Entra Bono, palco a destra
DI DERRICK O’ KEEFE
Come molti, ormai mi sono abituato ad essere deluso dagli eroi della mia infanzia. Già da tempo ho accettato che la leggenda dell’hockey Wayne Gretzky, a cui ho dedicato molte ore della mia prima adolescenza a memorizzare statistiche – provate a chiedermi quanti assist fece nel 1985 – sia diventato il “pierre” prototipo di una multinazionale. Così, quando il “Numero Uno” descrisse George W. Bush come un “meraviglioso leader” e un “grande uomo” rimasi letteralmente sconcertato, essendo abituato ad aspettarmi dichiarazioni insulse e cliché, se non spesso reazionarie, dal canadese più intervistato al mondo.
Ma la fine dell’innocenza rispetto alla mia rock band preferita della mia infanzia, l’onnipresente gruppo rock irlandese U2, è stata un processo molto più lento e doloroso, che è difatti culminato la scorsa settimana – il giorno di San Patrizio. Il 17 marzo, il presidente entrante della Banca Mondiale Paul Wolfowitz e Bono ebbero delle conversazioni telefoniche ‘entusiasmanti e particolareggiate’.Per certo Wolfowitz fu uno dei principali architetti della guerra in Iraq, un falco della prima ora e difensore della aggressiva politica imperialista degli Stati Uniti. Le chiacchierate ben pubblicizzate con Bono furono uno sforzo palese per alleggerire la propria immagine; un gioco che Bono apparentemente sembra un po’ troppo desideroso di giocare. Un collega della rock band si entusiasmò:
Bono ha pensato che fosse importante evidenziare i punti critici per la Banca Mondiale, quali la cancellazione del debito, l’efficacia negli aiuti e una attenzione speciale alla diminuzione della povertà. (CNN.com, 18 marzo 2005)
Nonostante l’egocentrismo e l’ingenuità lo possano portare a credere di poter costringere Wolfowitz ad attuare politiche più umanitarie, il sostegno de facto di Bono a questo esplicito difensore dell’imperialismo è inaccettabile. E ha segnato il culmine della mia disillusione per le opinioni politiche di quest’uomo, le cui parole rimarrano fissate in eterno nella mente della gente della mia età, se non di ogni età, tanto tempo quanto è stato in loro possesso il titolo di ‘Band Numero Uno’ del mondo.
Il mio primo incontro con le incursioni umanitarie degli U2 fu vedere la band monopolizzare la scena al Live Aid del 1985, l’enorme concerto rock organizzato per raccogliere fondi in favore delle vittime della carestia in Etiopia. Dato che Muchmusic replicò il concerto all’infinito durante la mia pre e prima adolescenza, la performance classica che Bono fece di ‘Bad’ a quel germinale concerto, per me divenne tutt’uno con il concetto principale che l’Occidente doveva solo fare più attenzione a quel continente dimenticato.
Il resoconto di un’Africa indifesa per la quale il privilegiato Nord dei bianchi non era riuscito a portarne il fardello, tuttavia dimentica le numerose lotte anti imperialiste combattute contro colpi di stato e dittature appoggiate dall’Occidente. Proprio mentre una guerra brutale sta ora colpendo il Congo, pochi ricordano che Patrice Lumumba, campione di indipendenza del paese e unico leader eletto, fu assassinato dietro ordine del Belgio e degli Stati Uniti, e con la complicità delle Nazioni Unite, spianando così la strada a tre decadi della dittatura di Mobutu Sese Seko.
Così fu anche per Thomas Sankara – la cui ispirata rivoluzione in Burkina Faso stava proprio cominciando al tempo del Live Aid – assassinato e sepolto in una misera fossa nel 1987; la sua memoria e la sua eredità per la lotta a favore dell’alfabetizzazione, della riforestazione e della trasformazione sociale in uno dei paesi più poveri del mondo, è a tutt’oggi ampiamente dimenticata dalla storia.
Anche prima di essere a conoscenza di questi rivoluzionari africani, il ripudio di Bono per la storia di ribellione per il proprio paese fu irritante. Ricordo distintamente un video live di ‘Sunday Bloody Sunday’ nel quale Bono entra in scena sollevando una bandiera bianca e urlando: ‘In culo la rivoluzione!’. Poi prosegue assicurando che ‘questa non è una canzone di rivolta’, insinuando l’imprecazione su entrambe le fazioni, sulle truppe britanniche che compirono il tristemente noto massacro in Irlanda del Nord, e sui ribelli irlandesi che combatterono per la riunificazione e la fine dell’occupazione britannica.
Questa fioritura di pacifismo si sarebbe anche potuta scordare, se non perdonare – insieme alla maldestra incursione techno di Zooropa – per il modo egregio e consistente in cui Bono giustifica i politici di destra. Ci fu, naturalmente, la serenata di Bono a Paul Martin alla convention dei Liberali per la leadership dove l’armatore assunse il posto al vertice che fu di Jean Chretien.
Poi, forse peggio ancora, ci fu il suo ‘Goodwill Tour’ in Africa con Paul O’Neil dell’amministrazione Bush, un aiuto per abbellire la Casa Bianca mentre il resto del mondo era in rivolta e per le strade contro la guerra illegale in Iraq. Intorno a quel periodo, Bono iniziò persino una amichevole conoscenza con il ripugnante Jesse Helms.
Infine, quindi, in quella che parve essere una consistente devoluzione, giunse l’amichevole chiacchierata con Paul Wolfowitz, senza dubbio anteprima di sforzi di tutto rilievo per riabilitare l’immagine della Banca Mondiale e del guerrafondaio che ora la presiede.
Naturalmente non ha senso lamentarsi troppo della traiettoria politica di Bono. Infatti, diversi astuti osservatori hanno già fatto notare che la nomina di Wolfowitz servirà solo ad accelerare una positiva traiettoria politica che sta già prendendo forma. Per anni molti hanno sostenuto la necessità di una maggiore cooperazione e di analisi incrociata tra la globalizzazione anti-corporazioni e i movimenti pacifisti. Allarmante e surreale qual è, con il principale fautore della guerra in Iraq ora principale difensore della globalizzazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, codesti punti sono più che mai facili da collegare.
Derrick O’Keefe è un attivista e editore fondatore di Seven Oaks Magazine.
Per contattarlo: [email protected]
Fonte:www.counterpunch.org/
link:http://www.counterpunch.org/okeefe03232005.html
23.03.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Laura