LETTERA APERTA AI TESSERATI E AI SIMPATIZZANTI DEL PD

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DI EUGENIO ORSO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Premetto, per estrema trasparenza e doverosa onestà, che a quelli come voi non mi rivolgo molto volentieri. Per quale motivo? Perché avete supportato una forza che è del tutto interna al partito unico della riproduzione neocapitalistica, controllato dalle élite finanziarie e dagli interessi sovrani della grande finanza, una forza politica subdominante che ha agito contro gli interessi del paese e il cui compito, assegnatogli dai nuovi padroni, è quello di imbrogliare e di imbrigliare le masse. Tuttavia ritengo necessario, in questo momento storico di eccezionale gravità, lanciare un appello almeno ad una parte di voi, quella parte che non è in aperta malafede, che non è completamente idiotizzata, che non è legata a doppio filo all’apparato del partito per patologie identitarie o per ricatto economico, che non sfrutta le organizzazioni burocratiche del pd e il suo potere politico e economico esclusivamente per fini di arricchimento e affermazione personale. L’appello in questione è rivolto anche ai tesserati della cgil, che rappresenta il braccio sindacale imprescindibile del pd-centro sinistra e che ha lo specifico compito di far passare senza scossoni sociali le controriforme neoliberiste a scapito dei lavoratori e dei loro diritti.

Una storia decisamente beffarda ha traghettato i comunisti – e con loro tutta la sinistra – da una sponda all’altra del Conflitto sociale, trasformandoli nei peggiori scherani di questo capitalismo. Un capitalismo profondamente diverso da quello del secondo millennio, che si fa di creazione del valore finanziario, di oppressione e manipolazione scientifica delle masse, di esclusione progressiva delle stesse dal potere politico e dalle “stanze dei bottoni” dell’economia (l’unione europide, con i suoi trattati-capestro e i governi “tecnici” imposti ai paesi né è un esempio), di riduzione dei dominati – dei quali anche voi fate ampiamente parte – a mero fattore di lavoro, che la classe globale neodominante può sottopagare, usare e gettare a suo piacimento.

Grazie alla diffusione dei precetti dell’ideologia neoliberista, acriticamente recepiti dal pd-cs, grazie al controllo sopranazionale (vedi l’eurounionismo strangolante difeso dal pd) e al dominio incontrastato del Mercato, che si sostituisce alla politica, siamo giunti a questo punto. I vostri capi di partito non stanno facendo politica, né i vostri capoccia sindacali difendono i lavoratori e i loro diritti, perché sanno bene che le linee di politica strategica da trasformare in leggi, decreti e finanziarie sono di competenza degli uffici dei poteri esterni che li manovrano (bce, ue, fmi), ma semplicemente assumono il ruolo, miserando e abbietto, di kapò di quel grande campo di concentramento e sperimentazione che sta diventando l’Italia.

Euro, liberismo economico, dominio assoluto della finanza, compressione dei diritti dei lavoratori non si discutono, e infatti i vostri capi non si permettono di metterli in discussione, abbassando regolarmente la testa davanti ai diktat dei potenti organismi sopranazionali che decidono il destino del paese. Il fatto che per anni, lungo la catena involutiva pds-ds-pd, l’Italia ha perso progressivamente la sovranità monetaria, quella politica e addirittura la sovranità fiscale, finendo nella fossa dell’eurozona, ha depotenziato la vostra “classe dirigente” – che non fa politica, men che meno per passione, e non decide veramente le sorti del paese, ma obbedisce agli ordini dei poteri esterni – al punto da ridurla nello stato penoso, e per qualche verso comatoso, che tutti voi, oggi, potete facilmente osservare.

Hanno cercato di farvi bere qualsiasi cosa, anche la più assurda – ad esempio il “grande sogno europeista” degli stati uniti d’Europa, per nascondere i veri scopi dell’euro, o le meraviglie offerte da una democrazia liberale rispettosa dei “diritti umani”, che però, con pretesti speciosi, ha distrutto interi paesi, come l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria – e ci sono riusciti benissimo, da quel che sembra. Tutto questo mentre favorivano la svendita del patrimonio e la demolizione della struttura produttiva nazionale, mentre diffondevano il precariato lavorativo ed esistenziale, tagliavano pensioni e redditi da lavoro, dissipavano i risparmi di generazioni d’italiani a beneficio dei grandi “prenditori” finanziari. Trasformazioni epocali in peggio si sono susseguite dalla fine dello scorso secolo, nel solco della globalizzazione neoliberista e del processo d’integrazione europide, e di questo anche voi, in buona misura, avete fatto le spese, pur sostenendo e giustificando un simile sistema. Siete vittime e corresponsabili, nello stesso tempo, dell’involuzione subita dalla sinistra durante l’ultimo ventennio.

Le bandiere che furono di Lenin, di Gramsci e di Togliatti i vostri capi le hanno gettate alle ortiche, assieme alla vostra storia, e si sono riciclati senza vergogna come alfieri e portabandiera della liberaldemocrazia e dei mercati. Avreste dovuto avere un coraggio che vi è completamente mancato, nel resistere alle trasformazioni in senso neocapitalista nella società e nel vostro mondo politico, mantenendo vivi e contrapponendo all’ultraliberismo, all’individualismo disgregante, alla fregola liberista dei vostri stessi dirigenti, l’intransigenza politica rivoluzionaria, la solidarietà classista, l’etica comunitaria, in una parola, la Resistenza.

La Resistenza, sinonimo di dignità, di coraggio e di rispetto di sé, che è completamente mancata davanti alle lusinghe, ai condizionamenti e alle minacce di un sistema di potere assolutistico, antietico, socialmente neofeudale e falsamente rispettoso dei diritti naturali dell’uomo, Un sistema al quale, nei fatti e nei comportamenti politici, vi siete venduti ricevendo in cambio qualche sparuto osso, gettato sotto il tavolo, alcuni calci e molte cocenti delusioni. Come sempre accade nella storia, ora i nodi stanno venendo al pettine. La realtà inizia a mostrare il suo volto più crudo e peggiore. Quello vero, finalmente, che corrisponde a sei milioni fra disoccupati e inoccupati, a svariati milioni di famiglie povere e di pensionati alla canna del gas, alle prospettive di declino e di “rigore” economico per tutti come unico esito. Le menzogne che i vostri capi hanno diffuso propagandisticamente, per nascondere il loro servaggio nei confronti delle élite finanziarie europidi e internazionalizzate, iniziano ad apparire come tali, forse anche a voi stessi che siete comunque interni a quel mondo, fatto di doppiezza, tradimento degli ideali originari, nascondimento della realtà sociale e degrado etico.

Oggi si parla insistentemente di possibile implosione del pd, dopo le squallide vicende legate all’elezione del nuovo presidente della repubblica e soprattutto dopo la (vergognosa) carica dei 101 contro Prodi, il fondatore. Solo la rielezione di Napolitano, imposta all’intero paese, ha potuto rallentare il rapido processo di decomposizione del vostro partito. Per tutti gli italiani onesti, integri, dotati di raziocinio e di senso della giustizia, per tutti coloro che desiderano la liberazione del paese dai poteri esterni e dai collaborazionisti di questi poteri, per quelli che vogliono riprendere in mano in loro futuro, la fine del “partito di plastica” e della sinistra neoliberale al servizio delle oligarchie finanziarie potrebbe dischiudere prospettive nuove, finalmente positive e di grande portata storica. E per voi? Per voi che persistete nell’errore, per voi che solo all’ultimo minuto stracciate le tessere, per voi che votate come pecoroni alle primarie americaneggianti con un vincitore già deciso, per voi che inveite contro una “classe dirigente” del partito come se fosse la sola responsabile del disastro, per tutti voi cosa potrà significare un fallimento di tal entità?

Quale lezione potrete trarre dallo smascheramento di una sinistra vile – la vostra – succube del capitale finanziario, adusa a imbrogliare le masse per servire il padrone straniero, solita a tendere imboscate anche al suo interno? Coloro che vogliono giustificarvi (giornalisti, sociologi, politologi e individui di questa fatta che bazzicano i salotti televisivi), spesso iniziano il discorso sul pd dicendo che dentro c’è anche “tanta brava gente”, intendendo, per difendere l’indifendibile, che c’è del buono anche in questa sinistra. Personalmente io non lo credo. Anzi, ciò che constato mi spinge a credere esattamente l’opposto.

Qualcosa mi dice che questa volta le cose sono andate troppo avanti e la realtà delle masse depauperate, portate all’esasperazione senza alcuna prospettiva futura, spazzerà via, in un modo forse violento ma sicuramente salutare, tutte le balle sulla meravigliosa democrazia occidentale contro il populismo, le fantasie pelose sulla pseudoeuropa dell’unione, le menzogne sulla crescita coniugata al rigore, sullo spread e sulla necessità dei conti in ordine a qualsiasi costo umano e sociale. La riemersione prepotente della realtà sociale, del Conflitto verticale in cui i dominati riprenderanno finalmente l’iniziativa, non potrà che comportare la morte definitiva della vostra sinistra, vigliacca e menzognera, priva di tradizioni – avendole abiurate – e soprattutto ascara dei potentati neocapitalistici. Di colpe ne avete anche voi, anche se non contate o avete un peso relativo nel partito (o nel sindacato), anche se siete semplici tesserati o segretari di piccole sezioni, oppure consiglieri comunali in anonimi comuni di provincia. Tuttavia c’è sempre la speranza che alcuni fra voi, non ancora completamente marciti come la vostra organizzazione politica, si ravvedano, e facciano doverosa ammenda.

C’è sempre la speranza che una parte di voi, per quanto piccola, ammetta gli errori pregressi e se ne assuma le responsabilità, chiudendo senza rimpianti con un passato discutibile e passando dalla parte di coloro che vorrebbero un paese libero, non più in catene come è ora, e uno stato rinnovato fin dalle fondamenta, anche se per ottenerli si dovrà lottare fuori dagli schemi democratici, imposti dalla classe dominante, e si dovrà pronunciare con voce ferma e chiara la parola Rivoluzione.

In fede anticapitalista

Eugenio Orso

23 aprile 2013

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