L'IPOCRISIA DI COMEDONCHISCIOTTE

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DI DOMENICO DE SIMONE
domenicods.wordpress.com

Come Don Chisciotte è un sito di informazione alternativa o contro-informazione se preferite, che offre un panorama abbastanza ampio delle voci fuori dal coro. Nell’epigrafe del sito è riportata questa splendida frase di Evelyn Beatrice Hall, l’autrice di The Friends Of Voltaire, e che riassume lo spirito dell’illuminista francese: “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo“.

Insomma, direte, finalmente un sito dove si possono leggere posizioni diverse dal pensiero main stream, dove non si nascondono le verità scomode, dove la critica, anche dura e franca, la fa da padrona con l’obiettivo di far sì che chiunque possa farsi una sua opinione.

Senonché anche l’anti mainstream, a sua volta, ha un suo proprio main stream. Si può dire tutto, purché sia in linea con il pensiero alternativo dominante. Sembra una contraddizione in termini, ma siamo in Italia e viviamo di contraddizioni. Non diversamente dai burocrati ottusi di wikipedia, anche Come Don Chisciotte ha i suoi censori, ed eccoci al punto.

Da qualche tempo a questa parte, il sito ospita gli articoli di Paolo Barnard, che da quando ha scritto il suo pamphlet sull’economia, Il Più Grande Crimine, è assurto agli onori di leader degli oppositori di questo sistema economico. Tra questi articoli, spicca oggi (ma anche la settimana scorsa) un attacco a Giulietto Chiesa ed alla critica di questi al sistema economico. Non entro nel merito di questo articolo, che comunque potete andare a leggere qui, se non per notare che l’attacco a Chiesa è portato sulla genesi dell’esplosione del debito che Chiesa, seguendo in questo Lyndon La Rouche, attribuisce alla abrogazione della legge Glass-Steagall del 1933, operata da Clinton nel 1999 che consentiva alle banche americane di gettarsi in ogni genere di speculazioni, mentre per Barnard la legge fondamentale era quella che nel 1993 obbligava gli USA al pareggio di bilancio, cosa che aveva favorito l’esplosione del debito privato. Non entro nel merito per due buone ragioni: la prima è che Chiesa è adulto, vaccinato ed abbastanza dentuto da difendersi da sé e non ha bisogno di difensori. La seconda è che la questione non è molto rilevante, poiché alla fine il risultato è sempre lo stesso, un’esplosione del debito che dipende dalla natura stessa dei meccanismi di creazione del denaro e dalla logica intrinseca del capitalismo finanziario. E per questo verso, Chiesa è molto più chiaro di Barnard nell’indicare il problema. Nonostante sia giornalista anche lui (ahhhh mi divertono queste schermaglie corporative tra avvocati, giornalisti, farmacisti eccetera), almeno è un intellettuale dotato di una solida cultura anticapitalista formata nella scuola del PCI, che sarà certamente criticabile ma era una cosa seria. Barnard invita Giulietto Chiesa a studiare invece di andare a “fare i presenzialisti che sbucano come il prezzemolo su ogni media esistente a pontificare su costrutti sgangherati“. Siamo quasi all’insulto, ma ripeto non sono io il difensore di Chiesa che ha abbastanza strumenti per difendersi da sé. Tuttavia, ricordo a me stesso e a chi legge, che se si tratta di studiare, sarà il caso di andarsi a rileggere la normativa sullo IAS 39 che ha regolamentato i derivati e, modificando i principi contabili, ha consentito alle banche di considerare i titoli in attivo al valore storico piuttosto che al fair value (mark to market) proprio per nascondere le perdite derivanti dall’esplosione della bolla su mutui.

Ma a parte il fatto che se si dice a qualcuno di studiare, ed è assolutamente giusto vista la complessità della materia e le enormi pressioni che comporta il trattarla, bisogna essere i primi a farlo, magari con un atteggiamento un po’ più umile e disponibile al dialogo, e non salire in cattedra a fare i professorini di cui non abbiamo alcun bisogno, e ricordato a tutti che abbiamo molto da imparare da una persona come Giulietto Chiesa che farà anche i suoi errori, ma è intellettuale certamente di statura, torniamo a Come Don Chisciotte, che sembra diventato la voce di Barnard, visto che quotidianamente ne sforna un articolo. Ora, qualche tempo fa, ho avuto la ventura di scrivere un articolo critico sul suo pamphlet, spinto da numerosi amici che volevano sentire il mio parere in proposito, Uno di questi amici ha anche tentato di far pubblicare l’articolo su Come Don Chisciotte, ma ne ha ricevuto un netto rifiuto. L’amico in questione era partito con grande sicurezza di fronte alle mie perplessità, dicendomi ci penso io a farlo pubblicare, ci mancherebbe altro. Ne è rimasto profondamente deluso. Io un po’ meno, all’ipocrisia dei nostri sedicenti democratici tutori della libertà di pensiero ci ho fatto ormai il callo. Ma come, direte, non era il sito dove si può dire e criticare chiunque senza essere censurati? Pare di no, quella è solo un’intestazione che prova come l’esercizio dell’ipocrisia sia pratica corrente nel nostro paese. Si sventolano le bandiere della libertà sul torrione più alto, e nelle segrete del castello si pratica la censura. Barnard può attaccare fino all’insulto Chiesa sul sito, ma nessuno può criticare Barnard.

Complimenti, i miei più vivi complimenti.

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Fonte: L’ipocrisia di Don Chisciotte

28.11.2011

Nota della redazione di comedonchiosciotte

Teniamo solo a precisare che l’articolo a cui fa riferimento De Simone (“Un grande crimine e una enorme confusione”) ci è stato segnalato da un utente via mail. A questa mail la redazione non ha risposto, come succede per decine di articoli che ci vengono proposti.

Non riusciamo quindi a capire come si possa affermare che da parte nostra l’utente in questione “ha ricevuto un netto rifiuto”.

Il motivo per cui non è stato subito pubblicato sta nel fatto che abbiamo pensato che fosse eccessivamente critico nei toni e che non apportasse chiarimenti significativi per una materia complessa come quella trattata: per questo è stato deciso di non pubblicarlo in homepage, ma eventualmente di riprenderlo più avanti in “spazio utenti” (adesso on line qui ) .

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