L’India ha vietato tutte le esportazioni di grano con effetto immediato, ha annunciato ieri, venerdì 13 maggio, il Ministero del Commercio e dell’Industria del Paese.
Il Ministero ha dichiarato che la drastica mossa si è resa necessaria a causa di “un’improvvisa impennata dei prezzi globali del grano dovuta a numerosi fattori, a causa dei quali la sicurezza alimentare dell’India, dei Paesi limitrofi e di altri Paesi vulnerabili è a rischio”.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha messo il mondo sull’orlo di una grave crisi alimentare, dal momento che i due Paesi sono i principali fornitori del mercato internazionale e rappresentano circa il 30% delle esportazioni globali di grano.
I prezzi dei prodotti alimentari in tutto il mondo sono aumentati di un terzo e le Nazioni Unite hanno avvertito che circa 44 milioni di persone stanno rischiando di morire di fame.
Si sperava che l’India, che è il secondo produttore mondiale di grano, potesse contribuire a compensare la carenza globale, dato che il Paese ha previsto un raccolto record di 111,3 milioni di tonnellate (mt) nel 2021-22, di cui tra i 10 e i 15 mt destinati all’esportazione. Ad aprile, il Paese ha annunciato che i suoi granai erano pieni e che era pronto a “sfamare il mondo”.
Tuttavia, un’improvvisa ondata di caldo in primavera ha messo in pausa questi piani, con le alte temperature che hanno causato una maturazione prematura e l’appassimento dei grani in molte parti del Paese. Secondo quanto riferito, gli agricoltori indiani hanno raccolto dal 15% al 20% di grano in meno rispetto all’anno scorso.
Secondo i media locali, il governo indiano ha rivisto le stime per la produzione di grano a 95 milioni di tonnellate, il livello più basso dal 2015-16.
Nonostante il divieto, d’ora in poi saranno consentiti due tipi di spedizioni. Il primo è “sulla base del permesso concesso dal governo indiano ad altri paesi per soddisfare le loro esigenze di sicurezza alimentare e sulla base della richiesta dei loro governi”. Il secondo riguarda le esportazioni in regime transitorio, in cui le lettere di credito irrevocabili sono state emesse prima del 13 maggio, ha dichiarato il Ministero.
Massimo A. Cascone, 14.05.2022