A CURA DI PETROLIO.BLOGSFERE
La rivelazione è scottante. Non so come maneggiarla. Francamente, non saprei neppure dire se Leonardo Maugeri, pezzo grosso dell’ENI di portata internazionale, stesse scherzando o meno.
Comunque, io vi riporto la storia così come è arrivata dall’ing. Eugenio Saraceno, membro Aspo che ha ascoltato Maugeri alla conferenza di presentazione del suo libro “L’era del petrolio” e ha potuto scambiare con lui qualche parola in privato.
Cari amici,
Ho appena scambiato due chiacchiere con Leonardo Maugeri di ENI a margine della presentazione del suo libro al Festival dell’economia.Ha esordito l’intervento molto male, citando un rapporto della CIA anni ’70 in cui si paventava a breve il picco del petrolio, e invece di petrolio ce n’è tanto visto che siamo in grado di tirare fuori solo il 35% e le nuove tecnologie ci permetteranno di estrarne percentuali maggiori etc. Poi ha corretto il tiro dicendo che effettivamente c’è un problema nel settore dell’upstream, gli investimenti sono stati scarsi, ci vorranno anni per recuperare, nel frattempo il paniere dei greggi si è appesantito, i costi di estrazione sono cresciuti, la domanda ha raggiunto l’offerta e il settore della raffinazione non riesce a garantire le quantità di prodotti petroliferi domandati quindi bisogna risparmiare, per primo lui dice di non usare l’auto e disprezza i suv! Ha detto anche una cosa molto sensata sul fatto che non sono i cinesi i veri divoratori di petrolio (solo 6 mln di barili al giorno) ma gli USA con i loro 22 mln di barili giornalieri. Ha parlato anche dei biocarburanti tradizionali ai quali ha fatto sostanzialmente le stesse critiche che facciamo noi.
Il sottoscritto era in pole position in prima fila e non mi sono fatto sfuggire l’occasione di chiedergli a quanti milioni di barili al giorno ammonterebbe la sua previsione di produzione aggiuntiva.
Dopo il 2010 raggiungeremo i 100 mln di barili al giorno di produzione media, mi ha risposto. Si poteva fare una sola domanda altrimenti gli avrei chiesto anche la localizzazione geografica delle extra produzioni, visto che i tre maggiori produttori Arabia, Russia e Usa oggi come oggi sembrano alla corda ed incapaci di qualsiasi incremento produttivo!
Comunque alla fine dell’incontro, mentre attendeva il taxi insieme ad un tizio della casa editrice ne ho approfittato per avvicinarlo con la scusa dei complimenti per l’esposizione, così ho potuto scambiare due chiacchiere, mi sono presentato come membro di ASPO Italia. “Ah, si, sa, quelli che sostengono la fine del petrolio” ha detto al suo editore, poi abbiamo continuato a scambiare qualche battuta. Mi ha rivelato di essere entrato in polemica con Campbell per una questione di articoli pubblicati sul Newsweek ed in cui il nostro lo avrebbe attaccato personalmente. “Sa i giornali ci sguazzano in queste polemiche, comunque io in quanto portatore di interessi in una grande compagnia petrolifera avrei tutto il vantaggio a che i prezzi rimanessero alti…”
“Beh” ho risposto io, “ci sono dei giochi delle parti sui media mondiali che hanno proprio questo scopo, pensi a quando Ahmedinejad nelle fasi di calo dei prezzi immancabilmente fa affermazioni che tengono alta la tensione…”
“Ahmedinejad è amico degli americani, agiscono di concerto…” si è lasciato sfuggire con sorriso compiaciuto. “Ho gradito la sua presentazione e la sua franchezza …” ho detto congedandomi.
Eugenio Saraceno
Fonte: http://petrolio.blogosfere.it
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06.06.2007
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