L’EROE DELLA RESISTENZA CONTRO TSIPRAS: “INTESA VERGOGNOSA, CHIEDO SCUSA AI GRECI PER AVERLO FATTO VOTARE”
DI ETTORE LIVINI
repubblica.it
L’icona di Syriza Manolis Glezos (nella foto), il partigiano che nel ’41 ammainò la bandiera nazista dal Partenone dando il via alla rivolta contro Hitler, attacca il premier: “Un errore l’intesa all’Eurogruppo, reagiamo, nessun compromesso con chi ci opprime”. E la rabbia monta nel partito.
Manolis Glezos, il primo partigiano greco e un’icona (oltre che un membro del comitato centrale) per Syriza, si scaglia a testa basta contro Alexis Tsipras.
“L’accordo all’Eurogruppo è una vergogna – ha scritto il 91enne politico ellenico -. Avevamo fatto delle promesse e non le abbiamo mantenute. Chiedo scusa al popolo greco. Dobbiamo reagire e subito. E tra la libertà e l’oppressione, io scelgo la libertà”.
Può darsi che le sue parole riflettano la delusione per la mancata elezione a presidente della Repubblica (“ci sperava molto” dicono diverse fonti), carica per cui il premier ha scelto Pakis Pavlopoulos, uomo di centrodestra, in nome della realpolitik dell’unità nazionale. Lo schiaffo di Glezos però è destinato a fare malissimo a Tsipras impegnato in queste ore a contenere la rabbia che monta nel suo partito per l’intesa raggiunta a Bruxelles.
Il decano di Syriza è un pezzo di storia della Grecia. La sua vicenda politica inizia nel 1941 quando, appena diciottenne, ha scalato all’alba l’Acropoli per ammainare la bandiera nazista alzata dagli invasori del Terzo reich. Un gesto che ha dato il via alla Resistenza ellenica contro i tedeschi. Da allora il suo carattere sanguigno e il suo carisma sono un punto di riferimento per la sinistra radicale. Ultimi episodi in ordine di tempo, 70 anni dopo l’impresa del Partenone, i diversi tafferugli con la polizia in cui è rimasto coinvolto tra il 2010 e il 2014 durante le manifestazioni contro l’austerity. La lettera scritta oggi da Glezos ai militanti non tradisce chi ammira la sua sincerità e il suo stile diretto: “Chiedo ai militanti di Syriza di reagire prima che sia troppo tardi. Troviamoci in assemblea straordinaria e discutiamo. So che quando si tratta bisogna fare pure delle concessioni. Ma questo per me è troppo. Non ci può essere compromesso tra schiavo e padrone, né tra oppressore e oppresso”.
L’alzata di scudi di Glezos è un segnale chiarissimo delle difficoltà che sta affrontando in queste ore Tsipras. Gli osservatori più pragmatici invitano alla calma, sottolineando che l’ex partigiano è sì uno dei simboli del partito, ma che le sue opinioni spesso originali non fanno più tanto presa sulla base. Il problema per il premier è che la sua non è una voce isolata. Panagiotis Lafazanis, ministro allo sviluppo economico e leader della Piattaforma di sinistra, l’ala più radicale di Syriza, ha detto che “le linee rosse tracciate prima delle trattative non possono essere superate, se no non si chiamerebbero rosse”. Un sottosegretario all’economia ha fatto sapere di essere pronto a dare le dimissioni se le proposte di riforma che andranno domani a Bruxelles non conterranno le misure umanitarie proposte agli elettori. Per il presidente del Consiglio, ormai è chiaro, si è aperto anche il fronte interno, che rischia quasi di essere più complicato dei problemi che dovrà affrontare ancora a Bruxelles.
Ettore Livini
Fonte: www.repubblica.it
22.02.2015
Indubbiamente l’ "intesa" tra governo greco e Ue, almeno per come è stata presentata dai media, suscita notevoli perplessità.
Ecco la fiamma che potrebbe dare fuoco alla polvere. C’è gente che
non aspetta altro.
Intanto l’ufficio di Tsipras chiama i pompieri: “Probabilmente non
e’ molto bene informato”.
L’ho detto: il tempo qui e’ altamente condensato. Non si sa dove si
va a finire da un momento all’altro. Quando chi governa non e’ capace
di governare e chi e’ governato non accetta di esserlo, la situazione
si chiama pre-rivoluzionaria. E chi si immagina delle rivoluzioni con
i cosacchi che danno l’assalto al palazzo d’inverno e’ molto
profondamente addormentato, come diciamo qui.
Per la storia: Glezos e’ salito sull’Acropoli il 1/5/41 insieme ad un
suo amico e collega universitario che non vive più: Làkis Siàndas.
E la bandiera con la svastica era un mostro di bandiera (intendo come
dimensioni).
Pittoresco Glezos? Perché ha 90 anni o perché ha i baffi?
Scusa qui di pittoresco vedo solo quello che scrivi.
E come la mettiamo con l’”eroico partigiano”. Hai minimamente in
testa di che cosa stai scrivendo?
Leggi quello che hai scritto.
“E va probabilmente spiegata in una logica del "prendere fiato
e tempo" che però non vale solo per Tsipras e c. … anche
Draghi e la Bce, ad esempio, temevano a brevissimo un default delle
principali banche greche che avrebbe prodotto effetti nefasti non
solo per la Grecia …. e persino Obama aveva caldeggiato un "accordo
purchessia" che evitasse conseguenze appunto più pericolose
…. tipo che Tsipras si rivolgesse, per intendersi, a Russia e Cina
per gli aiuti che fossero stati negati dalla Ue …”
Cioè cosa dici? Che la situazione era perfetta per noi per un
ricatto da qui fino all’Acropoli.
Loro prendono "fiato e tempo" e intanto qui la gente muore. Chiaro?
Correzione: (intendo ANCHE come dimensioni)
definire "pittoresco" un uomo di 90 anni perchè esprime un’opinione sensata è pittoresco.
La Grecia è sempre ferma al bivio: est o ovest. Può temporeggiare- mi pare il senso ultimo delle sceneggiate ultime-, ma è certo che non può rimandare per molto questa decisione.
Comunque scelga la via da percorrere sarà molto dura.
Da questo punto di vista Glezos, dall’alto dei suoi novant’anni, ha scelto.
Quindi mi pare una figura umana degna di rispetto.
Il bivio per la Grecia non e’ est o ovest.
E’ essere sovrani nel proprio paese. Da quel punto in poi si può
collaborare con chiunque. Anche con i tedeschi se esistono guadagni
per entrambi.
La strada da percorrere sarà senz’altro dura. Sicuramente però non
più dura di quella attuale e in più una strada dignitosa.
Certe volte la dignità vale più della vita stessa. Specie se si
tratta della dignità di un popolo intero.
criticare è facile , governare è difficile
Per essere sovrani a casa propria tocca essere autonomi dagli altri .
Per questo esiste la moneta nazionale. Dovrebbe essere chiaro ormai a
tutti.
Specie se hai per ministri tipi come Varoufakis.
Loro sono andati a governare con precise promesse e programma.
A meno che l’intesa ora non sia questa: Io prometto quel che ti piace, poi
faccio il contrario, ma tu da buon tifoso mostri pazienza e
comprensione.
Tranquillo Georgios, vedrai che non tradiranno, ci scommetto una bottiglia.
Se poi lo faranno pagheranno un prezzo altissimo e anche se nel tradimento saranno in ogni caso riusciti a unire un popolo intero in un’incazzatura feroce il che comunque accada è un risultato positivo.
Faccio il tifo per voi con tutto il cuore.
P.S.: Oh, se vinco cortesemente non mi mandare ouzo o vino resinato, grazie…
Certo , ma una moneta nazionale che venga accettata pure all estero per pagare le importazioni .
Grazie.
Non ti preoccupare. Faccio la stessa scommessa per voi, quindi alla
fine saremo pari.
Lo squilibrio che ha ora la Grecia e’ dovuto alla tedesca che ci
obbliga a lasciar marcire i nostri limoni per importarli dal Sud
America dove lei esporta le sue automobili.
Tra gli stati esistono i rapporti commerciali bilaterali, io ti do
questo e tu quell’altro. Io ti permetto di usare le mie isole per la
tua marina (come si faceva con l’URSS dei comunisti) e tu mi paghi o
mi dai il petrolio. Ma nella casa di tolleranza UE nessun accordo può
essere fatto se non interviene qualche pescecane privato per fare le
sue speculazioni e i suoi sporchi guadagni. E c’è ancora una lista
da aggiungere.
Ma di che cerco di convincerti? Dovresti essere tu ad aiutarmi.
Non sono un conoscitore della situazione greca e quel che posso dire vale poco o nulla, ma da non greco un segnale mi aspettavo dalla Grecia:
ribellarsi si puo!
Se invece ci mandano da lì il segnale negativo, e non credo per cattiva volontà, allora anche da noi si levano nubi nere e pesanti…
Qualcuno aveva detto che i tempi delle grandi crisi sono
tremendamente dolorosi ma anche estremamente interessanti.
Da questo punto di vista la tua osservazione la dice tutta.
E’ un gioco aperto, di quelli che il risultato viene capovolto in
zona Cesarini.
Ma io sono fiducioso, non per scaramanzia ma perché ho dalla mia la
storia. Il risultato e’ scontato. L’unica incognita, che non e’ cosa
da poco, e’ il costo. Più si attarda, più pesante sarà.
Perciò e’ bene prendersi cura prima della propria casa e poi tutti
insieme li scarichiamo lì dove veramente appartengono: nella
pattumiera della storia.
Noi italiani che abbiamo tutt’ora riscaldamento per scaldarci, acqua calda per lavarci, cibo nel frigo e nella credenza speriamo, al popolo greco che non ha nulla di tutto questo, di ribellarsi e di tenere duro per far si che noi possiamo tenere la nostra condizione di benessere. Della serie " Vai avanti te, poi forse arrivo anche io"
"Ma io sono fiducioso, non per scaramanzia ma perché ho dalla mia la storia." Quale storia, se è lecito chiedere?
Devo essere sincero: dell’accordo non ci ho capito un granchè nè mi sembra che risolva in un senso o nell’altro la situazione greca se non nel solito modo di protrarne ad un incerto domani la soluzione. Entrambi i ‘contendenti’ hanno una dannata paura dell’altro ( temendo l’accusa di responsabilità nell’eventuale crollo del castello di carte monetario ) ed insieme degli ALTRI, che per la Germania sono gli umori viscerali impersonati dai movimenti non-eu ( e dalla mentalità divenuta assai ristretta e meschina di un Paese anch’esso socialmente fragilizzato ) e per la Grecia sono la ‘piazza’ e i ‘veterani’ come quello dell’articolo ( che secondo me dovrebbe anche aver il coraggio di mettersi da parte alla sua età e non sentenziare in base a sentimenti di settanta/ottanta anni fa: i tempi sono cambiati, occorrebbe ricordare a costui ). Penso che un po’ tutti stiano ‘aspettando Godot’, cioè un ‘qualcosa’ o ‘qualcuno’ che sblocchi la situazione in senso positivo risolvendo questi ed altri problematici aspetti dell’integrazione. Giova forse ricordare che Alessandro il Grande usò la spada col ‘nodio di Gordio’, ovvero ad un certo punto occorre una soluzione drastica, o dentro o fuori. Quello che mi pare difficile da capire è come si possa sostenere ed accettare un memorandum che fa perno sull’entità delle cosidette ‘riforme’ a prescindere dal loro costo sociale in un paese allo stremo per revitalizzarne l’economia. Mi pare un assurdo, del tipo la malattia è debellata ma il paziente è morto. A mio avviso occorre uno sforzo colossale e collettivo di rinascita nazionale, un vero risorgimento della dignità della vita collettiva, radice del nostro essere-nel-mondo ( cito un po’ di Heidegger, ridivenuto à la page adesso ): che è l’esatto opposto di una integrazione costruita sulle macerie degli stati-nazione, oggi perseguita con furore cieco sia in Grecia ma anche in Italia ed altrove, con totale disprezzo dell’entità collettiva ‘societas’ che esiste come aggregazione fra gli uomini per proteggersi proprio contro le avversità. Morale: la medicina che il paziente ellenico dovrebbe a forza accettare è equivalente alla cicuta di Socrate. Dunque non c’è proprio da cantare vittoria. Del resto neppure è passato alla storia il canto del gallo di Asclepio quando gli hanno tirato il collo.
Beh… e’ un problema quello che citi il quale esiste anche
all’interno di ogni società.
Anche qui c’è ancora della gente che ha tutto quello che descrivi. E
il problema sta nel fargli capire che il loro turno semplicemente non
e’ ancora arrivato. Ma che sta arrivando inesorabilmente come
il treno che intravedi terrorizzato in lontananza nella galleria.
In media, certo, l’Italia sta meglio della Grecia, anche perché e’
un boccone molto più grosso. Prima dell’euro stava addirittura
meglio della Germania in certi parametri dell’economia cruciali. Non
lo dico io, sono degli economisti italiani che lo dicono.
Ma anche noi stavamo mica male. Hanno fatto un lavoro molto subdolo
per portarci qui, per convincerci che da soli non possiamo stare in
piedi. Pensa che l’agricoltura greca contribuiva al PIL del paese per
il 20% nel 1980. Sai quanto vale oggi? Il 2%.
Non e’ giusto prendersela con certi italiani o con certi greci. Ci
sono delle ragioni per le quali si comportano in un certo modo. La
responsabilità sta a chi a capito, a chi deve farlo capire agli
altri.
Lo so che non sembra giusto, da un certo punto di vista, non lo e’.
Ma non si può fare diversamente.
Anche se intravedo dell’ironia nella domanda, rispondo.
La storia umana e la storia greca.
La sensazione da qui e’ che Tsipras abbia preso del tempo per presentare successivamente una richiesta di negoziazione del debito con una taglio drastico, il cosiddetto "kourema".
La Grecia era fallita già dal 2010 solo che non ha fatto l’uso
appropriato della parola default. Cioè non ho soldi, non pago e se
volete amici come prima. Posso negoziare quella parte del debito che
non e’ frutto di truffa o di ricatto per pagarlo in tempi ragionevoli
e in base alla mia economia, ma per il resto vale la solita regola.
Chi rischia paga. Un popolo non paga mai in termini di sopravvivenza,
lo stabilisce il diritto internazionale.
Poi se Tsipras ha le intenzioni giuste e coerenti col suo programma
promesso al popolo, perché chiedere l’estensione del contratto di
prestito che e’ la causa di tutti i mali? Perché non rompere subito
senza firmare questo:
“Il governo si impegna senza riserve a pagare il totale del debito
entro i tempi stabiliti (niente haircut o pagamenti posticipati)”.
Che senso ha? Vuole forse avere del tempo per ingannare chi lo ha
votato?
Per quel che riguarda il M5S la questione dell’euro e’ stata invece
il suo punto debole. Ha temporeggiato per troppo tempo che lo ha
regalato alla Lega che e’ riuscita a rinascere dalle sue ceneri.
Doveva essere sempre il suo cavallo di battaglia. Troppe occasioni
perdute, il colpo di stato istituzionale di Napolitano tra le altre
più importanti.
Mi inchino senz’altro a chi certamente ne sa più di me …
Faccio fatica a capire cosa s’intenda "nazione che fallisce", fallisce perché non si può più permettere certi standard ? Gli standard si cambiano, non si possono più acquistare le automibili tedesche, si acquistano quelle indiane (3000 euro nuove di fabbrica), non hanno il volante riscaldato, non posteggiano da sole e allora ? le mani te le riscaldi in un altro modo e impari a posteggiare.
Sto parlando di autarchia.
A proposito di tedeschi e scambi commerciali: alcuni industriali americani, in piena II guerra mondiale, hanno venduto acciaio (con il quale poi hanno fatto ottime armi) alla Germania di Hitler in cambio di ocarine.
La sovranità in casa propria, per il resto ci si adatta.
Repubblica spaccia mitologie avariate e tossiche, mitologie che corrompono le persone.
Da questo elemento di fondo vengono sospetti sul partigiano 91 enne e viene un po’ di fiducia in Tsipras. Tra poco Scalfari dovrà resuscitare cadaveri per dare addosso a Tsipras. (Non che non sia capace di farlo, in passato mi è sembrato di vedere zombies sulle copertine di Repubblica).
In sostanza le accuse a Tsipras sono simili a quelle che fanno tanti lettori, che in via concettuale approverei pure, ma mi ricordano troppo episodi di benaltrismo già visti.
Insomma poche novità:
– Repubblica continua a spacciare balle di droga
– Repubblica ha paura di Tsipras
– La gente vuole teorie semplici, così le capisce meglio
– la realtà si ostina ad essere complessa.
E Tsipras continua ad essere per me un interessante mistero.
Ottima sintesi, Truman …
Uella, ciao Whistle.
Il bluff di A.Tsipras ! Proletari greci preparatevi alla guerra civile ORGANIZZATE IL VOSTRO ESERCITO e imparate a fare la guerra giorno dopo giorno se avevate dei dubbi sulla figure dei difensori dei padroni ora avete solo certezze la vostra emancipazione ( e del proletariato mondiale ) non può passare attraverso il voto ma con la lotta di classe .
In tanti anni di opposizione non sono riusciti che a partorire questa linea di condotta?
Sono d’accordo che la Grecia sia fallita nel 2010, daltronde uno stato, cosi’ come un impresa, fallisce quando non e’ piu’ in grado di risanare la propria posizione debitoria nei confronti dei creditori e la Grecia non lo era gia’ da allora.
Eccone un altro con tutte le risposte pronte …
Il problmae del fallimento non e’ tanto l’ammontare del debito pubblico, non e’ la spesa pubblica, non e’ neanche l’euro(il quale e’ solo uno strumento), bensi’ l’indebitamento estero.
Le questioni monetarie sono così complesse per l’uomo comune ma anche semplicissime da fargliele capire.Questi psicopatici della Troika si nascondono dietro una foglia di fico…la BCE CREA DENARO DAL NULLA.
…e qui entra in gioco il guardare a ovest o a est.
Concordo con Georgios! Inoltre bisogna veramente (passami il termine) fottersene dello spettro delle importazioni. Questa e’ una scusa per chi non ha una spina dorsale.Perche’? Perche’ l’unico modo per creare lavoro e’ farsi da se’ le cose, fare impresa, fare commercio. Quindi cio’ che importiamo possiamo benissimo farlo da soli. Scarpe,vestiti, agricoltura, insomma ogni cosa. Lo stesso problema avviene in Italia. Tutto cio’ che e’ Made in China polverizza posti di lavoro in Italia. Non credi?
Se la classe sottomessa non mette la lotta di classe al primo posto rimarrà sempre soggiogata alle dinamiche del CAPITALE ed è quello che sta accadendo in Grecia (e in tutti il globo ) Tsipras non è affatto un "mistero " ma un’amara realtà.
In italia governare è facilissimo, si può prendere qualsiasi decisione alla leggera senza preoccuparsi delle INESISTENTI responsabilità, tanto le conseguenze vengono scaricate tutte al popolino idiota che supporta i pagliacci di turno.
La sovranità si declina nel Mondo, la Crecia non è una monade autoreferenziale. Lo spazio della propria sovranità è possibile solo nell’ambito di un sistema di rapporti politici con gli altri paesi e organizzazioni sovranazionali, altrimenti parlare di sovranità è solo un pour parler privo di contenuti politici.
In
tutta questa faccenda ho notato che c’è parecchia gente che ha
isolato la parola “Repubblica” e con questa trovata in mano ha
individuato le risposte giuste ed ha avanzato delle insinuazioni e
dei dubbi, una specie di nuova teoria di complotto. Glezos e’
novantenne (sottinteso: la testa non e’ che funzioni abbastanza
efficacemente), Glezos ha denunciato l’accordo di Tsipras e
Varoufakis (sottinteso: loro sono giovani, pragmatici e sanno come
vanno le cose nel mondo vero), la notizia e’ stata riportata da
Repubblica (questo non e’ affatto sottinteso: siccome Repubblica e’
un giornale di merda, allora tutto quello che sta scritto lì e’ di
merda).
Ecco
una teoria semplice che la gente capisce meglio.
Il
problema e’ che oggi tutti parlano, e con molta soddisfazione, di
questa dichiarazione di Glezos. Chi se ne frega di Repubblica, questa
e’ una notizia vera di cui parla tutta la Grecia oggi, non l’ha mica
inventata Repubblica. Qui, quasi tutti i giornali, ognuno a modo suo,
e’ una Repubblica eppure tutti riportano in prima pagina la notizia.
E non potevano fare diversamente dal momento che Glezos oltre a
essere il simbolo che e’ per i greci, e’ anche eurodeputato e per
giunta membro del comitato centrale di SYRIZA.
Io
sarei molto più prudente parlando di cose che non conosco. Glezos
non e’ rispettato dai greci soltanto per la faccenda della bandiera.
Ha una storia sulle spalle ed una presenza nella società greca
periodo della troika non escluso, trovandosi tra la gente e prendendo
la sua parte di botte e di gas. Ed inoltre rappresenta anche una
corrente forte nel partito ed una molto più forte nella società.
Nemmeno Alba Dorata ha osato mai attaccarlo.
Se
volete trovare della malignità nella notizia di Repubblica dovreste
soffermarvi su questa frase: “Può darsi che le sue parole
riflettano la delusione per la mancata elezione a presidente della
Repubblica ("ci sperava molto" dicono diverse fonti)”.
Questa
e’ la baggianata della notizia. Niente di più falso. Non che al
popolo greco sarebbe dispiaciuto avere Glezos come presidente, ma i
nomi avanzati dagli ambienti anti-troikani erano quelli di Giorgio
Kassimatis e Giorgio Kontoghiorghis entrambi non di sinistra,
costituzionalisti, di indiscutibile statura morale e di chiara
posizione a favore della sovranità nazionale e contro le politiche
della troika.
E
invece il pragmatici hanno scelto una replica di Papoulias, il
presidente fantoccio che avevamo prima, e che aveva con la sua firma
ufficializzato la dissoluzione della Costituzione.
Certo,
dovreste prendermi sulla parola anche se molti di voi preferite
sempre mettere il dito sulla piaga. Attenti però, che continuando
cosi, non e’ che vi rimarranno molte dita.
La
sovranità si declina solo per volontà propria. Se no si chiama
stupro.
A noi
nessuno ha chiesto di cederla. A voi?
Non
vorrei guastare il tuo ragionamento ma le cose vanno dette come sono:
Tsipras e’ stato per la prima volta eletto in parlamento nel 2009,
cioè prima dell’inizio della crisi e a quei tempi non avevamo ancora
niente di conflittuale con la Germania.
Da
allora in poi l’unica cosa della quale ha parlato chiaramente e’
stata quella del ripudio, almeno parziale, del debito e del suo
controllo logistico (vedere cioè a chi dobbiamo, come e perché).
Poi si e’ rimangiato anche questo.
Ma di
uscire dall’euro non l’ho mai sentito parlare. E di sicuro non ne ha
mai parlato SYRIZA. Hai qualche informazione in più?
Nazione che fallisce
vuol dire che non può pagare i suoi debiti. Ma si usa il termine “ha
dichiarato default” per distinguerlo da un’impresa che fallisce.
Perché per l’impresa si procede alla sua liquidazione mentre per la
nazione i creditori rimangono a secco. Una nazione non può mai
fallire.
Questo e’ stato
sempre l’incubo degli squali della finanza internazionale almeno fino
alla trovata dell’euro e dell’eurozona.
Caro Georgios, mi pare che tu voglia attribuire ai tuoi lettori italiani una ‘cattiva coscienza’ nel valutare i problemi del tuo Paese, come se fossimo tutti prevenuti proprio perchè…non greci. Ma questo è marginale, come è marginale un certo etnocentrismo che spunta qua e là richiamando alla memoria fatti di decenni fa come se i greci di oggi fossero quelli di allora o perchè no, quelli del 1821, che è sempre nell’immaginario greco il termine di paragone per tutto. Il punto fondamentale è invece che la G. è solo la carta in bilico sul/nel castello di carte monetario che domina la finanza mondiale, attraverso i soliti ‘derivati’ garantiti da ‘collaterale’ rappresentato da titoli di stato: greci, italiani, francesi, tedeschi ecc. Se la G. esce, cioè fa ‘grexit’, come Paese probabilmente ci guadagna perchè può svalutare e lentamente ( molto lentamente ) riprendersi ripartendo da soglie basse se non irrisorie di valore della sua moneta, il cui ‘valore’ viene deciso dai soliti noti: MA il castello di carte crolla o viene seriamente lesionato dal fatto che la regola che le obbligazioni degli stati ( moderni ) sono solvibili perchè garantite dagli stati quali prestatori ultima istanza NON funziona più perchè gli stati possono anche NON pagare più. Ora se lo fa il Ruanda tutti se ne fregano, ma se lo fa un Paese Eu allora sono drammi per TUTTI gli altri EU. Dunque è qui l’origine del ‘ricatto’, del tira e molla, delle dichiarazioni di Varufakis e quant’altro. Ma vale ancora questa regola della ‘solvibilità’ degli stati in presenza di un meccanismo come quello della BCE e nella condizione reale dell’economia internazionale seduta su dei derivati che rappresentano 50 volte il PIL mondiale? Credo di no. Può darsi che lentamente si faccia strada l’idea di una riforma complessiva del nostro sistema monetario e bancario e gli accordi attuali ‘Grecia versus altri’ siano solo preliminari intesi a prendere tempo per il sistema nel suo complesso: cioè per far accettare ai ‘mercati’ questa evidente realtà senza far cadere tutto il sistema. Penso che nel giro di qualche mese la Grecia sarà ‘libera’ di fare il suo ‘grexit’ solo perchè il castello di carte non ci sarà più. Vedremo.
Al momento la Grecia risiede nella NATO e nella UE per volontà propria, la sovranità è declinata attraverso questa appartenenza, se si vuole cambiare qualcosa della sovranità la Grecia potrà farlo solo con uno schieramento diverso, altrimenti questo parlare di sovranità è futile, stante che la NATO e la EU si basano proprio sull’assorbimento di sovranità per sostanziare l’appartenenza dei suoi mebri.
Poichè la Grecia non ha una autonomia di deterrenza strategica non esiste alcuna sovranità possibile senza uno schieramento internazionale di riferimento. E’ lo stesso motivo per il quale Israele puo fare il bello e cattivo tempo nel mediterraneo senza alcun problema, loro il deterrente c’è l’hanno, ed hanno una politica sovrana, il loro "schieramento" è dinamico nello spazio e nel tempo, funzionale ai loro interessi del momento, la Grecia non può esercitare la sua sovranità in questi termini..
E’ lo stesso probelama di fondo che attanaglia la "sinistra" italiana, pensare che sia possibile una sovranità senza ridiscutere tutta la politica di appartenenza del paese nello schieramento NATO – EU.
Se l’EU avesse portato avanti una sua politica di autonomia dalla NATO la situazione sarebbe diversa e tante altre vie praticabili, ma come vediamo la EU è diventata ancellare agli interessi sovraeuropei della NATO e del suo padrone USA, pertanto le chiacchere sulla sovranità, senza un ripensamento di fondo sugli schieramenti, è solo una minchiata, ed infatti non hanno prodotto e non produrranno alcun risultato.
se è questa non mi pare troppo grande
http://it.wikipedia.org/wiki/Manolis_Glezos#mediaviewer/File:Bundesarchiv_Bild_101I-164-0368-04,_Athen,_Hakenkreuzflagge_auf_der_Akropolis.jpg [it.wikipedia.org]
La realtà ha la sgradevole qualità di mostrarsi o prima o poi..
TSIPRAS E’ UN TRADITORE DEL POPOLO.
L’EURO E’ MORTO.
NORIMBERGA PER LA TROIKA E LA MERKEL.
CI VORRA’ UNA RIVOLUZIONE.
Caro oriundo io non
attribuisco nessuna cattiva coscienza agli amici che ci leggono qui.
E quando posso trovo l’occasione per esprimere solidarietà e
amicizia.
Ho parlato di un
caso specifico, quello di Glezos, e mi sembra naturale che voi non
possiate intendere le cose nella loro giusta dimensione dato che
vivete lontano dal mio paese. Lo stesso vale per me riguardo le
vicende italiane. Non parlavo in generale e non affermavo che voi
bisogna che stiate zitti perché non greci. Per carità…
Invece quello che
chiami etnocentrismo e il nesso diminutivo che ne fai con fatti di 70
o addirittura di 200 anni fa, e’ sbagliato non nel senso della
“svalutazione della grandezza” del popolo greco (o di qualsiasi
altro popolo) ma nel senso della lezione storica. Certamente i popoli
cambiano e certamente anche quelli che fanno parte del potere
cambiano. La contrapposizione tra loro però rimane la stessa. Oggi
c’è l’UE ieri la Santa Alleanza o il Congresso di Vienna. Obbiettivi
identici (oggi e allora) da entrambi gli schieramenti. E’ cosi che si
scrive la storia. Non dico “bene” e neanche “male”. Ma e’
cosi che si scrive che ci piaccia o no.
Voglio dire che sia
“loro” che “noi” perseguiamo lo stesso obbiettivo: unire
l’Europa. Sono i termini dell’unione che sono diversi. Per noi e’
l’unione dei popoli europei, per loro i vassalli europei di un unico
egemone (unico nel senso figurativo).
Non capisco invece
perché ci sarebbe il dramma per gli altri se un paese non pagasse il
“debito”. Cioè non capisco perché sarebbe un dramma il
fallimento delle banche. Per me sarebbe la felicità di tutti. E poi
se io blocco le frontiere (tramite tassazioni insormontabili) per i
capitali che vogliono farci visita solo per speculare (non per quelli
che vengono per investire), non vedo chi possa influenzare il valore
della mia moneta. La tengo stretta e non permetto a nessuno di
procurarsela facilmente per poi svalutarla.
E’ logico che
l’uscita di un paese dalla trappola rende più facile anche l’uscita
degli altri. Perché le pressioni sulla BCE da parte degli
speculatori sarebbero cosi pressanti che l’unico modo per i popoli
degli altri paesi per liberarsi dalle conseguenti politiche
economiche asfissianti da parte della BCE, sarebbe quello ovvio:
mandare al diavolo la BCE e di conseguenza l’UE. Forse ci siamo
dimenticati che solo fino a pochi anni fa ce la facevamo benissimo a
vivere senza UE e senza euro anche con quegli stati penosi che
avevamo. E che, naturalmente, non vogliamo restaurare tali e quali.
Dall’altra parte, se
un paese ne esce ma chi fa la politica rimane lo stesso allora sì
che sono guai. Ecco perché c’è bisogno di un azione da parte della
popolazione europea che faccia di ogni popolo il padrone in casa
propria.
Facile? Certamente
no. Impossibile? Certamente no.
Tutto qui.
Se aspettiamo però
che il castello crolli da solo, ho paura che ci crollerà sulla testa. E
non sarà fatto di carte ma di grossi sassi.
Anche negli anni
antecedenti all’euro la Grecia apparteneva alla NATO. Questo calvario
però non c’era per il mio paese e la Costituzione aveva un certo
peso. Lo stesso vale anche per l’Italia.
La sovranità, come
molte altre cose nella politica e nella vita, non e’ qualcosa di
assoluto che o c’è o non c’è.
Certamente però,
l’obbiettivo di uscita dalla NATO deve far parte della politica in un
paese che uscirà vittorioso dall’attuale scontro con la dittatura di
Bruxelles.
Ma credere che l’UE
potesse avere come politica… uscire dalla NATO, scusami, e’ un po’
ingenuo. L’UE e’ opera della NATO.
Poi,
vedremo, ce lo dirà il tempo, se per rivendicare
la sovranità bisogna avere le atomiche. Vedremo se e’ una minchiata
come scrivi.
Comunque non ho detto che bisogna avere l’atomica, ma che se non si hanno
la sovranità necessita di uno schieramento, il mondo va avanti da sempre
sui rapporti di forza, 5000 anni di stroia stanno li a dimostrarlo, pensare il contrario e solo fantasticare. Non ho detto che la EU era pensata per uscire dalla NATO, quando è nata l’unione la NATO era indispensabile nel mondo bipolare, il problerma è che ora il mondo bipolare non esiste più, ma la NATO c’è ancora.
Negli anni 50 e 60 la NATO era un organismo con compiti e scopi del tutto diversi da quelli attuali, a partire dal 1990 con la guerra di disgregazione della Juogoslavia la NATO ha cambiato natura completamente, man mano questo nuovo ruolo si è andato a saldare con i cambiamenti che intanto avvenivano in ambito di poitiche comunitarie.
Quando l’unione si è dotata dell’euro la strategia USA verso l’Europa è completamente cambiata, attivando una serie di contromisure che hanno portato l’ingerenza negli affari europei a livelli assurdi, per neutralizzare sul nascere le potenzialità politiche della moneta unica sul piano globale, come alternativa all’egemonia del dollaro. Io la chiama politica dei cerchi concentrici, l’azione si è svolta e si svolge nell’ambito dei vari paesi e un cerchio più grande agisce sull’unione, questa azione è mirata a mantenere il dominio sulla politica estera europea per condizionare in senso strumentale agli interessi USA le sue politiche economiche, oltre a creare un clima generale di deregulation in europa per i gruppi multinazionali che governano gli USA.
Non è possibile al momento spezzare questo cerchio con politiche di "riduzione del danno" alla Tsipras, perchè la classe dirigente europea è ormai scollegata dalla responsabilità politica verso i propri popoli e territori, non solo in Italia, pertanto la soluzione non verrà da queste politiche e da queste formazioni che vediamo aggirarsi come gattini ciechi nello scenario internazionale.