DI JAMES MASSY MASON (con nota di Pino Cabras in coda all’articolo)
masonmassyjames.it
Avete presente i reperti d’arte antica che i facinorosi dell’ISIS avrebbero recentemente distrutto nel museo di Musul? Scommetto di sì, visto che il video che li immortala mentre fanno a pezzi le preziosissime sculture è rimbalzato sui social come fosse un proiettile impazzito. Ovviamente accompagnato da commenti che incitavano alla loro morte e al fatto che questi “vanno fermati”.
La parte di Occidente che non sia stata abbastanza colpita da decapitazioni e roghi umani, sarà sicuramente colpita dalla distruzione della cultura, della storia, dall’iconoclastia delirante e pericolosa di questi folli che “vanno fermati”.
Anche il TG5 l’ha ribadito oggi in un servizio, in cui di nuovo venivano riproposte le stesse immagini sottolineando la perdita inestimabile che il mondo ha subito al seguito di questa distruzione causata da un integralismo religioso incontrollabile, pericoloso e che “va fermato”.
Peccato che pochi secondi dopo la giornalista legge un breve aggiornamento sulla notizia, roba di qualche secondo, in cui ci fa sapere che parte delle opere distrutte sono delle copie in gesso. Sì avete letto bene: copie in gesso.
Informandomi in rete poi, quella “parte di opere false”, sembra essere invece praticamente la totalità, secondo gli esperti, ovvero forse una sola era una statua originale.
Ma il punto è questo: solo dopo aver fatto rimbalzare a destra e sinistra su decine e decine di testate giornalistiche, siti, telegiornali, la notizia tremenda che antichissimi reperti erano stati distrutti dall’ISIS, se ne escono con: “ah a proposito, erano solo copie, passiamo allo sport”.
Vi invito poi a ragionare su come sia possibile che il califfato, i taglia gole più sanguinari della storia, i pericolosi estremisti islamici che minacciano l’occidente seminando orrore, che dispongono di milioni di dollari di finanziamenti, un reparto dedicato alla comunicazione mediatica che fa invidia a hollywood, si siano così clamorosamente sbagliati e si siano accaniti con martelli e picconi su delle statue in gesso senza valore.
Tutto questo sarebbe ridicolo se non facesse emergere un tremendo sospetto: ovvero che i mass media, nella migliore delle ipotesi, non siano in grado di fornirci un’informazione corretta su quello che succede, nel peggiore che siano volontariamente coinvolti nel creare un clima di terrore, in questo caso divulgando notizie clamorose nella maniera più eclatante possibile per poi ridimensionarle nella maniera più timida possibile cosicché appaiano “puliti” di fronte alla verità, ma lo scopo di seminare il terrore creando un’immagine ben definita della realtà nell’immaginario collettivo è stata portata già a termine dal tam tam precedente.
Usare i media per fomentare le masse e giustificare guerre, se non addirittura inventare nemici di sana pianta, è un giochetto fin troppo ben conosciuto e fin troppo usato nella storia. Se non sentite puzza di bruciato adesso, dubito possiate sentire quello degli escrementi in cui ci troveremo se non la smettiamo di farci manipolare da questa informazione da quattro soldi.
MMJ
Fonte: www.masonmassyjames.it/
27.02.2015
(alcune) fonti:
http://notizie.virgilio.it/videonews/le-statue-distrutte-dall-isis-sono-copie-in-gesso-quelle-vere-in-salvo-a-baghdad.html
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/isis-statue-distrutte-a-mosul-tutte-false-originali-sono-a-baghdad-2114612/
http://www.video.mediaset.it/video/tg5/full/edizione-ore-13-00-del-27-febbraio_518169.html (al minuto 14:45)
NOTA DI PINO CABRAS
Condivido in toto le osservazioni del blogger e scrittore che ha descritto mirabilmente questo ennesimo spettacolo, usato da qualcuno per lasciarci affidare alla protezione degli stessi che finanziano l’ISIS, intanto che ci spingono a dire che “vanno fermati” . Perché proprio di spettacolo si è trattato, con polveri, crolli, e la quasi giocosa distruzione di un ordine. La scena era cinematografica, con echi di Indiana Jones e di Totò contro Maciste, se non di qualche scena corale di Bud Spencer e Terence Hill. Cinema per dodicenni. Ma ormai il livellamento dell’informazione rende tutti dodicenni. In quei film si coglieva la finzione, con l’esotismo dei costumi di scena, le colonne e le statue che si sbriciolavano con rimbalzi e sbuffi che facevano capire che non erano pietre. Erano però immagini vive, più potenti delle parole che potevano smentirle.
Anche stavolta le smentite verbali e distratte incideranno assai meno delle immagini che si sono già impresse nella mente.
Così, ci addomesticano docilmente alla finzione, in dosi sempre più massicce. Oltre alla distrazione voluta e ottenuta di nascosto, ce ne sarà una ulteriore, altrettanto subdola. Una delle verità meno evidenti del ciclo di guerre mediorientali aperto dagli Stati Uniti, Israele e loro alleati dopo l’11/9 è il saccheggio (un commercio misto a distruzione) di reperti archeologici preziosissimi in luoghi da considerare come culle della civiltà. La galassia jihadista e le contigue operazioni coperte dei servizi segreti si finanziano – oltre che con il contrabbando di petrolio e armi e con il traffico di droga – anche con voluminosi traffici di beni archeologici, ai quali spesso i mandanti dei furti attribuiscono valori esoterici enormi. Questa storia dura da molti anni. Molte delle opere pretesamente “distrutte” orneranno palazzi assai esclusivi di mezzo mondo, con acquirenti che investiranno somme ingenti: si consumano anche queste rapine, nel grande caos che fa comodo a chi tira la volata ai falchi che si vogliono impadronire della politica mondiale.
Troppo democratici, i musei che raccontano la lunga storia dell’Umanità. Chi vuole costruire un ordine aristocratico non si limiterà a colpirci con la violenza dell’austerity. Ci colpirà anche privandoci dei luoghi di condivisione della memoria. Vuole che gli unici luoghi che contino per testimoniare un qualche ordine siano all’interno del perimetro aristocratico di tipo nuovo che emergerà dal caos. Saranno in pochi a sapere cosa fu davvero la Mesopotamia.
Caduta la polvere di gesso si vede la guerra, che non è la stessa guerra che ci viene raccontata dai media, i quali aumentano ogni giorno la percentuale del falso. Non so come facciano, ma mi pare che abbiano già superato il cento per cento, sfidando la logica e la matematica. Su masse enormi funziona.
Pino Cabras
Fonte: http://megachip.globalist.it/
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=116546&typeb=0&Statue-distrutte-da-ISIS-a-sbriciolarsi-e-solo-la-credibilita-dei-media
28.02.2015