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La Redazione

 

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L’IRRADIAMENTO RADIOATTIVO NON UN TEMA PER L’OMS

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A cura di Davide
Il 30 Aprile 2011
84 Views

DI ULRIKE MAST-KIRSCHINING
dw-world.de

Due super-incidenti atomici: 25

anni fa Chernobyl e adesso Fukushima. Chi si assume la responsabilità

sul diritto alla salute dell’umanità?

Gli attivisti di Greenpeace hanno rilevato

fino a 48 Microsievert per ora a 60 chilometri dalla centrale atomica

di Fukushima. Questo vuol dire che gli abitanti della zona ricevono

in un giorno la quantità di radiazioni permessa in Germania in un anno.

“Perché,” dice la radiobiologia giapponese Katsumi Furitsu,

“le persone nelle zone altamente contaminate non vengono evacuate.”

Questo viene fatto solo nel raggio di 20 chilometri; vivere tra i 20

e i 30 chilometri praticamente vuol dire rimanere chiusi in casa.

Katsumi Furitsu ha fatto delle ricerche

sulla salute delle vittime di Hiroshima e si è occupata anche delle

vittime di Chernobyl. Così come pronunciato da alcuni esperti americani, lei ritiene

che, per le possibili conseguenze sulla salute, la zona di evacuazione

dovrebbe estendersi a 80 chilometri. Ma sembra che in Giappone non spetti

ai radiobiologi, ma ai sindaci, la decisione sul possibile ampliamento

della zona di evacuazione oltre i 20 chilometri.

Conflitto d’interessi con la lobby

atomica

Gli esperti dell’Agenzia Internazionale

dell’Energia Atomica (IAEA) non danno nessun’altra raccomandazione.

Dopo il disastro di Chernobyl, i suoi critici parlarono di una catastrofe

dell’informazione. Le stesse considerazioni dovrebbero essere fatte

oggi, sostiene Sebastian Pflugbeil, esperto berlinese di radiazioni,

se l’AIEA non avesse in verità altri interessi. “L’AIEA ha dichiarato

formalmente nello statuto che la sua missione è l’ulteriore diffusione

dell’uso pacifico dell’energia nucleare.” Chiunque osasse gettare

un’ombra su questo aspetto sarà represso con tutti i mezzi, sottolinea

Pflugbeil.

All’inizio dell’anno, nonostante i

dati e le informazioni dettagliate, il comitato scientifico delle Nazioni

Unite si è espresso, dicendo che “per la stragrande maggioranza della popolazione

non c’è motivo di temere conseguenze gravi per la salute causate

dalla catastrofe di Chernobyl”. “Ciò è in netto contrasto con

numerose esperienze dei medici che curano i tanti malati e gli studi

che, nel frattempo, hanno prodotto risultati del tutto differenti”,

sono le parole di Pflugbeil. Per lui questa situazione “è semplicemente

disumana ed è solo in funzione degli interessi delle lobby

dell’industria nucleare, di quelli dei gestori delle centrali e, tra

ovviamente, anche degl’interessi delle nazioni che costruiscono armi

nucleari.”

Le conseguenze per la salute non

sono un tema per l’OMS

Anche il ricercatore tedesco Hagen

Scherb, dell’istituto Helmholtz di Monaco di Baviera, ha recentemente

pubblicato uno studio che indica la mancanza di quasi un milione di nascite

in Europa. Per lui si tratta di una conseguenza della ricaduta della

nube di Chernobyl in Europa 25 anni fa.

Quindi, Un buon motivo per affrontare

gli effetti delle radiazioni atomiche sul corpo umano da parte dell’OMS?

“No”, dice Keith Baverstock, che, poco dopo il disastro di

Chernobyl, ne è diventato membro a Ginevra dove vi ha lavorato per

13 anni. “Loro non vedono che problema ci sia. E soprattutto non capiscono che questo è il loro problema.” L’energia nucleare, dal punto

di vista dell’OMS, non rappresenta alcun rischio per la salute. È classificata nello stesso modo delle centrali a carbone o di quelle a petrolio, mentre invece rappresentano

anche un reale rischio per la salute e possono causare elevata mortalità. Ovviamente un

incidente è tutta un’altra faccenda, dice Baverstock, ma gli incidenti non

sono sempre previsti nello scenario. Pertanto è ormai un po’ di tempo

che non vi sono più esperti su questo tema presso l’OMS.

Manca l’interesse sulla ricerca

Secondo l’Organizzazione Internazionale

Medici Contro la Guerra Nucleare (IPPNW), oggi non esistono delle ricerche

sistematiche da parte dell’OMS sulle conseguenze del disastro di Chernobyl.

Inoltre, l’OMS non potrebbe fare queste ricerche e pubblicarle senza

il consenso della AIEA. Secondo un accordo con l’AIEA del 1950, l’OMS

dovrebbe prima ottenere l’approvazione dell’Agenzia Internazionale dell’Energia

Atomica per tutte le indagini e le ricerche in questo contesto. In Germania,

nel frattempo, è iniziata una discussione circa una richiesta di recesso

dal presente contratto per la prossima conferenza dell’OMS a maggio.

Nonostante l’obbligo internazionale

di garantire il diritto umano alla salute, la comunità internazionale

non ha ovviamente alcun interesse nel sollevare il problema del cosiddetto

‘rischio residuale’ dell’energia nucleare. Anche l’Europa ha molte

difficoltà in quest’ambito, dice Baverstock. Dopo tutto, abbiamo

realizzato che, dopo Chernobyl, c’è il problema di come informare e

consigliare in modo adeguato le nazioni europee e le sue popolazioni.

Il diritto umano alla salute richiede

competenza

In seguito alla pressione dei paesi

europei, l’OMS creò il cosiddetto “Ufficio-progetto per gli

eventi atomici” con sede a Helsinki. L’ufficio, diretto dalla Baverstock

dal 1998, venne chiuso nel 2000. “La chiusura fu una decisione

del direttore regionale – e l’ufficio non fu ricostituito altrove”,

continua Baverstock “così, quando arrivò il disastro di Fukushima,

l’OMS semplicemente non aveva più nessuna competenza per affrontare

la situazione”.

Queste competenze dovrebbero essere

al più presto ripristinate con degli standard professionali, si

auspica Baverstock. Infine, è giunto il momento, almeno a livello europeo,

di mettere in atto ricerche accurate e sistematiche sulle conseguenze

per la salute del disastro di Chernobyl.

Ulrike Mast-Kirschning

Fonte:

http:// www.dw-world.de

Link: http://www.dw-world.de/dw/article/0,,15021136,00.html

23.04.2011

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICOLA LONGONI

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