DI PHILIPP ROESLER
Ministro Federale dell’Economia della Repubblica Federale Tedesca
Welt On Line
Invece che rendere comune il debito
pubblico degli Stati, si dovrebbe rafforzare la partecipazione dei creditori
privati. Inoltre abbiamo bisogno della possibilità di una procedura
di fallimento ordinata.
L’idea di una moneta comune per l’Europa
era e rimane comunque necessaria e giusta. Proprio noi tedeschi abbiamo
beneficiato dei vantaggi della moneta comune, ottenendo un aumento della
crescita, più posti di lavoro e una maggiore stabilità. L’euro ha
contribuito all’integrazione europea e la ha rinforzata, ben al di là
delle questioni economiche.L’economia greca sprofonda vertiginosamente
Senza dubbio in questo momento ci troviamo
di fronte a scelte difficili. In Paesi come la Grecia, fino ad oggi
ci sono stati soltanto degli sforzi di risanamento insufficienti. Questo
erode la fiducia delle persone e dei mercati nei confronti della nostra
moneta unica. Il governo greco deve sapere che noi concederemo gli aiuti
programmati a condizione che la Grecia si impegni ad attuare le riforme.
Fondamentalmente vale: per stabilizzare l’euro, bisogna anche eliminare
rapidamente il divieto di pensare a certe misure. Perciò va preso in
considerazione anche un fallimento ordinato della Grecia, qualora ci
fossero gli strumenti necessari a disposizione.
L’Europa non cresce attraverso
una moltitudine di organi centralizzati
Inoltre, anche le regole per la nostra
moneta unica dovranno essere rideterminate in maniera duratura. Importanti
strumenti di stabilizzazione dei primi anni, ad esempio i parametri
di Maastricht, sono stati ammorbiditi irresponsabilmente dal governo
della coalizione dell’SPD e dei Verdi. Si possono avere soluzioni durature
solo se stabilizzeremo l’euro per quanto riguarda questo punto fondamentale.
Le misure a breve termine necessarie per il salvataggio dell’euro e
il meccanismo di stabilizzazione sono quindi soltanto un primo passo.
Non sostituiscono un obiettivo di integrazione a lungo termine che può
fondarsi sulla fiducia duratura nell’euro. La questione cruciale è:
come potremo raggiungere un maggior livello di integrazione?
Molti – che non appartengono all’area
cristiano-democratica – rispondono a questa domanda riponendo la loro
sorprendente fiducia nei confronti di una pianificazione europea centralizzata
e di un controllo alla giornata. Chi dunque pensa soltanto a nuove istituzioni
come un governo economico europeo, riscrive gli errori del passato.
L’Europa non cresce attraverso una moltitudine di organi centralizzati,
ma attraverso delle convinzioni fondamentali comuni.
L’Europa ha bisogno di un codice
di stabilità
Abbiamo bisogno di un consenso sui
valori che costruiranno nel lungo periodo un’economia ed una finanza
europee. L’Europa deve basarsi su un principio fondamentale di ordine
politico per poter resistere stabilmente anche alle tempeste. Questo
non include soltanto l’obiettivo della stabilità del livello dei prezzi,
ma anche la competitività e la solidità fiscale. La radice della cultura
di stabilità negli Stati membri è essenziale in prospettiva di una
costituzione economica e finanziaria.
Io sono per un’Europa della democrazia
e della sussidiarietà e contro un’Europa dall’alto. La Spagna
in questi giorni ha dimostrato con l’ancoraggio ad un tetto per l’indebitamento,
che è possibile compiere progressi responsabilmente. Ogni Stato membro
è invitato a seguire questa strada. L’Europa ha bisogno di un codice
di stabilità che gli Stati membri devono far passare negli ordinamenti
nazionali e nelle proprie politiche economiche e finanziarie. Ne consegue
che possono essere stabilite delle regole solide e dei meccanismi sanzionatori
democraticamente legittimati.
Abbiamo bisogno di procedure
sanzionatorie vincolanti
Sulla strada dell’unione di stabilità
la pressione dei mercati gioca un ruolo decisivo. I differenziali del
tasso d’interesse sui titoli di Stato promuovono la disciplina fiscale.
In particolare non ci devono essere eurobond e con questi nemmeno
una messa in comune del debito. Noi abbiamo bisogno di procedure sanzionatorie
vincolanti. Dove possibile, deve essere stabilito un sistema automatico
di sanzioni per scongiurare il pericolo di diluizioni politiche. Per
le violazioni, ci devono essere vincoli rigidi, come un’approvazione
condizionata all’erogazione dei fondi comunitari dei fondi strutturali.
Per le continue violazioni non deve necessariamente più essere un tabù
la revoca temporanea del diritto di voto nel Consiglio dei ministri
dell’UE.
Abbiamo bisogno anche della possibilità
di un default ordinato degli Stati. Precisamente il termine da usare
è “risolvenza”, perché l’obiettivo di questo processo
è quello di ripristinare il funzionamento dello Stato interessato,
eventualmente anche attraverso la limitazione temporanea della propria
sovranità. Il processo di risolvenza dovrebbe essere guidato da un
organismo indipendente, ad esempio un Meccanismo di Stabilizzazione
sviluppato (MSS) che sarebbe quindi una sorta di Fondo Monetario Internazionale.
Elementi importanti sono delle regole
oggettive per la determinazione della sostenibilità del debito,
una chiara prospettiva di risanamento per l’economia colpita attraverso
un programma di ristrutturazione e, ad esempio, il prolungamento automatico
della durata di validità del debito pubblico. Diventa sostanziale anche
un coinvolgimento dei creditori privati. Il percorso di risolvenza degli
Stati è solo l’ultima spiaggia, ma deve essere determinato con un anticipo
credibile. L’Europa è a un bivio. Ora si oppone al centralismo un’Europa
delle persone, dei valori e delle regole. L’Europa della razionalità
economica. Questo è il nostro futuro.
L’autore è il Ministro Federale
dell’Economia della Repubblica Federale Tedesca
Fonte: Europa braucht ein Insolvenzverfahren für Staaten
11.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di EULALIA