LETTERA ACCORATA DI UN CITTADINO MILANESE DI SINISTRA A RADIO POPOLARE

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DI HS

comedonchisciotte.org

Gent.issima Redazione di Radio Popolare,

in questo momento cerco di mettere al bando qualsiasi tentativo di polemica e cercare di imbastire un ragionamento meditato ed articolato sull’argomento che avete proposto ieri nella trasmissione del Microfono Aperto.

Mi pare di aver capito che voleste raccogliere le opinioni dei vostri ascoltatori in merito al declino del cosiddetto Movimento Arancione – scaturito dalle campagne elettorali dei “nuovi sindaci” nelle amministrative di tre anni fa – alla luce delle recenti dichiarazioni dei suoi presunti e più “autorevoli” esponenti, ovvero il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e quello di Milano Giuliano Pisapia.

Una risposta lucida e intelligente è stata data da un vostro ascoltatore che, giustamente, ha rimarcato come il “Movimento Arancione” – una formula per sottolineare l’esistenza di una “sinistra” antiberlusconiana e, comunque, distante dalle posizioni “moderate” del PD – avesse colto un largo successo – e, conseguentemente, aspettative forse eccessive – per la stanchezza e l’insoddisfazione generale per i risultati raggiunti dalle precedenti amministrazioni, oltre che per l’accesa opposizione nei confronti del governo allora retto da binomio Berlusconi/Tremonti (Ministro dell’Economia). I prodromi di questi esiti si erano potuti osservare con i risultati dei referendum locali, innanzitutto, quello che “bocciava” la privatizzazione delle risorse idriche. Certo… Bisogna ammettere che, poi, le condizioni generali e congiunturali non sono state ottimali e, anzi, si è aperta una crisi economica e finanziaria dai risvolti che tutti conosciamo. Ma questa crisi era solo agli inizi o, semplicemente, costituiva il proseguimento di quella scoppiata oltreoceano nel 2008 ?

Questo, però, ai fini del discorso sull’argomento poco importa… Personalmente, pur avendo seguito da cittadino milanese l'”onda arancione” sono sempre stato consapevole che quell’orgia di entusiasmi e di aspettative avrebbe fatto il suo breve tempo. Spesso alle grandi illusioni seguono delusioni e disillusioni ancora maggiori, come puntualmente è accaduto, aumentate esponenzialmente per effetto della crisi. A Milano eravamo reduci della disastrosa gestione dell’amministrazione di centrodestra del sindaco Brichetto/Moratti e, al di là delle speranze riposte in Giuliano Pisapia – personaggio dalla fama di onesto e intraprendente “galantuomo” -, sarebbe forse bastato veramente poco per farsi apprezzare meglio. Ma sul punto vorrei tornare in seguito…

Ovviamente le condizioni non certo felici della pubblica amministrazione degli enti locali – inasprita da una crisi economica e finanziaria che è stata affrontata e “contrastata” dai governi nazionali del paese nel modo che sappiamo, non può ricadere sulle spalle dei “sindaci arancioni”. E vogliamo ricordare quali sono stati i governi che si sono succeduti in questi anni, frutto di patti e compromessi fra le maggiori forze parlamentari del centrosinistra e del centrodestra, del PD, del Polo delle Libertà e poi ancora da Forza Italia e dai vari partiti e partitini di “centro” ? Perfino i governi cosiddetti “tecnici” hanno governato con il beneplacito di questi partiti e l’attuale governo Renzi ha sostanzialmente riscritto la Costituzione sulla base di un patto con Berlusconi e il suo partito… Che poi dovremmo ben conoscere il Cavaliere…

Non entriamo nel merito, però mi pare indubitabile che i “sindaci arancioni” non si siano eccessivamente sforzati di spiegare ai loro cittadini qual’era la situazione in cui si sono trovati ad operare, motivando le ragioni di certe decisioni. In sostanza si sono comportati, nè più nè meno, come gli altri amministratori locali, ritraendosi in maniera irritata di fronte alle istanze “provenienti dal basso” e interrompendo qualsiasi forma di dialogo. Sarà una mia impressione, ma, in questo senso, i vari De Magistris, Pisapia, Doria, ecc… sono stati ampiamente al di sotto di qualsiasi aspettativa, comportandosi con la classica sicumera e tracotanza di chi si trova – per merito, furbizia o fortuna – a ricoprire posti di alta responsbilità politica e amministrativa di questo paese. Nessun cenno di autocritica e di apertura…

Detto questo vorrei aggiungere che, al di là di tutto, – ma i più arguti fra i vostri ascoltatori lo hanno certamente notato -, è ben poca la consistenza politico – culturale dell’onda “arancione” partita e franata negli enti locali. Sono anni che la “sinistra” – ovunque si annidi, anche dentro il PD, si nasconde dietro facili formule e slogan per riempire un gravissimo ed evidente vuoto ormai pluridecennale. Personalmente credo e sono più che convinto che, con la caduta del Muro, gettando per intero il socialismo con “l’acqua sporca” non si è fatto altro che arrendersi alle logiche spesso perverse del Mercato, delle privatizzazioni, della deregulation, della finanziarizzazione selvaggia e senza controllo. E’ stato molto più facile “unirsi al nemico” anche se, opportunisticamente e ipocritamente, non lo si è voluto ammettere. Chiamatelo TINA – l’acronimo There Is No Alternative – reso celebre dal Premier britannico Margaret Thatcher o il “Turbocapitalismo” descritto dall’espertone” americano Luttwak, è quello che una sinistra degna di questo nome avrebbe dovuto contrastare, ben conoscendone gli effetti deleteri. Non potendolo o volendolo fare ci si è trincerati dietro l'”arancionismo”, le rivoluzioni colorate, certo “movimentismo” che si sono rivelati spesso aleatori e ingannevoli. Certo, penserete che sono capzioso e “ideologicamente” schierato, ma, cari amici di Radio Popolare, io vi invito anche a guardarvi dentro e dentro alla vostra Storia. Cos’è per voi la sinistra ? Una sinistra degna di questo nome accetta supinamente le sperequazioni sociali, la macelleria del Welfare, le disuguaglianze, l’erosione dei diritti ? O, sia pure in posizione minoritaria, le denuncia e cerca di contrastarle ? In un contesto come quello che tutti dovremmo conoscere, l’arancione non poteva far altro che scolorirsi…

Altro punto: quale il nesso delle dichiarazioni di De Magistris e di Pisapia, sia pur fatte in frangenti diversissimi fra loro ? Una risposta franca e recisa: nessuno…
A parte il fatto che, a dimostrazione della risibile consistenza del “movimento arancione”, le storie dei due “primi cittadini” sono diversissime fra loro e che, mentre per affermarsi uno aveva bisogno del sostegno – pagato in qualche modo – del PD, l’altro riusciva a vincere al di fuori degli schieramenti tradizionali. Mi pare una bella differenza…
Si continua a ripetere che De Magistris è un pessimo amministratore e, pur non conoscendo la situazione napoletana, ne prendo umilmente atto. Non posso, però, fare a meno di notare che la reazione e le successive dichiarazioni del Primo Cittadino di Napoli riguardano la sua vicenda – disavventura (?) – di Magistrato che, peraltro, ha svolto inchieste e istruttorie sgradite a tutte le parti politiche. Non conosco il dettaglio dei rilievi che furono mossi a De Magistris sull’inchiesta Why Not – oltre al fatto di non aver informato preventivamente il Parlamento di avere disposto l’intercettazione delle utenze telefoniche di alcuni deputati e senatori -, ma non vi sarà certo sfuggito il livore che certi vostri ascoltatori – quasi sicuramente elettori del PD e forse anche renziani – hanno manifestato nei confronti del sindaco ex magistrato. Orbene è lo stesso tipo di reazione che in questi decenni è stato esternato dagli elettori di Forza Italia nei confronti dei magistrati – milanesi ? Palermitani ? – che mettevano in discussione l'”intoccabilità” del loro lider maximo. E’ forse il sintomo che, in tutto e per tutto, piddini e “forzitalioti”, renziani e berlusconiani si somigliano ? Su questo io rifletterei…

La reazione – eccessiva ? Ingiusta ? Irrispettosa ? – di De Magistris nei confronti del provvedimento di sospensione dalla carica di sindaco è dettata unicamente da ragioni personali. E’ possibile… Però, non dimentichiamoci che ha posto un serio problema che, come al solito, si vuole eludere… E’ vero o no, come afferma De Magistris, che in questo paese vengono premiati il malaffare, la corruzione e la mafia e, giocoforza, puniti e sanzionati coloro che combattono questi fenomeni come taluni magistrati ? E, per rimanere sul piano “pecuniario” e materiale come vogliono i tempi odierni, non risponde forse al vero che, in buona sostanza, quel malaffare, quella corruzione e quella mafia gravano sulle spalle della collettività, depauperando ulteriormente anche residue risorse di uno Stato sempre più esangue ?

Forse, spostando l’attenzione esclusiva sul sindaco di Napoli, si è fatto finta di non capire che De Magistris ha toccato dei nervi scoperti… Anche se Sabina Guazzanti ha realizzato una docu – fiction sulla cosidetta trattativa fra Stato e mafia, l’argomento rimane tabù… La conferenza stampa viene convocata da De Magistris nel bel mezzo di una bufera forse senza precedenti per lo Stato italiano e per le sue malferme istituzioni. Il procedimento giudiziario dei magistrati palermitani offre quotidiane e perturbanti “soprese” come il cosiddetto Protocollo Farfalla, la convenzione fra l’ex SISDE – il servizio segreto civile – e il DAP – il Dipartimento del Ministero della Giustizia che si occupa dell’amministrazione delle carceri – stipulata per “monitorare” e “controllare” i detenuti sottoposti al regime dell’art. 41 bis al di fuori di qualsiasi canale giudiziario e su cui il governo Berlusconi aveva apposto il “Segreto di Stato”solo recentemente “rimosso”. Il Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato – titolare dell’inchiesta – è stato or ora sentito dalla Commissione Antimafia e in quella sede non solo ha confermato che i servizi segreti hanno mantenuto un atteggiamento poco collaborativo con i magistrati, ma anche che persistono i contatti fra i servizi e i boss mafiosi. Insomma stiamo assistendo al “Processo del Secolo”, su quella “trattativa” – ma riguarderà solo Cosa Nostra ? – che più d’uno ritiene alla base del patto fondativo della cosiddetta Seconda Repubblica. Un processo che vedrà “sul banco dei testimoni”- naturalmente con tutto il rispetto dovuto all’alta carica e, quindi, direttamente al Quirinale – il Presidente della Repubblica con il rischio di doversi confrontare in videoconferenza con boss del calibro di Riina e di Bagarella. Non male per una repubblica che dovrebbe affondare solide radici sul terreno della democrazia… Eppure, in generale, i media e l’informazione sembrano distratti e non dedicare il dovuto spazio a qualcosa che, in altri tempi, si sarebbe paragonato a un “affaire Dreyfuss”. E non si può dimenticare che tutto questo riguarda il malaffare, la corruzione e la mafia e non solo… La stagione della “trattativa” non solo coincide con le inchieste di Tangentopoli, ma anche con le stragi “mafiose” sulla Sicilia e sul continente. Ancora una volta non sono mancati depistaggi e inquinamenti – vedi la strage di via D’Amelio – e l’ombra dei servizi. Volevo fare il fioretto di contenere la mia vis polemica, ma ora mi rivolgo a voi, amici di Radio Popolare: ma non vi sembra una costante questa dei depistaggi, degli inquinamenti e degli occultamenti da parte dei servizi segreti – militari e civili – in occasione delle stragi “mafiose” e non dal 1969 – ma potremmo risalire a Portella della Ginestra – al biennio 1992 – 1993. Esiste un filo rosso che percorre tutti questi “crimini” di altissimo livello ? Alla luce di tutto questo la vostra attenzione dovrebbe essere ben più serrata e stringente e, comunque, io vi consiglierei di dedicare qualche Microfono Aperto su questi temi che pesano come macigni su una civile coscienza democratica.

Per la cronaca il PG Scarpinato – che con i suoi colleghi sta togliendo questo pesante velo del rapporto servizi/mafia – è fatto oggetto di minacce e intimidazioni e, a questo punto, la prefettura di Palermo ha correttamente deciso di rafforzare le misure per la sua sicurezza. Quel che più inquieta è che quei servizi – per comodità e forse ipocrisia definiti “deviati” – operano su input politico tutto da accertare e da appurare. Altro che premi al magistrato che fa il proprio dovere qui in Italia, come ricorda De Magistris !!! Il rischio è quello di venire eliminati con il metodo molto colombiano dll’autobomba come accadde a giudici onesti e coraggiosi come Falcone, Borsellino e Chinnici, per tacere dell’ex giudice Palermo – scampato miracolosamente all’attentato – che si stava occupando di una delicata inchiesta sul rapporto fra i traffici internazionali di armi e di droga. Opportunamente mi fermo qui per non andare troppo fuori tema ma rimarcando come l’attuale sospensione e la successiva reazione del sindaco di Napoli esulano dalla sua carica di Primo Cittadino… Quanto meno potrà sempre giustificarsi – se l’azione di governo della città non è soddisfacente – che, per qualche motivo estraneo all’esercizio delle sue funzioni di sindaco, non ha potuto governare per buona parte del suo mandato…

Non me ne abbiate, ma il caso della dichiarazione del sindaco Pisapia sui sindacati nel corso del programma “Ballarò” è affatto diverso… L’avvocato Pisapia ha fatto sfoggio delle consuete doti di furbizia e malizia tipiche del bagaglio dei nostri politicanti e amministratori, al di fuori delle quali non rimane molto altro. Ben consapevole di partecipare comunque a un talk show televisivo seguito da una buona dose di pubblico, nonostante l’audience calante, il sindaco di Milano ha dato il classico colpo al cerchio e quello alla botte, attaccando i sindacati per il loro spirito corporativo e, al contempo, “difendendo” l’art. 18. Ancora una volta mi è parso di capire che questa critica alle rappresentanze sindacali sia stata gradita da alcuni vostri ascoltatori e che, peraltro, spesso si tratta delle stesse persone che, invece hanno indirizzato al sindaco di Napoli certi simpatici epiteti… ma lasciamo stare, perchè non è certo mia intenzione difendere De Magistris, ma è da rilevare come la “sparata” dell’avvocato Pisapia sui sindacati sia ovvia, banale e dozzinale, perchè da tempo si è preso atto delle mancanze e dei difetti di un sindacato che, molto spesso, è “corporativo” e incapace di assumere la tutela di larghe fette dei lavoratori presenti sul mercato. Sparare sui sindacati, al di là di tutto, è veramente uno sport nazionale che fa guadagnare qualche consenso in più a chi pratica questo sport nazionale. Sulle difficoltà, criticità, mancanze, problematiche sindacali bisognerebbe aprire altri capitoli… Qui interessa il fatto che, evidentemente, di questi tempi i rapporti di Pisapia e della sua amministrazione con le sigle sindacali non sono dei migliori, come lui stesso ha lascito ad intendere chiaramente. Ma qui veniamo alle dolenti note, come scrisse il poeta… Cosa ha fatto e cosa sta facendo il Primo Cittadino di Milano per la pubblica amministrazione della città e per le politiche occupazionali anche al suo interno. Ve lo dico io… Da tre anni è un continuo susseguirsi di progetti di riorganizzazione e di ristrutturazione evidentemente condotti senza una logica ben chiara, con ricadute sulla qualità dei servizi. In questi tre anni le assunzioni si contano sulle dita delle mani e il turnover è praticamente inesistente. A ciò si aggiunga che il Comune sta facendo sempre più ricorso a contratti atipici – ad esempio stage – e a basso contenuto di tutela. Niente male per un sindaco che prima aveva aspramen
te criticato l’amministrazione Moratti per il massiccio impiego di contratti di “consulenza” e che sembrava aver dichiarato guerra alla “precarietà”. Parlare a difesa dell’articolo 18 suona veramente fuori luogo…

Vi sembrerò un pò troppo accanito nei confronti del Primo Cittadino milanese che tanto entusiasmo aveva suscitato… Entusiasmo di chi ne ha seguito e supportato la campagna elettorale nella speranza di vedere sul campo tutti gli sforzi tesi a realizzare un programma innovatore e progressivo. Ditemi voi come devono sentirsi costoro ? Per altro verso c’è una parte della cittadinanza milanese che non ha comprensibilmente compreso quali sono i problemi amministrativi della sua città e, per la quale, comunque, coloro che lavorano nella macchina amministrativa e burocratica del Comune sono soltanto fannulloni che l’amato sindaco fa bene a mettere in riga. Orbene, a voi che fate parte del mondo dell’informazione, rivolgerei l’invito di visitare qualche ufficio pubblico del Comune o, magari, quelle strutture in cui funzionano i servizi di sportello, via Larga in primis.

Andate un pò a vedere come lavora questa dannata razza di fannulloni – lavoratori stabili e a tempo determinato – e in quali condizioni, lasciti soli e senza il minimo supporto da parte di un’amministrazione comunale evidentemente non interessata ai problemi “della ordinaria amministrazione”.

Sono andato troppo fuori tema ? Non credo… Andiamo un pochino al merito degli argomenti e capiremo, non solo la delusione e la disillusione, ma anche la rabbia e la frustrazione sempre più diffuse…

E’ facile tingere il mondo d’arancione, ma se poi l’artista ci mette poca anima, quello stesso mondo continuerà a gettare in faccia tutto il suo inchiostro nero e grigio…

Vi ringrazio per la pazienza.

Marco

Fonte: www.comedonchisciotte.org

3.10.2014

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