L’ISIS, LA LE PEN E IL GIOCO DELL’UOMO NERO. IN EUROPA E ARABIA LE TECNICHE DI CONDIZIONAMENTO SONO LE STESSE

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DI ANTONIO DE MARTINI

corrieredellacollera.com

Ogni volta che mi trovo a cena con conoscenti, l’ostacolo alla socializzazione più notevole con cui mi trovo a lottare è la sorpresa – a volte lo sdegno – con cui tutti reagiscono quando si abborda il fantasma dell’immaginario collettivo più gettonato del momento.

Qualcuno dice la parolina magica ISIS , io reagisco con il solito riflesso pavloviano dicendo che l’ISIS è una invenzione e l’atmosfera si surriscalda in pochi attimi. Anche chi mi riconosce competenza in materia, si rifiuta di accettare ogni argomento che contrasti con la verità rivelata dalla TV.

È difficile contrastare il convincimento iniettato dalla televisione con cui tutti sono convinti di aver visto tagli di teste , tutti citano comunicati ufficiali e tutti giurano di aver udito storie agghiaccianti che dimostrano l’esistenza dell’ISIS ( “chi mai potrebbe inventarsi orrori simili se non fossero veri?”)

La scorsa settimana, una signora che ho conosciuto di recente ha raccontato di aver appena udito dalla televisione la orripilante vicenda di Jihadisti che prima di evacuare una città ( non specificata) avrebbero decapitato le loro donne, tutte, “per poterle incontrare nuovamente nell’aldilà”…..

Ora ho finalmente sotto gli occhi un esempio forse più comprensibile per i salotti europei: tutti i media hanno per settimane parlato e scritto del ” fenomeno Le Pen” , del risorgere del “petainismo fascista transalpino”, dei sondaggi che confermavano ” il nuovo fenomeno emergente”, delle interviste alla donna per sapere come fa le uova alla coque e come reagisce all’arrivo sulla scena politica di una cugina più giovane che le insidia l’eredità del babbo.

Poi, inevitabilmente giungono le elezioni e Sarkozy fa il pieno di voti dei borghesi spaventati dalla prospettiva di una vittoria estremista e il “fenomeno in crescita” scompare sfumando nel caldo estivo che si annunzia.

La Le Pen si ritira, in buon ordine convinta che l’aver accettato il ruolo negativo le abbia giovato all’immagine e senza chiedersi il perché i sondaggi fossero errati, perché le interviste cessino come per incanto e i finanziamenti rientrino nell’ambito della routine.

In Italia, quando la gente non si istupidiva davanti alla TV, esisteva un gioco familiare dell’uomo nero, consistente nel dare a qualcuno un tappo di sughero ( si beveva vino e i tappi non erano di plastica) annerito con nerofumo e affidato in segreto a qualcuno dei familiari e poi cercato dagli altri.

Ecco, questa è la funzione di ISIS nel Levante, di Marine Le Pen in Francia e, oggi, in Italia di Matteo Salvini. Grandi tempi TV e spazi giornalistici dedicati, che servono a far lievitare il fenomeno per spaventare i benpensanti e ammassarli al centro in tempo per le elezioni in una kermesse di falsità che renderebbero nullo qualsiasi contratto. Avremo così i moderati che voteranno PD che ormai ha occupato il centro dello schieramento politico e guarda a destra verso il nulla.

Servono molti denari per comprare spazi, giornalisti, sondaggisti, sociologi e compilatori di voci di Wikipedia, ma per Sarkozy trovare i soldi non è mai stato un problema. E nemmeno per gli altri.

La magistratura francese sta indagando ( l’Obs di venerdì scorso lo riporta) su un importante versamento sui conti dell’UMP del 2013, mentre prosegue la inchiesta sui soldi che Sarkozy avrebbe ottenutio da Gheddafi per il tramite di un paese africano che mostra di voler collaborare attivamente all’inchiesta.

L’ISIS nel Levante ha la stessa natura e funzione di Marine Le Pen: un fenomeno poco meno che folkloristico servito a condizionare la successione in Arabia Saudita,a provocare la nascita di una coalizione militare sunnita capace di controbilanciare la potenza iraniana nell’area e impedire che qualche emirato ne subisca l’influenza.

I suoi falsi eccessi omicidi propagandati dalla signora Rita Katz ( vedi post su Obama e Israele della settimana scorsa) serve a far sembrare dei moderati i vari raggruppamenti di mercenari reclutati da inglesi, francesi e americani per impedire la nascita di una coscienza nazionale araba che da sempre è il fantasma dei franco-britannici e degli americani che li hanno sostituiti nel controllo della penisola. Lo scopo ultimo è dirottare l’indipendentismo arabo verso il settore religioso.

Tutti i leaders eliminati nello scorso quinquennio erano fautori dell’unità araba e prescindevano dalla religione. Tutti i nuovi dirigenti presentati dalla NATO sono religiosi che prescindono dal discorso dell’unità panaraba.

La rabbia antirredentista è tale che dopo la conquista di Bagdad gli americani tentarono persino di far distruggere , dentro il cimitero cristiano, la tomba di Michel Aflak l’ideologo fondatore del partito Baath ( partito della rinascita araba ( niente di religioso islamico, Aflak era un cristiano ortodosso nato in Siria).

La tomba, realizzata da un noto artista arabo è anche considerata un monumento nazionale, al punto che persino gli iracheni giunti al seguito delle truppe USA si rifiutarono di avvallarne la distruzione, ricordando che Aflak era un fautore delle libertà civili e ostinatamente ostile alla versione dittatoriale del baathismo rappresentata da Assad padre e Saddam Hussein. Vedrete che prima o poi l’ISIS ci mette una bomba.

Sposare il nazionalismo arabo col fanatismo islamista è il modo migliore di annacquare il nazionalismo e distrarre le masse. Gli inglesi hanno tenuto a battesimo il movimento dei mullah iraniani e la nascita e sviluppo dei Fratelli Mussulmani in Egitto; gli USA hanno covato a lungo il fondamentalismo sunnita e creato il potere sciita in Irak che si è poi ritorto contro di loro. Il nazionalismo viene energicamente disincentivato in tutta l’area, inclusa la Turchia dove, finita la guerra fredda la classe militare turca kemalista è stata sacrificata alla breve intesa con i fondamentalisti religiosi di Erdoghan e Gulen.

Ecco anche una ragione politica per cui sono stati offerti con larghezza assistenza e visti di ingresso negli USA Canada e Australia ai cristiani d’Oriente e perché l’ISIS – dopo oltre millequattrocento anni di coabitazione pacifica e in spregio al dettato del Corano – li vuole fuori dai piedi: sono la prova storica inoppugnabile che la nazione araba preesiste all’Islam e questo fatto non piace a militari (NATO) e ragazzi ( islamisti fanatizzati).

Questi nuovi occidentali mostrano di voler ignorare un tratto storico fondamentale del mondo arabo: il trono ha sempre dominato rispetto all’altare e la religione ha sempre avuto un ruolo ancillare rispetto alla politica. Non esiste un solo caso di movimento religioso che abbia defenestrato un Califfo o un presidente ( tranne i tentativi dei fratelli mussulmani di rito inglese in Egitto e in Siria) mentre numerosi sono i casi di capi religiosi eliminati senza tanti complimenti per non essere stati lesti ad adeguarsi.

Questo tentativo di creare contrapposizioni religiose per ottenere risultati politici è già stato utilizzato dagli inglesi in India – dove hanno creato dal nulla la contrapposizione tra Indù e Mussulmani che ha lungamente ritardato l’indipendenza indiana; a Cipro, dove la convivenza di cinque secoli tra cristiani i mussulmani fu incrinata e ritardò l’indipendenza dell’isola ( e fece concedere le due grandi basi militari tuttora esistenti); in Israele, dove gli urti tra mussulmani e ebrei non iniziarono con l’arrivo dei coloni, ma con la richiesta di indipendenza dei palestinesi; nella ex Jugoslavia dove gli scontri tra mussulmani e cristiani hanno fatto nascere , tra gli altri, anche il Kosovo con annessa base militare USA più grande d’Europa e da dove credo siano partiti i cinquanta carri armati inviati in Ucraina ( che la Germania non avrebbe fatto passare sul suo territorio per non inimicarsi la Russia).

Antonio De Martini

Fonte: http://corrieredellacollera.com

Link: http://corrieredellacollera.com/2015/03/30/lisis-la-le-pen-e-il-gioco-delluomo-nero-in-europa-e-arabia-le-tecniche-di-condizionamento-sono-le-stesse-di-antonio-de-martini/

30.03.2015

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