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La Redazione

 

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L'ESECUZIONE

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A cura di Davide
Il 24 Novembre 2004
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L’ufficiale israeliano: “Avevo il diritto di sparare a quella bambina di 13 anni”.
Le conversazioni radio contraddicono la versione dell’esercito sull’uccisione a Gaza

DI CHRIS McGREAL

Un ufficiale dell’esercito israeliano (nella foto), a Gaza, ha ripetutamente sparato ad una ragazzina palestinese di 13 anni, ignorando l’avvertimento di un altro soldato sul fatto che si trattava di una bambina, ed ha inoltre affermato che l’avrebbe uccisa anche se avesse avuto tre anni.

L’ufficiale, identificato dall’esercito solo con il nome di Capitano R, è stato accusato questa settimana di uso illegale della propria arma, di condotta indecente ed altre infrazioni minori dopo aver svuotato il suo caricatore da 10 proiettili su Iman al-Hams mentre la stessa camminava all’interno dell’area di sicurezza sul bordo del campo rifugiati di Rafah il mese scorso.
Una registrazione delle comunicazioni radio tra soldati coinvolti nell’incidente, trasmessa dalla televisione israeliana, contraddice la versione dell’accaduto fornita dell’esercito, mostrando il capitano che spara a sangue freddo alla ragazzina.
Secondo la versione ufficiale Iman è stata colpita mentre camminava verso una postazione militare con la cartella di scuola ed i soldati sono stati spaventati dal fatto che potesse trasportare una bomba.
Tuttavia la registrazione della conversazione radio tra i militari sul posto rivela che, sin dall’inizio, essa era stata identificata come una bambina ed in nessun caso si parlava di una bomba e neppure del fatto che la ragazzina potesse costituire una minaccia. Inoltre Iman era lontana almeno 100 yards [circa 90 metri] dai soldati.

Il nastro mostra invece che i soldati la identificarono rapidamente come “una ragazzina di circa 10 anni”, “impaurita a morte”.

La registrazione rivela inoltre che i soldati dissero che Iman, prima di essere raggiunta dai colpi, stava allontanarsi dalla postazione militare, in direzione est, per tornare nel campo dei rifugiati.

La registrazione contiene una conversazione a tre, tra la torretta di osservazione, la stanza operativa della postazione militare ed il capitano, che era il comandante della compagnia.
Il soldato sulla torretta trasmette ai suoi colleghi dopo aver visto Iman: “E’ una ragazzina. Sta correndo impaurita verso il lato est.”
Stanza operativa: “Stiamo parlando di una ragazzina sotto i 10 anni?”
Torretta: Una ragazzina di circa 10 anni, è al di la’ della barricata, spaventata a morte.”
Qualche minuto piu’ tardi, Iman e’ colpita alla gamba da una postazione armata.
La torretta: “credo che una postazione l’abbia colpita.”
Quindi, il comandante della truppa avanza mentre Iman giace a terra ferita e indifesa.
Il capitano R: “Io e altri soldati….ci avviciniamo piu’ da vicino per verificare l’uccisione…
Ricevo il rapporto della situazione. Le abbiamo sparato e l’abbiamo uccisa….confermo l’uccisione. Passo.”

Alcuni testimoni hanno descritto come il capitano abbia sparato alla testa di Iman per due volte, di come si sia allontanato e poi sia tornato indietro e abbia esploso di nuovo una serie di colpi sul corpo della bambina. I dottori dell’ospedale di Rafah hanno dichiarato che la ragazzina è stata colpita almeno 17 volte.
Sul nastro, il comandante della truppa “chiarisce” perche’ ha ucciso Iman: “Sono il comandante.
Tutto cio’ che e’ mobile, che si muove nella zona, anche se una tredicenne, deve essere ucciso.
Chiudo.”

La versione originale dell’esercito sull’uccisione sostiene che i soldati hanno soltanto identificato Iman come una bambina già colpita da arma da fuoco. Ma la registrazione testimonia che i soldati erano consapevoli solo di quanto fosse giovane la piccola ragazzina prima ancora che fossero sparati dei proiettili.

Il caso è venuto alla luce dopo che i soldati sotto il comando del capitano R. si sono recati presso un giornale israeliano per accusare l’esercito di aver coperto le circostanze dell’uccisione.

Un’indagine successiva da parte dell’ufficiale responsabile della Striscia di Gaza, il Maggiore Generale Dan Harel, ha concluso che il capitano “non aveva agito in modo amorale”.

Tuttavia, la polizia militare ha aperto un’inchiesta le cui indagini hanno portato alla messa sotto accusa del comandante dell’unità.
I genitori di Iman hanno accusato l’esercito di nascondere la verità volendo accusare il Capitan R. soltanto di qualche infrazione. I genitori chiedono invece che egli sia accusato di omicidio.

Chris McGreal
Fonte:http://www.guardian.co.uk/international/story/0,,1358132,00.html
24.11.04

Traduzione per Comedonchisciotte a cura di Manrico Toschi

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