LE FOTO DELLE ATROCITA’ DI BUSH, BLAIR & HOWARD

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Furono le schiaccianti prove fotografiche a portare i criminali di guerra giapponesi davanti alla giustizia nei processi di Tokio, e lo stesso dovrà valere per gli invasori illegali dell’Iraq. Fate una copia delle terrificanti immagini più sotto, e mettetela da parte. Ci sarà bisogno anche della vostra testimonianza quando si dovranno perseguire questi tre barbari criminali di guerra.

DI JOE VIALLS

(Un grazie di cuore per le immagini inviate da Iraq e Afghanistan)


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Torture prolungate e brutali come queste sono una specialità delle potenze ‘imperialiste’ occidentali, decise a controllare e saccheggiare altre nazioni sovrane, con assoluto disprezzo dei costi fisici e psicologici della popolazione locale. I musulmani nel Medio Oriente non fanno inginnochiare i prigionieri bendati sulla ghiaia acuminata tagliente. Né immobilizzano in bare prigionieri nudi, o “decapitano” civili disarmati senza processo. Tutte queste atrocità illegali che vedi su queste pagine, sono state perpetrate esclusivamente da militari americani e/o ebrei e dai brutali mercenari sub-appaltati su disorientati cittadini stranieri nei propri paesi, o dopo che gli stessi erano rapiti da agenti della CIA e del Mossad e trasportati in un terzo paese. La responsabilità finale riguardo il comando ricevuto e per ogni crimine di guerra commesso in Afganistan, Iraq, Egitto e Cuba, risiede in Bush d’America, Blair della Gran Bretagna e Howard d’Australia.

Il 9 dicembre del 1937 una masnada di perversi criminali di guerra stabiliva un precedente per quello che avviene oggi in Iraq, Afghanistan, e all’interno dei campi di concentramento americani di Guantanamo a Cuba. In quel tragico inverno del 1937, forze di invasione giapponesi lanciarono un attacco massiccio contro la città cinese di Nanchino (1). Il giorno 12 le truppe cinesi che difendevano la città decisero di ritirarsi sull’altra sponda dello Yangtze. Il 13 dicembre, la 6° e la 116° divisione dell’esercito giapponese fecero il loro ingresso in città. Contemporaneamente, la 9° divisione attraversava la Porta di Ghuanghua, e la 16° divisione quella di Zhongshan e quella della Pace. Nel pomeriggio due flottiglie giapponesi approdarono su entrambe le sponde dello Yangtze. In quello stesso giorno, 13 dicembre 1937, Nanchino cadeva in mano nipponica.

“Nelle sei settimane successive, i giapponesi compirono il tristemente noto “massacro di Nanchino”, o “stupro di Nanchino”, nel corso del quale si stima che 300.000 tra soldati e civili cinesi siano stati uccisi, mentre solo gli stupri documentati riguardarono minimo 20.000 donne [e bambine – ndt]. Durante il Massacro di Nanchino, i giapponesi inanellarono una interminabile sequela di atrocità contro civili innocenti, comprese esecuzioni di massa, stupri, saccheggi e incendi. Un resoconto particolareggiato di tutti questi crimini è impossibile da redigere. Ma in ogni caso, data l’entità e la natura di tali crimini (come documentano i sopravvissuti e i diari dei militaristi giapponesi), le prove agghiaccianti di questa tragedia storica sono indiscutibili.”

Proprio come Bush, Blair e Howard oggi, i comandanti dell’esercito imperiale giapponese credevano di essere invincibili. Sebbene l’invasione della Cina fosse del tutto illegale, il punto di vista di Tokio era che nessuno al mondo fosse in grado di punire il Giappone Imperiale e i suoi funzionari per gli esecrabili crimini di guerra che stavano commettendo. Ma, di nuovo, proprio come per gli imperiali Bush, Blair e Howard di oggi, le loro convinzioni irrazionali e distorte erano gravemente sbagliate.

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Donna cinese durante l’atto di violenza perpetrato da truppe giapponesi a Nanchino nel 1937. La sola differenza che esiste fra questa fotografia e quelle che circolano ora in Iraq, come opera degli americani, è che queste ultime sono apparentemente nel glorioso technicolor americano.

Fu solo alla fine dei tre anni dei processi di Tokio per crimini di guerra, che quegli autonominatisi invasori imperiali si resero conto che la pura megalomania e le loro personalità “carismatiche e accattivanti” non bastavano a salvarli dalla giustizia. Uno a uno, i maggiori responsabili di quelle atrocità, Tojo, Itagaki, Dohara, Matsui, Muto, Kimura e Hirota, furono spinti sui gradini del patibolo, mentre una folla di civili giapponesi stava a guardare, mangiucchiando il pesce secco delle bancarelle.

Nella loro testa, quei condannati erano stati gli uomini più potenti del mondo, intoccabili duci e comandanti imperiali che potevano fare, e di fatto facevano, qualunque cosa volessero, a chiunque scegliessero di farla. Be’, non era proprio così. Il 23 dicembre 1948 le cose erano cambiate completamente, e in peggio, perché quei sei uomini potevano sentire il pungolo delle baionette affilate spingerli verso la forca.

Di colpo fu evidente che quei grandi e invincibili signori erano in realtà colossi d’argilla. Dei sei, uno scoppiò a piangere, due strillarono chiedendo pietà, e un altro si sporcò i calzoni. Tutto ciò non impressionò nessuno, e in meno di 6 minuti quei potentissimi e spietati leader del Giappone si dimenavano all’estremità di lunghe corde. Si può solo sperare che la loro morte per soffocamento sia stata lentissima, e la loro agonia intensa.

Molti anni dopo, alla fine del 2001, quando Bush, Blair e Howard decisero di invadere il Medioriente musulmano, dando inizio a una crociata “cristiana”, chiaramente concepita per “liberare” milioni di tonnellate di greggio appartenente all’Iraq solo a vantaggio dello stato ebraico, la medesima folle arroganza venne in piena luce. Truppe di terra vennero attivamente incoraggiate a commettere atrocità, con lo scopo di tenere “sotto controllo” i civili, e l’Iraq divenne in breve una seconda Nanchino.

Questa invasione illegale era però autenticamente “democratica”, secondo il significato che gli squilibrati di Wall Street danno a questa parola. Invasori americani dal grilletto facile sparavano a raffica “accidentalmente” contro scuolabus pieni di bambini, e questo nel paese di quei bambini, mentre bombe a grappolo piovevano su villaggi chiaramente privi di difensori armati. Cosicché l’Iraq, un tempo la nazione più civilizzata del Medioriente, è stata ributtata nell’Età della Pietra per ordine diretto di George W. Bush, Tony Blair e John Winston Howard.

Il volto del Male puro


L’americana Sabrina Harman gioisce sul corpo di civile iracheno ferito, che lei stessa ha allegramente torturato a morte usando borse di ghiaccio e un sacco di plastica. La sola punizione possibile per questa squilibrata è il cappio del boia a Leavenworth, ma teniamo presnte che questo infame assassinio non sarebbe mai accaduto se Bush, Blair e Howard non avessero ordinato l’illegale invasione dell’Iraq.


Oggi come oggi, diventa sempre più ovvio che Bush, Blair e Howard, un tempo invincibili, cominciano a sentire la terra scottargli sotto i piedi, e magari hanno dato un’occhiata ai libri di storia per conoscere il loro probabile destino. Se è così, difficilmente gli sarà sfuggito l’esempio dei processi di Tokio del 1948. I giapponesi erano invincibili, ricordate? Eppure hanno finito per ballare appesi a una lunga corda.
Almeno da tre mesi è diventato di colpo molto difficile rintracciare qualcuno dei “burattinai” che operano dietro le quinte per i tre grandi criminali di guerra (aggiungiamoci Ariel Sharon, è ovvio). Qualcuno sa che fine ha fatto Perle? E Wolfowitz, e Freith? Si sono tutti rintanati da qualche parte, consapevoli del fatto che qualche terrificante cancello con su scritto “Il Lavoro Rende Liberi” potrebbe presto aprirsi per loro. Niente camere a gas, no di certo, perché la morte sarebbe una scappatoia troppo facile per questi ebraici assassini di massa. Trent’anni a spaccare pietre in una cava, con una razione giornaliera di 1000 calorie, dovrebbe essere la pena adeguata.

I lettori avranno forse notato come pedine sacrificabili siano già state messe avanti a fare da scudo per i “granduomini”, quando si arriverà al dunque, e la marionetta più in vista è il Segretario di Stato Condoleeza Rice, entusiasticamente definita dal New York Times “una mente brillante”. Se si può definire “brillante” la distruzione degli Stati Uniti dall’interno, durante il precedente incarico di Rice come Consigliere per la Sicurezza Nazionale, allora il New York Times ha sicuramente ragione.

Nelle scorse settimane Rice ha fatto incazzare di brutto la Guardia Repubblicana irachena, incontrandosi pubblicamente col leader terrorista curdo Massoud Barzani, mentre la first lady americana Laura Bush stava simultaneamente facendo incazzare i palestinesi profanando la Cupola della Roccia, santuario musulmano a Gerusalemme. Chiaramente, quei grandi e spaventati criminali di guerra si stanno nascondendo nervosamente dietro le sottane delle loro donne, il che è davvero patetico.

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Per gentile concessione di Bush, Blair ed Howard

E ora veniamo alla vessata questione dei motivi per i quali il Camp X Ray, alias Camp Delta, sia stato allestito proprio nella baia di Guantanamo, a Cuba. All’inizio, gruppi di cittadini sono stati prelevati dalle strade di Afghanistan e Pakistan, perché sospettati di appartenere a scuole islamiche “radicali”, sospettati cioè di appartenere all’equivalente dei monasteri cattolici in America. Il che difficilmente può considerarsi un delitto.

Altri vennero arrestati per aver avuto l’ardire di aprire il fuoco contro le truppe d’assalto americane, che stavano invadendo illegalmente le loro nazioni sovrane, e stuprando donne e bambini pachistani e iracheni. Che fareste, voi, se i giapponesi piombassero all’improvviso su San Francisco e cominciassero a violentarvi moglie e sorelle? Di certo gli sparereste, o vi nascondereste sotto il letto, cercando di convincervi che non sta succedendo veramente. Anche questo non è un delitto.

A giudicare dagli indizi lasciati dai crociati ebrei e cristiani, sembra verosimile che lo scopo iniziale di Camp X Ry fosse quello di fare da esca, per attirare in America, attraverso l’Atlantico, i musulmani oltraggiati che volessero salvare i loro cari, o quantomeno vendicare le torture in corso nell’oscena istallazione americana a Cuba. In questo modo la Homeland Security avrebbe potuto dire al popolo americano: “Vedete? Avevamo ragione, Osama Bin Laden & Company vogliono colpirci nel nostro stesso paese!”

E’ triste, ma come al solito questi grandi criminali di guerra hanno sbagliato, perlopiù per la loro ignoranza riguardo l’Islam come religione, e delle tecniche di combattimento degli arabi. Dai tempi di quell’attacco, straordinariamente efficace, a un nazione del primo mondo, condotto al World Trade Center nel settembre 2001, non una sola persona è stata uccisa, o anche solo ferita, da un “terrorista” (secondo la definizione degli idioti ormai paranoici della Homelando Security). Questo non perché la Homeland Security stia facendo un lavoro sopraffino, ma principalmente perché di terroristi musulmani, in America, non ce n’è mai stati.

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I torturatori danno il benvenuto alle vittime mussulmane sequestrate al Camp X Ray, America, ‘Terra della Libertà’

Il secondo scopo per cui è stato costruito il Camp X Ray, è quello di costituire un costante (e geograficamente vicino) memento: i “terroristi islamici” esistono, il che vuol dire che gli americani dovrebbero acconsentire a ogni direttiva draconiana, o comunista, o fascista (diciamo pure totalitaria) promossa dai detentori del potere. Quindi il Camp X Ray serve a mantenere in un timore costante i cittadini statunitensi, piuttosto che quelli del Medioriente.

Be’, i criminali di guerra, almeno in questo, ci hanno azzeccato. Oggi l’America è in preda a una paranoia collettiva, e il 90% della popolazione si sottomette a perquisizioni, violazioni della privacy e perfino a richieste di perquisizione anale. Difatti, ormai gli americani farebbero praticamente qualsiasi cosa per aiutare le “autorità” a salvarli da “terroristi islamici” che non ci sono nemmeno mai stati. Se non fosse così schifosamente inquietante, ci sarebbe da ridere.


Per gentile concessione di Bush, Blair ed Howard

Il problema, per l’America e gli americani, è che il resto del mondo non soffre di paranoia, e di sicuro non ha paura dell’America.L’anno scorso, quando le autorità statunitensi hanno imposto che a tutti gli “stranieri”, inclusi britannici e australiani, fossero prese le impronte digitali, scansionata la retina e fatta una foto, prima di poter richiedere un visto turistico per visitare Disneyworld, la risposta prevalente è stata: “Ma fatevi inchiappettare, bastardi paranoici…” Vicino Parigi c’è una Eurodisney di ricambio, e poi, chi ci vuole parlare con Topolino? L’America, già in caduta libera con la bilancia commerciale e il dollaro, ha cominciato a perdere rapidamente le sue vitali entrate turistiche.

Il peggio, per gli americani comuni, è che ormai è troppo tardi per farsi nuovi amici nel resto del mondo. Mentre trent’anni fa gli americani erano odiati sul serio solo in Corea, in Vietnam e in parte della Germania, quell’odio si è ora diffuso per più di cento paesi in tutto il globo, in cui tutti sperano (e molti pregano) che in America del Nord ci sia un Armageddon il più presto possibile.

Quindi sveglia, gente, è tempo di mettersi all’opera. Per prima cosa imprigionate i vostri criminali di guerra, poi ritirate più truppe che potete dal Medioriente, e infine cominciate a governare l’America come si dovrebbe fare. E state alla larga dal resto del mondo, o il resto del mondo vi distruggerà. Non è un avvertimento, è una promessa.

originale: http://www.joevialls.co.uk/

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DOMENICO D’AMICO

nota del traduttore:
(1) Cfr. il libro di Iris Chang, “Lo stupro di Nanchino” (Corbaccio, 2000), e anche il sito “Memorial Hall of the Victims in the Nanjing Massacre (1937-1938)” [http://www.arts.cuhk.edu.hk/NanjingMassacre/NM.html], che offre una vastissima informazione su fatti e resoconti, anche sul negazionismo nipponico. Purtroppo alcuni link sono impraticabili.

Per gentile concessione di Bush, Blair e Howard.

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