DI C.M.
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No non ho bevuto, mi sono limitato a leggere La Stampa. Ma tutti i quotidiani nazionali riportano le ultime dichiarazioni di Letta, che ultimamente si fanno via via più divertenti. Dunque, il fatto è il parlamento italiano (cioè i nostri rappresentanti, cioè tutti noi) non può sfiduciare il governo del Nipote di Suo Zio, perché altrimenti pagheremmo tutti l’IMU. E qui siamo nell’ambito degli squallidi ricattini politici. Nulla di così nefasto, abbiamo visto di peggio.
Ma il bello viene dopo. Letta annuncia che ciò che rende davvero inaffondabile il suo governo è la legge di stabilità (la vecchia finanziaria): «se il governo cade la scriveranno a Bruxelles, per un motivo molto semplice, che abbiamo la stessa moneta».
Rileggiamo. Se il parlamento sfiducia il governo non può più formare e approvare la legge di stabilità, che pure è un atto che la costituzione gli riserva; né potrà concorrere a formarla un nuovo governo, o magari nuove camere scauturite dalla fine anticipata della legislatura, nè nulla che assomigli a qualcosa che ha a che fare con il processo democratico. No. Letta è l’unico in Italia che può sovraintendere alla formazione della legge di stabilità; se non c’è lui, subentra Olli Rehn. Tutto perché abbiamo la stessa moneta. Non è perciò assurdo che il giornalista riassuma il discorso di Letta in questi termini: “Mantenere la stabilità politica, insomma, diventa una ricetta per difendere la sovranità, nei limiti delle regole comuni che l’Europa s’è data nel nome dell’euro”. Una storia che abbiamo già sentito, ricordate?
Queste dichiarazioni sono interessanti per comprendere quanto sia profondo il pozzo in cui siamo precipitati. Innanzitutto ci chiarisce la totale perdita di sovranità che abbiano subito, visto che non siamo liberi di sostituire un governo con un altro. Gli artefici di tale perdita di sovranità ci dicono poi che bisogna difenderla. Questo nei giorni pari; in quelli dispari ci ricordano che non ne abbiamo ceduta abbastanza.
Tale, demenziale deriva è resa possibile dal fatto che questi soggetti non trovano di fronte a loro un’opposizione vera e propria. In mancanza di questa, si possono permettere di dire quello che vogliono. E dicono quello che vogliono. Sono padroni del campo, e possono prendersi gioco di noi in un clima di assoluta impunità.
C.M.
Fonte: http://il-main-stream.blogspot.it
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15.09.2013