LE RIVELAZIONI DI UN ADDETTO AI LAVORI

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L’ex talpa Daniel Ellsberg (VietNam) parla dell’Amministrazione Bush, del diritto alla disobbedienza civile e delle fiamme eterne dell’inferno

DI MIRA PTACIN

La voce di Daniel Ellsberg dà l’impressione di una persona mite, come è delicata e ovattata ma l’ex talpa del Pentagono, diventato attivista della pace, è provvisto di uno spirito tagliente come un rasoio ed di una capacità di analisi che non è diminuita con l’aumentare dell’età.
A 73 anni Ellsberg non è più sotto i riflettori ma sta tentando nuovamente di cercare di scuotere la nostra nazione. Recentemente ha appena concluso un giro degli USA per “dire la verità”, ha condotto una serie di conferenze in Israele e presto andrà a Hiroshima. Dopo aver pubblicato: “Secrets: A memoir of Vietnam and the Pentagon Papers”, sta lavorando alla stesura finale di un altro libro sulla attrazione fatale degli Americani per le minacce nucleari.Trenta anni fa Ellsberg rese note le ‘Pentagon papers’ (Documenti segreti del Pentagono che rivelarono al pubblico americano la vera natura della guerra in corso. Ndt) che servirono a spostare verso la pace l’ opinione generale degli americani sull’impresa imperiale del Vietnam. Proprio in questi giorni (29 marzo) le ultime truppe americane abbandonavano il Vietnam, ponendo fine al coinvolgimento USA nella guerra. Ora Ellsberg è di nuovo alla ribalta. Lo dovremmo ascoltare?

In quale direzione pensa che, nei prossimi sei mesi, si stiano avviando le nostre relazioni con l’Iran?

Bene, tutto lascia intendere che si stiano dirigendo verso quello che era stato programmato nel The Project for The New American Century, da parte di quelle stesse persone che hanno lavorato con Dick Cheney nel ’91-92. Il cambio di regime in Iran era il primo punto del programma. In generale si trattava di un rifacimento totale del Medio Oriente. Secondo l’ex ispettore dell’ONU, Scott Ritter, sembra che giugno sia il periodo previsto (per l’attacco) e penso che le sue previsioni debbano essere prese molto sul serio.

Il problema è: chi condurrà l’attacco, Israele, come ci ha già preparati Cheney, o noi stessi? Il fatto è che se interviene Israele le reazioni saranno imprevedibili e tutto il Medio Oriente andrà a fuoco. Se invece gli USA troveranno un pretesto per un attacco – e cioè che dobbiamo sostenere Israele – allora sarà ancora peggio; in conclusione lo dobbiamo fare noi, altrimenti lo farà Israele, allora è meglio che lo facciamo noi. Un’altra teoria, ancora peggiore per il Medio Oriente, è che Israele prenda l’iniziativa prima di noi. Si tratta solo di una congettura. Del resto Israele ha già utilizzato questa tattica nel passato. Hanno già minacciato varie volte che se non interveniamo noi con la forza allora saranno costretti a usare le bombe atomiche.

Si tratta di uno scenario spaventoso, considerato che quando siamo andati in Irak Bush credeva che saremmo stati accolti come liberatori, con i fiori, ecc. ecc. invece ora siamo in un bel guaio. Dove le troviamo truppe e risorse per poterci confrontare con Iran e Siria?

Probabilmente saranno costretti a evitare azioni di terra, così cosa pensano di fare? In effetti non minacciano di usare le armi nucleari, e non credo nemmeno che siano disposti, ma molto chiaramente nemmeno lo escludono. Non si sa. Non penso nemmeno che siano in possesso di informazioni dettagliate tali da poter spazzare via tutto ciò che è in mano iraniana. Del resto come possono pensare di compiere un’azione così azzardata e radicale senza essere sicuri di riuscire? Credo che la risposta si trovi, e l’ho sentito dire anche da due fonti molto credibili dell’amministrazione, nella loro convinzione che potranno ottenere un cambio di regime con un semplice attacco aereo. Credono che il regime dei Mullah, la teocrazia, sia così impopolare che una semplice dimostrazione della loro vulnerabilità, accoppiata alla loro incapacità di proteggere la popolazione saranno sufficienti per convincere la gente a rovesciarli.

Lei pensa che essi credono veramente a quello che dicono o che semplicemente non se ne importano?

Avremmo potuto fare la stessa domanda tre anni fa quando si parlava di quello che poi è successo in Irak, e chiederci “Ci credono veramente a quello che dicono?”, si tratta di una bella domanda. Però non possiamo credere a quello che dicono. Questo è vero per tutti, democratici o repubblicani, liberali o conservatori, non possiamo sapere quello che pensano basandoci su quello che dicono. Però almeno adesso sappiamo che cosa non possiamo dire di loro: “Bè, non possono credere a quello che dicono, perché è roba da matti.” Non va bene, perché ci hanno dimostrato che non è vero. Credono anche a quello che è roba da matti. Mi pare che in “Alice nel paese delle meraviglie” ci sia un passaggio dove Alice dice al re: “Non ci posso credere” e il re risponde: “Oso dire che non sei ancora molto esperta. Ogni giorno mi impongo di credere, prima della colazione, a sei cose impossibili.” Questa gente invece ha fatto molta molta esperienza.

… mi faccia dire un momento che cosa penso stia per accadere. Posso?

Certo

Credo che la nostra democrazia stia per essere sottoposta a una dura prova sino al punto di rottura, a causa dei giorni molto duri che ci aspettano. Mi aspetto che prima o poi ci sarà un altro attacco terroristico. I nostri porti, gli impianti nucleari e le fabbriche chimiche sono molto vulnerabili. Credo che, in gran parte, la guerra al terrorismo sia stata un beffa, perché il Presidente non solo ha speso enormi risorse in Irak, ma anche perché la guerra in Irak praticamente si sostituisce alla guerra al terrorismo. Non possiamo ridurre il potere di attrazione e la forza di Al-Qaeda mentre stiamo in Irak. Al contrario le stiamo rafforzando, ed è quello che stiamo facendo da due anni a questa parte. Ci troviamo di fronte alla peggiore decisione politica, antidemocratica e maggiormente autoritaria, dai tempi di Nixon. Però 40 anni fa Nixon si trovava a fronteggiare due rami del Parlamento in mano democratica, oltre a una popolazione mediamente più liberale di oggi. John Mitchell, John Connolly e Nixon stesso avevano istinti piuttosto autoritari, ma non potevano metterli in pratica perché non era a loro concesso, e proprio perché li volevano mettere in pratica furono defenestrati.

In pratica tutto ciò che Nixon tentò di fare contro di me, per cercare di evitare che rendessi pubblica la sua politica segreta, era illegale mentre oggi non lo è più a causa del Patriot Act. Oggi si può andare dal medico di un cittadino e ottenere informazioni con cui lo si possa ricattare, lo si può spiare senza alcuna autorizzazione, — oggi è tutto legale. Ai miei tempi la CIA mandò dei ladri nello studio del mio medico per ottenere delle informazioni sul mio profilo psicologico. Allora era vietato, oggi è consentito.

Una delle cose che Nixon fece contro di me e che non erano ancora legali fu quello di mandare una squadra di una dozzina di Cubani-Americani da Miami per bastonarmi o uccidermi il 3 marzo del 1973, sulle scale del Campidoglio. Oggi abbiamo almeno una squadra di “Forze Speciali” agli ordini della Casa Bianca, che lavora all’interno del paese per compiere “azioni extra legali”. Questo mi pare proprio uno squadrone della morte agli ordini della Casa Bianca. E questo è quello che la Casa Bianca aveva ordinato contro di me. Non è chiaro se c’era la volontà di uccidermi, le parole usate sono state: “ rendere Daniel Ellsberg totalmente incapace”. Quando ho chiesto al procuratore se questo significava uccidermi ebbi in risposta: “Le parole sono state ‘renderti totalmente incapace’. Però bisogna tenere presente che i personaggi agli ordini della CIA non usano mai la parola ‘uccidere’”.

Penso che il nostro futuro ci riservi cose simili, specialmente se ci sarà un altro attentato terroristico. In tal caso verrà approvato in fretta e furia un altro Patriot Act, sicuramente già bel e pronto, che farà apparire il primo Patriot Act come la Carta dei diritti, e la Carta dei diritti sarà solo una memoria storica.

Prima di avere il nostro incontro ho parlato con alcuni amici e famigliari su quali domande avrei dovuto porle. Quasi tutti, giovani o no, mi hanno chiesto “Che cosa possiamo fare? Ogni giorno leggiamo di cose che non condividiamo. Facciamo parte del movimento per la pace oppure siamo soltanto contro la guerra. Che cosa possiamo fare noi piccoli peones per fermare un’amministrazione che non sembra darci ascolto?

Come cittadini, vecchi o giovani, saremmo degli irresponsabili se ci mettessimo a riposare dicendo: ” Bè, si tratta di un problema difficile e pericoloso. Credo che la cosa migliore sia lasciare loro la scelta delle cose migliori da fare.” Oramai sappiamo che non possiamo lasciare loro la scelta delle cose migliori da fare. Si tratta di un problema veramente molto grave e pericoloso e dobbiamo prendere le cose molto sul serio e se non lo facciamo, non solo la nostra sicurezza peggiora sempre più, ma anche la nostra democrazia finirà negli scarichi.

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Non mi sono ancora espresso sul fatto piuttosto inusuale di questa amministrazione che fa affidamento su una schiera di fondamentalisti cristiani di estrema destra dalle idee che più pazzi non si può, i quali credono, per esempio, che una guerra nucleare sia la volontà di Dio e la premessa necessaria per il ritorno del Messia durante la loro vita. Di conseguenza non sono tanto preoccupati sul controllo delle armi nucleari ma più seriamente credono che Israele debba avere il controllo del grande Israele, dal Nilo all’Eufrate, come promesso nella Bibbia, per consentire il ritorno del Messia. La politica del Likud e quella di Sharon di mantenere l’occupazione della West Bank non solo deve essere mantenuta ma anche allargata. Si tratta di un’influenza disastrosa per la nostra politica estera e si tratta di una grossa influenza.

Vorrei che fosse chiesto direttamente al Presidente (penso che lo creda, come lo crede, per esempio, Tom De lay e altri capi repubblicani… John Ashcroft e altri del Congresso) “Signor Presidente, Lei crede che uno stato palestinese nella West Bank impedirebbe il ritorno del Messia?” Credo che per lui sarebbe difficile dire che non ci crede, perché si presuppone che egli debba essere testimone della sua fede religiosa, e se negasse perderebbe molto del suo seguito.

Il tipo di attività che credo sarebbe potenzialmente utile nella nostra situazione sono le rivelazioni da parte di talpe annidate nell’amministrazione che dovrebbero rivelare ciò che viene fatto e progettato in nostro nome. In altre parole, rivelazioni non autorizzate, diffusione di notizie riservate. Veramente nei tempi recenti ne abbiamo avuto vari esempi, più che in passato, però tutte notizie sparse, e mai sotto forma di documenti originali. Io spero veramente che qualcuno faccia trapelare qualcosa sul tipo dei miei documenti del Pentagono, e cioè migliaia di pagine di documenti classificati, che sembrano tanti ma in realtà si tratta solo del contenuto di uno scaffale. Dovrebbero rivelare l’insieme della nostra vera politica, dove stiamo andando e che cosa ci costa, su una scala che non abbiamo ancora visto. Finora veramente non l’ha fatto nessuno.

L’alternativa è di stare zitti, e non fare niente che possa terminare una guerra che finora è costata 100.000 morti iracheni e 1.500 americani, più altri a venire. Per gli americani è giunto il momento di dover scegliere di sacrificare la propria libertà nella speranza di porre termine a questa guerra. Dobbiamo prendere i nostri rischi e dobbiamo protestare. La gente lo può fare ma non pensa che sia giunto il momento perché nessuno glielo sta chiedendo. Ormai siamo diventati una superpotenza canaglia e non è più tempo di rinviare e risparmiarci per un’altra occasione. La non violenza e la verità sono essenziali.

Mira Ptacin
Fonte: http://www.commondreams.org
29.03.05

Per ulteriori informazioni su Daniel Ellsberg e Pentagon Papers, http://www.ellsberg.net/

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di Vichi

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