DI MARCO CEDOLIN
ilcorrosivo.blogspot.it
Il crollo delle vendite riscontrato nel mese di giugno all’interno del mercato automobilistico italiano é di quelli da mettere i brividi anche al più inguaribile degli ottimisti. Le cifre parlano di una diminuzione delle immatricolazioni nell’ordine del 24,42% rispetto allo stesso mese del 2011, che arriverebbe a toccare il 27% se il mercato non fosse stato “drogato” attraverso un massiccio ricorso alle offerte a km zero.
Il crollo del mese di giugno va ad innescarsi sulla drammatica diminuzione del 19,73% riscontrata nei primi sei mesi dell’anno e riporta di fatto il volume delle vendite al 1979, quando la motorizzazione del paese era ancora in corso e doveva conoscere un altro ventennio di crescita e fulgore….
Alla luce di questi dati lo stato dovrebbe incassare nell’anno in corso circa 2,5 miliardi in meno
rispetto a quelli previsti, a causa della contrazione delle vendite, determinando la necessità di aumentare percentualmente la tassazione, nonostante questa operazione provocherà per forza di cose un ulteriore e più marcato calo delle immatricolazioni.
Somigliando sempre più ad un cane che gira su sè stesso, nel vano tentativo di mordersi la coda.
Ostentare stupore di fronte al crollo delle vendite auto, sarebbe però un esercizio estremamente scorretto, perché esistevano tutti i presupposti necessari a determinarlo, così come esistono tutti i presupposti utili per vaticinare che il trend al ribasso si acuirà ulteriormente nel corso dei prossimi mesi e degli anni a venire.
Da un lato la motorizzazione del paese è ormai completata da almeno un decennio e le vendite di auto nuove riguardano in larga misura quasi esclusivamente il rinnovo del parco circolante.
Dall’altro la spesa necessaria per sostenere il possesso di un’auto ha ormai raggiunto livelli
estremamente gravosi che in moltissimi casi diventano insostenibili
qualora si tratti di acquistare e “mantenere” un’auto nuova.
Ed essendo la nostra una società strutturata a misura di auto (prima ancora che di uomo), dove le
quattroruote sono ormai diventate praticamente indispensabili per lavorare (non è forse l’auto il primo requisito richiesto in curriculum?), andare a fare la spesa, intrattenere rapporti sociali, l’unica possibilità per milioni di persone è quella di arrangiarsi con ciò che hanno o procedere all’acquisto di un’auto usata.
molto spesso risulta la prima voce del bilancio familiare, perfino superiore alla rata del mutuo o alla spesa alimentare.
diventa insostenibile, ma quello stesso bene è ormai radicato così in profondità nel nostro modus vivendi da rendere praticamente impossibile la prospettiva di rinunciarci.
Marco Cedolin
Fonte: http://ilcorrosivo.blogspot.it
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3.07.2012