L’IRAN PUO’ CREARE LA BOMBA ATOMICA ?

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Le consultazioni, in vista di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU concernente l’Iran, si susseguono. Talora principale ostacolo al progetto di risoluzione offensiva contro Teheran, auspicata da Washington ed i neo conservatori, ed interlocutore essenziale della Repubblica islamica sulla pratica del nucleare, ad oggi la Russia interpreta un ruolo decisivo.
In una intervista concessa all’agenzia RIA NOVOSTI, Viktor Mikhailov, talvolta presentato come il padre dell’elettronucleare iraniano, fornisce la sua lettura degli avvenimenti. Per lui, è evidente che l’Iran auspica di acquisire l’arma atomica e potrebbe averla in cinque o dieci anni. Tuttavia, si mostra persuaso che la Russia perverrà ad un accordo con Teheran, così come è sicuro che gli Stati Uniti prenderanno provvedimenti, qualsiasi cosa succeda.
Viktor Mikhailov è direttore dell’Istituto di stabilità strategica del Ministero dell’Energia atomica (Minatom) ed ex ministro dell’Energia atomica.

Viktor Litovkine: Signor Mikhailov, lei passa, agli occhi degli specialisti, come il padre dell’elettronucleare dell’Iran. Sa che cosa rappresenta oggi l’industria nucleare di questo paese ed in che stato si trova?

Viktor Mikhailov : Effettivamente, ho preso parte alla preparazione del contratto concernente la costruzione della centrale nucleare di Bouchehr, ne sono stato uno degli iniziatori. Gli Stati Uniti non volevano cooperare con noi, o ponevano delle condizioni inaccettabili per questa cooperazione, siamo stati anche obbligati a dirigerci verso l’Oriente, verso l’Iran, la Cina, e l’India. Era necessario salvare la nostra industria nucleare nazionale, dare lavoro ai nostri specialisti qualificati perché non siano tentati di raggiungere i paesi che vogliono creare una loro bomba atomica.

Certo, non mi sono recato in Iran da che ho lasciato il mio posto di ministro, ma all’epoca in cui effettuavo visite in quel paese avevo potuto constatare che le ricerche nucleari vi erano condotte ad un livello molto elevato. Il che non stupiva affatto. Praticamente tutti gli atomisti iraniani sono diplomati in università degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale, ove l’insegnamento è eccellente. A quanto mi consta, circa 10.000 iraniani compiono studi all’estero, specialmente in Europa e negli Stati Uniti.

Inoltre, i laboratori iraniani sono dotati di materiali di calcolo d’impresa fabbricati da grandi società occidentali (Siemens, per esempio) del tipo di quelli che gli americani avevano proibito di venderci. Per conseguenza, io penso che i loro stabilimenti di ricerca sono sempre al livello scientifico e tecnico richiesto.

VL: Bisogna temere che l’Iran riesca, prossimamente, a creare l’arma nucleare?

Viktor Mikhailov : Mi si pone di frequente questa domanda. Talvolta in questo contesto: “lei pensa che la vogliano cerare o che ci pensino solamente?” Io rispondo allora: “Ci pensano e lo vogliono, è evidente”. Ai giorni nostri, senza possedere la bomba atomica, è difficile restare autonomi e sovrani. La politica degli Stati Uniti consiste nell’impiantare la loro democrazia con la forza. La trapiantano in paesi che hanno una storia ricchissima e che hanno apportato molto all’umanità intera. Ora, Washington non sa trattare questi popoli con deferenza, se ne infischiano dei loro usi, e tradizioni. Tentano di rimodellarli all’americana, il che è impossibile.

VL: Ma, in ogni caso, l’Iran è o no in grado di creare un armamento nucleare?

Viktor Mikhailov : Si, evidentemente. Ogni paese altamente sviluppato ne è capace, oggi. Anche navigando su internet. Per quello serve solamente molto denaro e del tempo. Quanto tempo? Per me, potrebbero arrivarci in cinque o dieci anni. Possono creare la bomba. Certo, non sarà altrettanto sofisticata quanto la nostra o quella degli Stati Uniti, ma quello importa poco. Gli americani ne hanno paura. Per quanto sia impenetrabile la loro difesa antimissile. A Washington sono pienamente coscienti che una carica nucleare può essere istradata anche altrimenti che con un missile balistico. Temono anche una sola esplosione sul loro territorio.

VL: L’Occidente non crede all’Iran. Per contro, la Russia vende a quest’ultimo delle tecnologie nucleari. A che scopo?

Viktor Mikhailov: La Russia non ha mai venduto tecnologie nucleari. Per di più, vi dico che la Russia, dopo l’epoca dell’URSS, vigila con il più grande rigore alla non proliferazione delle tecnologie nucleari. Solo l’Occidente, disponendo di una economia di mercato, può permettersi questa cosa.

Quel che importa, per il mercato, è il profitto. Tutto ciò che gli iraniani possiedono oggi, è stato fornito dall’Occidente. Qualsiasi cosa lei dica, niente di russo si trova nei centri nucleari di laggiù.

Anche il combustibile che noi cederemo per la centrale nucleare, sarà poi rimpatriato e trasformato, e, solamente dopo, rimpiazzato. Non solamente io, ma altri specialisti russi hanno da tempo proposto agli americani di creare un sistema di leasing di combustibile. Il paese paga il combustibile, noi lo consegniamo e lo recuperiamo, una volta bruciato.

Ad oggi la cosa è proposta da George W. Bush come una grande scoperta. Ma non lo è. Questa proposta, io l’avevo fatta più di dieci anni fa. Nel frattempo, gli americani non l’avevano appoggiata.

VL: Come spiega lo scacco dell’iniziativa degli Europei che avevano tentato di convincere l’Iran a non infrangere i sigilli dell’AIEA (Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica) e di non dedicarsi a ricerche sui reattori nucleari? Perché Teheran ignora le proposte della Troika europea (Gran Bretagna, Francia, Germania)?

Viktor Mikhailov : Io penso che gli europei avranno bisogno di tempo affinché l’Iran dia loro fiducia. Sotto la pressione degli americani, essi avevano abbandonato il cantiere di Bouchehr dopo il 1979. Chi può garantire che non ritorneranno di nuovo sulle loro proposte, sotto la pressione di Washington?

Teheran sa bene che la cosa può riprodursi. Anche io non penso che gli iraniani accordino un qualche credito alle discussioni con la Troika europea.

Con la Russia è diverso. Gli Iraniani vedono i nostri rapporti con loro, che noi sosteniamo il loro programma energetico, il loro elettronucleare, noi abbiamo proposto di creare un’impresa mista di arricchimento d’uranio. Sarebbe un profitto per gli uni e per gli altri. Per noi, perché disporremo di un mercato del nucleare civile, e per loro perché potranno iniziare a far funzionare questo genere di imprese. Sarebbe irrazionale costruirne una sola, per un solo reattore. Un’unità di produzione di questo genere non sarebbe redditizia prima di cent’anni….

Noi ne abbiamo discusso con gli iraniani, se intendono costruire una decina di centrali, allora noi rivolgeremo la nostra attenzione al problema dell’arricchimento. Mi avevano domandato di costruire un’industria quale quella che avevamo creato in Cina. Solamente, la Cina è un altro paese. I cinesi possiedono industrie di distribuzione di gas, ed altre imprese, ne hanno bisogno….

VL: Ma perché Teheran si è, infine, rassegnata a costruire una tale impresa con la Russia?

Viktor Mikhailov : Io non penso che l’Iran sia interessato ad investire in una impresa mista. Solamente per calmare le passioni all’interno del Paese, per privare gli americani di un pretesto per ricorrere alla forza contro l’Iran….Lei sa bene che gli Stati Uniti hanno in Irak più di 100.000 soldati, con carri, aerei, che l’Iran è molto vicino e che sono pronti a passare la frontiera….. Io suppongo che gli iraniani si adoperino per dissuadere Washington ad intraprendere tale processo. In estate, gli americani non avvieranno certamente operazioni armate perché le condizioni climatiche sono insopportabili.

VL: Gli americani potrebbero, nel frattempo, portare incursioni con bombe e missili.

Viktor Mikhailov : Ciò sarebbe gravido di conseguenze per loro. Le truppe americane in Irak sono al limite della sopravvivenza. Avrebbero, allora, a che fare anche con l’esercito iraniano. E’ vero che potrebbero domandare ad Israele di portare incursioni. Ma anche questo non porterebbe a nulla. Non sanno esattamente dove si trovano i siti e se questi siano vulnerabili alle incursioni. Non è un caso se gli americani lavorano alla creazione di munizioni nucleari penetranti, che possono raggiungere bersagli situati a centinaia di metri sottoterra. Ma è un problema che non hanno ancora risolto.

VL: Come potrebbe la Russia aiutare la regolamentazione del “problema nucleare iraniano”?

Viktor Mikhailov : Noi possiamo costruire con l’Iran un’impresa mista di arricchimento d’uranio, in grado di servire tutti i paesi che desiderano sviluppare il loro elettronucleare, così come coloro che non si dedicano da sé all’arricchimento di isotopi….C’è qui un’altra questione che mi preoccupa molto. Non ci sarà, forse, alcuna operazione armata, ma sanzioni economiche possono essere applicate contro l’Iran.

VL: Come potrà la Russia essere sicura che, in questa situazione, l’Iran non fabbricherà la sua arma nucleare?

Viktor Mikhailov : La Russia non ha alcun interesse a che l’Iran disponga di un’arma nucleare. Anche noi pensiamo che sia necessario arginare il desiderio di Teheran di accedere a quest’arma. Nel frattempo, qui le cose dipendono soprattutto da Washington. Bisogna che gli americani si rendano conto che è una potenza con un’immensa storia e che non bisogna esercitare pressioni su di lei, minacciarla. Conviene, forse, proporre negoziati… Un processo di largo respiro, certamente, ma che bisogna lanciare. E’ solamente allora che gli Stati Uniti potranno regolare il problema. Un ricorso alla forza non porterebbe a nulla. Al contrario, la situazione degenererebbe e sarebbe peggiore che in Irak ed in Afghanistan.

VL: E se l’Iran non accettasse le proposte russe?

Viktor Mikhailov: Le accetterà, a rischio di portare le cose al limite. Ma anche in questo caso, è probabile che gli americani applichino almeno le loro sanzioni.

Intervista realizzata da Viktor Litovkine per l’Agenzia RIA NOVOSTI il 14 Marzo 2006.

Fonte:www.voltairenet.org
Link:: http://www.voltairenet.org/article137072.html

Traduzione di GIORGIA per www.comedonchisciotte.org

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