DI SALIM LAMRANI
Mondialisation
Amnesty International è senza alcun dubbio la più celebre organizzazione di difesa dei diritti umani al mondo. Creata nel 1961 dall’avvocato britannico Peter Benenson, questa organizzazione non governativa dispone di sezioni in più di 50 paesi e conta più di 2 milioni di aderenti in tutto il pianeta. Il suo eminente lavoro a favore dell’abolizione della pena di morte e della tortura, o contro i crimini politici e per la liberazione dei prigionieri d’opinione, le ha permesso di beneficiare dello statuto di organismo a carattere consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, l’UNESCO, il Consiglio d’Europa e dell’Organizzazione degli Stati Americani, fra gli altri [1].
I “prigionieri di opinione”
Amnesty International pubblica ogni anno un rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Quasi nessun paese è scappato al suo sguardo vigile. Per quel che riguarda Cuba, l’organizzazione internazionale denuncia “69 prigionieri d’opinione” nel suo rapporto del 2007 e spiega come questi ultimi siano stati incarcerati a causa delle “loro posizioni o attività politiche non violente”. Il governo cubano ricusa questa responsabilità e accusa Amnesty International di parzialità. Le relazioni tra l’organizzazione e le autorità del paese sono state interrotte dal 1988, data dell’ultima visita di Amnesty International a Cuba [2].In una dichiarazione del 18 marzo 2008, Amnesty International ha contato questa volta “58 dissidenti ancora imprigionati nel paese”. L’organizzazione sottolinea che “il solo crimine commesso da queste 58 persone è stato quello di aver esercitato in maniera pacifica le loro libertà fondamentali”. Kerry Howard, direttrice aggiunta del Programma Americhe di Amnesty International, ricorda che l’organizzazione “li considera come prigionieri d’opinione. Queste persone devono essere rimesse in libertà immediatamente e senza condizioni” [3].
Nel suo comunicato, l’organizzazione internazionale riconosce che “la maggior parte sono stati incolpati per atti contro l’indipendenza dello Stato”. Amnesty International riconosce anche che queste persone sono state condannate “per aver ricevuto fondi o materiale dal governo americano per attività considerate dalle autorità come sovversive o suscettibili di far torto a Cuba [4]”.
Per convincersi di tale realtà, vigente dal 1959, basta consultare, oltre agli archivi statunitensi, parzialmente declassificati, la sezione 1705 della legge Torricelli del 1992, la sezione 109 della legge Helms-Burton del 1996 e i 2 rapporti della Commissione di Aiuto ad una Cuba libera del maggio 2004 e del luglio 2006. Tutti questi documenti mostrano che il presidente degli Stati Uniti finanzia l’opposizione interna a Cuba allo scopo di rovesciare il governo dell’Avana. Si tratta del principale pilastro della politica estera di Washington nei confronti di Cuba [5].
Così, la sezione 1705 della legge Torricelli prevede che “gli Stati Uniti forniranno assistenza, attraverso organizzazioni non governative appropriate, per sostenere individui e organizzazioni che promuovono un cambiamento democratico non violento a Cuba [6]”.
La sezione 109 della legge Helms-Burton è ugualmente molto chiara: “Il presidente [degli Stati Uniti] è autorizzato a fornire assistenza e a offrire qualsiasi tipo di appoggi ad individui e organizzazioni non governative indipendenti al fine di sostenere gli sforzi in vista della costruzione di una democrazia a Cuba [7]”.
Il primo rapporto della Commissione di Aiuto ad una Cuba libera prevede la messa in atto di un “solido programma di appoggio a favore della società civile cubana”. Tra le misure previste, un finanziamento dell’ammontare di 36 milioni di dollari è destinato al “sostegno dell’opposizione democratica e al rafforzamento della società civile emergente [8]”.
Il 3 marzo 2005, M. Roger Noriega, sottosegretario di Stato per l’Emisfero Occidentale dell’amministrazione Bush, ha segnalato che 14,4 milioni di dollari sono stati aggiunti al budget di 36 milioni di dollari previsto nel rapporto del 2004. M. Noriega ha spinto la sua sincerità a tal punto da svelare l’identità di alcune delle persone che stanno lavorando all’elaborazione della politica estera statunitense contro Cuba [9].
Infine, il secondo rapporto della Commissione di Aiuto ad una Cuba libera prevede un budget di 31 milioni di dollari per finanziare maggiormente l’opposizione interna. Inoltre, a questo stesso scopo, viene attribuito un finanziamento di almeno 20 milioni di dollari all’anno per gli anni futuri “fino a quando la dittatura cesserà di esistere [10]”.
A questo punto, non ci possono essere dubbi in materia.
Contraddizioni
Amnesty International ormai ammette che le persone che essa considera “prigionieri d’opinione” hanno “ricevuto fondi o materiale dal governo americano per attività considerate dalle autorità come sovversive o suscettibili di far torto a Cuba”. E’ su questo punto che l’organizzazione internazionale entra in piena contraddizione.
Infatti, il diritto internazionale considera illegale il finanziamento ad un’opposizione interna in un’altra nazione sovrana. Una tale politica viola in modo flagrante i principi e le norme che reggono le relazioni tra stati. Tutti i paesi del mondo dispongono di un arsenale giuridico che permette loro di difendere l’indipendenza nazionale contro questo tipo di aggressione esterna, codificando come reato le condotte che favoriscono l’applicazione di disposizioni tali da portare alla sovversione. Si tratta di un dovere primordiale di ogni stato.
La legislazione cubana
La legislazione cubana punisce tramite sanzioni molto severe ogni associazione con una potenza straniera costituita allo scopo di sovvertire l’ordine stabilito e di distruggere il suo sistema politico, economico e sociale. La legge n°88 di protezione dell’indipendenza nazionale e dell’economia di Cuba è stata adottata il 15 marzo 1999, in seguito alla decisione presa dagli Stati Uniti di aumentare le sanzioni economiche e il finanziamento dell’opposizione interna a Cuba.
Questa legislazione ha lo scopo, come afferma l’articolo 1, di “specificare e sancire le azioni dirette a sostenere, facilitare o collaborare con gli obiettivi della legge Helms-Burton, l’embargo e la guerra economica contro il popolo [cubano], volti a spezzare l’ordine interno, a destabilizzare il paese e a liquidare lo stato socialista e l’indipendenza di Cuba[11]”.
La legge prevede sanzioni da 7 a 15 anni di reclusione a chiunque “fornisca, direttamente o tramite terzi, al governo degli Stati Uniti d’America, alle sue agenzie, dipendenze, rappresentanti o funzionari, informazioni che facilitino il perseguimento degli obiettivi della legge Helms-Burton”. La pena può durare dagli 8 ai 20 anni di prigione se il reato viene commesso congiuntamente da più persone o se esso viene assoldato in qualsivoglia maniera [12].
La legge n°88 punisce con una pena da 3 a 8 anni di carcere la raccolta, la riproduzione o la diffusione di materiale a carattere sovversivo proveniente dal “governo degli Stati Uniti, dalle sue agenzie, dipendenze, rappresentanti, funzionari o di qualsiasi entità straniera” allo scopo di sostenere il perseguimento di obiettivi quali sanzioni economiche e destabilizzazione della nazione. Le pene dureranno dai 4 ai 10 anni di prigione se il reato viene compiuto con il concorso di altre persone o se viene finanziato[13].
Infine, l’ articolo 11 prevede che “colui che[…] direttamente o tramite terzi, riceve, distribuisce o partecipa alla distribuzione di mezzi finanziari, materiali o di altra natura, provenienti dal governo degli Stati Uniti d’America, dalle sue agenzie, dipendenze, rappresentanti, funzionari o entità private, è passibile di una privazione di libertà da 3 a 8 anni [14]”.
Così, come ammette esplicitamente Amnesty International, le persone che essa considera “prigionieri d’opinione” hanno in realtà commesso un grave reato punito severamente dalla legge cubana. Così facendo, sono passati dallo statuto di oppositori a quello di agenti pagati da una potenza straniera e sono quindi condannabili agli occhi della giustizia cubana. I “prigionieri d’opinione” sono in realtà dei mercenari al servizio di una potenza straniera ostile e bellicosa.
Specificità penale cubana?
È ugualmente opportuno sottolineare che gli Stati Uniti sono stati lo storico nemico accanito dell’indipendenza e della sovranità di Cuba. Nel 1898, Washington è intervenuta nella guerra anticoloniale cubana per impedire ai Cubani di accedere pienamente all’autodeterminazione e ha occupato il paese fino al 1902. In seguito, Cuba ne è divenuta una specie di protettorato dominato politicamente e economicamente fino al 1958. A partire del 1959, gli Stati Uniti hanno tentato di tutto per abbattere la Rivoluzione cubana: attentati terroristici, invasione armata, minaccia di disintegrazione nucleare, sanzioni economiche, guerre politiche, mediatiche e diplomatiche e sovversione interna.
Come ogni stato responsabile, il governo rivoluzionario ha adottato delle misure legali per sopravvivere a tali manovre. Tuttavia, la legislazione penale cubana è contraddistinta da una sua peculiarità? È unica? Vediamo ciò che è previsto dalle legislazioni occidentali – che, tra l’altro, non devono far fronte alle stesse minacce a cui deve rispondere Cuba – nei confronti di individui che si mettono al servizio di una potenza straniera.
Il Codice penale statunitense
Negli Stati Uniti, simili manovre sono gravemente punite. Secondo il paragrafo 951 del Codice penale, “chiunque, che non sia un funzionario diplomatico o consolare o connesso, operi all’interno degli Stati Uniti come agente per conto di un governo straniero senza una previa notifica al Ministero della Giustizia […] è soggetto a una pena che può raggiungere i 10 anni di prigione”.
Il punto e/2/A del paragrafo precisa che “chiunque sia impegnato in una transazione commerciale legale deve essere considerato come un agente di un governo straniero […] se si tratta di un agente di Cuba”. Così, un Cubano che acquisti un apparecchio medico negli Stati Uniti per conto di un ospedale dell’Avana è legalmente passibile di una pena che può raggiungere 10 anni di prigione [15].
Il paragrafo 953, conosciuto col nome di legge Logan, afferma che “ogni cittadino degli Stati Uniti, chiunque sia, che, senza autorizzazione degli Stati Uniti, intraprenda o mantenga, direttamente o indirettamente, una corrispondenza o una relazione con un governo straniero o con qualsiasi suo funzionario o agente, nell’intenzione di influenzare le misure o la condotta di un governo straniero o di qualsiasi suo funzionario o agente, in rapporto a un conflitto o una controversia con gli Stati Uniti” è soggetto a una pena che può raggiungere i 3 anni di prigione [16].
Se una legge simile fosse applicata a Cuba, la stragrande maggioranza di quella che la stampa occidentale considera “dissidenza cubana” si troverebbe sotto chiave. In effetti, gli oppositori cubani si riuniscono regolarmente con il rappresentante degli Stati Uniti all’Avana, Michael Parmly, nell’ufficio della Sezione di Interessi Nordamericani(SINA) o addirittura nella residenza personale di quest’ultimo.
Il paragrafo 954 prevede una pena di 10 anni di reclusione per chiunque esprima “false dichiarazioni” allo scopo di attaccare gli interessi degli Stati Uniti concernenti relazioni con un’altra nazione[17]. Anche in questo caso, se l’oppositore Oswaldo Payà – che accusa il governo cubano di essere responsabile di sparizioni e di aver assassinato più di “20 bambini” – dovesse sottostare ad una legislazione tanto severa quanto quella vigente negli Stati Uniti, attualmente sarebbe in prigione, senza destare alcun turbamento nelle anime dei ben-pensanti occidentali. Eppure il più celebre dei dissidenti cubani non è mai stato disturbato dalla giustizia cubana, perché quest’ultima non dispone di prove sul fatto che egli riceva del denaro da una potenza straniera. A titolo di paragone, Raùl Rivero, che era un oppositore relativamente moderato e cauto in confronto a Payà, è stato condannato a 20 anni di carcere (e liberato un anno più tardi) per aver accettato generose retribuzioni offerte da Washington [18].
Il paragrafo 2381 dispone che “chiunque, che presti fedeltà agli Stati Uniti, intraprenda una guerra contro il paese o si associ ai suoi nemici, fornendo agli Stati Uniti o altri aiuto e sostegno, è colpevole di tradimento e passibile di pena di morte, o di un periodo di reclusione superiore a 5 anni[19]”.
Così, se dei cittadini statunitensi avessero perpetrato le stesse manovre compiute dagli individui riconosciuti colpevoli d’associazione con una potenza straniera dalla giustizia cubana, rischierebbero la pena capitale. Il paragrafo 2385 prevede una pena di 20 anni di carcere per chiunque inneggi al rovesciamento del governo o dell’ordine stabilito [20].
Come è facilmente constatabile, il codice penale statunitense è, sotto molti aspetti, molto più severo della legislazione cubana.
La legislazione penale francese
Anche il Codice penale francese prevede sanzioni estremamente severe in caso di associazione con una potenza straniera. Secondo l’articolo 411-4, “il fatto di tenere rapporti di intelligence con una potenza straniera, un’impresa o un’organizzazione straniera o sotto controllo straniero o con i loro agenti, al fine di suscitare ostilità o atti di aggressione contro la Francia, è punito con 30 anni di detenzione criminale e 450.000 euro di ammenda. È punito allo stesso modo il fatto di fornire ad una potenza straniera, ad un’impresa o ad un’organizzazione straniera o sotto controllo straniero o ai loro agenti, i mezzi per intraprendere ostilità o compiere atti di aggressione contro la Francia [21]”.
La legge francese è, da questo punto di vista, più severa della legislazione cubana.
La legge spagnola
Il Codice penale spagnolo del 1995 prevede sanzioni severe per gli stessi reati. Secondo l’articolo 592, “ le persone che tengono rapporti di intelligence o relazioni di qualsiasi tipo con governi stranieri, con i loro agenti o con gruppi, organismi, o associazioni internazionali o straniere, allo scopo di pregiudicare l’autorità dello Stato o di compromettere la dignità o gli interessi vitali della Spagna, saranno puniti con un periodo di reclusione dai 4 agli 8 anni [22]”.
L’articolo 589 dispone una pena da 1 a 3 anni di prigione per “ chiunque divulghi o esegua in Spagna qualunque ordine, disposizione o documento di un governo straniero che attenti all’indipendenza o alla sicurezza dello Stato, si opponga al rispetto delle sue leggi o ne provochi la violazione[23]”. Se le famose Donne in bianco cubane avessero agito allo stesso modo in Spagna, sarebbero state private della libertà.
Il codice penale belga
Il Capitolo II della legislazione belga concernente “i crimini e i delitti contro la sicurezza esterna dello Stato” e più precisamente l’articolo 114, afferma che “chiunque pratichi delle manovre o tenga rapporti segreti con una potenza straniera o con chiunque agisca nell’interesse di una potenza straniera, per impegnare tale potenza in una guerra contro il Belgio, o per procurarle i mezzi per farlo, sarà punito con una detenzione dai 20 ai 30 anni. Se a questo seguono delle ostilità, egli sarà punito con una detenzione a vita [24]”.
La legislazione italiana
Secondo l’articolo 243 del Codice penale italiano, “chiunque tiene rapporti di intelligence con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, e’ punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica l’ergastolo [1]; se le ostilità si verificano, si applica l’ergastolo. [1] La pena di morte è stata soppressa e sostituita con la reclusione a vita [25]”.
L’articolo 246 tratta della corruzione di un cittadino da parte di una potenza straniera: “Il cittadino, che, anche indirettamente, riceve o si fa promettere dallo straniero, per se’ o per altri, denaro o qualsiasi utilità, o soltanto ne accetta la promessa, al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, e’ punito, se il fatto non costituisce un piu’ grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni “. La pena e’ aumentata se “il denaro o l’utilità sono dati o promessi per una propaganda col mezzo della stampa [26]”.
Così, la legislazione italiana è ben più severa di quella cubana. Se i celeberrimi dissidenti quali Payà, Marta Beatriz Roque o Elizardo Sànchez si trovassero in Italia, sarebbero in prigione, non in libertà.
La legge svizzera
Anche la pacifica svizzera prevede sanzioni per il reato di associazione con una potenza straniera. L’articolo 266 del Codice penale dispone che: “1. Chiunque commette un atto diretto a menomare ovvero ad esporre a pericolo l’indipendenza della Confederazione, a provocare l’ingerenza di uno Stato estero negli affari della Confederazione in modo da mettere in pericolo l’indipendenza della Confederazione, è punito con una pena detentiva non inferiore a un anno.
2. Chiunque tiene rapporti di intelligence col governo di uno Stato estero o con agenti di esso allo scopo di provocare una guerra contro la Confederazione, è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. Nei casi gravi, il giudice può pronunciare la pena detentiva a vita”.
L’articolo 266 bis è ugualmente molto chiaro: “1 Chiunque, nell’intento di provocare o di sostenere imprese o maneggi dell’estero contro la sicurezza della Svizzera, entra in rapporto con uno Stato estero, con partiti esteri o con altre organizzazioni all’estero, o con i loro agenti, ovvero lancia o diffonde informazioni inesatte o tendenziose, è punito con una pena detentiva sino a cinque anni o con una pena pecuniaria. Nei casi gravi, il giudice può pronunciare una pena detentiva non inferiore ad un anno [27]”.
La legislazione svedese
In Svezia, il Codice penale prevede una pena di 2 anni di reclusione per “colui che riceve denaro o altre utilità da una potenza straniera o da chiunque agisca nell’interesse di quest’ultima, allo scopo di pubblicare o diffondere degli scritti, o di influenzare in un qualche modo l’opinione pubblica per ciò che riguarda l’organizzazione interna dello Stato[28]”.
Questa democrazia scandinava sanziona anche “colui che divulga o trasmette a potenze straniere o a loro agenti informazioni inesatte o tendenziose, allo scopo di creare una minaccia alla sicurezza dello Stato”. Infine, una pena dai 10 anni di reclusione all’ergastolo è applicata a “colui che costituisce una minaccia alla sicurezza dello Stato per aver fatto uso di mezzi illegali con il sostegno di una potenza estera[29]”.
Agenti al servizio di una potenza straniera e non “prigionieri d’opinione”
Gli esempi potrebbero moltiplicarsi all’infinito. In qualsiasi paese del mondo, l’associazione con una potenza straniera è severamente punita dalla legge e non è affatto possibile accordare la qualifica di “prigionieri d’opinione” a individui stipendiati da un governo straniero, come è il caso dei detenuti cubani, cosa peraltro onestamente riconosciuta da Amnesty International.
Amnesty International è un’organizzazione riconosciuta per la sua serietà, la sua professionalità e la sua imparzialità. Ma il trattamento che essa riserva a Cuba è poco attendibile. Per poter continuare a godere dello stesso prestigio e della stessa obiettività, Amnesty International dovrebbe riconsiderare, senza più indugi, il suo giudizio nei confronti di coloro che considera “prigionieri d’opinione” a Cuba, poiché la logica “due pesi, due misure” non è più accettabile.
Salim Lamrani è un insegnante, saggista e giornalista francese, specialista nelle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato “Washington contre Cuba” (Pantin : Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face à l’Empire (Genève : Timeli, 2006) et Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin : Le Temps des Cerises, 2006)[“Fidel Castro, Cuba, gli Stati Uniti”, Sperling&Kupfer editori, ndt].
Ha appena pubblicato “Double Morale. Cuba, l’Union européenne et les droits de l’homme” (Paris : Editions Estrella, 2008)[“Doppia morale: Cuba, l’Unione Europea e i Diritti Umani”, ndt].
Contact : [email protected]
Salim Lamrani collabora regolarmente con Mondialisation.ca.
Fonte: Mondialisation.ca
Link: http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=8896
5.05.08
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da VELEROSSA
Note
[1] Amnesty International, « L’histoire d’Amnesty International », nessuna data. http://www.amnesty.org/fr/who-we-are/history (sito consultato il 23 aprile 2008).
[2] Amnesty International, « Cuba. Rapport 2007 », aprile 2007. http://www.amnesty.org/fr/region/americas/caribbean/cuba#report (sito consultato il 23 aprile 2008).
[3] Amnesty International, « Cuba. Cinq années de trop, le nouveau gouvernement doit libérer les dissidents emprisonnés» [“Cuba. Cinque anni di troppo, il nuovo governo deve liberare i dissidenti incarcerati”,ndt] , 18 mars 2008. (site consulté le 23 avril 2008).
[4] Ibid.
[5] Salim Lamrani, Double Morale. Cuba, l’Union européenne et les droits de l’homme (Paris : Editions Estrella, 2008), pp. 45-55.
[6] Legge Torricelli[Cuban Democracy Act, ndt], Titolo XVII, Sezione 1705, 1992.
[7] Legge Helms-Burton, Titolo I, Sezione 109, 1996.
[8] Colin L. Powell, Commission for Assistance to a Free Cuba[Commissione di Aiuto ad una Cuba libera, ndt], (Washington : United States Department of State, mai 2004). www.state.gov/documents/organization/32334.pdf (sito consultato il 7 maggio 2004), pp. 16, 22.
[9] Roger F. Noriega, « Assistant Secretary Noriega’s Statement Before the House of Representatives Committee on International Relations », Department of State, 3 marzo 2005. www.state.gov/p/wha/rls/rm/2005/ql/42986.htm (sito consultato il 9 aprile 2005).
[10] Condolezza Rice & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington : United States Department of State, luglio 2006). www.cafc.gov/documents/organization/68166.pdf (sito consultato il 12 luglio 2006), p. 20.
[11] Gaceta Oficial de la República de Cuba, Ley de protección de la independencia nacional y la economía de Cuba (LEY NO 88)[legge n° 88 sulla protezione dell’indipendenza nazionale e dell’economia di Cuba, ndt], 15 marzo 1999.
[12] Ibid.
[13] Ibid.
[14] Ibid.
[15] Codice penale degli Stati Uniti, Titolo 18, Parte I, Capitolo 45, § 951.
[16] Codice penale degli Stati Uniti, Titolo 18, Parte I, Capitolo 45, § 953.
[17] Codice penale degli Stati Uniti, Titolo 18, Parte I, Capitolo 45, § 954.
[18] El Nuevo Herald, “Mensaje de Payá destaca que en la isla hay desaparecidos”, 18 marzo 2005, p. 23A.
[19] Codice penale degli Stati Uniti, Titolo 18, Parte I, Capitolo 115, § 2381.
[20] Codice penale degli Stati Uniti, Titolo18, Parte I, Capitolo 115, § 2385.
[21] Codice penale francese, Libro IV,Capitolo I, Sezione 2, Articolo 411-4.
[22] Codice penale spagnolo del 1995, capitolo II, Articolo 592.
[23] Codice penale spagnolo del 1995, capitolo II, Articolo 589.
[24] Codice penale belga, Capitolo II, Articolo 114.
[25] Codice penale italiano, Libro II, Titolo I, Capitolo I, Articolo 243.
[26] Codice penale italiano, Libro II, Titolo I, Capitolo I, Articolo 246.
[27]Codice penale svizzero, Articolo 266.
[28]Codice penale svedese, Capitolo 19, Articolo 13.
[29] Codice penale svedese, Capitolo 19, Articolo 8.