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La Redazione

 

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L’INTERVISTA MAI FATTA A BEPPE GRILLO

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A cura di Davide
Il 11 Gennaio 2008
38 Views

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DI ALESSANDRO GILIOLI
L’Espresso

Una storia un po’ lunga, ma se avete voglia di leggerla fino in fondo vi dirà parecchio su Beppe Grillo.

Il giorno 2 gennaio, come molti, ho letto e visto in Internet il “discorso di Capodanno” di Grillo. Nel quale, come si ricorderà, è stato lanciato il V-day contro i giornali per il 25 aprile prossimo venturo.

Tra le altre cose, nel suo discorso Grillo prevedeva con certezza che tutti media “mainstream” avrebbero volutamente ignorato il suo V-day sui giornali, visto che la cosa riguardava direttamente gli interessi delle testate e dei loro proprietari.

Il fenomeno Grillo mi interessa, da tempo vado scrivendo diverse cose sulle storture del sistema editoriale in Italia (a partire dall’Ordine e dalla legge sulle provvidenze) e credo anche che i giornali debbano interessarsi delle fasce della società che Grillo più o meno rappresenta.

Quindi il giorno stesso telefono a Grillo sul suo cellulare per proporgli un’intervista sul tema del V-day contro la stampa, la “vera casta” come dice lui.

Grillo mi risponde quasi subito, con gentilezza, ma nicchia un po’ sull’intervista: «Io sono un monologhista», mi dice testualmente. «Invece dell’intervista le scrivo un pezzo io e voi lo pubblicate su L’espresso».

Io gli rispondo che un pezzo no, non ci interessa, che per quelli c’è già il suo seguitissimo blog e noi invece vorremmo un confronto, anche aspro magari, sul tema che ha lanciato, il V-Day contro i giornali.

Gli prometto che però, ovviamente, tutte le sue risposte saranno riportate senza variazioni e senza alcuna censura, che ha la più assoluta libertà di dire quello che gli pare, che sono dispostissimo a mandargli i suoi virgolettati per approvazione a intervista scritta.

«Mah», dice lui, «non so, io non do il mio meglio in queste cose».

Insisto, gli faccio presente che un confronto civile è il modo migliore per far crescere e circolare le idee, gli propongo di andarlo a trovare dove si trova e alla fine sembro parzialmente convincerlo: «D’accordo, facciamolo», dice, «ma non di persona. Mi mandi le sue domande via mail e io le rispondo subito dopo le feste».

Il giorno dopo mi metto al mio pc e una dopo l’altra snocciolo le domande.

Sono tutte molto semplici, anche se non a zerbino.

Gli chiedo ad esempio se non ritiene che i giornali e la Rete possano convivere, visto che la tivù non ha ucciso la radio.

Se non crede che grazie alla loro buona salute economica molti giornali possano fare anche ottime inchieste, e gliene elenco alcune di questo e di altri giornali. Gli faccio l’esempio di Mastella, su cui diversi giornali hanno fatto inchieste ampiamente riprese dallo stesso Grillo nel suo blog.

Gli chiedo dunque se non pensa che sia sbagliato mettere sullo stesso piano i quotidiani di partito inesistenti che prendono soldi direttamente dallo Stato e i giornali veri – magari perfino utili al dibattito sociale e al controllo sulla politica – che hanno solo detrazioni postali e contributi per la carta.

Gli chiedo se è consapevole che con l’abolizione totale e indistinta delle provvidenze probabilmente morirebbero voci come il Manifesto o come l’Internazionale, su cui lui stesso scrive una pagina ogni settimana, e gli chiedo se questo secondo lui sarebbe un passo in avanti per la nostra società.

Gli chiedo perché nel discorso di Capodanno ha esaltato come “ultimi giornalisti liberi” Biagi e Montanelli contrapponendoli a tutti gli altri, visto che anche Biagi e Montanelli scrivevano sui grandi giornali secondo lui servi e di “casta”.

Gli chiedo se in questo suo condannare senza eccezioni i giornali e i giornalisti ce n’è qualcuno che salverebbe, che secondo lui non fa parte della casta.

Gli chiedo se considera parte della casta anche quelle migliaia di giornalisti sottopagati e precari che ormai lavorano in gran parte delle redazioni.

Gli chiedo come può dire che tutti i giornalisti sono casta, visto che la grandissima parte di loro ha come unico privilegio il biglietto gratis ai musei, e per il resto si paga come tutti gli altri comuni mortali la casa, il cinema, il treno, l’autobus, il biglietto allo stadio e così via.

Già che ci sono, gli chiedo perché non risponde mai agli altri blog, visto che predica i blog come mezzo di comunicazione dell’avvenire.

Gli mando il tutto con una bella mail.

Passa la Befana, passano altri due giorni ma da Grillo nessuna risposta.

Gli mando un sms per ricordargli il nostro accordo, lui non risponde.

Gli mando un’altra mail copiaincollando la precedente, nel caso la prima si fosse persa.

Niente.

Questa mattina, 9 gennaio, gli telefono:

«Pronto buongiorno sono Gilioli de L’espresso, la disturbo?»
«Certo, lei mi disturba sempre».

«Mi dispiace. Volevo sapere se ha visto le domande che le ho mandato…».
«Certo che le ho viste e non intendo minimamente risponderle».

«Come mai?»
«Perchè sono domande offensive e indegne».

«Mi scusi, ma non mi pare, sono solo domande. Servono a un confronto. Se lei mi dà le sue risposte per iscritto, io le trascrivo tali quali, le dò la mia parola».
«No, non se ne parla neanche, lei non ha capito niente. Buongiorno».

«Buongiorno».

Da questa ridicola esperienza, deduco due o tre cose di cui credo di avere ormai la certezza.

Primo: Grillo ha una paura fottuta del confronto. Sa che il suo linguaggio apocalittico e assertivo non ha niente a che vedere con lo scambio di idee e con il dibattere. E’ chiuso nel suo monologhismo. Sa di non avere argomentazioni razionali forti per difendere le sue affermazioni a tutto tondo, sa che il confronto lo obbligherebbe a qualche sfumatura e sa che probabilmente le sfumature lo annienterebbero, visto che il suo successo è figlio della sua assertività.

Secondo: Grillo ha una strategia di comunicazione basata sul vittimismo da censura. Io gli avevo promesso tre o quattro pagine di intervista su “L’espresso”, lui ha preferito non apparire per poter dire che la grande stampa lo ignora e lo censura. Bene, visto che da qui al 25 aprile andrà strillando al mondo che i giornali non parlano del suo V-Day perché ne hanno paura, si sappia che questo giornale voleva concedergli ampio spazio ma che lui lo avrebbe accettato solo per monologare, per ospitare la sua invettiva, e non per un’intervista. Nemmeno il più tracotante politico della Casta, a fronte di una richiesta di intervista, risponde “O scrivo io da solo e senza domande o niente”.

Terzo: Grillo con ogni probabilità usa così tanto Internet – e detesta così tanto i giornali – proprio perché il blog gli consente questo non-confrontarsi, questo non-dibattere. Perfino Berlusconi – dopo i primi tempi in cui mandava le videocassette registrate ad Arcore – ha imparato a rispondere alle domande dei giornalisti. Grillo no. Grillo si trincera dietro Internet per non ricevere domande, per non confrontarsi. Per esaltare, come direbbe lui, le sue caratteristiche di “monologhista”.

Attenzione, ragazzi, perché se questo è il futuro della politica in Rete fa veramente schifo.

Ps. Il direttore di Internazionale mi corregge precisando che il suo giornale non prende provvigioni. Chiedo scusa per l’inesattezza.

PPs. Nell’impossibilità di rispondere a tutti su questo blog, prego chi volesse esporre argomentazioni o chiedere chiarimenti di contattarmi alla solita mail, [email protected]. Vale anche per gli insulti. Grazie!

Alessandro Giglioli
Fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/
Link: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/01/09/lintervista-mai-fatta-a-beppe-grillo/
9.01.08

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UN GRILLINO EDUCATO E RAGIONEVOLE

Nella cloaca di insulti piovuta oggi, ho trovato questa, che pubblico integralmente.

«Gentilissimo Gilioli,

Innanzi tutto volevo ringraziarLa veramente tanto per l’articolo che ha scritto sul blog de L’Espresso e La ringrazio anche una seconda volta per aver pubblicato il suo indirizzo.
E’ una lettera un pò lunga, spero abbia la pazienza di leggerla tutta, perchè credo di avere dati e opinioni interessanti da comunicarLe, da chi vive questo movimento in primissima persona.

Mi chiamo Leonardo Roli, ho 21 anni, studio Architettura e sono uno degli Assistant Organizers del MeetUp “Amici di Beppe Grillo” di Modena, nonchè membro del 533, il MeetUp principale, che coordina il lavoro di tutti i MeetUp d’Italia. Nel caso non lo sappia i MeetUps sono gruppi di incontro composti da cittadini qualsiasi che si occupano di discutere temi proposti sul blog di Grillo e non; di monitorare la politica e l’amministrazione locale, delle singole città e province e di cambiare attivamente qualcosa. Per farle un esempio concreto, a Modena, assieme ad altre associazioni della città, abbiamo presentato ricorso al TAR contro il raddoppio dell’inceneritore, e abbiamo vinto. E’ dalla cooperazione di tutti i MeetUps italiani che è stato creato il primo V-Day e adesso ci stiamo organizzando per preparare il secondo. Negli ultimi mesi alcuni MeetUp si sono costituiti in associazioni, perchè in questo modo sono maggiormente tutelati dalla legge ed hanno più diritti. L’obbiettivo finale è di presentarsi come lista civica alle elezioni comunali della propria città. I MeetUps dei “grillini” sono presenti in circa 290 città italiane e in quasi 40 città (spesso capitali) sparse per il mondo.

Vista l’opportunità mi piacerebbe provare a chiarire con lei, dato che finalmente c’è qualcuno che si interessa intelligentemente dell’argomento, alcune cose.

Prima fondamentale premessa: Il “popolo dei grillini” non è nè di destra nè di sinistra. Se ci si basa su un mero calcolo statistico risulterà probabilmente una componente maggiore di derivazione sinistriana, ma questo è poco indicativo; chi si avvicina a Grillo si allontana eoni-luce dalla classificazioni e degli pseudo-schieramenti della politica italiana e mondiale.
Seconda fondamentale premessa: Il “popolo dei grillini” non è di centro. Berlusconi è di centro. Prodi è di centro. Ci stanno loro al centro, noi no.

Dove siamo allora? Decida Lei, sopra, sotto, in un’altra dimensione, ma non classificateci secondo gli usuali canoni.
Terza fondamentale premessa: Il “popolo dei grillini” è composto da tutti gli strati sociali, e da persone di cultura medio-elevata. Persone che leggono libri, riviste e giornali. Soprattutto da persone che sanno. Che sanno quello che alcuni cercano di nascondere e che sanno distinguere una notizia falsata o edulcorata. E’ inutile dire “ma non è vero, certi giornali non mentono” o “mentono meno”. Non ci interessa, noi sappiamo e basta, che nessuno cerchi di mentire a noi. Lei adesso si starà chiedendo allora il perchè di tanto turpiloquio nei commenti ai post di Grillo o nelle email che -immagino- Le stiano arrivando. Prima di tutto mi scuso per queste persone.. ma d’altronde di deficienti e di ignoranti (con l’accezione più etimologica dei suddetti termini) ne è piena la destra, come la sinistra, come il centro.. E ci toccano anche a noi.

Il “popolo dei grillini” non è violento e non costituisce alcun tipo di minaccia, siamo più pacifici di Gandhi. Lo scorso otto Settembre in Piazza Maggiore a Bologna c’erano (secondo certe fonti 50.000 persone) 250.000 persone. Su queste 250.000 persone UNA sola ha sventolato UNA bandiera. Gli è stato chiesto di abbassarla e non si è vista più nulla sventolare per aria. Questo aneddoto, a mio avviso, è estremamente significante; che 249.999 persone, di loro spontanea volontà, non portino simboli ad una manifestazione è cosa assai rara. C’era un oceano di persone, e non un oceano di putride ideologie imposte da partiti vecchi di mezzo secolo almeno. La prego di riflettere molto su questa cosa. Come già detto i MeetUps sono assolutamente pacifici e quando muovono un passo lo fanno sicuri di muoverlo in direzione della più totale legalità, nel rispetto dell’altrui e dell’etica. Tuttavia non mi sento di escludere che in un futuro, se le cose non prenderanno una piega diversa, certe frange di certi MeetUps possano degenerare nella violenza. Mi auguro di no, ma questo accomuna ogni movimento politico della storia.

Una cosa importantissima che è necessario comprendere è che il “popolo dei grillini” non dipende dalla figura di Beppe Grillo. Non è il nostro leader. Lo ripeto: non è il nostro leader. Grillo ha la sola funzione di dare voce a noi. Quello che scrive sul suo blog, se non sono commenti a notizie nazionali, viene da quello che noi gli riportiamo. Lui ha il merito di aver risvegliato tante coscienze assopite, di aver portato alla luce cose che altri cercavano di tenere nascoste, e di aver creato la rete dei MeetUp. Lui ci è servito da catalizzatore, e ci serve tuttora per tenerci uniti, ma noi siamo autonomi ed indipendenti. Se domani si scoprisse che in realtà Grillo è un mafioso o che so io, noi prenderemmo immediatamente le distanze, ma continueremmo ad esistere. Certo è che una figura così carismatica come la sua gioca un ruolo non da poco nella motivazione e nella coesione di tutti noi. Oltretutto i “grillini” non sono sempre d’accordo con quello che Grillo scrive o dice. Io stesso gli critico molti aspetti del suo modo di fare e penso che umanamente siauna persona doppia, come del resto ha dimostrato permettendosi di risponderle in quel modo quando gli ha telefonato per la seconda volta. Ecco, noi grillini dissentiamo da questi suoi comportamenti. Certo, è’ ovvio che lui ha degli interessi da difendere. Lei scrive: >. Non credo che sia questo il punto. Grillo di argomentazioni ne ha a bizzeffe. Il punto lo ha centrato qualche riga dopo: >. Condivido in pieno. Lui ha bisogno di erigere un bastione intorno a se per contribuire alla creazione ed al mantenimento del suo personaggio. Ma è una battaglia, e questa è la sua tattica di guerra. In molti sono quelli che tra noi non la condividono, io in primis. Ma se Lei dovesse fare un bilancio: meglio un Italia con Grillo o meglio un Italia dove Craxi è un eroe nazionale, Berlusconi non ha mai avuto rapporti con la mafia e Mangano era solo uno stalliere, la P2 è fantascienza, Ustica è stato solo un incidente casuale, nella Strage di Piazza Fontana lo Stato non c’entra, e chi più ne ha, più ne metta? Questo è un compromesso, e per essere un compromesso credo che ci stia andando molto grassa con Grillo, nonostante i suoi difetti.

Mi permetto di correggerLa su una cosa: Grillo, nè tantomeno noi, detestiamo i giornali a priori. Noi siamo contrari ai giornali come sono oggi. Il giornale è una delle invenzioni più geniali della storia dell’uomo. Il giornale dovrebbe essere lo strumento più nobile della democrazia, quello da cui tutto parte; la libertà di poter essere informati! E’ dalla conoscenza che nasce la libertà! Ma oggi non è così. Non è così in Italia e non è così in nessun paese del Mondo. Come possono Il Foglio o Il Giornale essere considerati i fautori dell’Informazione quando sono in mano ad uno degli uomini più ricchi e potenti del pianeta, un uomo con quasi un centinaio di processi in corso? Come può La Repubblica essere considerato un giornale libero quando più e più pagine sono occupate dalla pubblicità dell’UNIpol? Come può essere libera l’informazione in un paese in cui è stato scritto il Manuale Cencelli?? In un paese che è tra i più grandi sviluppatori della strategia della paura? E non dimentichiamo che noi non stiamo lottando contro i giornali, ma contro l’attuale sistema informativo. Sono più colpevoli le televisioni dei giornali, per una semplice questione di numeri. I telespettatori, purtroppo, sono infinitamente di più dei lettori di giornali e riviste.

C’era un documentario, credo di Deaglio, di cui non ricordo il titolo, in cui un gruppo di giornalisti raccontava alla telecamera che in redazione arrivano puntualmente degli avvisi, nei quali veniva detto di cosa scrivere, come scriverlo, di cosa non è concesso scrivere, e che ordine dare alle notizie. Non negatele queste cose, cominciate a farvi sentire! Avreste il potere di ribaltare questo sistema, fatelo! Iniziate a scrivere la verità. Abbandonate la retorica e la parzialità.

Le do uno spunto: invece di fare un articolo sul reticente Grillo, faccia una di quelle belle inchieste, come solo L’Espresso sa fare, su quelle decine di migliaia di persone che stanno cercando di far rivivere questo paese. I MeetUp sono il movimento, non Grillo. Grillo è solo un personaggio, Grillo è la facciata. Date voce agli italiani, non a un personaggio!

Spero che abbia avuto la pazienza di leggermi fino a qui, La ringrazio ancora
I miei più distinti saluti,

Leonardo Roli

Fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/
Link: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/01/10/un-grillino-educato-e-ragionevole/
10.01.08

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