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L'AUSTERITA' PONZI NELL'UNIONE EUROPEA

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A cura di Davide
Il 8 Dicembre 2013
43 Views

DI YANIS VAROUFAKIS
sinpermiso.info

Sostengo da tempo che le politiche europee per la riduzione del debito pubblico negli Stati membri premiati fiscalmente, può descriversi come uno schema dell’austerità Ponzi. In questo breve articolo provo a definire precisamente che è l’austerità Ponzi.

Gli schemi Ponzi correnti si basano su una trappola che crea l’apparenza di un fondo, il cui valore cresce più rapido del valore che si immettono nello stesso. La realtà è esattamente il contrario, poiché il gestore dello schema, si serve del capitale che viene immesso e lo schema non riesce a creare nuovo capitale capace di riempire le “fughe”, o capace di pagare gli interessi che promette. L’apparenza di una crescita, che in realtà non esiste è, bisogna dirlo, l’esca che attrae nuovi investitori verso lo schema, il cui capitale viene usato dallo schema di Ponzi per mantenere la facciata di una crescita genuina.

L’austerità Ponzi

L’austerità Ponzi è il contrario della crescita Ponzi. Se negli attuali schemi di crescita Ponzi, l’esca è la promessa di un fondo in crescita, nel caso dell’austerità Ponzi, la cosa che attrae i partecipanti alla bancarotta è la promessa di ridurre il debito, liberandosi dall’insolvenza, tramite una combinazione di misure di austerità- “stringersi la cintura” – e di nuovi prestiti in modo da proporzionare a chi è bancarotta, i fondi necessari per restituire i debiti che vincono (per esempio i buoni). Siccome è impossibile sfuggire in questo modo al debito, gli schemi dell’austerità Ponzi, ugualmente che gli schemi di crescita Ponzi, necessitano di flussi costanti di capitale per sostenere l’illusione che si abbia evitato la bancarotta. Però per attrarre questo capitale, i gestori dell’austerità Ponzi devono fare l’impossibile per mantenere l’apparenza di una genuina riduzione del debito.

L’elite benpensante dell’Eurozona, inventore dell’austerità Ponzi
La crescita Ponzi è una cosa, criminalmente, da tossici. Però è stata necessaria tutta la saggezza collettiva dell’elite benpensante europea per riuscire a creare il primo schema Ponzi di austerità. Gli accordi di prestito con i greci, i portoghesi, gli irlandesi, gli spagnoli e i ciprioti sono stati i primi esempi della storia di questo schema. Stati in bancarotta, mortalmente legati ai loro rispettivi settori bancari privati in bancarotta, furono obbligati ad accettare flussi costantemente crescenti di capitale, prestati dal FMI, dalla BCE, dal Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria, dal Meccanismo Europeo di Stabilità (sempre sotto la minaccia del programma di Transizione Semplice Monetaria della BCE), a condizione che si stringessero la cintura e praticassero politiche di austerità. Mentre lo schema progredisce, sempre più capitale entra, e di conseguenza, cresce la proporzione di debito in relazione al PIL: esattamente uguale che negli schemi Ponzi di crescita, il valore totale del fondo si svuota e si ha bisogno di attrarre più capitale, affinchè si possano mantenere le apparenze.

Il peggior esempio dell’austerità Ponzi (1)

Primavera 2012. Il governo greco era collassato a causa della rabbia del popolo di fronte allo stato precario della nazione e si erano convocate delle elezioni per maggio. Un partito sinistra (Syriza) che denunciava gli accordi per i prestiti, cresce rapidamente nelle indagini e nei sondaggi di opinione: come risposta, la Troika sospende il pagamento dei prestiti. Senza che nessuno se ne accorga, questo episodio rappresenta il momento sinistro nel quale la Unione Europea afferma il diritto del suo esecutivo, di intervenire direttamente nel processo democratico di uno Stato membro. Funzionari non eletti di Bruxelles preparano a tavolino un “diritto” a sospendere uniteralmente, un accordo internazionale e intraeuropeo di prestito basandosi sulle proprie stime riguardo a che partito politico risultava o no “accettabile” per formare un governo in uno stato membro.

Non si lasciò altra alternativa, al governo greco in carica, che quella di sospendere i suoi pagamenti alle istituzioni e ai cittadini greci. Ospedali, scuole, salari, pensioni.. tutto venne contagiato rapidamente. Però la preoccupazione dei benpensanti, si concentrava esclusivamente sul debito contratto dalla Grecia con la nostra…BCE. Come già saprete, un anno fa, in uno sfortunato tentativo per rinforzare i buoni greci, la BCE ne aveva comprato una grossa quantità a prezzi molto, molto bassi. Lo stratagemma fallì, come la stessa Grecia. Non importava: la BCE mantenne questi buoni e questi buoni iniziarono a vincere. Se non li avesse comprati la BCE nel 2010, sarebbero stati deprezzati insieme con il resto dei buoni in mano privata qualche mese prima, all’inizio del 2012. Però no, la BCE non può accettare deprezzamenti degli Stati membri, perché ciò viola i suoi valori, che le proibisce di finanziare gli stati membri. In questo modo, il governo greco in carica, spremendo l’economia sociale, doveva trovare 5 miliardi di euro in pochi giorni per pagare alla BCE i buoni. Bisogna però ricordare, che la Troika ormai non prestava più, nessuno prestava più.

Ciò che, ovviamente, doveva fare Atene era sospendere il pagamento dei buoni in mano alla BCE. Però questo era considerato inaccettabile da Berlino e Francoforte. Lo stato greco poteva dichiarare una sospensione dei pagamenti ai cittadini greci e non, ai fondi pensionistici, anche alle banche, ma i suoi debiti con la BCE erano sacrosanti. Dovevano pagarsi, in ogni caso.

Però come? Questa è ciò che definiamo come la soluzione.
La BCE, permetterà al governo greco l’emissione di alcune cambiali senza nessun valore (o più precisamente, delle lettere del Tesoro, a breve scadenza), che nessun investitore privato toccherebbe, e passare questi cambiali all’insolvente banca greca. Le banche greche insolventi, offrirebbero a quel punto, questi cambiali, al Sistema Europeo delle Banche Centrali (attraverso il programma chiamato ELA [Emergency Liquidity Assistance] della BCE), come effetto collaterale per ottenere dei prestiti, che a loro volta,potrebbero offrire al governo greco, in modo che Atene possa pagare i suoi debiti con…la BCE.

Se questo sembra uno schema Ponzi, è perché è la madre di tutti gli schemi Ponzi. Una giostra di austerità Ponzi che – argomento interessante – lascia sia le banche greche insolventi che lo stato greco insolvente, un altro po’ insolventi, nel frattempo che la popolazione sprofondi in una disperazione senza fine. E tutto, col solo scopo che la Unione Europea mantenga l’apparenza che le sue stupide regole vengano rispettate.

Questo, è tuttavia solo un esempio del circolo vizioso dell’austerità Ponzi che si sta ripetendo incessantemente in tutta l’ Eurozona. Il suo obiettivo dichiarato è la riduzione dei debiti. Per, ad ogni modo, i debiti aumentano. Fallimento? Si e no. E’ un fallimento se si pensa agli obiettivi dichiarati dall’UE, però non lo è se consideriamo i reali obiettivi sottostanti. Perché, in realtà, il vero scopo dei prestiti, della “salvezza”, è la realizzazione di una cinica operazione con i pessimi debiti della periferia, trasferendoli dai registri contabili delle banche del Nord Europa (principalmente) alle spalle dei contribuenti del Nord Europa. Disgraziatamente, questo cinico trasferimento, effettuato in nome della “solidarietà europea”, sta portando a una lenta fine le banche insolventi e gli Stati in bancarotta – tristi coppie che si sono succedute l’una dopo l’altra fino al precipizio dell’austerità competitiva – con il pessimo risultato di trasformare pezzi delle antiche orgogliose nazioni europee nell’equivalente contemporaneo delle vecchie case di carità vittoriane.

Yanis Varoufakis
·
Fonte: www.sinpermiso.info
Link: http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=6416
10.11.2013

Traduzione dallo spagnolo per www.comedonchisciotte.org a cura di DOMENICO VITALE

Nota (1) : Questo esempio viene dalla mia recente conferenza (The Dirty War for Europe’s Integrity and Soul)

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