DI MATT O’BRIEN
Meglio fallire che far parte dell’eurozona. La camicia di forza dell’euro trasforma i problemi comuni in problemi straordinari, e i problemi straordinari in problemi storici. L’euro è un dio capriccioso, punisce sia i santi che i peccatori.
Meglio fallire che far parte dell’Eurozona. E’ quanto meno il caso della Finlandia e dell’Olanda le quali, a partire dal 2007, sono cresciute meno dell’Islanda. Questo paese era fallito, nel 2008. E’ decisamente il caso di ricordarlo.
E’ vero che Finlandia ed Olanda hanno avuto la loro giusta razione di problemi economici, ma questi avrebbero dovuto essere del tutto gestibili. Nessuno dei due paesi è un caso disperato, ed entrambi hanno fatto quello che dovevano fare. Hanno seguito le regole … ed il risultato è stato una catastrofe.
Questo perché l’euro una catastrofe lo è già di per sé. O, se vogliamo essere educati, “la moneta comune è imperfetta, ed essendo imperfetta è fragile, vulnerabile e non dà tutti quei vantaggi che invece avrebbe potuto dare”. Quello fra virgolette è il verdetto emanato Giovedì scorso dal Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.
E allora, cos’è successo a questi due paesi?
Beh, senza scavare troppo in profondità, non è esagerato sostenere che è stata la Apple a mettere in ginocchio l’economia finlandese. I suoi prodotti più esportati sono i telefoni della Nokia e la carta [il legno e tutti i suoi tutti i derivati] ma, come ha sostenuto l’ex Primo Ministro di quel paese, Alex Stubb, l’i-Phone ha ucciso il suo predecessore [i telefoni portatili della Nokia], e sarà ucciso a sua volta dall’i-Pad.
Ora, il modo normale per superare i problemi sarebbe quello di tagliare i costi attraverso la svalutazione della moneta, se non fosse che la Finlandia una moneta da svalutare non ce l’ha più. Ha l’euro.
E così, per ridurre i costi, invece di svalutare la moneta ha dovuto tagliare i salari, provocando ulteriori danni economici perché, per convincere le persone ad accettare il taglio dei salariali, è necessario prima licenziare [il riferimento è alla riduzione dei consumi generato dai tagli salariali].
Il risultato? La recessione più lunga a memoria d’uomo, più lunga anche della grande depressione finlandese dei primi anni ‘90. Le regole dell’Eurozona, naturalmente, non hanno aiutato, costringendo il governo finlandese a tagliare, contemporaneamente alla crisi, il bilancio dello stato.
Quella dell’Olanda è invece un’altra storia. I beni che produce sono più che competitivi all’estero – il suo surplus commerciale è di un assurdo 10% del Pil – ma la sua spesa domestica è un autentico problema [consumi delle famiglie].
L’Olanda è stata oggetto di un’enorme bolla immobiliare (alimentata, in parte, dalla totale deducibilità fiscale degli interessi) che si è sgonfiata, nel frattempo, di circa il 20%. Quel che resta alle famiglie olandesi è un livello d’indebitamento più grande rispetto a quello di qualsiasi altra famiglia dell’Eurozona. Oltre a questo, c’è stata la solita austerità ad ostacolare la ripresa, ammesso che una ripresa possa mai esserci.
La dimensione dell’economia olandese, in effetti, è un po’ più piccola, alla fine del 2014, di quanto lo fosse alla fine del 2007 [si è ridotta dello 0.3%]. L’economia olandese, quindi, pur in una situazione migliore rispetto a quella finlandese (la cui economia si è ridotta del 5.2%, nello stesso periodo), è comunque in ritardo rispetto a quella islandese, che è cresciuta del 1,1%.
Ora, è davvero difficile far peggio di quanto a suo tempo abbia fatto l’Islanda. Aveva trasformato la sua economia in una specie di hedge-fund, che nel 2008 è miseramente crollato. Le sue banche erano insolventi, il suo governo si è salvato grazie ad un intervento esterno [bail-out] e la sua moneta è crollata del 60%.
Non solo. Tra il 2009 e il 2014 l’Islanda ha fatto quasi il doppio di austerità rispetto all’Olanda, e di ben 12 volte rispetto alla Finlandia. E, come se questo non bastasse, la geremiade [discorso lungo e lamentoso] economica dell’Islanda comprendeva anche un alto indebitamento delle famiglie e il controllo sui capitali, per impedire che le persone potessero spostare i soldi fuori dal paese.
Ma, nonostante tutte queste misure, l’economia islandese è riuscita a sopravanzare sia quella finlandese che olandese. Com’è stato possibile? Ebbene sì, l’Islanda non ha l’euro. Ha una propria moneta, la corona.
E, per quanto la gente d’Islanda avesse perso molto del suo potere d’acquisto sui beni importati, quando la corona si è svalutata del 60%, tutto questo ha aiutato l’economia islandese, rendendo i suoi prodotti più competitivi all’estero. Questo è stato sufficiente perché una brutta recessione non si trasformasse in una vera e propria depressione.
L’euro, invece, ha fatto il contrario.
I paesi membri non possono svalutare le loro monete, o tagliare i loro tassi d’interesse, o anche spendere un po’ di più, quando si trovano nei guai. E quindi restano in difficoltà. Tutto quello che possono fare è tagliare i salari e le spese. Il taglio dei salari, quindi, è da intendere più che altro come una specie di penitenza per qualsiasi trasgressione economica un paese possa aver commesso … oppure no [palese il riferimento a Finlandia e Olanda]
La camicia di forza dell’euro, in altre parole, trasforma i problemi comuni in problemi straordinari (Finlandia), e i problemi straordinari in problemi storici (Grecia). Questo è quello che può capitare, se non si seguono le regole.
L’euro è un dio capriccioso, punisce sia i peccatori che i santi.
Fonte: www.washingtonpost.com
17.07.2015
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO
Fra parentesi tonda ( … ) le note dell’Autore
Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore
La traduzione è abbastanza buona, complimenti. Tuttavia inviterei il traduttore a limitarsi a tradurre astenendosi dal commentare i passaggi del testo. Bisogna dare fiducia al lettore e tenere a bada il nostro mostriciattolo didattico 😉
Un articolo che offre visuali interessanti sul sistema euro.
Bravo, Bravo, Bravo! [riferito al traduttore per la scelta del pezzo, per la passione
nella traduzione e per la chiarezza]
Grazie per l’"abbastanza buona" riferita alla traduzione. In effetti l’ho fatta in solo mezz’ora, pressato dal mio cagnolino che insisteva per andare a fare può intuire che cosa.
L’Euro in se non è il vero problema. Piuttosto va considerato che la classe politica alla guida di questa moneta(Merkel compresa), ha la stessa capacità, visione di prospettiva ed intelligenza(nonostante gli studi) del classe politica a livello nazionale. Ergo, ogni tipo di difficoltà anzichè risolversi in tempi ragionevoli si estende nel tempo peggiorandone addirittura la situazione iniziale. Il politico essendo un soggetto effeminato(portato a salvaguardare l’apparenza), considera risolutiva ogni azione che porti benefici nel breve periodo. Ha interesse ad avere il consenso della gente che lo ha votato e quindi visto il "substrato disponibile" opera secondo schemi che ne aumentino la propria visibilità a prescindere dalle effettive capacità. Pur rimanendo dell’idea che solo chi sta in "alto" dovrebbe governare, in quanto a conoscenza di aspetti che chi non opera in tal senso non conosce e non può conoscere per ovvie ragioni, mi rendo conto che il periodo storico stesso in cui viviamo, non può consentire che ciò avvenga: il populino effeminato stesso punta alla parità sociale/di genere come unico obbiettivo(La Francia è stata condannata dall’euro gruppo per aver deciso di mantenere le punizioni corporali come metodo educativo, l’italia più effeminata le ha bandite per legge, ma le usa lo stesso perchè ne riconosce la validità). Senza l’Euro non significa vivere certamente meglio, ma forse se ne può limitare i danni che questo può ancora produrre nel prossimo futuro.
Veramente la traduzione è corretta e le note del traduttore sono utili.
"…..pressato dal mio cagnolino che insisteva per andare a fare può intuire che cosa.
Se mi permette esprimo un parere generico in proposito(che ovviamente può anche ignorare perchè come si dice a casa mia "ognuno faccia il proprio mestiere che ne ha a sufficienza se pensa a farlo bene": un concetto che come tanti oggi giorno ha perso purtroppo il suo vero significato), concordo sul fatto che le note possono essere anche di chiarimento per il lettore inesperto e non devono essere viste come un limite, purchè se ne evidenzi l’estraneità dal pezzo originale.
Premesso che 10 madrelingua farebbero 10 traduzioni diverse (e voglio proprio vedere chi può affermare il contrario), a mio avviso il lavoro che è stato fatto è corretto. Grazie per il tempo che ha impiegato.
Concordo, le note consentono di comprendere meglio termini a volte ostici.
Al limite, uno le salta, se dovessero disturbare.
Quando ci si esprime può capitare di "scivolare" in qualche concetto non troppo astratto, o che magari proprio perchè astratto(inteso in questo caso come "riflettere") può essere interpretato da chi legge in modo offensivo. Per uno come me, che punta alla sostanza e meno all’apparenza e che userebbe negro al posto di nero e vacca al posto di mucca, certe espressioni non toccano minimamente quando motivate/giustificate e la direzione di questo sito(che punta credo alla libertà di espressione a differenza di tanti altri), credo/spero che ne terrà conto.
Wow, per una cosa fatta in mezz’ora è "veramente" buona, altro che "abbastanza".
Si potrebbe fare meglio? Si potrebbero rendere certe espressioni tipicamente anglo-sassoni e cercare un corripondente giro di parole italiano?
Sì, certo. E Franco stesso lo potrebbe fare, se lo pagassero a tempo pieno.
E laddove invece che articoli fossero opere d’arte, che meritano cura anche nella più piccola sfumatura di senso.
Ma sono "solo" giornalismo: raramente sono da immortalare nei pantheon della letteratura.
In compenso li gradiamo tempestivi. E comprensibili.
Quindi anche le note di contesto ci stanno tutte. Sebbene possano risultare ridondanti per Tizio-economista in questo articolo o per Caio-tecnofilo nell’altro articolo o per Sempronio-che-parla-tanto-bene-l’inglese nell’altro ancora.
per me, percettore di reddito da lavoro,che differenza fa se si svaluta la moneta per essere competitivi e si lascia salire l inflazione oppure si tagliano salari e spese pubbliche?
L’educazione è un concetto un po’ troppo personale per assurgere a discrimine: "libertà ma solo se educata" è poco sensata come regola.
La mia educazione è sicuramente diversa da quella di sotis, io sono inevitabilmente più suscettibile su qualcosa e più tollerante su altro. Quale delle due educazioni eleggiamo a fondamento della modalità di replica accettabile su CDC? La mia o quella di sotis?
Se proprio dovessi proporre una postilla a "libertà d’espressione" aggiungerei "ma solo se meditata".
E la libertà d’espressione è una strada a due sensi. Sottintende la possibilità di replica. Usarla significa mettere in conto una risposta. E accettarla con la stessa liberalità colla quale si ha offerto il proprio, di pensiero.
p.s.:
proprio in una chiamata alla libertà di espressione, io eviterei locuzioni come "in assoluto", "non deve essere usata", "libertà, ma solo se".
Capisco … ma io mi riferivo solamente alle parole non ai concetti Se comunque lei ritiene che su questo sito si possano mandare a cagare le persone vedrò, se necessario, di adeguarmi allo stile.
CDC è un
blog divulgativo e luogo di discussione e approfondimento che, per le
traduzioni, si regge sulla buona volontà di qualche volenteroso utente.
Pretendere perciò l’eccellenza nelle traduzioni di un Cesare Pavese, per di più
con articoli di tecnica bancaria e finanziaria, è semplicemente un assurdo.
Sia perciò
gloria a Franco che, del tutto gratuitamente, ci offre il suo lavoro di
paziente ricerca di quanto può essere interessante e una più che buona
traduzione accompagnata da personali sintetiche spiegazioni o rimandi diretti a
chi non conosce appieno certi argomenti.
Il tutto con
evidenza non effettuato col traduttore automatico ma con l’eventuale aiuto del dizionario
e, nota di merito particolare, rileggendosi poi il testo per espungere
eventuali errori grammaticali e perfino di punteggiatura. Cosa che neppure grandi firme del migliore giornalismo fanno con regolarità.
Un sincero e
sentito grazie
Normalmente l’inflazione ufficializzata forza il governante a qualche forma di recupero della medesima. Perché "tutti sanno" che l’inflazione c’è, che i prezzi salgono, e che gli stipendi che non si adeguano sono facilmente calcolabili come [perdita del] potere d’acquisto.
Tagli di salari e spese pubbliche sono invece provvedimenti considerati correttivi di precedenti inefficenze o "spendacciosità": il taglio non viene visto come perdita del potere d’acquisto, ma come "giustizia". E non ne è previsto il recupero.
Quindi chi protesta per il suo diminuito potere d’acquisto, si vede rispondere che difende privilegi ingiusti.
Questo perché hai chiesto cosa cambia dal punto di vista del percettore di reddito.
Economicamente cambia che l’inflazione rende il paese più competitivo, circolano più soldi, i consumi continuano e rendono ancora più fluida la circolazione, e questo circuito virtuoso permette gli adeguamenti salariali.
I tagli (o "riforme") in teoria rendono più competitivo il paese, ma in pratica deprimono i consumi per il minore potere d’acquisto (a fronte dell’aumento dei costi perché un minimo di inflazione c’è comunque e le nuove tasse visibili/occulte che i tagli comportano).
In pratica i soldi in più della aumentata competitività non finiscono in tutte le tasche, ma in ALCUNE tasche: quelle che tipicamente non hanno impatto sul consumo (perché hanno già tutto o perché i loro consumi, per quanto lussuosi, non controbilanciano i mancati consumi dei "poveracci"). Non si sente la pressione sociale a redistribuire questi "nuovi" profitti perché "tanto non c’è inflazione".
Quindi l’economia non si "rimette in moto". In tempi di stagnazione i risparmiatori (e le banche) stringono i cordoni, non investono e rimandano a tempi migliori, inoltre non sono pressati dal fatto che ciò che oggi costa 10 domani potrebbe costare 15, perché l’inflazione è quasi ferma.
Una spirale recessiva (che in teoria non dovrebbe verificarsi, ma in pratica è una costante) in cui il tuo stipendio NON è una variabile presa in considerazione nei calcoli di come sta andando l’economia: se non c’è inflazione, il tuo stipendio bloccato DOVREBBE farti vivere come al solito. Poi arrivano le statistiche sulle soglie di povertà, le aziende che chiudono, ecc. Ma sono prove INDIRETTE che il problema sono i salari troppo bassi, vengono rigettate.
In definitiva tu, il tuo stipendio, la tua possibilità di arrivare a fine mese, venite ignorati. Finché non scendete in piazza a farvi bastonare.
Mi scuso. Quella di andare con il mio cagnolino voleva solo essere un’espressione simpatica, senz’altro non riuscita. Non si adegui, quindi, ma mi sia superiore.
Ringrazio tutti delle parole di stima che state usando nei miei riguardi, e che estendo senz’altro a tutto il formidabile team dei traduttori, anche se io non rappresento nessuno.
Se lei si trova bene "adeguandosi", faccia. Forse le torna congeniale?
Ribadisco che non trovo opportuna una regola del tipo "libertà ma solo se educata", perché ambigua come interpretazione, difficilmente applicabile.
In quanto contrario a questa "regola" dovrebbe essere intuitivo che sono anche contrario a decretare che "su questo sito si possano mandare a" ecc (pensiero che non ho manifestato e che lei mi attribuisce, usando una fallacia logica del tipo "piano inclinato")
Ripeto anche: il confronto è a doppio senso di marcia. Per me, nulla osta a rispondere per le rime. E assumersene la responsabilità nel prosieguo del confronto.
Peraltro le sottolineo che il termine "ca..re" l’ha usato solo lei. Per cui trovo improprio quel "mi riferivo alle parole, non ai concetti".
Il concetto originale era chiaro ma le parole erano formalmente educate.
Quindi? Si riferiva alla maleducazione "di concetto" o "di parola"?
En passant le ricordo che illustri letterati e pensatori hanno fatto ricorso all’insulto diretto, ma ammantato di una forma non volgare.
Alcuni esempi:
"Invitarlo a rendersi soggetto passivo e malamente consenziente di atti di sodomia"
"Un vessillifero dei simboli d’infedeltà coniugale"
E non mi risulta che Umberto Eco, il primo esempio, e (mi pare) Carducci siano noti come maleducati.
Trovo invece ammirevole la capacità di usare, occasionalmente, una elegante perifrasi per esprimere un concetto basso senza abbassarsi.
Cosa che rientra nelle possibilità di stile del nostro traduttore (e non nelle sue, che invece ne deriva solo una licenza di scurrilità).
Ma, come dicevasi, questa è la MIA sensibilità su cosa sia educato e cosa no. Non le chiedo certo di sottomettersi a questa sensibilità INDIVIDUALE.
Non è meraviglioso come siamo tutti diversi?
E, proprio le riesce impossibile intravedere le difficoltà di decidere una volta e per tutta cosa sia educato e cosa no?
Il solo fatto che Draghi sostenga che “la moneta comune è imperfetta, ed essendo imperfetta è fragile, vulnerabile e non dà tutti quei vantaggi che invece avrebbe potuto dare", dovrebbe fare riflettere.
Avete capito bene Draghi dice che l’euro non va bene. C’è da fidarsi.
Il solo fatto che Draghi sostenga che “la moneta comune è imperfetta, ed essendo imperfetta è fragile, vulnerabile e non dà tutti quei vantaggi che invece avrebbe potuto dare", dovrebbe fare riflettere.
Avete capito bene Draghi dice che l’euro non va bene. C’è da fidarsi.
Vi leggo da anni.
E’ destino che oggi debba
proprio arrabbiarmi. Le note sulle mie traduzioni sono SOLO ESPLICATIVE, di una
parola, di un acronimo, di un concetto (quando, trasferendolo in lingua
italiana, si rischia di perdere qualcosa), ma non esprimono assolutamente le
mie opinioni. Tant’è vero che quando commento (anche se ormai s’è capito) uso
un altro nickname e soprattutto un altro spazio (quello dei commenti, quindi, e
non quello riservato alla traduzione).
Se l’autore usa il termine “geremiadi”,
o cambio parola (ma tradirei l’autore, perché il suo stile viene reso anche
dalle parole che egli usa), oppure inserisco una nota esplicativa, perché non
tutti hanno fatto il liceo classico come lei, mentre io vorrei tradurre per
tutti.
Diverso il caso se la nota
avesse contestato l’espressione usata dall’autore, perché in questo caso sì che
avrei interferito, esprimendo una mia opinione. MA IO NON L’HO MAI FATTO IN
NESSUNA DELLE CENTINAIA DI TRADUZIONI CHE HO INVIATO ANCHE AD ALTRI SITI, con
ampia facoltà di smentita da parte sua.
Sa, una parola fuori posto può
anche scapparci, soprattutto a caldo, ma accusarmi freddamente di scarsa
professionalità, perché è questo che lei sta facendo, è un qualcosa di
offensivo, presuntuoso e arrogante. Traduca lei, poi mi divertirò io a farle le
pulci.
Che poi il livello qualitativo
delle traduzioni di questo sito negli ultimi tempi si sia abbassato, in
particolare per colpa mia, bè, che posso dire? Prendo atto. Come prendo atto di
tutte le volte che queste vengono riprese dagli altri siti ed anche da un paio
di quotidiani nazionali (che si guardano bene dal nominarmi ma …), come anche
del fatto che altri gestori mi chiedono costantemente di tradurre per loro,
evidentemente apprezzando questo mio hobby (sono un pensionato, non un
professionista). Dia comunque un’occhiata anche alle traduzioni proposte dagli
altri siti, poi faccia il paragone. Chissà, forse cambia idea.
Ho ecceduto all’inizio, non lo
farò in chiusura trattandola come lei pur meriterebbe. Le hanno già risposto in
tanti. Io mi rimetto alla redazione, se il problema sono io …
P.S. Ammetto, comunque, che
sarebbe meglio inserire una nota, [1] [2] etc, e poi commentare in coda. Così
facevo, una volta, ma, essendo più vicino ai 70 che ai 60, a volte arrivo in
coda all’articolo che sono un po’ stanco.
Un ringraziamento a tutti gli stronzi che fanno passare la voglia alla gente di cooperare GRATUITAMENTE su questo sito. Se siete capaci a fare di meglio muovete il culo e traducete qualcosa anche voi, poi vediamo come viene.
L’unico commento che mi viene da fare a riguardo del suo sfogo, sta nel fatto che fare una cosa GRATUITAMENTE, come puntualizza lei, non autorizza nessuno a farla male. Se poi nel caso specifico si considera che come lei ribadisce più volte è una libera scelta, significa anche che all’autore/traduttore dovrebbe venire spontaneo metterci tutto l’impegno e la professionalità di cui lui dispone.
Perché, le risulta che qualcuno, nel tradurre, seppur volontario, non ci metta tutto l’impegno e la professionalità di cui dispone? Guardi, questo sito ha migliaia e migliaia di lettori, vi lamentate solo in tre. Tre somari e tre briganti sulla strada di Girgenti … Non si offenda, è una vecchia canzone cantata da Modugno, Franchi & Ingrassia. Se ha i miei anni, li ricorderà senz’altro. Buona notte.
Ti prego di prendere un respirone e di riflettere bene su due concetti: noi ci identifichiamo sempre in quel che facciamo ma non siamo quello che facciamo. Facciamo quello che siamo. Nel momento in cui "l’ente" è da noi realizzato, va nel mondo, viene sempre "disturbato", "inquinato", per ciò nell’istante in cui esce da noi, già non ci rappresenta più.
Se poi pubblichi anche gratis in un blog "libero", il luogo, il contesto, è obbligatoriamente gremito da istanze (cioè individui che in quel momento) per milioni di motivi rappresentano il meglio dell’imbecillità umana. Poi magari si ripigliano e tornano saggi e intelligenti (ok, non tutti, non sempre, ma non è che uno deve stare imbecille una vita per editto divino, anche per caso di tanto in tanto può smentirsi) ma non si può davvero pretendere di più, per esempio che vi sia la comprensione universale. A prescindere dal prodotto.
Fai un opera impagabile, di qualità e gratuita, questo è evidente. Sinceramente non puoi che ricevere per questo stima e il massimo della gratitudine ed è giusto che sia da te attesa, se non anche pretesa come moneta di compensazione, come (ap)pagamento.
Ma filtra per l’amor del cielo, ignorando quanti non capiscono per propri limiti (un pochetto eccessivi). Filtra per infiniti motivi, tra cui (cito i primi che mi vengono in mente): migliora la tua salute, migliora quello che gli altri pensano di te, da meno sponda ai provocatori, ti da la forza per continuare.
Accendi in te un pensiero che valorizza quanti ti stimano senza riserve, rinuncia a lottare contro quanti ti svalorizzano. Perché la forza che impiegi, almeno in parte, torna sempre indietro.
Perchè mai dovrei offendermi?!? Non so se ho i suoi anni, ma ne ho compiuti 50 proprio qualche giorno fa; la canzone la conosco(non tutta, solo il ritornello). In ogni caso Buona notte anche a lei.
Leggere anche le due righe successive no?
"Ora, il modo normale per superare i problemi sarebbe quello di tagliare i
costi attraverso la svalutazione della moneta, se non fosse che la
Finlandia una moneta da svalutare non ce l’ha più. Ha l’euro."