro russo e le sue controparti occidentali si sono scambiati accuse reciproche: I Ministri occidentali hanno accusato la Russia di bloccare le forniture di grano, Lavrov ha accusato l’Occidente di un comportamento ostile.

“Se l’Occidente non vuole che i colloqui abbiano luogo, ma desidera che l’Ucraina sconfigga la Russia sul campo di battaglia – perché entrambi i punti di vista sono stati espressi – allora forse non c’è nulla di cui parlare con l’Occidente”, ha detto Lavrov.

“Aggressori, invasori, occupanti. Oggi abbiamo sentito un bel po’ di cose del genere”, ha detto a proposito dell’incontro.

Alla fine, l’inviato russo ha lasciato l’evento prima della sua conclusione. Secondo i media, ha lasciato la sala nel momento in cui il Ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba stava parlando in collegamento video.

L’Ucraina non è un membro del G20.

Il Ministro russo si è anche perso l’intervento del Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock.

Anche la precedente riunione del G20, svoltasi ad aprile, non fu produttiva. Le delegazioni britannica, americana e canadese lasciarono la sala quando Anton Siluanov, Ministro delle Finanze russo, tenne il suo discorso da remoto (non era presente di persona). Il suo messaggio, guarda caso, si concentrava sulle conseguenze dell’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia e sulle possibili soluzioni a un problema che riguarda molti Paesi, compresi gli Stati occidentali.

Alla luce di tutto questo e degli ultimi sviluppi, ci chiediamo se il vertice del G20 di novembre possa produrre qualche risultato.

Finora la preoccupazione maggiore sembra essere l’elenco dei partecipanti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato a marzo che “la Russia dovrebbe essere rimossa dal G20”. A giugno, il Primo Ministro italiano aveva riferito di aver saputo da fonti autorevoli che l’Indonesia non avrebbe permesso alla Russia di partecipare al vertice (notizia poi smentita da Giacarta e Mosca). Il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato che tratterà il presidente russo Vladimir Putin con “il disprezzo che merita”, mentre l’ucraino Volodomyr Zelensky si è detto convinto che “non molti Paesi verranno al vertice se la Russia sarà tra i partecipanti”.

In tutta onestà, si sentono anche voci alternative. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, ad esempio, ritiene che il conflitto con la Russia non dovrebbe paralizzare il G20 e che non sarebbe una buona idea per gli Stati membri boicottare il vertice a causa di Putin.

Non è ancora chiaro, tuttavia, se la Russia abbia intenzione di partecipare. Sembra che il Cremlino sappia che un conflitto sarebbe inevitabile e non ha ancora preso una decisione sul formato della presenza di Putin, ammesso che partecipi.

Cosa ci si può aspettare dal vertice?

Gli esperti russi temono che, alla luce di tutte le controversie, il G20 non possa più fungere da organizzazione efficace in grado di risolvere i problemi e le sfide globali come ha fatto in passato.

Il professor Sergey Lunev, docente di storia presso l’Università di Mosca MGIMO, ha dichiarato a RT che il G20 è destinato a “produrre zero risultati”. A suo avviso, la situazione non cambierà anche se la Russia e l’Occidente troveranno una via d’uscita dall’attuale conflitto, perché le ragioni del degrado del G20 sono più profonde.

“Stiamo parlando di una grande trasformazione che riguarda tutto il mondo, gli aspetti economici e soprattutto il modo in cui l’Occidente perderà la sua posizione attuale. La spaccatura del G20 è determinata dai dubbi relativi al vecchio sistema, nel quale i Paesi occidentali godevano di tutti i privilegi e costituivano il fondamento dell’economia globale. In questo contesto, è difficile che il G20 abbia un impatto positivo”, afferma Lunev.

Dmitry Suslov, vicedirettore del Dipartimento di Economia Mondiale e Affari Internazionali della Higher School of Economics (HSE), è più ottimista sulle prospettive del G20. Lui ritiene che il vertice possa essere in grado di affrontare alcune delle questioni presenti nell’agenda globale, anche se non i problemi più urgenti.

“Le opportunità di perseguire una partnership costruttiva sono ora molto limitate. Penso che il G20 presenterà alcuni documenti finali a questo vertice, poiché attualmente sono stati concordati a livello di Sherpa. Ma la portata complessiva delle decisioni prodotte dal vertice sarà significativamente più modesta rispetto agli anni precedenti. E probabilmente saranno formulate in modo più generale e ambiguo, sostenendo il bene e opponendosi al male, per così dire. Non aspettatevi soluzioni concrete: è una cosa quasi impossibile da realizzare in una situazione di scontro”, afferma l’esperto.

Tuttavia, si cercherà sicuramente di trovare una via d’uscita alla crisi globale, poiché la situazione incombente – che non si è ancora manifestata in tutta la sua ampiezza, ma è già percepita in molti Paesi del mondo – non può essere affrontata se le maggiori economie mondiali non uniscono i loro sforzi.

L’agenda di quest’anno comprende almeno due argomenti: le crisi alimentari ed energetiche globali. E c’è anche la pandemia COVID-19, con l’Europa che sta affrontando una nuova ondata di infezione. Per non parlare della recente epidemia di vaiolo delle scimmie e del rischio di altre malattie virulente che potrebbero colpire le popolazioni mondiali in futuro.

Cosa ha fatto fallire il G20?

Ripercorriamo la storia del G20 e ricordiamo che il gruppo si è riunito per la prima volta nel 1999 come misura di supporto al G8 per affrontare la crisi finanziaria asiatica della fine degli anni ’90. “È stato allora che gli Stati Uniti e il resto del mondo si sono finalmente resi conto che nessun problema globale poteva essere affrontato efficacemente solo dall’Occidente”, spiega Dmitry Suslov.

Ma poiché la crisi stava già cominciando a scemare al momento della riunione inaugurale del G20, il nuovo gruppo è stato presto dimenticato, e solo le riunioni abbastanza regolari dei Ministri delle Finanze degli Stati membri hanno evitato che si disgregasse completamente.

Ma la crisi del 2008 ha dato nuova vita al Gruppo dei 20. In meno di un anno, i suoi Stati membri hanno tenuto tre vertici che hanno prodotto decine di decisioni volte a migliorare il sistema finanziario globale. Gli esperti sono unanimi nel riconoscere il ruolo eccezionale del G20 nella risoluzione della crisi finanziaria globale del 2008.

Tuttavia, il G20 ha mantenuto il suo status di principale strumento di risposta alle crisi mondiali solo per meno di 10 anni. Gli eventi ucraini del 2014 sono stati la prima avvisaglia della diminuzione dell’efficacia del G20. “Il G20 è diventato sostanzialmente meno efficiente dopo che l’amministrazione [americana] Trump ha invertito la sua politica nei confronti della Cina [da amichevole] a apertamente conflittuale”, afferma Suslov.

“A partire dal 2018, è diventato sempre più difficile per gli Stati membri del G20 trovare un terreno comune a causa del confronto americano-cinese, essendo gli Stati Uniti e la Cina i due Paesi più potenti e influenti del mondo, con il maggior potenziale e l’ultima parola nella risoluzione delle questioni su scala globale. Se i due attori principali sono in lotta, è estremamente difficile raggiungere l’accordo necessario per affrontare le questioni globali”, ha detto l’esperto.

La pandemia di Covid-19 ha rivelato che il G20 ha perso gran parte della sua efficacia. Questo comitato di crisi improvvisato si è rivelato sostanzialmente inutile per affrontare la crisi sanitaria globale. Gli Stati Uniti erano impegnati a dare la colpa della pandemia alla Cina e anche Pechino si è dimostrata piuttosto ostile.

“Già da quattro anni il G20 non è stato in grado di fornire il necessario coordinamento tra le principali economie mondiali. Ma ora i problemi diventeranno ancora più gravi, molto più gravi”, prevede Suslov.

Se Russia e Cina venissero cacciate, il G20 potrebbe essere salvato?

Una soluzione che sembra abbastanza ovvia è che se il G20 viene stravolto dal conflitto dell’Occidente con la Russia e la Cina, probabilmente potrebbe essere ripristinato semplicemente scaricando queste due potenze e tornando a fare affari come al solito senza di loro.

Gli esperti, tuttavia, ritengono che ciò non accadrà.

Innanzitutto, secondo il professore del MGIMO Sergey Lunev, né la Russia né la Cina hanno disaccordi critici con altri membri del G20, ovvero Argentina, Brasile, India, Indonesia, Messico, Arabia Saudita, Turchia, Corea del Sud e Sudafrica.

Inoltre, precisa che queste nazioni, al contrario, “sostengono la Russia in varia misura, a volte in modo occulto per paura di essere colpiti da sanzioni da parte dell’Occidente”.

“Stiamo parlando di una trasformazione dell’ordine mondiale e dell’economia globale, che è stata la ragione stessa per cui l’Occidente ha perso la sua posizione dominante. È naturale che le altre potenze siano molto interessate a questo sviluppo e per questo continueranno a sostenere la Russia. Ben altra cosa è il fatto che tutte queste potenze, compresa la Cina, saranno felici di vedere la Russia lottare da sola contro l’Occidente”, aggiunge Lunev.

Secondo Dmitry Suslov, c’è un’altra ragione per cui il G20 non può andare avanti senza Russia e Cina, ed è piuttosto semplice: la mancanza di risorse.

“Discutere di cambiamenti climatici, approvvigionamento alimentare, fonti energetiche ed economia globale senza la Cina è inutile come cercare di discutere di tutto questo senza gli Stati Uniti; e lo è anche discutere di sicurezza globale, energia o approvvigionamento alimentare senza la Russia. Il ruolo della Russia è fondamentale in queste aree”, spiega Suslov.

Come verranno gestite ora le minacce globali?

Nessuno vince da un G20 più debole, poiché le minacce globali trascendono i confini. Tutti gli abitanti del pianeta sono colpiti da fenomeni come il cambiamento climatico, una pandemia globale o una recessione globale. Per quanto tutto ciò sia negativo, le cose non possono che peggiorare quando le principali potenze mondiali non si trovano d’accordo. Un esempio: il governo degli Stati Uniti è ora costretto ad aumentare la produzione di petrolio locale e persino ad attivare i pozzi petroliferi congelati per far fronte alla carenza di energia in cui si trovano gli Stati Uniti, il che è esattamente l’opposto di ciò che Joe Biden ha giurato di ottenere durante la sua campagna elettorale sul fronte del cambiamento climatico.

Sebbene gli esperti abbiano opinioni diverse su come pensano che il mondo affronterà le sfide globali in futuro, sembrano tutti d’accordo su una cosa, ossia che nell’immediato futuro ci saranno due grandi centri di potere sulla scena globale, che attueranno le loro diverse politiche.

“Le alleanze non occidentali stanno guadagnando slancio. Un esempio è il BRICS, che ha recentemente ricevuto richiesta di adesione da parte di Iran e Argentina. Se anche altre potenze non occidentali che fanno parte del G20 decidessero di aderire, il mondo finirebbe per avere essenzialmente due club: uno che si riduce al G7 e che rappresenta gli interessi dell’Occidente, e i BRICS che rappresentano gli interessi di tutti gli altri”, ritiene Lunev.

Sebbene Suslov sia d’accordo, è anche convinto che l’esistenza stessa del G20 non sia realmente minacciata in assenza di un’altra organizzazione globale che possa affermare di rappresentare l’85% dell’economia mondiale.

“È vero che il G20 diventerà meno efficiente. Diventerà essenzialmente un’organizzazione bipolare, con i due poli definiti rispettivamente dalle potenze G7 e BRICS. Entrambi perseguiranno le proprie agende, oltre a quella globale. Affronteranno quest’ultima dalle proprie prospettive. Il G20 stesso cercherà di mantenere coordinati questi due binari, ma resta da vedere quanto riuscirà a farlo”, conclude Lunev.

Di Alexey Gryazev
rt.com

Fonte: https://www.rt.com/russia/558684-agony-of-g20-why-paralyzed/
09.07.2022


Scelto e tradotto da Massimo A. Cascone per ComeDonChisciotte.org

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