DI RINALDO SIDOLI
“Le scelte che vengono definite democratiche dai “politici”, non portano mai a delle soluzioni pacifiche.
Chi si batte per la giusitiza, per la democrazia, per la pace, lo fa in silenzio e senza retorica.
E tanto vero che l’attuale “politica è l’arte di servirsi degli uomini, facendo loro credere di servirli” (L. Dumur), specialmente in questo momento dove a governarci sono persone che credono in una democrazia violenta che deve essere imposta dall’alto e con tanto di razzismo religioso.
Giuliana Sgrena giornalista del Il Manifesto ci insegna che “la verità si ritrova sempre nella semplicità…” (I. Newton) attraverso un’ indagine oggettiva e reale dell’informazione perchè come diceva il M. ghandi “se vuoi portare un messaggio […] deve essere un messaggio di ‘Verità'”.
E’ stata rapita a Baghdad il 4 Febbraio da uomini armati.
Lei, una colomba bianca che ha sempre portato avanti la voce della pace, dei diritti delle donne, della povertà del mondo.
L’unica “arma” che possiede per difendersi davanti a suoi rapitori è la penna, che racconta la verità che ci viene nascosta dai media dei “grandi”.
Grazie a lei e a tante come lei nel mondo e soprattutto a un giornale di “sinistra”, ci viene data la possibilità di scoprire la realtà, anche quella piu’ cruda, attraverso un’ analisi critica e razionale. Perchè “nei paesi con libertà di stampa, le cose importanti da sapere sono di solito quelle che non accade di leggere perché i giornali sono liberi di non stamparle” (Bergeret), mentre la forza di questo quotidiano e dei suoi giornalisti è pubblicare, scrivere, fotografare, rischiando come ha fatto lei, perchè l’informazione è un nostro diritto.
Il giornalismo della Sgrena rispecchia quello d’inchiesta e non quello speculativo e senza attendibilità che molte testate giornalistiche diffondono come genuino.
Spero davvero che questo governo si batta per la sua liberazione, per dimostrare almeno per una buona volta che è dalla parte della democrazia, quella che purtroppo è tanto nella bocca dei politici per difendersi dalle loro azioni scriteriate.
Ci siamo battuti per far comprendere alle persone che hanno visto questa guerra una missione religiosa dove il “male” è in Iraq ovvero nel mondo islamico mentre il “bene” è raffigurato dai nostri eserciti che portano con le loro crociate la democrazia e la libertà dimenticando le vittime.
Le guerre sono la manifestazione di una mente insana specialmente se si pensa che possano portare pace e democrazia.
Ogni guerra porta morti tra i soldati e i civili.
Purtroppo si vive in un periodo in cui i mezzi d’informazione partecipano a un “lavaggio del cervello”, come hanno fatto Il Washington Post e il New York times, che “gridavano ‘a lupo’ per conto della Casa Bianca” (J. Pilger).
Gli episodi di questo tipo dimostrano un deficit democratico.
“L’alleanza sempre piu’ stretta con i poteri economico e politico, hanno inferto un colpo terribile alla credibilità dei medi” (I. Ramonet).
I timori che nel periodo della globalizzazione la nozione di stampa libera si stia perdendo, credo personalmente che sia confermato anche dalle dichiarazioni di S. Sessault, “vi sono informazioni che fanno piu’ male che bene. Si rischia di mettere in pericolo gli interessi commerciali o industriali del nostro paese”. Di fronte al quesito posto dai dei giornalisti su come mai fosse stato indotto a comprare il Figaro e L’Express, S.Sessault, “un giornale – ha dichiarato – permette di far passare un certo numero di idee sane”.
E’ chiaro che l’informazione oramai non è piu’ nelle mani della libera informazione ma regolata da interessi politici ed economici.
Quello che difende Il Manifesto e la sua giornalista Giuliana Sgrena che tra l’altro è storica collaboratrice di Modus Vivendi, che da diversi anni studia il fenomeno del fondamentalismo islamico, preparando un reportage sui sunniti, è il simbolo dell’indipendenza e della libertà, “rimanendo fedele ai principi fondamentali che caratterizzano – il loro modo – d’informare, frenando l’accelerazione mediatica, scommettendo su un giornalismo illuminista, per fare chiarezza sulle zone d’ombra dell’attualità, per comprendere il contesto internazionale con rigore e serietà” (I. Ramonet).
Mando un messaggio d’affetto caloroso a Giuliana perchè ritorni a fare quello che ha sempre fatto, un giornalismo di qualità, e mi mobiliterò per la sua liberazione.
Rinaldo Sidoli
www.sidoli.org