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La Redazione

 

“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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L'INFORMAZIONE AL TEMPO DEL COLERA

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A cura di Truman
Il 1 Dicembre 2006
176 Views
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blankDI TRUMAN BURBANK
ComeDonChisciotte

L’informazione oggi in Italia è gravemente malata, forse in modo mortale.

Tracce di analisi e possibili vie di fuga.

Nel seguito il testo dell’intervento di ComeDonChisciotte al convegno “La Palestina dei media, i media della Palestina” organizzato da InfoPal e tenutosi a Roma il 30 novembre 2006.

Simulacri

Accendiamo la TV e vorremmo vedere almeno qualche brandello di verità, mentre ci propinano tette, culi e facce di cera, i quali parlano insistentemente di un mondo spensierato di cui non abbiamo evidenza.
Solo di rado si percepisce in modo sfuocato qualche simulacro di realtà sopravvissuto al tritacarne televisivo.

Gli invisibili

Quelli che restano fuori sono gli invisibili. I poveri, i vecchi, gli sfortunati, gli sfruttati, i precari, i disoccupati, i pensionati, i lavoratori in nero, i disperati, i veri eroi: quelli che mandano avanti una famiglia con mille euro al mese. Gli invisibili sono ogni giorno di più. (I palestinesi sono ancor meno degli invisibili, sono invisibili di un altro pianeta).

Derisi ed umiliati

Di continuo siamo derisi ed umiliati nel nostro tentativo di ricerca della verità. Lo strapotere della TV non dà visibilità ai problemi di intere popolazioni e racconta un mondo luccicante fatto di divi di cartapesta.
Vorremmo strillare e non abbiamo voce. Ma noi sappiamo resistere (Sun Tsu insegna) ed abbiamo già raggiunto significativi risultati.

L’industria culturale

Nell’industria culturale l’informazione è merce. Ben descritta da molti studiosi (come Baudrillard). La merce siamo noi, il target o l’audience che viene venduto a chi ha bisogno di inviare un messaggio. Che poi nella genialità del sistema noi, la merce, veniamo convinti a pagare per fare da merce, è il clou.
Noam Chomsky fornisce dettagli sui media come modello di propaganda.
Ma il meglio resta Debord. La realtà non esiste più, esiste solo la sua rappresentazione.

La biblioteca di Babele (Borges)

La biblioteca di Babele è un universo chiuso. Come una Biblioteca di Babele l’informazione dei mass media continua a parlarsi addosso, in una infinita sequenza circolare di autocitazioni ed autoreferenze, creando un’unica narrazione del mondo. L’Italia eccelle in questo citarsi addosso.

La falsità della narrazione

Una singola narrazione è sempre falsa, perché vuole risolvere l’ambiguità del reale ed assegna agli eventi un prima ed un dopo che tendono ad apparire come causa ed effetto. Essa assegna una logica anche quando la realtà è illogica. La narrazione sembra dare certezze quando invece sta falsificando il reale, sostituendogli un suo modello.

La narrazione come verità

(Non è un errore). La narrazione è tenuta a mantenere un suo principio di economia nelle storie, in cui gli orpelli inutili non possono superare valori piccoli. (Il rasoio di Occam). In particolare la narrazione letteraria deve mantenere significativi elementi di verità per mantenere coerenza. Ecco perché la letteratura è oggi spesso più realistica della saggistica. (“Io so perchè sono un letterato” diceva Pasolini)

Slow food

Lo slow food della mente si trova in libreria. Di gran lunga più importante dello slow food alimentare, perché fornisce tempi e modi per assimilare le idee, risincronizzando la velocità del medium alle proprie necessità e consentendo di approfondire gli avvenimenti e comprenderli nella loro interezza.

L’irrefrenabile politeismo del reale (Franco Cassano)

Internet, in quello che sembra caos, rende invece conto del politeismo del reale, il quale si contrappone al fondamentalismo del potere. Nella confusione che a molti mette paura, si aprono vie di fuga.
(Il Mediterraneo)

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No, non è la blogosfera (Geert Lovink)

In Italia gli old media sono particolarmente imbolsiti, ciò fa apparire il web come rivoluzionario. Lovink ci avverte che in Olanda non è così, vecchio e nuovo coesistono sia negli old media che nei new media.
Non è la blogosfera che ci salverà, quel vacuo chiacchiericcio su temi imposti dagli old media, ma un network di competenze organizzate in modo flessibile può portare forti elementi innovativi nell’informazione. (Bisogna riformare l’agenda setting cioé l’elenco dei temi di cui si discute).

TAZ (temporary autonomous zones) (Hakim Bey)

L’anarchia come un qualcosa di compiuto e definitivo forse è irrealizzabile ed anche inutile. Ma l’anarchia in uno spaziotempo limitato è esistita più volte. Nelle zone temporaneamente anarchiche si può avere quel brainstorming creativo che aiuta a riprendere contatto con la realtà. Comedonchisciotte spesso è una TAZ.

La creatività del caglio

Le fasi di anarchia devono ogni tanto alternarsi a fasi di raccolta. Servono dei catalizzatori per coagulare idee intorno a dei nuclei tematici e poi espanderle. (Potrebbero essere siti web, mailing list, forum)

L’aspetto tattico

Bisogna mettere assieme i nuovi media e quelli vecchi. Internet va bene per analizzare, confrontarsi e creare un consenso che si allarga progressivamente. Ma solo gli old media riescono oggi a far ridiventare visibile ciò che era sparito.

L’aspetto strategico

Solo con la memoria collettiva e con il collegamento tra concetti si riesce a creare una visione integrata del mondo che aiuti a conoscerlo nella sua essenza e dia le basi per cambiarlo dove serve. (Serve un’ontologia). Qui arriva il potere rivoluzionario delle enciclopedie. Comedonchisciotte si appoggia a wikipedia, Luogo comune faceva riferimento a Riflessioni.it (filosofia), ma l’importante è lavorare nel profondo.

Riserve indiane

Hanno chiuso i palestinesi nelle riserve indiane. Chiusi nelle loro riserve gli indiani vengono lentamente uccisi con la fame e con le malattie prima che con le armi. Bisogna rifiutare le coperte infette dal vaiolo dell’occidente.

Come un hizbollah

Bisogna fare in modo che quelli che insistono a raccontare il mondo secondo la fiction ordita dal potere si scontrino ripetutamente con la realtà. Alla fine i narratori di storie dovranno accettare elementi di verità. La realtà non può essere ignorata in eterno. Più a lungo dura l’amnesia e più dura sarà la rivolta del reale contro la fiction.

Truman Burbank
http://www.comedonchisciotte.org

NOTE:

·Il titolo è chiaramente un omaggio a Garcia Marquez
·Il richiamo a L’arte della guerra di Sun Tsu riguarda la frase “Chi si trova in vantaggio di forze deve attaccare, chi è in inferiorità deve resistere”.
·La biblioteca di Babele di Borges è un racconto incluso nell’antologia Finzioni.
·L’apparente contrasto tra La falsità della narrazione e La narrazione come verità è evidentemente un omaggio a Hegel, così come divulgato da Marx.
·La citazione di Cassano proviene dalla prefazione ad un’antologia di scrittori mediterranei, in uscita per Feltrinelli.

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