LE TRANSAZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI SOTTO CONTROLLO AMERICANO

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DI JEAN-CLAUDE PAYE
Mondialisation

Come nell’accordo sulla sorveglianza dei passeggeri europei, firmato nel giugno 2007, tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, questo nuovo “accordo” sul controllo delle transazioni finanziarie, rende legittima una situazione creata di fatto dagli USA. Nei due casi l’amministrazione americana si era impossessata illegalmente dei dati personali dei cittadini europei, prima che l’Unione gli riconoscesse questo diritto e modificasse apposta il suo ordine giuridico.

Il 23 giugno, il “New York Times” ha rivelato l’installazione, da parte della CIA, di un programma di sorveglianza delle transazioni finanziare internazionali. Il giornale ha messo in luce il fatto che la società belga Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Communication) ha trasmesso al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, dopo gli attentati dell’11 settembre, decine di milioni di dati confidenziali riguardanti le operazioni dei suoi clienti.

Swift, società americana di diritto belga, gestisce gli scambi internazionali di circa ottomila istituzioni finanziarie situate in 208 paesi. Essa assicura il trasferimento di dati relativi ai pagamenti o ai titoli, comprese le transazioni internazionali in divise, ma non fa transitare denaro.
I dati scambiati vengono memorizzati su alcuni server. Uno situato in Europa, l’altro negli Stati Uniti. Ciascuno contiene l’insieme di tutti i dati. I messaggi interbancari, scambiati sulla rete Swift, contengono dati a carattere personale protetti dai diritti belgi ed europei.

Questa società è sottoposta anche alla legge statunitense, per via della localizzazione del suo secondo server sul suolo degli Stati Uniti. Così la società ha scelto di violare il diritto europeo, allo scopo di sottomettersi alle ingiunzioni dell’esecutivo americano. Malgrado la constatazione di multiple violazioni dei diritti belgi e comunitari, le autorità belghe si sono rifiutate di perseguire la società Swift.

Ricordiamo che il sistema Echelon e il programma di sorveglianza della NSA permettono di appropriarsi di informazioni elettroniche, tra cui i dati Swift FIN, in tempo reale. La loro lettura è ancora più facile se si pensa che i sistemi di criptaggio DES, 3DES e AES, dei dati relativi alle transazioni mondiali tra banche, sono tutti e tre degli standard americani brevettati negli USA. L’esecutivo degli Stati Uniti si fa quindi consegnare dei dati che già possiede o che può facilmente ottenere. Il fatto di obbligare le società private a violare il diritto europeo, così come spingere le autorità politiche di questo continente a trasformare la loro legalità allo scopo di autorizzare questa cattura, è il gioco principale delle esigenze americane. Per l’esecutivo degli Stati Uniti non si tratta solamente d’installare un sistema di controllo in tempo reale delle transazioni finanziarie internazionali, ma soprattutto di farlo legittimare.

La cessazione dei trasferimenti verso le dogane americane non è mai stata prevista. La trasmissione delle informazioni non è d’altre parte finita dopo la rivelazione della faccenda. Per conformarsi formalmente alla direttiva europea di protezione dei dati, Swift ha aderito nel 2007 ai principi di Safe Harbor, il quale “garantisce ” che i dati immagazzinati nel server americano siano protetti da alcune norme analoghe a quelle in vigore nell’Unione Europea.

L’adesione ai principi di Safe Harbor procede tramite autocertificazione della società aderente, che dovrebbe fornire delle garanzie sulle possibilità di contestazione presso le autorità indipendenti. Ma la qualità d’indipendenza di queste autorità è poco definita. Il Safe Harbor lascia la persona interessata abbandonata a se stessa. Sta a lei verificare la situazione di conformità dell’organismo americano che tratta i dati, sta a lei trovare e convocare l’autorità indipendente di controllo adatta a studiare il suo caso. Se, nonostante tutti questi ostacoli, una persona o un’impresa hanno la possibilità di poter constatare una trasgressione alla procedura e hanno inoltre la capacità di avviare delle ricerche, l’amministrazione americana può ancora invocare la nozione di “segreto di Stato” allo scopo d’impedire ogni azione giudiziaria.

Quanto alla parte dell’ “accordo” del giugno 2007, quello che autorizza il possesso dei dati personali da parte degli USA, esso porta ad un impegno unilaterale degli Stati Uniti. Non si tratta dunque di un accordo bilaterale, come desiderava il Parlamento Europeo, ma di un testo il cui contenuto non ha bisogno dell’accordo delle due parti per poter essere modificato. L’amministrazione degli Stati Uniti ha la possibilità, senza assenso né consultazione dell’altra parte, di modificare i suoi impegni secondo l’evoluzione della legislazione americana o secondo la sua volontà di emettere delle nuove esigenze.

Il Dipartimento del Tesoro dà delle garanzie puramente formali quanto all’utilizzazione dei dati. S’impegna a utilizzarli o a scambiarli con altre agenzie o con paesi terzi, esclusivamente per lottare contro il terrorismo. Ciononostante la definizione di terrorismo è così larga ch’essa può essere applicata a qualsiasi persona o organizzazione presa di mira dall’amministrazione.

I dati stagnanti non saranno conservati più di cinque anni dalla loro ricezione. Questo lascia molto tempo alle agenzie americane per utilizzarli secondo i loro propri comodi.

Come garanzia del rispetto della confidenzialità delle informazioni, la parte americana insiste sull’esistenza di numerosi livelli indipendenti di controllo. Il testo menziona “altre amministrazioni officiali indipendenti”, così come uno “studio di audit indipendente”. Che un’amministrazione sia considerata come un’istituzione indipendente da un’altra amministrazione dello stesso Stato dice già molto sulla formalità di questa autonomia. La stessa considerazione può essere fatta per ciò che riguarda l’audit indipendente. Così, quando il caso Swift è scoppiato nel giugno 2006, il governo americano aveva già dichiarato che non c’era stato nessun abuso nell’utilizzazione dei dati, visto che l’accesso a questi era controllato da una società privata “esterna”, il gruppo Booz Allen. Quest’ultima è una delle più importanti società sotto contratto con il governo americano. L’inter-penetrazione tra pubblico e privato è organica. Che una tale società possa essere presentata come indipendente dal potere esecutivo degli Stati Uniti la dice lunga sulla solidità delle garanzie ottenute dai negoziatori europei.

Questo recente “accordo” rivela l’esistenza di una struttura politica imperiale, nella quale l’esecutivo americano occupa il posto d’onore e le istituzioni europee una semplice funzione di legittimazione nei confronti delle loro popolazioni. Infatti non si tratta di un accordo tra due potenze sovrane. Non esiste che una sola parte, l’amministrazione degli USA, che riafferma il suo diritto di disporre dei dati personali degli europei. In cambio, in un percorso unilaterale, concede delle “garanzie” formali che può unilateralmente modificare o sopprimere. L’esecutivo americano esercita così direttamente la sua sovranità sulle popolazioni dei due lati dell’Atlantico.

Jean-Claude Paye, sociologo in Belgio, è autore delle opere La fin de l’Etat de droit, La dispute 2004, et Global War on Liberty, TelosPress 2007

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A partire dal giugno 2007 era previsto che i dati Swift inter-europei non fossero più trasferiti agli Stati Uniti, ma su un secondo server europeo. A fine marzo del 2008 dei rappresentanti della società Swift hanno lasciato intendere che questo sarà situato nella regione di Zurigo e sarà operazionale alla fine del 2009. Questa nuova procedura è più conforme alla decisione-direttiva europea sulla protezione dei dati personali che i principi di Safe Harbor. Ciononostante la decisione-direttiva prevede delle eccezioni in materia polizia-giustizia e lascia la porta aperta all’accesso delle autorità americane ai dati finanziari di competenza europea. L'”accordo” dovrà semplicemente essere adattato Questo è evolutivo. E’ costruito in modo da poter rispondere permanentemente alle nuove esigenze americane.

Ricordiamo che, per ciò che riguarda i dati dei passeggeri aerei, le dogane americane hanno direttamente accesso ai terminali delle compagnie situate su suolo europeo. Che questo avvenga tramite questo sistema o, più probabilmente, tramite determinate ingiunzioni, le autorità americane continueranno a farsi trasmettere dati finanziari europei. Che sarebbe poi l’obiettivo fondamentale di questo affare.

Jean-Claude Paye
Horizons et débats No 17, 2008
Fonte : www.mondialisation.ca
http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=8879
2.05.08

Traduzione per www.comedonchisicotte.org a cura di IMG.ZERO

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