LE SETTE SEQUENZE DELLA FASE D'IMPATTO DELLA CRISI SISTEMICA GLOBALE

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(2007-2009)

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FONTE: LEAP/E2020

Dopo la presa di coscienza generalizzata dell’esistenza di una crisi globale, lo svolgimento della fase iniziale della crisi sistemica globale diventa prevedibile con più precisione.

I fattori psicologici implicati e i tipi di azioni e di reazioni dei diversi attori interessati illuminano considerevolmente il processo a venire. Il gruppo di ricercatori di LEAP/E2020 ritiene dunque ormai che la fase d’impatto della crisi sistemica globale in corso sia più lunga di ciò che LEAP aveva previsto un anno fa (cf. GEAB N°8). Infatti, l’ampiezza della prima scossa finanziaria e bancaria presa in considerazione, nell’agosto 2007, significa, per il nostro gruppo di ricercatori, che l’impatto si svilupperà sotto forma di sette sequenze principali, che influiscono in modo specifico sulle principali regioni del mondo.

La fase d’impatto si dispiegherà così in due anni a partire dal punto di flessione superato nell’aprile 2007 (cf. GEAB N°12), fino alla fine 2009, in seguito comincerà la fase detta di “decantazione” (cf. GEAB N°5) che corrisponderà alla perpetuazione dei nuovi equilibri del sistema mondiale. Fino a giugno 2007, nei numeri del GEAB, LEAP/E2020 ha anticipato e descritto la depressione del sistema ed ha previsto i crolli venire. D’ora in poi, i nostri gruppi si preoccuperanno di anticipare gli sviluppi delle sette sequenze del crollo. In questo numero dell’ottobre 2007 del GEAB (N°18), LEAP/E2020 analizza le grandi direttrici di ciascuna delle sette sequenze e sviluppa un calendario preciso per ciascuna di esse. L’insieme è del resto raccolto in una tabella temporale sintetica della fase d’impatto (fino alla fine 2009). In questo comunicato pubblico è presentata la sequenza 1 oltre all’elenco delle sei altre sequenze.

Sequenza 1: L’infezione finanziaria globale per via dell’indebitamento americano: Cento anni dopo i “prestiti russi”, i “debiti americani”

Sequenza 2: Il crollo borsistico in particolare in Asia e negli Stati Uniti: Da – 50% a -20% in un anno, per le borse, a seconda delle regioni del mondo

Sequenza 3: Lo scoppio delle bolle immobiliari mondiali: Regno Unito, Spagna, Francia e paesi emergenti

Sequenza 4: Tempesta monetaria: La volatilità più alta e quella più bassa sui fondi di dollari US

Sequenza 5: Stagflazione dell’economia globale: “Recesflazione” negli USA, crescita morbida in Europa, recessione

Sequenza 6: ” grande depressione” negli Stati Uniti, crisi sociale ed aumento di una gestione militare dei conflitti

Sequenza 7: Accelerazione brutale della ricomposizione strategica globale, attacco all’Iran, Israele vicino al baratro, caos mdio-orientale, crisi energetica

SEQUENCE 1 – L’infezione finanziaria globale via indebitamento americano: Cento anni dopo i “prestiti russi”, i “debiti americani” (2° Trimestre 2007 – 3° Trimestre 2008) come ha spiegato il gruppo di LEAP/E2020 nel GEAB N°17, la dimensione finanziaria della crisi attuale ha la sua origine soprattutto nel fatto che nel corso degli ultimi due decenni, l’economia americana si è principalmente specializzata nella produzione di “debiti” (delle famiglie, delle imprese e delle istituzioni pubbliche) e che una parte crescente di questo debito collettivo è stata venduta a detentori stranieri che si stanno impaurendo e che rischiano non di essere mai più rimborsati dell’integrità dei loro prestiti (grazie ai quali è stato finanziato l’American way of life in questi ultimi anni). I più diffidenti, o piuttosto i più perspicaci, iniziano anche a chiedersi se saranno semplicemente rimborsati. Il raffronto con i prestiti russi non è così soltanto una caratteristica umorale ma davvero un paragone ragionevole poiché ormai siamo entrati in una situazione in cui, se non stampassero la valuta che funge loro da mezzo di pagamento, gli Stati Uniti sarebbero in una situazione di insolvibilità poiché il loro indebitamento collettivo supera il 400% del PNL.

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Evolution de la dette totale des Etats-Unis (privée et publique) – 1957/2006 – Sources Grandfather Economic Report/ US Federal Reserve

Per il momento, per il fatto che hanno ancora una posizione centrale tanto in termini di valuta che di pilastro del sistema finanziario mondiale
(1), possono utilizzare l’indebolimento continuo della loro valuta per rimborsare il resto del pianeta con carta straccia (evoluzione anticipata nel GEAB N°2 del febbraio 2006). Hanno anche tentato di nascondere l’insolvibilità crescente dei loro attori economici facendo rivendere dalle banche di Wall Street (ed ai loro avidi partner internazionali) degli attivi finanziari “virtuali”, il cui valore si basa su formule matematiche oscure, i famosi CDOs (Cf GEAB N°17). Questo metodo di valorizzazione è equivalente a quello utilizzato nell’antichità per conoscere la volontà degli Dei quando si aprivano le viscere di un pollo per leggere il futuro. I CDOs funzionano sullo stesso principio (con il dettaglio che è il portafoglio dell’acquirente che si fa “sviscerare”): oggi, quest’attivi fittizi sono ovunque nel bilancio delle banche, piccole e grandi, nei portafogli degli “hedge funds”, nelle tesorerie delle imprese… E nessuno ha la minima idea di quanto valgono
(2), cosa che lascia pensare, nel mondo della finanza, che non valgano molto. Le cifre delle perdite annunciate in quest’ultimi giorni dalle grandi banche internazionali lasciano il nostro gruppo perplesso: soltanto una ventina di miliardi di dollari in totale. Si sarebbe dunque assistito, dalla metà agosto 2007, ad interventi storici (e che continuano ad esserlo) delle banche centrali del mondo intero, che iniettano centinaia di miliardi di euro nel sistema finanziario mondiale per tentare di rimettere in moto (per il momento senza risultati significativi) la “pompa della liquidità” mondiale avendo come sola ripercussione negativa, per le grandi banche internazionali una piccola perdita di 20 miliardi di dollari nella curva di crescita dei loro profitti? Per LEAP/E2020, si raggiunge un grado estremo di manipolazione degli azionisti, dei risparmiatori e degli investitori
(3). Del resto, ciò prova che coloro che credevano che la crisi finanziaria fosse ormai superata prendono i loro desideri per la realtà (a meno che non stiano speculando attualmente in borsa)
(4), le grandi banche americane hanno appena preso la decisione di creare un “pool” di 75 miliardi di dollari per fare fronte al rischio di crollo del mercato delle azioni nel caso di un’estensione della crisi di liquidità. Secondo LEAP/E2020, le somme che stanno evaporando (secondo la presa di coscienza che la maggior parte dei CDOs non valgono di fatto gran cosa) si misurano in centinaia di miliardi di dollari e in non decine. Con questa “forza di battitura” di settantacinque miliardi, Hank Paulson, il segretario di Stato del Tesoro US e vecchio proprietario di Goldman Sachs, ha orchestrato la contribuzione diretta delle banche americane alla Difesa contro la crisi di fiducia in gestazione. Secondo il nostro gruppo, è attualmente uno dei pochi dirigenti americani ad avere una certa coscienza dell’ampiezza della crisi in corso e a tentare di essere attivo
(6) (piuttosto che re-attivo come lo è ad esempio Ben Bernanke, il patron della FED). Spera, secondo i nostri ricercatori, di riuscire ad evitare la trasformazione di questa crisi di liquidità in una crisi di fiducia immensa in tutti i valori finanziari e monetari americani. E si è reso conto che l’azione delle banche centrali non bastava ad arginare il problema. Infatti, dopo due mesi di infusioni finanziarie massicce e continue, un ribasso dei tassi della FED (-0,5%) e la pausa nell’aumento dei tassi della BCE, nulla è cambiato. Attualmente i grandi istituti finanziari, in particolare americani, hanno cercato di guadagnare tempo nella speranza di un miglioramento della situazione, per i più ottimisti o i più ingenui, o più probabilmente per organizzare l’uscita dai loro bilanci del massimo possibile di perdite, trasferendole su altri operatori affinché la crisi fosse spalmata su tutti. Le banche americane sono naturalmente in prima linea su quest’affare poiché è il loro mercato che va in fumo. Ed il pool recentemente creato è l’indicatore che ci si avvicina ad una nuova scossa finanziaria, ancora più brutale di quella dell’agosto scorso, che il nostro gruppo anticipa tra novembre 2007 e febbraio 2008. Per LEAP/E2020, occorrerà attendere ancora un anno perché l’entità delle perdite generate dalla crisi dei “subprimes” e la sua amplificazione a causa dei CDOs possa essere misurata interamente. Durante questo tempo, assisteremo ad una crisi di fiducia crescente nel sistema finanziario americano
(7) ed indirettamente anche sui sistemi finanziari occidentali. I margini di manovra al ribasso dei tassi della FED sono esauriti, a meno di vedere il dollaro US crollare letteralmente
(8); un’opzione che ormai i partner economici degli Stati Uniti (europei in testa, e cinesi più con discrezione) prevedono e tentano di prevenire. Se nei numeri precedenti, abbiamo già in gran parte esposto nei dettagli le conseguenze prevedibili di questa crisi finanziaria sui partner degli Stati Uniti, detentori di attivi finanziari americani, è utile ricordare che l’impatto principale sarà negli Stati Uniti anche perchè quasi il 30% del debito americano è detenuto da operatori privati americani. Ritorneremo su quest’aspetto nella sequenza “sulla grande depressione US”.

Notes :

(1) La crise systémique globale est justement le processus entraînant de la fin de cette situation avantageuse dont ont bénéficié les Etats-Unis depuis 50 ans.

(2) « Moody’s cuts credit ratings on about 2000 subprime bonds », Wall Street Journal, 12/10/2007

(3) « Asset-backed paper falls for ninth straight week », MarketWatch/DowJones, 11/10/2007

(4) « What Citigroup did’nt say », MarketWatch/DowJones, 07/10/2007

(5) « Big banks, Treasury discuss help for securities markets », MarketWatch/DowJones, 13/10/2007

(6) On l’avait déjà constaté avec ses tentatives de prévenir une collision commerciale frontale entre la Chine et les Etats-Unis sous la pression du Congrès et des industriels américains ; même si ces efforts restent sans impact significatif.

(7) « Lazy portfolios betting big overseas », MarketWatch/DowJones, 08/10/2007

(8) « Strong silence from US on dollar’s weakness », International Herald Tribune, 10/10/2007

Fonte: RIPENSAREMARX
3.02.08

Traduzione a cura di G.P.

VEDI ANCHE: LE BANCHE MONDIALI ASPIRATE NEL “BUCO NERO” DELLA CRISI FINANZIARIA: I QUATTRO FATTORI SCATENANTI DEL GRANDE FALLIMENTO BANCARIO

FASE DI MASSIMA CRISI DEL SISTEMA FINANZIARIO MONDIALE NEL 2008

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