La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

LE GUERRE STELLARI AFRICANE

blank
A cura di Davide
Il 6 Maggio 2011
114 Views
114 Views
blank

L’AFRICOM del Pentagono contro la rete d’investimenti della Cina – il premio più ambito: le risorse naturali dell’Africa.

DI PEPE ESCOBAR
english.aljazeera.net

Dalle guerre energetiche a quelle per l’acqua, il ventunesimo secolo sarà caratterizzato da una strenua battaglia per l’accaparramento delle risorse naturali del mondo, di quelle rimaste. Lo scacchiere è globale. La posta in gioco è enorme. Molte battaglie rimarranno invisibili. Tutte saranno cruciali.

Nell’Africa ricca di risorse si sta svolgendo una complessa vicenda secondaria rispetto al nuovo Grande Gioco dell’Eurasia. E consiste di tre grandi fattori intrecciati tra loro:

1) Lo sviluppo dell’Unione Africana (AU) lungo i primi anni dei 2000;

2) L’offensiva cinese degli investimenti in Africa nei 2000;

3) La creazione da parte del Pentagono dell’African Command (Africom) nel 2007.Pechino sa perfettamente che il bombardamento anglo-franco-americano sulla Libia, oltre alla miriade di implicazioni geopolitiche, ha messo a repentaglio miliardi di dollari di investimenti cinesi, per non parlare dell’evacuazione (agevole) di oltre 35.000 cinesi che vi lavoravano.

E soprattutto, ma questo dipende dai risultati della rinegoziazione dei contratti energetici con un governo filo-occidentale, potrebbero essere messe a grave rischio le importazioni cinesi di petrolio (il 3% del totale nel 2010).

Quindi non appare sorprendente il fatto che China Military, un quotidiano dell’Esercito di Liberazione Popolare (PLA), così come diversi settori accademici, sostengano apertamente che la Cina deve abbandonare la politica di ‘basso profilo’ di Deng Xiaoping e scommettere sull’espansione delle forze armate in difesa dei propri interessi strategici nel mondo (questi asset già contano per un totale di oltre 1,2 trilioni di dollari).

Un esame attento della strategia dell’AFRICOM rivela come la proverbiale agenda segreta sia incentrata sulla questione energetica e sulla spinta determinata ad allontanare la Cina dall’Africa del Nord.

Un rapporto intitolato “La nuova strategia di sicurezza della Cina in Africa” tradisce il timore del Pentagono di un eventuale invio di truppe da parte del PLA in Africa per difendere gli interessi della Cina.

Non accadrà in Libia, né sta per accadere in Sudan. Ma in seguito, le cose potrebbero cambiare radicalmente.

Intrometterci è la nostra specialità

Il Pentagono si è di fatto immischiato negli affari africani per più di mezzo secolo. Secondo uno studio del US Congressional Research Service, è successo non meno di 46 volte prima dell’attuale guerra civile libica.

Tra le varie azioni, il Pentagono si è impegnato in una pasticciata invasione su larga scala in Somalia e ha spalleggiato il regime dell’infame genocidio in Ruanda.

L’amministrazione di Bill Clinton ha scatenato l’inferno in Liberia, Gabon, Congo e Sierra Leone, ha bombardato il Sudan e inviato ‘consiglieri’ in Etiopia per aiutare alcuni loschi soci ad appropriarsi di un pezzo della Somalia (da notare che la Somalia è in guerra da vent’anni).

La National Security Strategy (NSS) del settembre 2002, concepita dalla amministrazione Bush, è molto chiara: l’Africa è “una priorità strategica nella lotta al terrorismo”.

Eppure, l’inarrestabile ‘lotta al terrorismo’ è una sceneggiata nel più ampio proposito di militarizzazione da parte del Pentagono, che favorisce regimi associati, con l’installazione di basi militari e la formazione dei mercenari – “partnerships di cooperazione”, secondo il linguaggio del Pentagono.

AFRICOM ha stabilito una sorta di ‘collaborazione’ militare – accordi bilaterali – con la maggior parte dei 53 paesi africani, per non parlare dei contorti schemi multilaterali come la West African Standby Force e l’Africa Partnership Station.

Le navi da guerra americane sono arrivate praticamente in ogni nazione africana tranne in quelle che costeggiano il Mediterraneo.

Eccezioni: la Costa d’Avorio, Sudan, Eritrea e Libia. La Costa d’Avorio è già dentro e lo stesso vale per il Sudan. La Libia potrebbe essere la prossima. Le uniche nazioni che ancora dovranno essere incorporate nell’AFRICOM sono l’Eritrea e lo Zimbabwe.

La reputazione dell’AFRICOM non è proprio fulgida, dopo i capitoli della Tunisia e dell’Egitto della grande rivolta araba che l’ha colto di sorpresa. Questi ‘partner’, dopo tutto, erano essenziali per la sorveglianza del Mediterraneo meridionale e del Mar Rosso.

La Libia presentava di per sé una succosa opportunità: un dittatore facilmente demonizzabile, un regime post-Gheddafi pieghevole, una base militare cruciale per l’AFRICOM, enormi quantità di petrolio a basso prezzo e la possibilità di mandar via la Cina dalla Libia.

Sotto l’amministrazione di Obama, AFRICOM ha iniziato in questo modo la prima guerra africana. Secondo le parole del suo comandante, il generale Carter Ham, “abbiamo portato a termine una missione operativa complessa e con breve preavviso e […] trasferito la missione alla NATO”.

E questo ci porta al prossimo passo. AFRICOM condividerà i suoi asset con la NATO. AFRICOM e NATO di fatto sono la stessa cosa: dopo tutto il Pentagono è un’Idra con tante teste.

Pechino da parte sua ha capito bene come stanno le cose; il Mediterraneo è un lago della NATO (il neocolonialismo è ricomparso, soprattutto grazie a Francia e Inghilterra); l’Africa è militarizzata dall’AFRICOM e gli interessi della Cina sono ad alto rischio.

Il richiamo della CinAfrica

Una delle ultime fasi cruciali della globalizzazione – che possiamo chiamare CinAfrica – si è stabilita quasi in silenzio e in modo invisibile, almeno agli occhi dell’Occidente.

Nel decennio scorso, l’Africa è diventata il nuovo Far West della Cina. L’epico racconto delle masse di lavoratori cinesi e imprenditori che scoprono grandi spazi vuoti e inesplorati e le forti emozioni miste dall’esotismo al rifiuto, dal razzismo all’avventura totale, fanno presa sull’immaginario di tutti.

L’inconscio individuale cinese ha penetrato l’inconscio collettivo in Africa, ha fatto sognare gli africani, mentre il grande potere cinese ha provato che è possibile fare miracoli lontano dalle proprie terre.

Per l’Africa questa sindrome da ‘attrazione degli opposti’ è stata una spinta decisiva dopo la decolonizzazione degli anni ’60 e il terribile disastro degli anni a seguire.

La Cina ha ricostruito strade e ferrovie, costruito dighe in Congo, Sudan ed Etiopia, ha fornito l’Africa di fibre ottiche, ha aperto ospedali e orfanotrofi e, subito prima dei fatti della piazza Tahrir, era in procinto di aiutare l’Egitto a rilanciare il programma per il nucleare civile.

I bianchi in Africa sono stati di solito arroganti e paternalistici. I cinesi, umili, coraggiosi, efficienti e discreti.

La Cina presto diventerà il più grande partner commerciale dell’Africa – davanti alla Francia e Gran Bretagna – e la sua maggior fonte di investimento estero. Questo spiega perché il miglior modo per l’Occidente di contrastare questo terremoto geopolitico è la via militare.

Il modello commerciale cinese all’estero, consistente in aiuti e investimenti – per non parlare del modello interno di investimenti statali su larga scala in infrastrutture – ha fatto dimenticare all’Africa l’Occidente e al contempo ha dato una spinta di portata strategica alla posizione dell’Africa nell’economia globale.

Perché mai un governo africano dovrebbe accettare gli ‘aggiustamenti’ di natura ideologica del FMI e della Banca Mondiale quando la Cina non pone condizioni politiche e rispetta la sovranità, che per Pechino è il più importante principio della legge internazionale? E oltre a tutto questo, la Cina non porta con sé alcun passato coloniale in Africa.

In poche parole, larghe fasce dell’Africa hanno rifiutato la tradizionale terapia shock occidentale e hanno abbracciato la Cina.

Le élite occidentali, come prevedibile, non hanno gradito. Pechino capisce perfettamente che, nel più ampio contesto del nuovo Grande Gioco in Eurasia, il Pentagono ora ha assunto il ruolo di guida in una versione nuova della Guerra Fredda con la Cina che si svolge in tutta l’Africa, usando ogni possibile trucco, da alleanze losche al caos programmato.

A Pechino i dirigenti osservano in silenzio l’evolversi della situazione. Al momento, il Piccolo Timoniere Deng, “che attraversa il fiume calpestando le pietre”, rimane fermo.

Il Pentagono farebbe bene a rinsavire. Il miglior aiuto che Pechino può offrire all’Africa è quello di portarla a compiere il suo destino. Agli occhi degli africani questa opzione è certamente migliore di qualunque Tomahawk.

Pepe Escobar

Fonte: http://english.aljazeera.net

Link: http://english.aljazeera.net/indepth/opinion/2011/04/2011422131911465794.html

26.04.2011

Traduzione per www.comedinchisciotte,.org a cura di RENATO MONTINI

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
6 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti

  • DDL Sicurezza - Sabato corteo "A pieno Regime"- Nonostante il maltempo, sarà una sorpresa per tutti. 13 Dicembre 2024
    DDL Sicurezza - Domani corteo "A pieno regime". Nonostante il maltempo, sarà una sorpresa per tutti Sabato 14 dicembre a Roma è previsto tempo molto brutto. Peccato perchè ...
    marcopa
  • Lo Sciamanismo 13 Dicembre 2024
    Il cinema moderno continua nella sua funzione di braccio armato della sovversione. Una delle più recenti dimostrazioni di quest’oltraggio della storia, la vediamo nel film "La sciamana", di ...
    mystes
  • Pre e Post Patriarcato. 11 Dicembre 2024
    Prima dell'avvento del patriarcato. Dopo l'avvento del patriarcato.
    Esquivèl
  • La scommessa: geostrategia 10 Dicembre 2024
    Se abbiamo finito gli svarionamenti, alla "abbiamo vinto abbiamo perso", per questa prima "tranche" di degustazioni al massacro inutle di poveracci (al solito) potremmo forse farci la domand...
    GioCo
  • Al Jolani vero muslim ? Per niente. 10 Dicembre 2024
    Qualche dubbio dopo Al Baghdadi, criptojewish criminale tanto quanto i suoi tagliagole, mi era venuto. Adesso qualche indizio a conferma che Abu Mohammed Al Jawlani ( Al Jolani ) sia in rea...
    oriundo2006
1 / 146 Pagine


blank