DI PAOLO FRANCESCHETTI
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Ovvero: alcune differenze tra te, me e i politici in parlamento.
1. Premessa. 2. Breve introduzione al nostro sistema giudiziario e politico con un esempio: il caso Ustica. 3. Il caso Ustica, i politici e la tua vicenda. Analogie e differenze. 4 Riflessioni per un mondo migliore. 5. Il giorno che diventerai ministro della giustizia.
1. Premessa.Caro Renato…
Ti scrivo dopo aver letto la tua risposta a Beppe Grillo, in cui spiegavi la differenza tra te e Mastella, e tra te e Contrada.
Essendo un po’ lunga la divido in capitoli.
2. Breve introduzione al nostro sistema giudiziario e politico, con un esempio: il caso Ustica
La differenza non è solo quella che dici tu. E’ anche un’altra e ti spiego quale è. Te la spiego da avvocato e giurista.
Il punto è che tu sei un delinquente. Hai ucciso diverse persone, poliziotti compresi. Quindi, dal punto di vista giuridico, ti meriti tutti gli ergastoli che hai avuto.
Sto parlando dal punto di vista giuridico, ovviamente. Dal punto di vista morale non ti condanno. Se ero nato a Corleone forse oggi non scriverei queste cose su un blog, e non insegnerei diritto, ma starei cercando di escogitare il modo migliore per far fuori un nemico, un magistrato che sta indagando su di me.
Ora ti spiego la differenza – giuridica ovviamente – tra te e un qualunque politico attuale.
Lascia che ti introduca il nostro sistema politico e giudiziario.
Ustica. Oltre 80 morti ma nessun colpevole.
Moby Prince. 140 morti. Nessun colpevole ma – dicono – è stato un incidente.
Strage di Bologna, piazza della Loggia, Italicus, Georgofili, mostro di Firenze, Vajont, Seveso; migliaia di vittime.
Poi a questi morti dobbiamo sommare centinaia di testimoni di questi processi che sono morti in modo “misterioso” e regolarmente archiviati come incidenti o suicidi.
Ora, noi nel nostro codice penale abbiamo un articolo, il 110, per il quale è delinquente non solo chi preme il grilletto, ma anche chi è complice; chi aiuta a eseguire il delitto, chi si impegna a occultare le prove successivamente, ecc.
Bene, se è vero che nelle stragi italiane non è mai stato trovato il colpevole, è vero anche che questo è dovuto ad una precisa volontà politica in tal senso. Mai un ministro della Giustizia ha fatto una ispezione in una procura perché non aveva indagato bene su una strage, per aver archiviato come suicidio i molteplici casi di morti sospette di testimoni.
Il PM De Magistris e la Forleo sono stati trasferiti e puniti perché hanno commesso alcune “leggerezze” nella loro attività professionale.
Invece i PM che hanno vergognosamente archiviato come suicidi e incidenti tutti i morti di Ustica, del Mostro di Firenze, ecc., non subiranno mai alcuna ispezione.
Ma se è vero – ed è vero, Renato, basta che ti informi un po’… – che c’è stata una precisa volontà politica di non scoprire i veri autori delle stragi, allora è anche vero che la maggior parte dei politici sono complici di questi delitti. E’ vero cioè che c’è un sistema per cui tutti tacciono, conoscendo la verità, perché i loro interessi sono altri. In altre parole, la maggior parte del parlamento, alcuni vertici delle questure e delle procure, costituiscono un immensa associazione a delinquere, finalizzata al mantenimento del potere mediante stragi, omicidi, truffe, inquinamento delle prove, ecc… Potrebbero essere incriminati ai sensi dell’articolo 416 c.p., ma tu hai mai visto un delinquente che si condanna da solo?
3 Il caso Ustica e la tua vicenda. Analogie e differenze.
Dunque tu hai ucciso parecchie persone.
Insieme a te immagino siano stati condannati i tuoi complici. Complice è chi aiuta il delinquente. Il poliziotto che ti aiutò a evadere probabilmente sarà stato, e giustamente, incriminato. I tuoi complici saranno stati imputati ai sensi degli articoli 110 e 416 del codice penale, immagino.
Ora vediamo cosa successe nella vicenda Ustica.
Il 27 giugno del 1980 un DC9 dell’Itavia con 80 persone a bordo si inabissa vicino a Ustica, abbattuto forse da un missile. Sono state fatte varie ipotesi. L’ipotesi di una bomba o di una caduta accidentale non regge se non altro perché durante il processo sono morti decine di testimoni, i militari hanno fatto di tutto per coprire la verità, e durante il processo addirittura hanno cambiato alcune leggi affinché non venissero puniti alcuni dei soggetti responsabili;
ovviamente un simile casino non è ipotizzabile per un banale incidente aereo. Escludendo l’ipotesi dei sassi dal cavalcavia, e escludendo l’ipotesi della collisione con un piccione, rimane l’ipotesi che sia stato abbattuto da apparati dello stato, eserciti o servizi segreti che siano.
Furono oltre 80 morti. Più decine di morti tra i testimoni al processo.
Per questa strage vennero implicati diversi personaggi dell’esercito; ma vennero fatte alcune leggi per depenalizzare i reati commessi da costoro, tra cui quelli di abuso di ufficio e attentato agli organi costituzionali. Fortissima è la responsabilità di Cossiga nella vicenda e del governo in generale.
Le morti dei testimoni vennero archiviate come suicidi o incidenti. Una delle morti più efferate è stata quella di Luciano Petrini, un consulente che stava facendo una perizia sulla morte del colonnello Ferraro; questo colonnello si sarebbe impiccato a un asciugamani del bagno. Lo hanno ammazzato a colpi di portasciugamano, affinché non ci fossero dubbi sulla matrice del delitto. Ma gli inquirenti hanno archiviato la cosa come “omicidio gay”.
Un’altra tragedia nella tragedia è quella di Ramstein, in Germania; due aerei si schiantarono in volo, facendo 69 morti; gli aerei erano condotti da due testimoni della tragedia di Ustica, Naldini e Nutarelli. Uno dei due aerei esplose, e uno dei piloti riuscì a buttarsi col paracadute ma…. Ops, che coincidenza…. Non gli si è aperto il paracadute e il pilota è morto schiantandosi a terra. Il magistrato Priore ha archiviato la cosa, e sai quale è stata la motivazione? Secondo lui doveva essere stato un incidente per forza, a causa della “sproporzione” di fini e mezzi.
Motivazione curiosa no? Evidentemente il PM Priore ravvisa una “proporzione” tra fini e mezzi nell’uccidere gli agenti della scorta di un magistrato, come nel caso di Falcone e Borsellino.
Ravvisa “proporzione” tra fini e mezzi probabilmente anche nello scatenare una guerra in Iraq per interessi economici, o nel far ammalare di tumore i militari con le armi all’uranio impoverito.
Hai mai sentito – che ne so – Bertinotti, o Veltroni, solo per citare due immacolati paladini dei poveri, arrabbiarsi per l’incapacità di risolvere il caso Ustica o un altro qualunque delle stragi italiane? Cercare delle soluzioni? Denunciare quello che sanno? Indagare gli inquirenti collusi? Mandare un ispezione a Priore?
Cossiga è stato anche Presidente della Repubblica. Il magistrato che ha archiviato la morte dei testimoni è considerato un magistrato addirittura “coraggioso”, come l’ho sentito più volte definire. I politici che hanno votato le leggi per proteggere le persone coinvolte nel processo di Ustica sono quasi tutti lì, in parlamento.
Conclusioni: se tu ammazzi qualcuno vai in galera, e con te ci vanno i tuoi complici.
Se apparati dello stato fanno 80 morti, chi ha sparato viene coperto da tutti; se qualche testimone prova a parlare lo uccidono. Se poi malauguratamente viene individuato qualche complice e viene processato, e non hanno fatto in tempo ad ammazzare né il giudice né i testimoni, in mancanza di altro si cambia la legge. E uno dei responsabili, uno di quelli che sa la verità e la tace, coprendo i responsabili, diventa pure Presidente della Repubblica.
Nessuno a loro applicherà mai quegli articoli 110 e 416 del codice penale che però loro applicano agli altri.
Questa situazione è, né più né meno, quello che un tempo succedeva con i re, che applicavano agli altri la legge che gli pareva, ma loro ne erano esenti; così oggi i politici (la casta) sono esenti da pena, ma puniscono duramente chi non appartiene al sistema, come te.
La storia si ripete, e quella di oggi è uguale a quella di secoli fa.
3. Differenze tra te e la maggior parte dei politici.
Bene Renato. Allora veniamo alla differenza tra te e loro che a questo punto comincerà a diventarti chiara.
La prima differenza è che loro hanno ucciso più gente di te. Hanno sulla coscienza tutte le vittime della mafia, delle stragi di stato, i testimoni morti suicidi o in incidenti stradali, hanno sulla coscienza i nostri militari ammalati di tumore per l’uranio impoverito, i milioni di morti per le guerre che vengono scatenate per interessi economici, le migliaia di morti delle catastrofi come quella del Vajont o di Seveso.
In confronto a loro tu sei una mammoletta. Un giglio immacolato.
Per diventare Presidente delle repubblica ci vogliono come minimo 80 morti sulla coscienza, e tu ne hai molti meno.
Per diventare Presidente del Consiglio devi essere iscritto alla P2 come Berlusconi, o a una loggia coperta di San Marino come Prodi, avendo sulla coscienza i crimini commessi da queste associazioni.
Sergio D’Elia, candidato della Rosa nel Pugno, ha ucciso un poliziotto a sangue freddo in una rapina, ed è stato sottosegretario al senato.
Scommetto che questa notizia non la sapevi, vero? Ma come, dirai, tu…anche io ho ucciso dei poliziotti, allora anche io voglio diventare sottosegretario al senato!
No ciccio. Tu non puoi. Tra te e lui c’è una differenza, ma questa differenza io non te la posso spiegare, altrimenti vengono tutti a darmi del complottista e a chiedermi delle prove che, nonostante siano sotto gli occhi di tutti, nessuno vuole vedere..
Altra differenza è che questi rubano tanti soldi, molti più di te. Nel 2006 hanno stanziato con legge 16.000 milioni di euro, di noi contribuenti, che si sono rubati; però non hanno detto che li rubavano, ma hanno detto: “scusate cittadini se vi freghiamo 16.000 milioni di euro; ma li dobbiamo dare ai paesi poveri del Kiribati e del Timor Est, perché noi abbiamo un cuore sensibile e ci dispiace che lì la gente muoia di fame…”
E chissà quanti ne avranno rubati nel 2007. Non ho controllato tanto non mi interessa. Ma tu mica li hai mai rubati in vita tua, sedicimila milioni di euro all’anno, cioè 33.000 miliardi di lire. Per la precisione erano 16.987 mila milioni di euro.
De Magistris ha scoperto che alcuni politici tra cui Prodi con i soldi della comunità europea dovevano costruire dei depuratori invece se li sono pappati tutti e il depuratore non c’era.
E’ stato trasferito De Magistris perché si voleva fare pubblicità mediatica e voleva fare l’eroe. E il problema è stato spostato: il problema non è che abbiamo un Presidente del Consiglio sospettato di aver rubato e colluso con la criminalità organizzata, no… il problema è quello dei magistrati che lavorano in silenzio!!!
Questi qui si sono fatti addirittura una legge per cui il falso in bilancio sostanzialmente non è più punito. Così un imprenditore può rubare milioni di euro al fisco e agli azionisti ma non viene punito. Quindi la differenza è che tu hai rubato poco e sei in galera. Loro rubano tanto, un patrimonio immenso, e sono in parlamento a fare le leggi.
Ancora. Tu non eri pagato da noi. Loro fanno tutto questo stipendiati con soldi nostri. I politici che rubano, i magistrati che non indagano, i servizi segreti che uccidono testimoni… sono pagati da noi.
Di te raccontano che hai tagliato la testa a un testimone; loro sulla testa gli hanno dato dei colpi di portasciugamano; oppure hanno fatto calare sulla testa di 69 persone due aerei interi da svariate tonnellate di peso, ma con soldi nostri. Salvo il portasciugamani, il resto era tutto pagato da noi.
Ah… una precisazione: la storia della testa tagliata è una leggenda metropolitana. Quella del portasciugamani invece è vera. E anche quella dei due aerei caduti, dato che c’è pure il video…
Altra differenza. Tu hai ucciso alla luce del sole. Poi sono venuti a cercarti per portarti in galera, vi siete scontrati, qualcuno ci ha lasciato le pelle. Era una guerra tra te, noi della cosiddetta società civile, e i poliziotti che ci difendevano. Era una guerra aperta. Tu hai rischiato la pelle e la galera. Quelli invece agiscono di nascosto, provocano malori improvvisi, incidenti, oppure fanno scoppiare delle bombe e poi dicono “sono stati i mafiosi, questi cattivi…!!!” Mica lo dicono che sì, sono stati i mafiosi, ma che il tritolo lo hanno procurato i servizi segreti, che il telecomando nella strage di Via D’Amelio è stato azionato dai servizi segreti, che lo stato ha colluso per creare la situazione ambientale più favorevole alla strage.
Altra differenza. Dopo che tu uccidevi, non andavi a prendere in giro le famiglie delle vittime dicendo: “non sono stato io, e lo si deduce chiaramente dalla sproporzione di fini e mezzi”.
Il poliziotto ucciso? Guardi io non c’entro…è stato un omicidio gay”.
“Si è vero ho rubato; ma volevo mandare i soldi ai poveri del Kiribati”.
“Si è vero, il depuratore non c’è, ho ammazzato pure un po’ di persone, ma occupiamoci di problemi seri per favore; il vero problema è che il magistrato deve lavorare in silenzio”.
Tu insomma non hai preso in giro nessuno. Loro si. Lo fanno continuamente.
Mi ricordo quando ti arrestarono sai? Ho nitido il ricordo dell’arresto, con quel cronista che ti chiese “si dichiara prigioniero politico?”. E tu rispondesti “ma non diciamo cazzate!!!”
Ecco quindi un’altra differenza. L’onestà intellettuale, che tu hai. E loro no.
Sia tu che loro siete degli assassini, ma tu lo ammetti, loro no. Tu dici “si, ho ammazzato, ma era una guerra tra me e loro” e la gente pensa “ma questo qui che cazzo sta dicendo? E’ pazzo. E’ un assassino”.
Loro invece dicono “è tempo di cambiare il paese; il paese ha bisogno di speranza”, come ha detto l’immacolato Veltroni al congresso del PD. E giù tutti ad applaudire.
Invece secondo me i pazzi sono loro, e quello sano sei tu.
Io che dico queste cose sono un qualunquista, un pazzo, uno che fa dell’antipolitica, un complottista. Ora, io da solo non posso giudicarmi. Certo però, che non vorrei essere sano come loro.
Ora, ci pensi un attimo al paradosso, Renato? A settembre hanno manomesso la moto, a me e alla mia collega Solange, per tre volte consecutive in una settimana. Nello stesso giorno a me è partito lo sterzo della moto, e a Solange la ruota, più o meno nello stesso momento. Chi ha manomesso lo sterzo dello scooter e la ruota delle due moto, è pagato con i soldi delle mia tasse. E il mandante è pagato, profumatamente, sempre con i soldi delle mia tasse.
Il due di gennaio credo di essere sfuggito a un tentativo di procurarmi un “malore”, in un albergo di Modena. Per fortuna ho degli angeli custodi e sono stato avvertito in tempo e sono scappato di notte dall’albergo. Il tipo che presumibilmente mi doveva fare il lavoretto sarà stato sui trentacinque anni, aveva dei pantaloni mimetici, e un pc a tracolla probabilmente pagato con le mie tasse.
E ci riproveranno ancora, senz’altro. Non subito, perché desterebbe qualche sospetto. Fra qualche mese. Mentre sarò in vacanza, o mentre tornerò da casa di un amico, dopo aver visto un film la sera. Arriveranno in silenzio, senza che io me ne accorga. Diranno ai miei genitori che ho avuto un incidente e apparirà un piccolo trafiletto in cronaca di Viterbo: noto avvocato Viterbese muore per un malore improvviso. Mio padre, che ancora pensa che il problema dell’Italia siano i comunisti, e Berlusconi la salvezza dell’Italia, dirà che in fondo le moto sono pericolose e me la sono cercata. Mia madre invece che la pensa diversamente avrà la certezza di ciò che mi è capitato, specie se magari le recapiteranno una rosa rossa dopo la mia morte.
Ecco la differenza, Renato. Tu non mi avresti mai colpito alle spalle. E avresti lasciato tracce. E avresti avuto difficoltà a colpire una persona disarmata. E poi ammetti quello che hai fatto.
Quelli sono dei vigliacchi; prima uccidono poi vanno ai funerali delle vittime e li piangono pure.
Ti dico un’altra differenza. Loro non hanno limiti. Non ci sono limiti a ciò che possono fare. Possono abbattere un aereo in volo, come nel caso Ustica, nel caso Mattei, nella tragedia di Ramstein. Possono sterminare una popolazione intera. Possono coprire delitti terribili come quelli del mostro di Firenze solo perché sono stati commessi da loro affiliati.
Invece sono sicuro che tu un limite te lo eri dato. Se qualcuno ti avesse proposto di abbattere un aereo in volo con decine di innocenti forse avresti detto di no. Se qualcuno ti avesse proposto di uccidere delle coppiette in un bosco avresti detto di no.
Se ti avessero detto di utilizzare armi che avrebbero fatto nascere bambini deformi penso che avresti detto di no.
Se ti avessero detto che la diga era instabile e poteva uccidere migliaia di persone, come è successo nel disastro del Vajont, penso avresti detto di no.
La differenza tre te e loro possiamo descrverla con le parole del magistrato Priore: tu hai una certa proporzione tra fini e mezzi. Loro invece no.
E mi capirai se dico che in fondo abbiamo una cosa che ci accomuna. Siamo entrambi nemici del sistema. E il sistema cerca di neutralizzarci entrambi. Con metodi diversi, ma siamo due nemici.
Certo ci differenzia il fatto che tu hai rubato. Io no; al massimo non pagavo il biglietto dell’autobus quando all’università non avevo una lira. Qualche tempo fa non ho dichiarato duemila euro che ho preso in contanti; ma in fondo mi sono sbagliato e per errore non ho mai presentato la schede benzina per la detrazione, quindi il mio conto con lo stato è in pareggio.
Tu hai ammazzato. Io mai, ma francamente quando vedo le facce di Veltroni e Pannella, sapendo quello che c’è dietro a ciò che fanno, e non potendolo dire per mancanza delle cosiddette “prove”, allora ti assicuro che i nostri istinti sono uguali.
La differenza tra te e me poi è che tu passavi all’azione e sparavi; io quando ho questi istinti mi siedo nella posizione del loto e comincio a meditare sulla interconnessione delle cose, su come noi siamo parte del tutto, faccio pensieri di amore universale e tutte quelle stronzate che ti insegnano a meditazione per sublimare la propria aggressività e dopo mi passa. Anche se talvolta vorrei sublimare la mia aggressività con una bella pistola e vedere che effetto fa.
Quindi mi accomunano molte più cose a te, che a loro.
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Alcuni mi scrivono e mi chiedono le prove di ciò che dico. Hai le prove che il mandante dei tuoi incidenti fosse un magistrato? Hai le prove che Santoro, Travaglio, Veltroni, siano massoni?
Alcune gliele ho mandate.
Altre no perché non sono mie e non posso disporre come mi pare di documenti altrui.
Ma quando invio i documenti scannerizzati o fotocopiati alla gente che mi chiede le prove, aggiungo sempre una cosa. Che quei documenti possono anche essere falsi. Magari possono essere stati preconfezionati da gente che ha interesse a screditare un politico, un giudice famoso, un avvocato importante, un imprenditore troppo ricco. Le prove di ciò che dico, cioè dell’esistenza di una “cupola” statale che copre i delitti più infami, è nei fatti.
E’ nelle leggi che promulgano.
E’ nelle stragi rimaste TUTTE senza colpevoli.
E’ nel fatto che Veltroni, ad esempio, per il suo neonato partito democratico, ha tolto il divieto di iscriversi per i massoni.
E poi è il loro silenzio la prova più evidente, caro Renato. Un silenzio assordante che è in realtà una dichiarazione di colpevolezza. Il silenzio di Bertinotti, di Pannella, Di Veltroni, di Berlusconi, di Fini, di Napolitano, di Ciampi, che non hanno mai detto “basta con questi morti, basta con l’uranio impoverito, basta con i testimoni scomodi che muoiono come mosche, con i giornalisti scomodi uccisi dalla BR, che tanto oramai non ci crede più nessuno che le BR agivano da sole e senza complicità con lo stato”.
Stanno sempre lì, a parlare di convergenze, di nuove alleanze, di larghe intese… ma della gente che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese non gliene frega nulla, perché loro devono destinare centinaia di miliardi al kiribati, o alla inutile società Ponte sullo Stretto.
Delle vittime delle stragi non gliene frega nulla. Le hanno fatte loro, perché mai dovrebbero occuparsene?
4. Riflessioni per un mondo migliore.
Un giorno, spero, ci saranno delle leggi per punire anche loro, non solo per punire quelli come te. Ci spero, perché il giorno che la legge sarà veramente uguale per tutti, e la seguiranno prima di tutto i politici, allora avremo un mondo migliore, e sarebbe un mondo migliore per tutti. Non solo per me e i miei figli ma anche per te. E per loro, anche se non se ne rendono conto.
Si perché anche per loro un mondo così non deve essere poi così piacevole.
Il padre di Solange era un massone molto potente, un intoccabile; ma fu ucciso dai suoi stessi colleghi. Viveva nel terrore di essere ucciso, nel terrore dei sequestri. Anche il suo migliore amico morì per un infarto mentre beveva il caffè al bar, l’ex questore di Torino Fariello. Poi penso al giudice che mi ha mandato la lettera di presunta condanna a morte che non sarà stato tanto felice di sapere che questa lettera l’ho mandata a colleghi, amici, magistrati, giornali che la pubblicheranno se mi succede qualcosa insieme ad altro materiale che contiene gli stessi codici, col rischio che la cosa venga risaputa.
E allora dico a me stesso che io e Solange dobbiamo stare attenti a bere i caffè, come ci ha detto un nostro conoscente dei servizi segreti; e non è bello certo, vivere così, con la consapevolezza che ogni giorno può essere l’ultimo.
Ma anche vivere come vivono loro non deve essere un gran ché, con quella consapevolezza che il giorno che non sei più funzionale ai loro interessi ti uccideranno, o imbastiranno un bel processo farsa con dei pentiti farsa; oppure vivere con la paura che in fondo un giorno potrebbero metterti alla berlina di tutti i giornali d’Italia, come è capitato ad Andreotti, a Contrada, a Mannino, o ai tanti processati di tangentopoli. Perché anche se loro sono stati fregati da una precisa volontà, e addestrando pentiti fasulli, comunque facevano parte del sistema e non erano dei gigli. Sono, semplicemente, stati “sacrificati” o “silurati”, come dicono nel loro gergo. Colpirne uno per salvare gli altri cento, è il loro motto; colpendo per giunta l’elemento sospettato da tutti e oramai “bruciato”. Questo è il loro gioco.
E allora ci dovrà essere in futuro un modo migliore di vivere, per tutti.
Magari in un’altra vita, ma ci sarà. Questo è l’insegnamento del buddismo che pratico ogni giorno e mi piace crederci, altrimenti tutto questo non avrebbe senso. Sono convinto che ha tutto un senso: i morti che tu hai seminato ovunque, e il dolore che le famiglie delle vittime ancora si portano dietro, i morti di Ustica, quelli del Moby Prince, del mostro di Firenze, i bambini nati deformi per colpa delle armi all’uranio impoverito, armi finanziate dalle banche controllate dal presidente Draghi e lanciate con il consenso e la piena consapevolezza dei nostri generali, i servizi segreti, la lettera firmata in verde, Licio Gelli, questo blog che ho aperto quasi per gioco dicendo a Solange “io lo apro ma poi ci scrivi tu, perché io non so che scriverci e poi non ho tempo di occuparmene”.
Mi ripeto spesso che il male è l’altra faccia del bene, in fondo. E che il demonio è l’altra faccia di Dio.
Anche la battuta che facesti anni fa in TV “ma non diciamo cazzate” ha avuto un senso. Oggi è per quella battuta, in fondo che ti ho scritto.
Forse è grazie a te che ho potuto sfogarmi un poco, dicendo quello che penso e che so.
E credimi, rispetto a tutte le altre migliaia di persone nella mia situazione, in Italia, rispetto al mio amico Ciro a cui hanno ucciso due fratelli e che teme per la sua vita ogni giorno, rispetto ad una mia collega di studio che ha il padre ammalato per l’Uranio impoverito, rispetto ai testimoni scomodi di processi, ai poliziotti che fanno indagini scomode e ad altri avvocati che tutelano situazioni difficili, io sono sempre più fortunato degli altri, perché almeno ho un blog da cui posso scrivere quello che so, e la preparazione giuridica per capire e fare qualcosa in tutto questo caos; almeno ho una voce e trasformo i disagi che questa gente mi procura in una voce di denuncia che possa servire a qualcuno.
Nel mio caso in fondo è più semplice dare un senso a tutto. Nel tuo caso, non so che senso darai alla tua vita, ma ti auguro di trovarlo e ti auguro di trasformare il male che hai fatto agli altri in bene per te stesso e per altre persone, perché hai l’intelligenza per farlo, e forse un tempo, quando uccidevi, ti ribellavi ad un sistema che non capivi.
5. Il giorno che diventerai ministro della giustizia…
Se un giorno esci, chiamami. Tanto i miei numeri sono sull’elenco.
E mi sentirò sempre più sicuro a cena con te, che in una caserma di polizia o in una procura. Hai visto il malore che ha avuto il capo dei vigili che aveva steso il rapporto sulla Tyssen Krupp? Ha avuto un malore proprio in una stanza della procura. E il procuratore Caselli si è affrettato a dire che era stato un “triste tragico malore”.
Ecco, sono sicuro che a cena con te non avrei nessun malore. Certo, un minimo di timore ce lo avrei e specialmente all’inizio starei attento a non farti arrabbiare… sai com’è… in fondo hai sempre svariati omicidi alle spalle e non sei esattamente il classico “tipo tranquillo”. Ma avrei sempre meno paura di fronte a te che di fronte ad un procuratore della nostra Repubblica o a molti dei nostri politici, credimi.
E forse insieme potremmo pure progettare un mondo migliore per tutti. Io non posso entrare in politica; prima di tutto perché non ho ammazzato nessuno, poi perché sono un pazzo complottista. Tu invece se ti candidi qualche speranza che ti eleggano la abbiamo.
Per cambiare il paese non ci vuole poi molto. Se mi prendi come portaborse ti faccio da consulente giudiziario e ti dico io come fare; in fondo ho studiato molto il diritto in vita mia e qualcosa ne capisco.
Basterebbe applicare la Costituzione. Quindi:
– Far governare il popolo e non la massoneria e le società segrete cui sono iscritti quasi tutti i politici, in modo che finalmente la gente qualcosa capisca di politica.
– ampliare i termini di prescrizione dei reati
– aumentare le pene per il falso in bilancio, l’abuso di ufficio, l’attentato alla Costituzione,
– togliere gli inquirenti incapaci che non riescono a capire una differenza tra un omicidio e un suicidio, imponendo loro di rifare nuovamente i concorsi – troppo spesso truccati – che hanno superato;
– semplificare un po’ il processo penale e civile con qualche piccola norma ad hoc;
– eliminare i servizi segreti (sostituendoli con una forza di intervento speciale super addestrata ma che operi alla luce del sole) perché tanto a quel punto non ci sarebbero più testimoni da eliminare e armi da trafficare,
– eliminare le immunità parlamentari;
– cambiare questo schifo di legge elettorale.
voilà… improvvisamente ricomparirebbero tutti i soldi pubblici, come per incanto, e allora si costruirebbero le case popolari, la sanità decollerebbe e le tasse diminuirebbero, e lo stato funzionerebbe come un orologio.
Un abbraccio
Paolo Franceschetti
Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com/
Link: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/02/lettera-aperta-renato-vallanzasca.html
12.02.08
PS. Se questo articolo ti sembra eccessivo, caro Renato; se chi legge lo trova delirante, vedete anche questo video che metto di seguito in link. Siamo in tanti a pensarla così. Esprimiamo solo in parole diverse lo stesso concetto: QUI
VEDI ANCHE: GIUSTIZIA INGIUSTA