DI PAUL MASON
“L’economia si sta riprendendo, e allora perché ci state punendo?” Questo è il sottotesto di molte riflessioni dei conservatori dopo le due grandi scosse elettorali registrate in Polonia e Spagna. In Spagna, la sinistra radicale, in una campagna condotta sotto varie liste civiche legate al nuovo partito Podemos, ha causato uno shock politico, vincendo la città di Barcellona e riservandosi la possibilità di una coalizione di sinistra a Madrid. Nella capitale catalana l’attivista per la casa Ada Colau, sostenuta da un gruppo di base denominato Barcellona en Comu, sostenuta da Podemos, ha conquistato il maggior numero di voti.
Ms Colau è nota per aver guidato l’azione diretta contro gli sfratti e ha mobilitato migliaia di persone al fine di resistere ai pignoramenti della casa.
In Polonia, Andrzej Duda del partito di destra “Legge e Giustizia” ha vinto le elezioni presidenziali, probabilmente con il supporto decisivo di un 20 per cento di voto giovanile che aveva sostenuto un populista di destra, rockettaro incallito e incendiario, al primo turno. Si tratta delle due estremità di Europa e di due fenomeni politici distinti e distanti. Podemos è un movimento di massa di sinistra, nato dalla fortunata protesta indignados del 2011 che è stato, alle sue radici, fortemente anti-clericale.
Il partito di Duda è euroscettico, fortemente cattolico e pro americano. Ci sono fattori comuni che avrebbero dovuto, almeno teoricamente, rafforzare i governi in carica La Polonia è scattante, con l’1 per cento della crescita del PIL nel primo trimestre del 2015. Ma l’iniqua distribuzione della ricchezza ha fatto sì che i polacchi diventassero la forza lavoro migrante per antonomasia in Europa. Anche la Spagna si sta riprendendo; ma gli alti livelli di disoccupazione, in combinazione con anni di austerity imposti da Bruxelles, hanno scavato profondi solchi. Ma ciò che è sorprendente è il modo in cui, in entrambi i paesi, le elite al esistenti hanno perso la fiducia dei giovani.
In Spagna, c’è un problema di lunga data con il “partito del popolo” conservatore, il Partito Popolare (PP): il fallimento della Spagna di perseguire e rendersi responsabile per i crimini compiuti dal regime di Franco ha lasciato il PP impantanato in un decennio segnato da una ragnatela corruttiva che i recenti casi giudiziari recenti hanno inciso in modo indelebile nella mente della giovane generazione. L’emergere di un moderno partito di centro destra liberale, chiamato Cittadini, è avvenuto in ritardo, e in ogni caso non esonera il vetusto PP dal governare la Spagna alla vecchia maniera di sempre. Più vicino ad una rottura?
In Polonia, anche se il candidato della destra radicale Pawel Kukiz è stato eliminato al primo turno, la sua miscela di “politica di destra con un cuore di sinistra” ha scatenato l’entusiasmo dei giovani elettori: il 41 per cento lo ha sostenuto al primo turno (come contro il 3 per cento dei pensionati). Mr Kukiz ha giocato su un ansia molto simile a quella che ha aiutato Podemos ad erompere oltre la cerchia indignados: che la classe politica dopo il 1989 abbia chiuso e abbandonato le giovani generazioni, rappresenti l’élite e sia incline alla corruzione.
Questo, combinato con un programma di austerità abbastanza mite imposto dalle regole di bilancio dell’UE nel corso degli ultimi due anni, ha alimentato il voto di protesta, abbastanza da consegnare la vittoria per il signor Duda (che ha attratto anche qualche voto dalla sinistra radicale). Sia in Spagna e Polonia quindi – nonostante le grandi differenze di umore e ideologia – la politica centrista pro-UE sta cadendo vittima della sua associazione con l’èlite clientelare europeista, della sua adesione alla austerità, e della sua incapacità di raccontare una storia convincente per i giovani , che anche in periodi di crescita si sentono bloccati fuori dal sistema.
Ora sia in Polonia e in Spagna ci saranno le elezioni parlamentari. Se la destra vince in Polonia è una piccola difficoltà locale per l’Unione europea, e ci saranno alcune fratture nel sostegno polacco ad Angela Merkel. Se la sinistra vince in Spagna sarà una rivoluzione. L’aumento di Podemos non è venuto solo a spese del centro sinistra ufficiale del PSOE.
Infatti il voto del PSOE è stato alto in molte zone, ciò significa che vi è – come a Madrid – la possibilità concreta di una coalizione Podemos-PSOE nel mese di novembre. Dal momento che Podemos è in realtà, e il PSOE nella retorica, sono impegnate aduna rottura con l’austerità europea, questo sarebbe il secondo atto del dramma che ha avuto inizio in Grecia.
Il terzo e ultimo atto sarebbe la vittoria di Marine Le Pen in Francia. Ci sono un sacco di “se” e di “ma” in questa storia – ad esempio, può il centro destra nella zona euro reagire a questi shock moderando o rottamando l’austerità? In ogni caso, ci sono ora chiari passi verso la disgregazione del progetto Euro – e noi, gli astanti inglesi, non siamo assolutamente solo spettatori.
L’UE è il nostro più grande mercato e il nostro partner geopolitico strategico in un continente assediato ad est dal militarismo rinascente, a sud-est da un califfato islamico, e a sud da centinaia di migliaia di persone disperate che cercano di sfuggire alla violenza e alla povertà.
Fonte: http://blogs.channel4.com
25.05.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura del BUCANIERE