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L'ASSASSINIO SEGRETO DI YASSER ARAFAT

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A cura di Davide
Il 4 Maggio 2005
62 Views

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“Quando qualcuno muore per cause sconosciute, l’autopsia e’ d’obbligo! Queste sono le regole.Qui in Giordania, si sono esumati corpi molte volte per casi di crimine…. Sospetto che Arafat sia morto avvelenato….. La morte la si deve a quello.”
Ashraf Al Kurdi – Medico personale per 25 anni di Yasser Arafat.

DI TRISH SCHUCH

Come è ormai abitudine, quando si tratta di argomenti che hanno a che fare con Israele e il Medio Oriente, praticamente quasi tutti i mass media in USA e Europa, si lasciano manipolare dai governi, dalle lobby e da esperti e commentatori del momento in maniera alquanto distorta o insabbiano eventi di rilievo. Tale e’ stato il caso con cui MER
defini’ l“assassinio segreto” di Yasser Arafat addirittura come messo in cantiere dallo scorso Novembre
Al tempo in cui Arafat era prigioniero a Ramallah, la sua malattia inspiegabile, poi la trama per levarselo di torno mandandolo in un ospedale militare francese seguita poi dalla sua ancora non spiegata morte con una sepoltura super rapida, senza autopsia o una seria investigazione, il MER rese chiaro sin dall’inizio che molte circostanze e fatti portano alla conclusione che uno storico “assassinio segreto” e’ stato perpetrato e che i mass media si sono resi complici nell’ insabbiamento.
Oggi, con l’inusuale pubblicazione di questa intervista col medico personale, per oltre 25 anni, di Yasser Arafat, il Dr. Ashraf Al Kurdi, ulteriori dettagli cruciali emergono alla luce del sole. D: La stampa americana, ha insinuato che Yasser Arafat fosse omosessuale e che e’ morto di AIDS. Ne e’ al corrente?

R: Ho sentito chiacchere che sia morto di AIDS, ma nessuna che fosse omosessuale. Ho fatto parecchie volte l’HIV test su Arafat come routine. Non è mai risultato positivo.

D: Quando e’ stata l’ultima volta che fece il test?

R: Circa sei mesi prima della sua morte. I medici Tunisini mi dissero che fecero questo test a Ramallah e che era tutto normale.

D: Arafat aveva problemi di salute preesistenti da tempo?

R: No, a parte il lieve tremore alle labbra e alle mani, non aveva altro.

D: Aveva il Parkinson?

R: Effettivamente abbiamo indagato su questo parecchie volte. No. Era solo tremore. Fu sottoposto molte volte al test per il Parkinson.

D: Per quanto tempo e’ stato il principale medico curante di Arafat?

R: Piu’ di 25 anni.

D: Lo curò dopo l’incidente aereo in Libia?

R: Si. Gli salvammo la vita da un ematoma subcerebrale bilaterale. Cio’ produsse cambi al suo stato mentale e all’apparenza fisica. Sviluppo’ un’ Emoplegia (paralisi di una parte del corpo NdT) e quando la scoprimmo venne operato ad Amman.

D: Quest potrebbe aver causato qualche complicazione nel tempo?

R: No nessuna complicazione. L’operazione riusci’ perfettamente e venne fatta da un normale neurochirurgo.

D: Prima che lo vedesse per l’ultima volta, faceva regolari checkup?

R: Si, certo.

D: Arafat si lamentava per dolori allo stomaco, potrebbe questo significare qualcosa?

R: No. Aveva dolori all’addome di tanto in tanto, ma non continui. Una gastroscopia gastrointestinale mostro’ una moderata irritazione.

D: Nell’anno precedente la sua morte, quante volte lo ha visto?

R: Venni chiamato il sedicesimo giorno dopo la sua malattia e quando arrivai, vidi un gruppo di medici tunisini, mandati da sua moglie a Ramallah senza avvisarmi. Quelle persone non avevano nessuna idea circa la salute di Arafat – mai visto prima. Vidi quattro dottori egiziani e tre dottori palestinesi. Come arrivai a Ramallah col mio gruppo andai diritto a vederlo. Vi erano segni di avvelenamento, manifestati da macchie rossastre sulla faccia e da un color giallo metallico della pelle.

D: Tutti quei dottori le hanno chiesto qualcosa circa la sua anamnesi? Li conosceva?

R: No, non mi consultarono. Nessuno parlo’ con me e nessuno di loro conosceva l’andamento della sua salute in precedenza, eccetto uno degli egiziani.

D: E’ stato contattato da allora per una sua opinione?

R: No. No, vi erano precise istruzioni di non contattarmi da parte della moglie, secondo i leaders dell’Autorita’ Palestinese.

D: Quanti checkups fece l’anno antecedente la sua morte?

R: Tre.

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D: Era in buona salute?

R: Si, perfettamente sano. Ma devo rilevare che fui chiamato ufficialmente il sedicesimo giorno della sua malattia, non all’inizio, si che non si sa bene quando esattamente inizio’. Questo e’ un punto molto importante. Dissi a Suha Arafat che mandando i dottori tunisini, ritardò le cure su suo marito di cinque sei giorni.

D: Chiese ai leaders dell’ A.P. di questo lungo ritardo?

R: Non vi furono risposte chiare – nessuno osava dire qualcosa. Mi fu detto che Suha mi rifiutava l’accesso. Perche’ non lo so. Quando lo vidi, decisi che doveva andare all’estero perche’ c’erano dei test di cui aveva bisogno che non si potevano fare a Ramallah. Vi furono contatti coi Francesi e la loro risposta immediata. Mandarono un aereo e la Giordania mandò due elicotteri per portarlo ad Amman. Nessuno mi propose di andare con lui a Parigi, e ognivolta che chiesi sue notizie, non ebbi mai risposte soddisfacenti. Di nuovo a causa di una persona, probabilmente sua moglie.

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D: Qual’era il suo aspetto l’ultima volta lo vide vivo?

R: Aveva perso meta’ del suo peso corporeo. Chiazze rosse gli coprivano la faccia e aveva un colore giallo metallico. Era cosciente, parlava e scherzava persino. Le sue funzioni percettive erano perfette. Dopo di cio’ chiesi una riunione con i dottori. Concludemmo avesse una deficienza di piastrine nel sangue. Dato che le cause di cio’ non erano chiare, chiesi venisse trasferito a Parigi prima possibile. Ma anche i dottori Francesi non mi chiesero nulla della sua precedente storia medica.

D: Sapeva Arafat che stava morendo?

R: Si. Si, in realta’ lo appresi da lui a Ramallah, pensava di essere stato avvelenato.

D: Disse da chi o perche’ o come?

R: No.

D: Il 25 Settembre 2003, ci fu una malattia che alcuni leaders della AP in Muqata dissero che segno’ l’inizio del suo declino fisico. Che ne pensa?

R: No, non credo, perche’ andai con un team a Ramallah dalla Giordania per indagare su tutti i tipi conosciuti di veleno. Prendemmo campioni di sangue e non c’erano tracce di veleni o infezioni di HIV.

D: Secondo la legge Islamica, quando le cause della morte sono dubbie, e’ necessaria una autopsia?

R: Assolutamente vero. Richiesi quattro cose: un comitato per indagare sulla sua salute e il progredire della malattia. Volli tutti i risultati dei test di Parigi e vedere i dottori francesi. Chiesi le cause della morte e se non era il fosse il caso di eseguire un’ autopsia.

D: Considerando che Arafat, da mezzo secolo era una delle figure prominenti, non avrebbe dovuto eseguirsi un’ autopsia? Perche’ fu negata? Chi la nego’?

R: Tutti loro. La leadership, quelli con lui a Parigi e il presidente Mahmoud Abbas. Disse, non ce n’e’ bisogno, è gia’ sepolto. Gli dissi “Non dipende da te.”

D: Pensa che Abbas decise da solo o fu una decisione collegiale?

R: Non so.

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D: Quando affermo’ pubblicamente che pensava fosse stato avvelenato, ricevette minacce?

R: No. L’ AP disse avrei dovuto comunicarglielo, cosa che feci immediatamente.

D: Alcune voci ritengono il governo Francese sarebbe imbarazzato da una autopsia?

R: Sciocchezze, non credo che ciò li possa imbarazzare. Se qualcuno muore per cause sconosciute e’ obbligatoria l’autopsia – obbligatoria -! Conoscono le regole. Qui in Giordania si sono esumati corpi in parecchi casi di crimine.

D: Vi sono limiti nell’ esumare un corpo per poter trovare tracce per la scientifica?

R: Dipende da cosa e’ stato usato. Sospetto che Arafat sia morto per mezzo di un “veleno mortale”, un catalizzatore. La morte la si deve a quello..

Trish Schuh, l’intervistatrice.e’ una giornalista freelance che ha lavorato per ABC News, Al Arabiya.net, Muslim’s Weekly e The Indypendent. Ha studiato Islam e Arabo alla Bir Zeit University in Palestina. L’intervista venne condotta ad Amman, Jordania il 18 Gennaio, 2005 e pubblicata oggi sul Tehran Times.

Fonte:www.thetruthseeker.co.uk
Link:http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=3035
25.04.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Alfredo Viti

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