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La Redazione

 

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L’imbarazzante posizione del S.I. COBAS sulla gestione pandemica

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Il 6 Gennaio 2022
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La Redazione di ComeDonChisciotte.org riceve e pubblica il comunicato stampa  dei “Lavoratori della manutenzione stradale in Campania – Banchi Nuovi”, in risposta alle posizioni del S.I. Cobas sulla gestione pandemica:

* * *

A proposito delle precisazioni del provinciale Si Cobas sulle posizioni di Banchi Nuovi.

Abbiamo preso visione delle precisazioni da parte del coordinamento provinciale del Si Cobas alle critiche da noi espresse circa la posizione ufficiale del nostro sindacato sulla vicenda della pandemia.

Ancora una volta dobbiamo prendere atto che alle nostre osservazioni, ribadite in più sedi ed occasioni, non vi è una sola risposta nel merito. Piuttosto che confrontarsi con le nostre argomentazioni si scrive un comunicato in stile caporalesco – burocratico, in cui ci si richiama all’ordine e al rispetto della “linea” (Quale poi, visto che cambia ad ogni stormir di foglia?). Non solo, ma si ricorre ad illazioni e ad ingiurie gratuite affibbiandoci posizioni di comodo con cui diventa facile polemizzare. Si continuano a ripetere pappagallescamente gli epiteti utilizzati dal governo e dalla stampa borghese, accusandoci di aver sposato le retrive ed astruse posizioni no vax e complottiste, nonché di aver partecipato e promosso le mobilitazioni contro la gestione autoritaria della pandemia. Non vogliamo nemmeno entrare nel merito delle varie ed infondate ricostruzioni di comodo presenti nel testo in questione perché si aprirebbe una interminabile quanto inconsistente diatriba sul nulla, in cui non intendiamo lasciarci trascinare.

Addirittura la nostra indisciplina si sarebbe manifestata (udite! udite!) “in maniera inequivocabile attraverso il rifiuto, ostentato da alcuni autorevoli esponenti di Banchi Nuovi persino in assemblee pubbliche, dell’utilizzo delle mascherine quale strumento di prevenzione e di protezione dai contagi”.

Supponiamo di dover ringraziare per la tolleranza dimostrata nei nostri confronti e per non averci multato o chiamato i controllori pubblici a verificare la nostra indisciplina.
Sinceramente dobbiamo dire che un comunicato di questo tipo è per noi semplicemente irricevibile ed è fuori dalla tradizione che da sempre ci ha caratterizzato, fondata sulla chiarezza delle posizioni espresse e sul confronto anche duro ma franco e nel merito delle questioni.

Aspettando che ci si dimostri argomentatamente e non per illazioni quali delle nostre posizioni sono riconducibili ad un pregiudizio contro i vaccini in generale e contro quelli anti Covid in particolare, torniamo a ribadire la sostanza dei punti politici su cui vorremmo sentire della parole chiare dal nostro sindacato che finora non ci è stato possibile né ascoltare né leggere da nessuna parte. Ci aspetteremmo una semplice e concisa risposta e non dei giri di parola anguilleschi che servono solo da copertura per il proprio imbarazzo.

  • la richiesta esplicita della fine dello stato di emergenza che è l’architrave della svolta autoritaria in atto e di tutte le vessatorie misure che lo accompagnano.
  • Il rifiuto dell’obbligo del vaccino di massa , che non ha niente a che vedere con il giudizio che si ha su di essi, e che non ha nulla a che vedere con il contrasto al contagio.
  • Il ritiro dell’obbligo del green pass (sia esso normale o super) e non una generica critica che, se ci consentite, non significa un bel niente.

Se i suddetti estensori si adombrano per le nostre presuntamene infondate critiche non hanno da fare altro che esibire qualche testo del sindacato dove compaiono queste tre semplici rivendicazioni nero su bianco, o indicarci qualche iniziativa di mobilitazione, oltre a quelle da noi promosse, in cui comparivano i suddetti obbiettivi. In caso contrario sono essi a dover motivare perché non hanno sentito il bisogno di sottolineare questi tre micidiali cardini della gestione autoritaria della pandemia che pure essi dicono di vedere e denunciare (a chiacchiere), e la necessità di inserirli tra le proprie rivendicazioni. Oppure motivare perché la l’opposizione alla politica governativa in materia di pandemia si sostanzi fondamentalmente nella richiesta di misure di prevenzione ancora più stringenti di quelle vessatorie ed inutili imposte dal governo.

Finora ci si è nascosti dietro l’alibi della richiesta dei tamponi gratuiti, come simbolo della propria presunta opposizione al lasciapassare obbligatorio, eppure per chi capisce l’italiano questo non significa ritiro del green pass ma la sua generalizzazione (o no?). Evidentemente agli estensori delle precisazioni sfugge proprio il significato di controllo e di disciplinamento che questo odioso strumento rappresenta per il governo. (oppure dobbiamo supporre che nei fatti lo condividono, come per la vaccinazione di massa?). Ma a breve nemmeno questa foglia di fico sarà utilizzabile poiché il governo, che procede a carrarmato nella sua corsa al disciplinamento sociale, sta già pensando all’estensione dell’obbligo vaccinale a tutto il mondo del lavoro. Siamo curiosi di assistere a quali contorcimenti si ricorrerà in questo caso per giustificare la mancanza di una posizione netta e possibilmente chiara, per opporsi a tale misura. Non ci pare infatti che l’estensione della vaccinazione ai bambini, l’imposizione dell’obbligo a chi ha già avuto il contagio e ad alcune categorie di lavoratori, abbia provocato fino ad ora un minimo di soprassalto e ripensamento sull’uso del tutto strumentale di questa misura. Così come non ha prodotto ripensamenti il fatto che la maggioranza dei contagi e dei decessi da Covid si registrano proprio nei paesi dove si vaccina di più.

Osserviamo di passaggio che la foga polemica e il disprezzo per chi si oppone sia all’obbligo vaccinale che al green pass obbligatorio, li porta ad estendere le accuse al “comitato contro la gestione autoritaria della pandemia” cui ci onoriamo di appartenere. Sfugge ai piccoli burocrati estensori delle osservazioni che il suddetto comitato sostiene le nostre identiche posizioni e altrettanto non vi sono ragioni per infamarlo da ignoranti o in malafede, quali si sono dimostrati essere in questa occasione. Ma ancora di più sfugge che esso è composto quasi interamente da lavoratori dipendenti. Ebbene proprio in questi giorni molti di essi stanno pagando un prezzo altissimo per le conseguenze della politica autoritaria del governo in materia di pandemia, con la sospensione dallo stipendio e dal posto di lavoro e il rischio di essere definitivamente licenziati. Evidentemente, dobbiamo dedurre che per gli estensori delle precisazioni, i lavoratori in questione (così come tutti quelli che hanno resistito sui luoghi di lavoro) se la sono “meritata”, visto che si rifiutano di obbedire disciplinatamente alle imposizioni governative in materia di obbligo vaccinale. Cosa dovremmo pensare del resto, visto che trovano il tempo e lo spazio per ingiuriarli immotivatamente mentre non abbiamo visto una sola parola di solidarietà nei confronti di questi lavoratori?

Ma noi non ci abbassiamo questo livello, perché ribadiamo è un modo di concepire la politica ed il sindacato che non ci appartiene, e non ci interessa a nostra volta affibbiare etichette, o ricorrere ad ingiurie e falsità.

Nonostante tutto restiamo in attesa di un vero confronto in cui sia possibile esprimere serenamente le proprie posizioni e ricevere risposte nel merito, per la qual cosa ci dichiariamo per l’ennesima volta disponibili.

In ultimo vogliamo ribadire che se gli estensori delle suddette precisazioni ritengono che il nostro rivendicare l’appartenenza al Si Cobas nelle mobilitazioni e nelle prese di posizioni che ci hanno visto protagonisti, sia causa di turbamento e di equivoci, stiano tranquilli perché anche per noi tutto ciò è stato in più occasioni elemento di imbarazzo, anche se per ragioni esattamente opposte. Noi pensavamo di dare lustro ed onore alla nostra sigla con la presenza in prima fila nelle proteste in corso e con la denuncia della svolta autoritaria in atto, provando a ridimensionare le critiche cui esso era fatto oggetto.

Pertanto, come è nella tradizione storica di Banchi Nuovi, per quanto riguarda le nostre prese di posizioni politiche, da oggi in poi le porteremo avanti nella nostra piena autonomia senza coinvolgere nemmeno lontanamente la sigla del sindacato togliendolo, così, dall’imbarazzo provato.

Lavoratori della manutenzione stradale in Campania Banchi Nuovi

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Massimo A. Cascone, dottore in giurisprudenza e giornalista pubblicista. Membro fondatore del Coordinamento No Green Pass Napoli.
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