DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek
Avevo promesso un post per rispondere a un commento di Rosalux, e adesso mi tocca farne due.
Perché Rosalux ha scritto di nuovo qualcosa di molto interessante e che condivido totalmente:
“Una comunicazione può essere efficace e al tempo stesso infondata o fondata su presupporsi falsi.
Berlusconi ha convinto il 60% degli italiani di star facendo un ottimo lavoro. Ha fatto tagli alla scuola, e ha fatto credere di essere tornato alla buona vecchia scuola di una volta, ha tagliato fondi alla polizia, ma la gente è rasserenata dai soldatini. Ha la capacità di strutturare unità minime di pensiero ad elevatissimo grado di contagiosità.”
Ci sono mille motivi, alcuni tipicamente italiani, per cui Berlusconi riesce a farsi amare. Voglio parlare solo di uno di questi, che non è la chiave di tutto.Il commento di Rosalux mi ha fatto venire in mente, infatti, la faccenda delle Signore/signorine Bella Presenza di cui Berlusconi si circonda, adesso che ha una maggioranza sufficiente per non dover riempire il governo di politicanti sempre pronti a fargli lo sgambetto.
Il caso più clamoroso è la Carfagna, ma ormai anche quando va in televisione – il rito più solenne per lui – Berlusconi si circonda di giovinette che incarnano in qualche modo la figura della Jeune-Fille. Ad esempio in un ammiccante incontro a Porta a Porta con la campionessa olimpica Valentina Vezzali e con Miriam Leone, meglio nota come Miss Italia.
Questa scelta ha portato alle solite bordate di insinuazioni sulla vita privata di Berlusconi. Insinuazioni – a prescindere dalla loro insignificante fondatezza o meno – non solo volgari, ma anche stupide, che svelano a mio avviso l’intrinseca imbecillità dell’antiberlusconismo. Anzi, probabilmente quelle insinuazioni piacciono molto allo stesso Berlusconi.
L’insinuazione di fondo, tolti gli elementi di mero maschilismo o moralismo, è che Berlusconi sia un cretino che regala ministeri a giovani donne in cambio di favori personali. In un Paese Serio queste cose non succedono – il Paese Serio, una sorta di tecnocrazia capitalista dove tutti fanno le cose in orario e nessuno dice barzellette o parcheggia in doppia fila – è più o meno il mito della Sinistra Reale attuale.
Ora, Silvio Berlusconi non ha distrutto l’Italia e non ha creato una dittatura; però non ha fatto nemmeno praticamente nulla di buono. Eppure è il politico del dopoguerra che ha governato più a lungo, e ha più consensi che mai. Da cui possiamo dedurre che è lui a essere intelligente e i suoi avversari a essere cretini.
In questo paese di interminabili e feroci trame, Berlusconi – che avrà pure montagne di soldi, ma è un outsider rispetto ai poteri storici – non è un sentimentale. Se alle sue (ipotetiche) amanti regala ministeri e non collane di diamanti, come fanno i poligami normali, un motivo ci sarà.
Attorno a sé, Berlusconi crea un’oggettiva atmosfera di bellezza e giovinezza. Ma non può essere una bellezza virile, adatta ai tempi storici delle grandi mobilitazioni e del culto del sacrificio, tipico di tutto il Novecento.
Siamo nell’epoca dell’intimità televisiva e del coccolamento narcisista.
La tremenda immagine del femminile imposta e rispecchiata dal dominio maschile la conosciamo tutti: le donne sono giovani e belle o non sono. Ancheggianti, inaffidabili, portatrici di astiosi pettegolezzi, vittimiste, indisciplinate, lagnose, simpatiche e briose, rifiutano lo sforzo fisico perché ci si possono rompere le unghie, bugiarde, sensation seeker, incapaci di concentrarsi, se ne fregano dei grandi temi ma si legano al dito ogni piccolo torto personale, per uscire da ogni problema sbattono le palpebre al primo uomo che passa, insieme asservite e manipolatrici, ombelicali, alla perenne ricerca di frivolezze e piccoli piaceri. Prive di profondo essere, sono dunque pura immagine.
Il femminismo ha fatto un lavoro straordinario e benemerito di critica a questa costellazione.
Ma il capitalismo post-borghese, che bada ai fatti e non alle riflessioni, ha semplicemente rovesciato i ruoli: bene, clienti di tutto il pianeta – qualunque sia il vostro genere anagrafico – liberate la puttana che c’è in voi!
In questo senso – ma l’antiberlusconiano medio non potrebbe mai arrivarci – Silvio Berlusconi rinnega più profondamente il fascismo di chiunque altro, perché il mondo delle Jeune-Fille ha in orrore le musiche marziali. E non ama nemmeno maschi solenni e incravattati che parlano di astrazioni: il mondo borghese è ormai alle spalle, ne resta tutt’al più qualche frammento nella sinistra. E su questo tema troviamo una magmatica convegenza rosso-azzurra, un luogo in cui il berlusconismo “antitotalitario” si ritrova con un certo mondo libertario sessantottino.
E infatti il complesso della Jeune-Fille lo troviamo incarnato anche nell’organo dell’Antiberlusconismo Assoluto, Repubblica. Perché non è questione di questa o di quella parte politica, ma di questa epoca. Come dimostra il penoso tentativo, compiuto qualche anno fa, di Clemente Mastella di fare il jeune-fille a torte in faccia. E se pure Mastella ci prova…
Berlusconi dai media passa allo stato. E in questo c’è un paradosso: perché i media demoliscono necessariamente lo stato. Ricevono le informazioni prima dei suoi servizi segreti; riempiono le menti di un circo di immagini tali da far abbandonare la scuola a qualunque Pinocchio; fanno scendere gli uomini di stato dai loro remoti balconi e palchi e permettono di vederne i nei; esaltano e condannano davanti a tutta la nazione, mentre i tribunali ci mettono anni.
In fondo, l’antiberlusconismo di massa (non quello serio e noioso alla Travaglio) si nutre tutto di questa demolizione mediatica dello stato: avete visto le foto di Berlusconi che fa le corna? Usciranno le intercettazioni?
Berlusconi ha saputo dare qualche mese di più di vita allo stato, trasformandolo in una funzione dei media, in un personaggio particolarmente simpatico del salotto di Bruno Vespa: salotto significativamente affollato da sempre da troiette.
Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com
Link:
http://kelebek.splinder.com/post/18430544/Le+troie+trionfali+di+Silvio+B
18.09.08