LO STRANO CASO DEL DOTTOR ALPHAN E DI MR.GHERD

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DI CARLO BERTANI

Dobbiamo riconoscere che la vicenda, sin dall’inizio, ci ha stupito. Sulle prime, abbiamo pensato ad una sostituzione di persona, poi ad una collaborazione. Infine, giacché i due occupavano la medesima carica istituzionale – quella di Ministro di Grazia e Giustizia – abbiamo capitolato e siamo andati a rileggere Robert Louis Stevenson.

Per quanto mi scervellassi, non riuscivo a trovare una risposta all’enigma: possono, due diverse persone ed allo stesso tempo, occupare il medesimo posto di ministro in un governo? Cos’è il Ministero della Giustizia, una poltrona per due?
Ho meditato, allora, di ricorrere alla Sibilla Cumana. Mentre ero già in auto, pronto a partire per Cuma, mi è giunta sul cellulare un’agenzia della Reuters (l’ANSA, oramai, è stata messa alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio), dove avvertivano che il celebre antro di Cuma è già stato occupato dai militari, che lo stanno riempiendo di monnezza.
Riportata la valigia in casa, ho meditato di rivolgermi alla Rete: detto fatto. Ho creato un avatar su Second Life – ho assunto le sembianze del Duca di Sanfelice – ed ho atteso. Senza far nulla, è stata lei a trovarmi: devo riconoscere che la Sibilla, con tanto di calze a rete e parrucca bionda, mi ha un po’ stupito.
In ogni modo, è stata chiara: i due non sono proprio due, bensì quasi uno, ed ha iniziato a raccontarmi la vicenda.

Il buon Niccolò Alphano è un pezzo di pane, quello che in Piemonte chiamano “n’ bun’om“.Portamento solare, fisico possente, tradisce nelle sembianze l’origine contadina: è – per dirla con Guccini – il “primo della razza che ha studiato”.
Il giovane avvocato siciliano ha creduto finalmente di riscattare, con quell’incarico offerto su un piatto d’argento, generazioni di zappaterra e di scavatori di zolfo che l’avevano generato.
Non sapeva – il tapino – che gli avevano teso una trappola: nel calice di champagne con il quale aveva brindato alla nomina, era stata sciolta una pozione.
Qui, dobbiamo fare un passo indietro e mettere ordine nel racconto della Sibilla.

Miglia e miglia lontano dal buon Niccolò, in una grande metropoli del Nord, viveva un modesto avvocatucolo di nome Angelino Gherdini, del tutto opposto a Niccolò, come il sole dalla luna: fisico smagrito, profonde occhiaie, sguardo allucinato.
Per anni, il buon Angelino – figlio di un tranviere e di una casalinga della Bovisa – aveva svolto con modestia il suo mestiere: ha visto, signor Rossi, che sono riuscito a farle prendere due milioni in più per aggiustare la Punto? Oppure, ci siamo riusciti, signor Bianchi: hanno provveduto a murare la finestra che il suo vicino aveva aperto sul suo cortile. Già che c’erano, gli hanno murato anche la porta d’ingresso. Con lui dentro.
La sera, guardava “Un giorno in Pretura” e sognava: chissà se un giorno, anch’io, riuscirò a srotolare delle arringhe di fronte a processi importanti…assassini, ladri, banditi…roba grossa…
Intanto, la mamma gli riordinava le fatture sul tavolo della cucina, sotto la luce al neon. Vedrai Angelino – lo rassicurava la mamma – anche per te verrà il tuo momento: lo dicono sempre a Canale5 che, come nel Sogno Americano, ognuno avrà la sua occasione…
Angelino sospirava, mentre preparava la borsa per recarsi in Tribunale il giorno seguente, ed andava a letto fiducioso.

L’occasione si presentò un giorno grigio di Novembre, quando entrò nel suo studio Milvio Merlettoni, e gli sciorinò sulla scrivania un testamento olografo.
Milvio era il nipote di Manlio Merlettoni, passato a miglior vita la settimana prima: Milvio chiedeva d’essere assistito nelle eventuali controversie con i parenti.
Angelino era di umili origini, ma non era fesso; notò subito che la sola cosa autentica, in quel documento, era la firma: tutto il resto, era un neutro testo battuto a macchina.
Stava quasi per restituire il documento – una frase di cortesia, del tipo “Il nostro studio non si occupa di…” – quando gli cascò l’occhio sui beni che il buon Milvio avrebbe ereditato.
Una cinquantina d’appartamenti nel centro di Milano, una villa a Portofino ed una a Cortina d’Ampezzo, fabbricati industriali, latifondi agricoli e poi azioni, titoli di Stato, obbligazioni estere…denaro…conti in Svizzera ed in Lussemburgo…una fortuna da Paperon dé Paperoni. Rimase interdetto.
«Mah…lei è l’unico erede?» chiese soprappensiero.
«No» rispose il buon Milvio «ma quel documento non dice che…»
«Certo…però, gli altri eredi…»
«Guardi che la firma è autentica!»
«Non lo metto in dubbio: ma, gli altri eredi, sanno di questo documento?»
«No, perché quel documento l’ho scritto io» tagliò netto Milvio. Poi, continuò: «Se riuscirò ad ottenere tutto, le elargirò il 10%».
Gherdini non era mai stato forte in Matematica, al Liceo aveva sempre uno striminzito sei, però fece in fretta a capire che il 10% di un universo è sempre una fortuna incommensurabile.
«Mah…come l’ha avuto?» chiese sorpreso.
«Non è stato difficile» rispose il buon Milvio «vede: il nonno Manlio aveva gran fiducia in me. Andavo spesso a casa sua, viveva solo e ci vedeva poco, per sbrigare le solite faccende: ICI, tasse, bollette…»
«E poi?»
«Un giorno come un altro, mentre lui parlava – eh, se non ci fossi tu, Milvio, come farei a sbrigare tutte queste faccende… – e gli facevo firmare dei documenti…ecco, nonno, questa è l’ICI, firma, poi c’è la spazzatura…misi nel mazzo dei documenti un foglio in bianco e lui lo firmò. Dopo…»
«Certo» ammise Angelino «dopo è stato tutto facile…»
Mi domando perché la Sibilla mi racconti queste vecchie storie…che c’entra tutto ciò con due Ministri della Giustizia assisi sullo stesso trono?
Mi fa cenno d’attendere: capirò, al momento opportuno. Abbiate fidanza.

Passano gli anni e Milvio compie una folgorante carriera politica: brucia le tappe, passa dai Liberi Muratori al Partito dei Liberi Costruttori, quindi dei Liberi Televisori, infine del Liberi Tutti e Basta.
I parenti buggerati, però, non gliela danno vinta e cominciano a presentare ricorsi su ricorsi al Tribunale di Milano: circonvenzione d’incapace, plagio…c’è sempre però il buon Angelino – oramai affermato e ricco avvocato – che li tiene a bada.
Il problema s’aggrava quando il buon Milvio vuole raggiungere le più alte vette del potere: Presidente del Consiglio…no, voglio ancora di più, più in alto…per aspera ad astra…

L’unica carica alla quale può ancora aspirare è quella di Grande Vecchio della Montagna: il problema è che il posto è occupato da un attempato avvocato napoletano, persona mite, che però non vuole farsi soffiare il posto.
Allora, Merlettoni lo sfida.
Il problema più pressante è una zia di Vigevano, che pare abbia anch’essa una copia del testamento: quella è pericolosa, ed ha consegnato tutta la faccenda ad una avvocato inglese, tale Milk.
Bisogna fermare la zia di Vigevano.
Nelle lunghe e dolci serate romane, Angelino e Merlettoni cercano ogni via d’uscita: annettere Vigevano a Gaza, così dopo ci pensano gli israeliani? No, con l’Europa non si può: per ripicca, annetterebbero Macherio alla Spagna di Zapatero.

Torna allora alla mente, a Merlettoni, il vecchio trucco usato con il nonno: io non ci posso andare – caro Angelino – e te la devi cavare da solo. In cambio – anche Angelino ha imparato a chiedere – voglio il Ministero della Giustizia.
Non si può, sarebbe troppo sporca: Alphano se la darebbe…capirebbe d’esser solo un portaborse…
Facciamo così, sintetizza Merlettoni: lasciamo Niccolò Alphano a fare il Ministro di giorno, e tu lo farai di notte. Pensa un po’, il prossimo Inverno, con quelle giornate così corte…sarai tu il vero capo dei giudici!
Angelino abbozza, perché sa di non poter andar oltre.

Così, sale una sera dal Grande Vecchio, portandosi appresso un plico di carta da firmare e tutte le
commedie di Eduardo in DVD, scaricate gratis da Internet.
«Che bel regalo…» gli occhi del Grande Vecchio brillano.
«C’è anche “Sabato, domenica e lunedì”, quello con Pupella Maggio…»
«Sì Eccellenza, lo volete vedere subito? Ecco, basta infilarlo nella fessura del lettore…»
«Eh, quante diavolerie inventano oggi…guarda, guarda! Proprio come l’ho visto io al San Carlo nel ’63…Madonna mia, sembra vivo…Eduardo, sembri proprio tu…»
«Eccellenza…ehm… eccellenza: ci sarebbero due firmette da mettere qui, su dei documenti del Governo…»
«Ma, i DVD li posso tenere?»
«Eh certo, eccellenza, certo…»
«Di cosa si tratta?»
«Normale amministrazione: per togliere la monnezza a Napoli, per tassare finalmente i petrolieri e dare più soldi ai poveri…sa…»
«Bravi, bravi: quelli di prima mi parlavano sempre di banche, di affari – non capivo mai un accidente – ma non m’hanno mai portato niente, manco ‘na mozzarella di Mondragone…»
«Ecco firmi: qui…ancora qui…»
«E tu come ti chiami?»
«Angelino, eccellenza».
«Bravo Angelino, tu sei proprio nu bbrav’è uaglion’e, bravo. Ferma, aspetta: hai sentito la battuta? Hai sentito?»
«Bellissima eccellenza: ecco, firmi qui, ancora qui, qui…
Fatto.
Quattro convenevoli, poi il commiato: pare che il Grande Vecchio, quella notte, abbia visto otto commedie, fino alle cinque del mattino.

Quando il risultato è raggiunto, però, ci si rilassa e si commettono errori.
Invece di mettere in cassaforte il prezioso documento, firmato in bianco, Merlettoni lo dimentica nell’anticamera di Palazzo Chigi.
Eh, da lì, passano tutti: vedono, leggono la firma e capiscono al volo.
Pare che Margherita Boniver ci abbia scritto un decreto per avere due tette come Luisa Corna, mentre Borghezio ha sancito la nascita dei Pasdaran Padani, prima forza armata della Repubblica. Tanto, è già tutto firmato. Pure la richiesta per due gomme antineve, trovò Merlettoni la mattina: doveva essere stato l’autista.
Il problema, pensa mentre si rassetta il parrucchino, è sempre la zia di Vigevano: l’anziana vegliarda è riuscita ad ottenere un rinvio a giudizio, e presto ci sarà la sentenza. Come fermarla?
Ancora una volta, gli viene in aiuto il buon avvocato milanese, che stende sul foglio già firmato un testo di legge, il quale prevede che:

I processi penali relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado, sono immediatamente sospesi.”

«Ma…Angelino, non ti sembra un po’ troppo? E come lo facciamo digerire alla gente?»
«Cosa ci sta a fare il mio alter ego di giorno, quel siciliano…»
«Beh, è il Ministro della Giustizia!»
«Sì, e io sono Perry Mason…»
«Va beh, Angelino» Merlettoni ridacchia «dai, stavo scherzando…il problema è che con questo provvedimento fermiamo una marea di processi per sequestro di persona, estorsione, rapina, stupro, associazione per delinquere, frodi fiscali, corruzione, abuso d’ufficio, immigrazione clandestina, detenzione di materiale pedopornografico, molestie e maltrattamenti in famiglia, omicidi colposi per colpa medica o a seguito di incidenti stradali, traffico di rifiuti…guarda che quei maledetti magistrati montati da mia zia non staranno zitti…sempre lì a perseguitarmi…»

«Perché non mandi Alphano in televisione a raccontare che la Giustizia è ingolfata di procedimenti, ed ha bisogno di una “pausa di riflessione”? Che la gente è stufa di processi a gente per bene è che vuole giustizia – anche sommaria – per i veri delinquenti: per i Rom, per i romeni, per i romani…»
«No, i romani no: altrimenti Fini s’incazza.»
«Ah, già, scusa…e poi chi se ne frega di Fini…tanto hai capito cosa volevo dire, no?»
«Sì, sì: lo mandiamo domani: quello è uno che sta agli ordini. Lo avvisi mezz’ora prima e lui racconta qualsiasi cosa in Televisione, anche che i Carabinieri hanno arrestato Bin Laden a Piazza Navona…»
«E allora, che problema c’è…» detto fatto.

Tanto per metterci un po’ di fantasia in più, io – in quel provvedimento – ci avrei aggiunto anche “solo per quelli nati a Monaco di Baviera che vivono nel Principato di Monaco”, oppure “solo per coloro che hanno ascoltato Così parlò Zarathustra a Zagabria”, non so…ce ne sarebbero tante da dire…
Non so se sono fuori tempo massimo, caro Merlettoni, ma anch’io avrei una richiesta da scrivere su quel foglio, fra le tette della Boniver e le gomme dell’autista.

Il 9 di Agosto del 2007, ho preso una multa dall’Autovelox, già pagata. Mi hanno, però, tolto 5 punti della patente ma, il provvedimento, non è ancora giunto.
Ora, visto che pare possano inviare la notifica entro l’anno o poco oltre, mi sa che ad Agosto o Settembre mi taglieranno quei benedetti punti.
L’Autunno – lo dico sempre – è una stagione pericolosa: maturano zucche e mele, pere e cavolfiori. Pare che maturino anche le sentenze.
Perciò, non potrebbe inserire in quel foglietto, già firmato dal Grande Vecchio, una piccola postilla…non so…provo a buttarla giù…

Comma 21/2 quater:
Per tutti gli automobilisti che hanno ricevuto sanzioni per eccesso di velocità, nel periodo 1/8/2007-31/8/2007, la sanzione è sospesa di un anno, nell’attesa del pronunciamento delle Camere sulla liceità degli Autovelox sulla superstrada Alessandria – Acqui Terme.

Troppo personale? Eh sì, ma se allunghiamo il periodo restringiamo la zona di riferimento: il risultato deve essere sempre una costante. Provo a riformularlo:
Per tutti gli automobilisti che hanno ricevuto sanzioni per eccesso di velocità, nel periodo 1/1/2007-31/12/2007, la sanzione è sospesa di un anno, nell’attesa del pronunciamento delle Camere sulla liceità degli Autovelox nel territorio dei Comuni di Cassine, Cassinelle, Cassinasco, Cassinotto, Cassinino e Cassinc….

Insomma, lei ha capito benissimo e so che potrà intervenire: per una volta, ci faccia sorridere. Per non farci piangere per la vergogna.

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com/
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2008/06/lo-stano-caso-del-dottor-alphan-e-di-mr.html
19.06.08

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