LEZIONI DI UNGHERESE

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DI LINH DINH

Sono rimasto sorpreso da quanto era sporca e grigia Budapest. Molti di quegli edifici, quelli che un tempo erano fastosi, li ho trovati in avanzato stato di decadimento. Forse questa città sembrava meglio prima della seconda guerra mondiale e, di sicuro, lo era un secolo fa.

Da quando è sfuggita dal Comunismo, Budapest sta recuperando le sue glorie, anche se non allo stesso ritmo di Praga. Pare che sia alla moda frequentare dei “pub-semi-diroccati” dove si beve e si balla in posti mezzi distrutti, troppo pericolanti per entrarci, io, comunque ho dato un’occhiata da fuori e non mi è sembrato poi così male.

Antique Budapest Building. Credit: Linh Dinh
Un edificio Antico a Budapest. Credit: Linh Dinh
Nei corridoi della metropolitana, ci sono senzatetto, che restano li dentro tutta la giornata. Altri tipi che non avevano niente da fare gironzolavano. I negozi sottoterra offrivano cibo, bevande, riviste e fiori. Qualcuno è dei cinesi. A livello della strada, ci sono molti negozietti che vendono gyros gestiti da greci, turchi o anche da ungheresi. Secondo un censimento del 2011, il 7,3% dei residenti di Budapest sono nati all’estero, ma la maggior parte sono di etnia ungherese pur arrivando da Romania, Serbia e Ucraina.
Decaying Building in Budapest. Credit: Linh Dinh
La decadenza degli edifici di Budapest. Credit: Linh Dinh

Prima della seconda guerra mondiale, c’erano 200.000 ebrei a Budapest dove c’era la più grande sinagoga d’Europa. La metà di loro sarebbe stata massacrata dai tedeschi e dai loro alleati ungheresi, quelli che vivevano nelle campagne, avevano ancora minori possibilità di sopravvivenza. Molti zingari furono uccisi. Le stime sugli zingari in Ungheria vanno dal 3,1% a oltre il 10%, per il loro elevato tasso di natalità, in costante aumento.

I nomi più famosi di ungheresi – beh, non proprio ungheresi-Magiari – Franz Liszt, che era tedesco. Bela Bartok che era mezzo tedesco e un quarto serbo. Houdini, Robert Capa, Arthur Koestler e André Kertész che erano ebrei.

Ultimamente l‘Ungheria è stata trattata molto male dalla stampa a causa di Viktor Orban. Newsweek lo ha paragonato a Mussolini, e John McCain lo ha descritto come “un dittatore neofascista che va a letto con Vladimir Putin”. Quando nel 1998 Orban divenne primo ministro, fece entrare l’Ungheria nella NATO e così fu visto come uno facile, uno che stava con l’occidente, ma con il suo secondo mandato, come capo dell’ Ungheria, dal 2010 ad oggi, Orban ha fatto qualche mossa audace sia contro Bruxelles che contro Washington. Quella che è stata più messa in evidenza e criticata aspramente è la posizione di Orban sulla crisi dei rifugiati-immigrati/illegali, ma alcune delle altre sue decisioni sono state ancor più ribelli contro l’egemonia degli AngloSionisti – per prendere in prestito un termine dal Saker.

Orban ha respinto le misure di austerità del FMI, ha aumentato il controllo sulla Banca centrale ungherese, ha aumentato le tasse per tutte le banche e, nel 2013, è anche uscito dal Fondo Monetario Internazionale. Queste mosse di Orban contro i bankster non sono state messe in primo piano dalla stampa internazionale perché né i bankster né i loro alleati vogliono che si rifletta troppo sulle loro rampanti attività criminali.

A dispetto degli sforzi AngloSionisti per isolare la Russia, il governo di Orban nel 2014 decise di far passare il South Stream attraverso l’Ungheria. Questo gasdotto russo avrebbe anche attraversato le acque territoriali di Turchia, Bulgaria, Serbia, Grecia, Slovenia e Austria. Anche se ne avrebbe beneficiato tutta l’Europa, il South Stream fu affondato dalle nostre élite globali che fecero pressioni sulla Bulgaria. In opposizione con la decisione dell’Ungheria, la Polonia fu tagliata fuori dai suoi collegamenti per evitare di fare affidamento sul gas naturale russo e per farla rivolgere nel 2006 verso il lontano Qatar. Grazie ad un ritardo nella costruzione di un terminale marittimo, la Polonia non si è ancora mai ubriacata di nessun gas liquido naturale del Qatar, anche se sta già annusandolo per effetti dei suoi obblighi contrattuali. Se avesse sniffato la roba russa le sarebbe costato molto meno.

Homeless person in Budapest Subway Concourse. Credit: Linh Dinh.

Senzatetto nelle stazioni della Metro a Budapest.

Oltre a cercare i legami più stretti con la Russia, Orban ha più volte sottolineato che le sanzioni contro la Russia sono un male per tutti i paesi europei. Quello che sta sostenendo, poi, è che l’Europa deve guardare ai propri interessi a dispetto dei diktat suicidi imposti dagli AngloZionists.

Nel 2011 Orban ha vietato le colture OGM in Ungheria e ha fatto distruggere 1.000 acri di mais coltivati con i semi di Monsanto. Degno di nota è il fatto che Orban abbia raggiunto gli ungheresi nei paesi vicini. Il suo governo ha fornito aiuti monetari e anche la cittadinanza a tutte le persone di etnia ungherese (con la clausola che – per essere naturalizzati – dovessro parlare la lingua). Grazie al vendicativo trattato del Trianon- dopo la prima guerra mondiale – l’Ungheria perse il 71% del suo territorio e il 66% della sua gente. Neanche la Germania fu stroncata tanto spietatamente.

Il governo di Orban ha revocato lo status di esenzione fiscale alla maggior parte delle organizzazioni religiose ungheresi, tra cui tutte le versioni di musulmani, buddisti, indù e bahai, tutti, tranne che a tre sinagoghe ebraiche, così come a molti ordini cristiani o associazioni come Opus Dei, Benedettini, Maristi , Carmelitani, mormoni, testimoni di Geova, avventisti del Settimo Giorno, episcopali e metodisti. Gli unici a ricevere il riconoscimento dello stato e il sostegno sono quelli ritenuti tradizionali nella società ungherese.

Facendo eco a Putin e ad altri leader, Orban ha condannato le ONG come quinta colonna. Anche se da giovane, Orban ricevette una borsa di studio di quattro mesi dalla Fondazione Soros per andare a studiare a Oxford, ha voluto additare Soros – nato a Budapest – come un impiccione sgradito in Ungheria e nel resto d’Europa. Grazie per la mancetta, George, ma non mi freghi!

Quello che abbiamo quindi è un leader nazionalista, e in Europa, non se ne vedevano uno da parecchio, e particolarmente uno tanto impunito ma che non stride. Nei suoi discorsi e nelle interviste, Orban si spiega molto chiaramente e candidamente. Al Die Weltwoche, un giornale svizzero, Orban a novembre del 2015 disse:

“Ci sono parole e concetti che per tanto tempo non si potevano pronunciare, ma che stanno tornando a far parte dei discorsi della gente. Per esempio, i ‘confini’ sono una cosa buona o cattiva? Possiamo ancora una volta dire che hanno i loro lati buoni. Oppure ‘nazione’: questa parola può essere nuovamente usata in senso positivo. “Cristianesimo”: la maggior parte dei leader europei – me compreso – viene consigliato di non usare questa parola troppo spesso, perché la maggior parte degli europei non si sentono più cristiani. Ora, però, questa parola è tornata nei dibattiti politici. O orgoglio come ‘l’orgoglio di una nazione’: ancora una volta è una legittima espressione. Una conseguenza positiva della crisi migratoria è che ancora una volta stiamo cercando di parlare apertamente di identità del nostro continente, più liberamente che negli ultimi due decenni “.

La crisi dell’emergenza immigrazione illegale/rifugiati ha messo in evidenza anche l’impotenza dell’Unione europea, “Questa impressione negativa sull’impotenza dell’Unione europea esisteva già prima della crisi migratoria. I cittadini europei l’avevano visto durante la crisi finanziaria e la crisi della Grecia e già criticarono i loro politici per non essere in grado di trovare una via d’uscita dalla crisi finanziaria. La stagnazione delle nostre economie nazionali è ancora evidente […] I cittadini europei sono convinti che i loro leader non siano adeguati.

Ma la crisi migratoria ha segnato una nuova traccia e questa non è legata alla inadeguatezza, ma alla democrazia. ” Con i cittadini che non hanno nessun accesso, e la maggior parte dei leader europei che non sono in grado di prendere decisioni nell’interesse del proprio paese, ci si ritrova a doversi chiedere chi ci sia dietro a tutto questo caos? — E ‘difficile scrollarsi di dosso questo pensiero. Abbiamo discusso per mesi, ma il risultato è sempre stato lo stesso: ‘Lasciate state la gente’. E su questo punto, nei primi mesi, per qualche ragione, nessuno è stato in grado di dire ad alta voce che questo è un problema della massima importanza per l’Europa.

Per mesi è stato considerato come una questione umanitaria, e poi come un problema tecnico su “dove” dovevano essere mandati i rifugiati e su come dovevano essere distribuiti. Nessuno ha sollevato la questione se l’essenza della questione non fosse invece la nostra esistenza, la nostra identità culturale e il nostro modo di vivere. Non so con certezza cosa stia realmente accadendo, e non voglio dare la colpa a nessuno; ma sorge il sospetto che tutto questo non stia accadendo per caso. Io non ho tanto coraggio da parlare pubblicamente di questo fatto come di una certezza, comunque sorge inevitabilmente il sospetto, che ci sia dietro una sorta di piano alla base di tutto.”

Le stesse élite che hanno indebolito, se non distrutto, paesi del Medio Oriente, del Nord Africa, dell’Europa e altrove hanno fatto lo stesso negli Stati Uniti stessi, e tutto è stato eseguito seguendo un disegno, perché è più facile governare e rubare a popolazioni prostrate e confuse. Il piano è quello di ridurre tutti i cittadini – di qualsiasi nazione – a ingranaggi-usa-e-getta che devono mettersi in competizione tra loro per i salari più bassi e per restare incatenati ai debiti per tutta la vita, tutti spacciati da banche criminali.

Negli Stati Uniti, si svolgono elezioni farsa con una bella fanfara che serve per dare ad una popolazione, sempre più arrabbiata, un’illusione di partecipazione politica. Chiunque viene proposto come “Presidente”, il complesso Banche Militari, gli Anglo sionisti o l’Impero Americano, chiamateli come volete, chiunque continuerà, in tutto il mondo, la sua corsa furiosa per eviscerare la nazione che li ospita.

C’è qualche alternativa? Orban vede che il mondo è cambiato radicalmente dopo la crisi finanziaria del 2008, e non c’è – secondo lui – nessuna via d’uscita. Anche se, attento nelle sue dichiarazioni, sta preparando l’Ungheria per sopravvivere dopo il crollo di Washington e dell’Unione Europea. Nel frattempo, Orban trova a cavallo tra Oriente e Occidente. Nel mese di agosto 2014, l’Ungheria è stata beccata mentre mandava un’ottantina di carri armati T-72 in Ucraina. Svenduti per soli $ 8500 al pezzo, sembra quasi che volesse solo inimicarsi la Russia. Il Pentagono ha anche annunciato che invierà armi pesanti e carri armati in Ungheria. Forse Orban userà questi nuovi carrarmati per riprendere la Transcarpazia, visto che l’Ucraina sta diventando sempre più debole.

Con l’adesione alla NATO nel 1999, l’Ungheria ha partecipato all’embargo della Jugoslavia, e alle guerre americane in Afghanistan e in Iraq, e mandò, rispettivamente, prima 360 e poi altri 300 soldati. Dopo aver aiutato l’impero americano, l’Ungheria sta schivando le conseguenze rifiutandosi di legittimare i rifugiati. Orban era in malafede, poi, quando ha affermato, “Noi non abbiamo distrutto i paesi da cui stanno arrivando i migranti. Noi non abbiamo bombardato nessuno. Noi non abbiamo invitato nessuno qui. E adesso quelli che hanno buttato le bombe e mandato gli inviti vogliono farli (i rifugiati) stabilire qui. E’ una cosa giusta? “

Orban ha fatto un passo in avanti, da uomo protetto-assistito dagli Stati Uniti e diventato un critico dello Zio Sam. E’ maturato.

E ‘interessante il fatto che in tutti i paesi ex comunisti, i cittadini abbiano respinto la concezione globalista, che ha abbracciato la sinistra, e che abbiano eletto governi nazionalisti. I politici americani parlano anche di difendere gli interessi della nazione, ma queste sono solo masturbazioni mentali. Con tutte le voci sane e intelligenti buttate continuamente nella spazzatura, non c’è né dignità né saggezza nel discorso pubblico. Abiamo solo slogan o insulti villani. Abitiamo in un universo di pazzia. Nel suo discorso presidenziale del 2013, Vladimir Putin dichiarò:

“Oggi, molte nazioni stanno rivedendo i loro valori morali e le norme etiche, erodendo le loro tradizioni etniche e le differenze tra popoli e culture. La società ora non richiede di riconoscere solo il diritto di ciascuno alla libertà di coscienza, alle sue opinioni politiche e alla privacy, ma anche di accettare senza discutere l’uguaglianza tra il bene e il male, una cosa strana, a quanto pare, perché sono concetti opposti nel loro significaro. Questa distruzione dei valori tradizionali dall’alto non porta solo a conseguenze negative per la società, ma è anche essenzialmente antidemocratico, perché viene portata avanti sulla base di idee astratte e speculative, contro la volontà della maggioranza, che non accetta né i cambiamenti né la proposta di revisione dei valori.

Sappiamo che ci sono sempre più persone nel mondo che sostengono la nostra posizione in difesa dei valori tradizionali che hanno costituito il fondamento spirituale e morale della civiltà in ogni nazione per migliaia di anni: i valori delle famiglie tradizionali, la vera vita umana, tra cui la vita religiosa – non solo l’esistenza materiale – ma anche quella spirituale, i valori dell’umanesimo e della diversità globale.

Naturalmente, questa è una posizione conservatrice. Ma usando le parole di Nikolaj Berdjaev, il punto del conservatorismo non è impedire che si vada avanti o verso l’alto, ma di impedire di tornare ‘indietro o verso il basso, nel buio del caos che riporta a uno stato primitivo.

Negli ultimi anni, abbiamo visto come tentativi di spingere certe nazioni verso modelli presumibilmente di maggior sviluppo, abbia in realtà provocato regressione, barbarie e tanto spargimento di sangue. Questo è accaduto in molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Questa situazione drammatica sta svolgendosi in Siria “.

Questi “modelli di sviluppo” non sono altro che delle dignitose coperte usate per nascondere un imperialismo barbaro. L’URSS lavorava allo stesso modo. Non essendo mai stati sottomessi e umiliati, gli americani hanno solo predicato, e non hanno mai provato, “la caotica oscurità di un ritorno ad uno stato primitivo”, ma le élite che hanno distrutto tante vite in tutto il mondo stanno lavorando anche contro noi americani, quindi un futuro di terrore e di degrado sarà la nostra sorte a meno che non saremo in grado di mettere insieme la volontà di tutti per sfidare i nostri Signori (e padroni) criminali.

Sparandoci alle spalle, non ci può essere nessun dialogo e tanto meno nessuna unità. Non sembra promettere bene.

Linh Dinh è autore di due libri di storie, cinque poemi, e una novella, Love Like Hate. Sta monitorando il deterioramento del nostro paesaggio sociale con i suoi frequenti post sul suo photo blog, Postcards from the End of America.

Fonte: http://www.unz.com/

Link: http://www.unz.com/ldinh/hungarian-lessons/

8.02.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

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