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LE RIVELAZIONI DELL'MI-16 INGLESE

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A cura di Vichi genio
Il 20 Giugno 2005
71 Views

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FINALMENTE ALLO SCOPERTO UNA RETE DI SPUDORATE MENZOGNE.

DI ERIC MARGOLIS

Nel luglio del 2002, il capo del servizio segreto inglese, riferiva al primo ministro Tony Blair e al governo sui piani americani di attacco all’Irak.

Sir Richard Dearlove (“M” per gli appassionati di James Bond) riferiva che il presidente americano, G. Bush, aveva deciso di invadere l’Irak, con le sue ricchezze petrolifere,- nel marzo del 2003. La guerra “doveva essere giustificata con il terrorismo e le armi di distruzione di massa. I fatti e le risultanze dello spionaggio dovevano adattarsi a queste scelte politiche.”
Traduzione: i governi USA e inglese avrebbero creato delle false accuse per giustificare la guerra.

Dopo che il procuratore generale inglese aveva avvisato che un’invasione immotivata dell’Irak andava contro le leggi internazionali, Dearlove aveva obiettato con untuoso cinismo, “Se il contesto politico è quello giusto l’opinione pubblica appoggerà il cambio di regime.”
Traduzione: diffondendo falsi timori con un’opportuna propaganda la febbre di guerra verrà da sola.

I servizi di spionaggio americani e inglese ebbero l’incarico di trovare “le prove” per giustificare la guerra. In America i neo-conservatori guerrafondai e una stampa/TV impazziti diffusero a un pubblico spaventato una serie di grottesche bugie e di “prove” falsificate. Il Congresso, come foche ammaestrate, applaudiva alla guerra.

In effetti nell’ottobre 2002 Bush disse pubblicamente che l’Irak era in possesso di “aerei senza pilota” che potevano spargere germi e gas velenosi in America. Il Vice presidente Dick Cheney insistette nel dire che questa assurda accusa era la “prova fumante” che mancava per giustificare l’invasione dell’Irak. Blair diede ordine al proprio governo di sostenere l’invasione.

Successivamente Bush, durante il suo discorso sullo stato dell’unione, avvertì che l’Irak stava importando dalla Nigeria dell’uranio per costruire bombe atomiche dirette contro l’America. Questa accusa assurda traeva origine da un documento falso. La falsificazione era arrivata al Pentagono per mezzo dei neo fascisti italiani del servizio di spionaggio.

E così andarono le cose. Menzogna su menzogna, intimidazione su intimidazione, falsità su falsità, con la fanfara dei media addomesticati che oramai erano uguali alla stampa sovietica di regime della vecchia URSS. Per ironia della sorte, alla fine si è scoperto che l’unico a dire la verità era l’orrido Saddam, mentre Bush e Blair avevano detto solo bugie.

Il rapporto del MI-6, che rivelava tutti i retroscena della macchinazione, pubblicato il mese scorso a Londra dal Sunday Times, avrebbe obbligato qualunque governo democratico europeo a dare le dimissioni. Ma non Bush e Blair. Proprio no. Anche se incalzato dai media inglesi sulle sue menzogne a riguardo dell’Irak Blair è riuscito lo stesso a superare di poco le elezioni, grazie a una opposizione dei Conservatori, che erano stati favorevoli alla guerra, pateticamente inetta.

In America, al contrario, i mezzi di comunicazione di massa hanno confermato, con il loro comportamento, le accuse loro rivolte di politicizzazione e pregiudizio, perché all’inizio hanno completamente ignorato le rivelazioni dell’MI-6, e poi, controvoglia, hanno dedicato loro solo qualche riga in seconda pagina. Le prime pagine, invece, erano dedicate al rivelarsi della “Gola profonda” dei tempi di Nixon, la quale, si è poi saputo, era piuttosto un congiurato di gente che odiava Nixon piuttosto che un vero patriota.

A ben vedere i misfatti di Nixon sembrano sciocchezze in confronto a quello che ha fatto Bush con l’inutile, illegale e catastrofica guerra contro l’Irak. Ad oggi il bilancio è stato di più di 100.000 morti fra iracheni e americani, con una spesa di 275 miliardi di dollari e il nome dell’America è finito nel fango.

Però, come ha correttamente osservato il gerarca nazista Herman Goering, i governi, qualunque cosa facciano, se la cavano sempre a patto che riescano a mantenere il popolo in uno stato di paura.

La Francia e la Germania erano al corrente, grazie ai loro servizi informativi, che le accuse anglo-americane erano infondate e che Saddam non rappresentava un pericolo per nessuno, tranne che per il suo popolo.

Ecco perché si rifiutarono di partecipare alla guerra, malgrado le minacce e le offerte americane di partecipazione allo sfruttamento petrolifero nell’Irak del dopo guerra. La Gran Bretagna, invece, aveva accettato immediatamente.

Gli USA ordinarono ai propri servizi di informazione di chiudere gli occhi, di allinearsi con la linea della Casa Bianca e di accettare come veri dei rapporti sul Medio Oriente palesemente falsi, dal momento che provenivano da fonti auto referenti e da noti agenti squalificati, che desideravano solo la distruzione dell’Irak.

Però non prendiamocela solo con Bush e Blair. Il Vice presidente Cheney, il capo della CIA Gorge Tenet (altrimenti noto come “Il dottor si”), Colin Powell, Condoleeza Rice e gli altri grossi funzionari della amministrazione che hanno creato tutta la montatura sull’Irak per creare un clima favorevole alla guerra, sono altrettanto colpevoli di avere ingannato e sviato il popolo americano e il Congresso.

Va riconosciuto merito all’ex ministro degli esteri di Blair, Robin Cook, che si è rifiutato di fare parte dell’inganno e che pertanto si è dimesso. In America nessun funzionario ha avuto il coraggio o l’etica di seguire l’ammirevole esempio di Cook.

Fonte: www.commondreams.org
Link:http://www.commondreams.org/views05/0613-32.htm


13.06.05

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