DI GABRIELE ZAMPARINI
zamparini.wordpress.com
Una “splendida piazza piena di allegria” l’ha chiamata Eugenio Scalfari; “una festa” gli ha fatto eco Giovanni Valentini. Certo fa un certo effetto vedere scendere in piazza il fondatore di Repubblica, il direttore che gli e’ succeduto alla guida del quotidiano-partito, Ezio Mauro, e poi Franceschini, Veltroni, D’Alema, Bersani, Di Pietro, Epifani e la CGIL, l’ARCI, le ACLI, Roberto Saviano e il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, Marco Travaglio e Gianni Minà, Nanni Moretti e Fausto Bertinotti, Stefania Sandrelli e Teresa De Sio, fino all’Ordine fascista dei giornalisti e alla Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), che ha ufficialmente organizzato l’evento. Tutti insieme, con allegria. E poi le bandiere, tante e tanti gli striscioni.
Chissa’ cosa direbbe Gramsci di questa “festa” e del trattamento riservatogli dal giornale da lui fondato, l’Unità; appeso a sei palloncini rossi, etereo, lo si vede svolazzare sopra i tetti di Roma
E’ ancora estate a Roma, il cielo limpido, e con un po’ di musica e tanta retorica è facile ingannare gli italiani onesti e in buona fede; si perché di questo si tratta: un inganno avvolto d’ipocrisia.
Se per i sei soldati ammazzati in Afghanistan si è rinviata la manifestazione che doveva tenersi due settimane fa’, i 24 morti e 37 dispersi (cifre provvisorie) di Messina dovranno accontentarsi del minuto di silenzio che ha preceduto “la festa” e “l’allegria”. Sarebbe stato meglio evitare quel minuto senza senso; ma tant’è, questa è l’Italia, il paese – l’unico al mondo, a nostra conoscenza – dove si saluta il feretro con scroscianti applausi.
L’inganno vero è che la c.d. libertà di stampa possa essere difesa dai molti sepolcri imbiancati presenti oggi alla manifestazione di Roma e dall’ “atteggiamento omertoso della corporazione giornalistica italiana”, come lo chiama il giornalista americano Wolfgang M. Achtner nel suo libro Penne, Antenne e Quarto Potere, pubblicato nel 1996 da Baldini e Castoldi con una prefazione di Giorgio Bocca.
Quanta ironia, già nel titolo, “No all’informazione al guinzaglio”; sono gli stessi che hanno sempre scodinzolato e fatto a gara per il guinzaglio d’oro piú costoso. “E’ una vecchia storia, questa!”, fa notare Marco Pannella, che di lotte per un’informazione libera ha qualche esperienza. “Si replica di nuovo oggi. Quelli che parlano di bavaglio alla liberta’ di stampa oggi, sono gli stessi contro i quali per decenni, in questi 40 anni, mi sono battuto e ho dovuto lottare perche’ togliessero il bavaglio alla liberta’ di stampa!”
Lo scriveva già Orwell nel 1945, “sono i liberali che temono la libertà e gli intellettuali che vogliono infangare l’intelletto”.
P.S. Abbiamo appena letto Beppe Grillo che, intervistato dal nuovo quotidiano il Fatto, spiega cosí la sua assenza alla manifestazione di Roma:
Ma no, mi vien da ridere. Su questo ha ragione lo Psiconano. Noi ci abbiamo fatto tre referendum, sulla libertà d’informazione, per bloccare la legge della fattucchiera Gasparri che ha consegnato tre tv a Berlusconi. Loro invece ci fanno una manifestazione che è finta, solo perché il Nano non risponde a dieci domande sulla fica. Ma stiamo scherzando? I giornalisti che manifestano per la libertà di stampa mi fanno pensare a una puttana che cerca di tornare vergine.
Gabriele Zamparini
Fonte: http://zamparini.wordpress.com/
Link: http://zamparini.wordpress.com/2009/10/03/linganno-lipocrisia-e-i-guinzagli-doro/
3.10.2009
Sullo stesso tema:
Orwell, la libertà di stampa e il paese dei gattopardi
3 ottobre 2009: l’Italia scopre la libertà di stampa e nasce la Terza Repubblica