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La Redazione

 

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L’INFERNO SECONDO LA NATO

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A cura di Davide
Il 10 Novembre 2006
73 Views

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«Civilizzazione»? Avete parlato di «civilizzazione»?

DI WILLIAM BOWLES

Civilizzato (aggettivo) : colto, istruito, raffinato, illuminato, forbito, elegante, sofisticato, cortese.
Civilizzare (verbo): illuminare, istruire, coltivare, migliorare, far progredire, sviluppare, raffinare.

Povero vecchio Dante Alighieri ! Se oggigiorno fosse ancora dei nostri, io sono sicuro che troverebbe difficile trovare le parole per descrivere i mali diffusi dalle sedicenti nazioni civili nei confronti dei senza-difesa del pianeta, supponendo poi che lui fosse completamente al corrente di quello che sta avvenendo.

Mi rendo conto che non dovrei essere stupito, ma nondimeno lo sono. Stupito, in primo luogo, di vivere all’interno di una cultura barbara che è stata capace di farsi passare per civilizzata, e secondariamente, che questa cultura abbia potuto persuadere il mondo di essere in possesso di credenziali di civilizzazione di prima categoria. E in terzo luogo, che sia stata capace di conservare questa illusione almeno per cinquecento anni.

La maggior parte di noi associa l’idea di civilizzazione alla conoscenza e al rispetto per la cultura, tuttavia la radice della parola è quella di cittadino. « I missili hanno colpito dei serbatoi di stoccaggio del complesso petrolchimico [a Panchevo, a nord-est di Belgrado], provocando la diffusione nell’atmosfera di più di 900 tonnellate di cloruro di vinile monomero (VCM), altamente cancerogeno. Al levar del sole, le nubi di VCM incombevano sopra tutta la città, facendo registrare un limite di tossicità quasi 10.600 volte più alto di quello consentito per la sicurezza dell’uomo, e le nubi che si levavano dall’insediamento industriale erano così dense che i residenti non potevano vedere il sole. Il VCM è già di per sé pericoloso, ma, quando brucia, libera come sottoprodotto il fosgene, una sostanza gassosa talmente nociva da essere stata utilizzata come gas tossico durante la Prima Guerra Mondiale.

Sotto l’azione devastante del fuoco, si liberava anche cloro, un’altra sostanza utilizzata come gas tossico durante la Prima Guerra Mondiale, assieme ad una grande quantità di altri prodotti chimici nocivi, come nafta, dicloroetilene ed acidocloridrico.

Più di 2.000 tonnellate di dicloroetano PVC fortemente tossico hanno dilavato il terreno, provocando la necessità di proibire per lungo tempo di mangiare radici alimentari coltivate nei dintorni della città. Una pioggia di veleni ha inzaccherato la regione, e centinaia di tonnellate di petrolio e di prodotti chimici hanno imbevuto il suolo e si sono sversate nel Danubio.

Dopo che un missile aveva mancato di poco di squarciare un serbatoio di ammoniaca liquida, le maestranze sono state prese dal panico di fronte alle spaventose conseguenze che si avrebbero avute con l’esplosione del serbatoio, e hanno dovuto scaricare l’ammoniaca liquida nel Danubio.» (1)

Come se l’utilizzo di potenti esplosivi nel corso di bombardamenti “ordinari”, che non fanno “altro” che fare a pezzi uomini, donne e bambini, non fosse decisamente cosa malvagia, quella che io definisco una “guerra ecocida” non risulta immediatamente evidente nei suoi effetti devastanti, non solamente sulle popolazioni ma anche sulle loro generazioni future, sull’intero ecosistema, effetti che si protrarranno nel tempo, di cui noi abbiamo solo una comprensione delle più vaghe, eccetto che non possono essere altro che disastrosi per i nostri discendenti.

La gamma di armi…“ecologiche” impiegate dalle sedicenti nazioni civilizzate è di per sé devastatrice, ma, come i loro stessi bersagli, esse stesse contengono spesso sostanze tossiche e cancerogene, e quindi gli effetti di queste armi vengono moltiplicati dai prodotti chimici che si riversano nell’ambiente.
Risulta inconcepibile che i pianificatori delle guerre non si rendano conto delle conseguenze che si hanno nel prendere come bersagli moderni stabilimenti industriali, il cui contenuto, una volta liberato, rende di fatto inabitabile l’ambiente, forse per generazioni.

Quando, nei paesi occidentali, capitano incidenti nelle fabbriche con produzioni consimili, viene provocato un finimondo dell’inferno, vengono messi in attuazione piani di urgenza, comunità intere vengono evacuate ; vengono determinate zone di non accesso, la bonifica esige l’intervento di squadre che utilizzano gli ultimi ritrovati della tecnica per ridurre al minimo i danni ambientali.

Niente di tutto questo avviene per i disgraziati abitanti della Jugoslavia, dell’Iraq o del Libano, dove prendere come bersaglio industrie elettriche e chimiche e i siti di stoccaggio fa parte integrante di una deliberata politica di terrore, in quanto non è destinata solo alle persone che vivono e lavorano in questi luoghi, ma mette in pericolo anche l’intera popolazione attraverso la distruzione degli impianti di trattamento e di distribuzione dell’acqua e la perdita di energia elettrica per gli ospedali. In effetti, è l’intero tessuto della società moderna a subire la paralisi.

Altrettanto devastante è il silenzio pressoché totale dei media occidentali, che, costantemente e volutamente, non forniscono informazioni al pubblico sull’argomento degli orribili effetti di queste armi da incubo su letteralmente milioni di persone.

«Appiccare il fuoco e dimenticarsene» assume un significato del tutto nuovo!

L’impiego di queste armi su obiettivi industriali costituisce un crimine di guerra di tali dimensioni assolutamente devastatrici che è immaginabile che i cittadini delle nostre nazioni, se fossero veramente resi consapevoli dell’entità e dell’impatto di queste armi di distruzione di massa, reagirebbero con orrore e ripugnanza al fatto che tali devastazioni siano commesse non solamente in loro nome, ma da comunità sociali che pretendono di essere civilizzate.

Non sorprende assolutamente che i principali mezzi di informazione ci abbiano nascosta la realtà.

« Il tempo di dimezzamento dell’Uranio Depleto (DU) è di 4,5 miliardi di anni, di conseguenza viene assicurata così la contaminazione perpetua delle zone colpite. Per comprendere esattamente cosa significa questo in termini temporali, considerate che l’età del sistema solare è leggermente più lunga.

Inoltre, le armi al DU presentano un vantaggio supplementare, quello di essere un mezzo efficace per potersi sbarazzare di scorie nucleari. Prima della guerra della NATO contro la Jugoslavia, gli USA avevano stoccato più di 450.000 tonnellate (un miliardo di libbre anglo-sassoni) di scorie derivate dalla produzione di armi nucleari, ed il Pentagono ha fornito gratuitamente questo materiale ai fabbricanti di armamenti.

Una sola microparticella di DU che va ad insediarsi nei polmoni equivale ad essere radiografati ai polmoni una volta ogni ora, per tutta la vita.» (2)

I media occidentali, utilizzando le false dichiarazioni della NATO secondo cui il DU non è una fonte di radioattività, non procura un aumento delle radiazioni, dichiarazioni che si basano sull’utilizzo dei contatori Geiger che di fatto non misurano le radiazioni α emesse dal DU, hanno contribuito nel respingere le accuse di pericolosità nei confronti del DU.

Ha suscitato grande scalpore l’utilizzo delle bombe a frammentazione, ma una variante ben più letale è costituita dalle bombe a grafite, impiegate contro le stazioni di trasformatori elettrici, quindi costruite per distruggere i rifornimenti elettrici di una nazione.

« Si tratta di piccoli recipienti riempiti di minuti rotoli, avvolti con fili di silicio. I filamenti di silicio sono ricoperti di alluminio, per diventare conduttori elettrici: quando questa bomba a frammentazione esplode sopra una centrale di trasformatori, una specie di ragnatela piomba sulla struttura. Si tratta come di una sorta di acqua solida. L’effetto è il medesimo, come se voi gettaste delle enormi quantità d’acqua sopra queste centrali di distribuzione. Si originerebbero corto-circuiti, ecc., e queste strutture verrebbero completamente messe fuori servizio. Ma la maggior parte di questi materiali si riversano a formare una nebbia di minuscole particelle di silicio. Come voi sapete, il vetro è fatto di sostanza silicea. Anche la lana di vetro è di natura silicea. Da vent’anni è stato proibito l’uso della lana di vetro, dato che è altamente cancerogena. Pensiamo agli esseri umani viventi in quei settori dove queste bombe sono state lanciate. In questi posti ha gravato per delle ore quella nube spessa e le persone hanno dovuto inalare le particelle di silicio. » (3)

Ma quanto sono ingegnosi gli umani quando si tratta di concepire metodi di sterminio! Che milioni di persone altamente specializzate siano impiegate ad inventare questi mezzi terrificanti di morte, dovrebbe indurci ad una aperta rivolta contro i nostri governi, quando stanno commettendo tali azioni di pura malvagità contro i nostri fratelli uomini, e tutto questo per il conseguimento del profitto privato.
Tale è il grado di alienazione, provocato non solamente dal fatto che gli scienziati e gli ingegneri nei loro laboratori isolati sono totalmente distaccati dagli effetti della loro ingegnosità, ma perché noi tutti conviviamo con una cultura che ha fatto della disinformazione, da generazioni, la sua caratteristica e che ha acquisito l’idea che noi occupiamo qualche nicchia più alta nell’albero dell’evoluzione, tanto è perniciosa la nostra concezione di « civilizzazione ».

Per quanto tempo ancora potremo continuare a sottrarci alle nostre complicità tacite in questi delitti di massa, in virtù dell’idea che noi abbiamo una sorta di autorizzazione « dall’alto », da parte di un Dio che può parlare di pietà e di compassione, e nel contempo trovare delle giustificazioni per l’uso del terrore come mezzo di propagazione della « civilizzazione », dello stile occidentale?

In ultima analisi, le ragioni vere, occultate agli occhi del pubblico, sono puramente economiche.
La Jugoslavia, l’ultimo bastione della proprietà sociale nell’Europa dell’Est, doveva vedere la sua economia interna ridotta in rovina.

Quindi, sotto l’apparenza di obiettivi “militari” da distruggere, ogni fabbrica e capannone e magazzino di una qualche importanza, tutte le infrastrutture, elettriche, per l’acqua, di trattamento delle acque da depurare, di comunicazione e trasporti, sono state bombardate, spesso a più riprese, senza alcuna preoccupazione per le conseguenze. E non ci si sta sbagliando! I piani della NATO mettevano in evidenza che l’economia della Jugoslavia doveva venire svenduta al capitalismo occidentale.

« Il Patto di Stabilità sponsorizzato dall’Occidente per l’Europa del sud-est ha preteso l’estensione delle privatizzazioni e degli investimenti occidentali. Il Nuovo Forum per la Serbia, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Britannico ha condotto i professionisti e i docenti universitari Serbi regolarmente in Ungheria per delle discussioni con gli “esperti” Britannici e dell’Europa Centrale…Il Forum ha preconizzato il “reintegro della Jugoslavia nella famiglia Europea”, un eufemismo per designare lo smantellamento dell’economia orientale socialista e la messa in opera di una campagna di privatizzazioni in favore del profitto delle imprese occidentali.» (4)

In realtà, la parola « civilizzazione » è di fatto un termine del codice del capitalismo, dello stile occidentale, che giustifica lo sterminio di massa e il terrorismo contro tutti quei paesi che resistono alle sue pretese.

William Bowles
Fonte: http://www.williambowles.info/
Link: http://www.williambowles.info/ini/2006/0906/ini-0453.html
29 ottobre 2006

Scelto e tradotto dal francese DA CURZIO BETTIO di Soccorso Popolare di Padova)

NOTE:

1. George Monbiot, « Consigning Their Future to Death » (Affidano il loro futuro alla morte), The Guardian (Londra), 22 aprile 1999.

Tom Walker, « Poison Cloud Engulfs Belgrade » (Una nube tossica ha inghiottito Belgrado), The Times (Londra), 19 aprile 1999.

Mark Fineman, « Yugoslav City Battling Toxic Enemies » (La città Jugoslava si batte contro nemici tossici), Los Angeles Times, 6 luglio1999.

2. Scott Peterson, « Depleted Uranium Bullets Leave Trail in Serbia » (Proiettili ad Uranio Depleto lasciano il segno in Serbia), Nando Medias, 5 ottobre 1999.

« Use of Depleted Uranium (DU) Weapons by NATO Forces in Yugoslavia » (Uso in Jugoslavia di armi ad Uranio Depleto da parte delle forze della NATO), Coghill Research Laboratories (UK), aprile 1999.

3. Intervista di Dushan Vasiljevich per delega, Belgrado, 7 agosto1999.

4. « Britain Trains New Elite for Post-Milosevic Era » (La Gran Bretagna forma la nuova élite per l’era post-Milosevic), The Independent (Londra), 3 maggio 2000.

Tutte le citazioni e i riferimenti sono tratti da “Stranges Liberators — Militarism, Mayhem and the Pursuit of Profit” (Liberatori stranieri — Militarismo, disordine caotico e ricerca del profitto) di Gregory Elich. Llumina Press, 2006.

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