L’ASPETTATIVA DI VITA IN CALO IN MOLTE REGIONI DEGLI STATI UNITI

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DI PATRICK MARTIN
World Socialist Web Site

L’aspettativa di

vita sta precipitando in molte regioni degli Stati Uniti e per molti gruppi

demografici, principalmente le donne, secondo uno studio che è stato

pubblicato mercoledì nella rivista Population Health Metrics,

condotto dall’Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME)

all’Università di Washington a Seattle.

I risultati dello studio sono particolarmente

allarmanti per la salute delle donne. Un quarto di tutte le contee USA

ha visto una riduzione nell’aspettativa di vita tra il 1997 e il 2007,

che porta ad affermare che le ragazze nate oggi si possono aspettare

di vivere meno delle loro madri. Come ha scritto il Los Angeles Times,

“Vedere che l’aspettativa di vita diminuire in un paese sviluppato

è raro. Arretramenti di questa portata non si sono visti negli Stati

Uniti dall’epidemia di influenza spagnola del 1918, valutando i dati

demografici.”
Questa tendenza si è accelerata

negli ultimi due decenni. Dal 1987 al 1997 c’erano già 314 contee

su oltre 3.000 con un calo o una crescita zero dell’aspettativa di

vita delle donne. Dal 1997 al 2007 le contee che riportavano questo

dato erano 860, rapportate alle 84 contee dove l’aspettativa di vita

per i maschi era in decrescita o stagnante.

Queste 860 contee formano uno schieramento

che si stende dall’Appalachia (parti della Pennsylvania, del West

Virginia, della Virginia, del Kentucky, del North Carolina) all’interon

Sud rurale, dalle Caroline al nord Texas, così come anche porzione

degli stati di confine, tra cui l’82 per cento di tutte le contee

in Oklahoma, il 66 per cento in Tennessee e il 59 per cento in Kentucky.

In Mississippi, di gran lunga lo stato

più povero e meno in salute, ci sono cinque contee dove l’aspettativa

di vita per le donne è la stessa dell’Honduras, di El Salvador e

del Peru, che sono tra i paesi più impoveriti dell’America Latina.

La contea di Madison, nel Mississippi a nord di Jackson, ha visto uno

calo sbalorditivo di due anni e mezzo nell’aspettativa di vita per

le donne nel corso dell’ultimo decennio.

In una contea del Mississippi, l’aspettativa

di vita maschile, sia per i neri che per i bianchi, era più bassa della

media dell’aspettativa di vita maschile nell’Africa sub-sahariana.

Per cinque contee del Mississippi, l’aspettativa di vita maschile

era la stessa del Filippine e del Brasile.

Il report, intitolato “Un salto all’indietro:

l’aspettativa di vita nelle contee degli Stati Uniti dal 2000 al 2007

in un contesto internazionale”, ha raffrontato l’aspettativa di

vita di 3.138 contee USA e di 10 città con un precedente sondaggio

dal 1987 al 1997.

L’aspettativa di vita negli Stati

Uniti in un periodo ventennale, dal 1987 al 2007, ha continuato a salire

in termini assoluti, più alta di 4,3 anni per gli uomini e 2,3 per

le donne, in larga parte a causa della diminuzione nella presenza di

fumatori e nel miglioramento della tecnologia medica. Ma gli Stati Uniti

rimangono indietro alle altre nazioni industrializzate, precipitando

dalla 20esima posizione nel 1987 alla 37esima del 2007.

Il “passo indietro” di cui parla

il titolo della ricerca è particolarmente evidente quando i dati degli

Stati Uniti sono comparata ai dati equivalenti che provengono dalle

10 nazioni con la più alta aspettativa di vita. Queste dieci nazioni,

di cui sette sono nell’Europea occidentale, sono l’Islanda, la Svizzera,

la Svezia, il Giappone, l’Australia, la Norvegia, il Canada, la Spagna,

la Francia e i Paesi Bassi.

Lo studio ha calcolato le medie storiche

delle aspettativa di vita, anno per anno, per le dieci migliori nazioni

e poi ha rapportato i dati di ciascun contea degli Stati Uniti a quel dato:

in altre parole, quanti anni indietro (o in qualche caso, avanti) era

ogni contea rispetto a quello che lo studio ha definito la “frontiera”

della salute, in questo caso la media dei dieci paesi con i dati migliori.

Alcune delle contee del Mississippi,

ad esempio, hanno un’aspettativa di vita uguale a quella

che le migliori 10 nazioni avevano 1957, attribuendogli un rating

di 50 anni “dietro” la frontiera. Alcune aree ricche, come la contea

di Fairfax in Virginia, avevano dati migliori della media dei 10 migliori

paesi e hanno ricevuto un rating pari a 16 anni “davanti”

alla frontiera.

La tendenza generale è quella

di un distanza sempre più marcata tra la performance degli Stati

Uniti e quella dei dieci paesi migliori. Nel 2007 solo il 78 per cento

delle contee ha migliorato la propria posizione sull’aspettativa di

vita maschile nel contesto internazionale, mentre 1.406 contee sono

arretrate e 1.663 contee sono rimaste più o meno allo stessa posizione.

Per i dati relativi all’aspettativa di vita femminile, i dati sono

ancora peggiori: solo il 45 per cento delle contee ha avuto un miglioramento,

2.054 sono arretrate e 1.048 hanno inalterato il proprio piazzamento.

Un altro aspetto notevole del report

è la scala della disuguaglianza nelle spese per la salute. Una piccola

manciata di ricche contee suburbane, principalmente nel Nord-Est e sulla

West Coast, hanno un’aspettativa di vita migliore o uguale di

quelle del Giappone e dell’Europa Occidentale. Ma circa

l’80 per cento delle contee USA erano dietro la media delle dieci

migliori nazioni e questa percentuale si è incrementata drammaticamente

nell’ultimo decennio.

Una parte dello studio ha osservato

le variazioni in Gran Bretagna e in Canada e ha rilevato che gli Stati

Uniti hanno disparità interne molto maggiori. Mentre il 17 per

cento delle contee USA erano 30 anni o più al di sotto delle nazioni

migliori, solo il 2 per cento delle località canadesi erano così indietro

– principalmente tra la popolazione Inuit nell’estremo nord –, mentre

in Gran Bretagna, con il suo National Health Service, solo lo

0,2 per cento delle giurisdizioni locali riportavano un dato di 30 anni

inferiore.

Ci sono alcuni riscontri positivi nello

studio:

* malgrado l’alto tasso di povertà,

il sud della California e altre parti del sud-est hanno una aspettativa

di vita relativamente migliore, perché gli immigrati di lingua spagnola

sono molto più in salute della media degli statunitensi;

* dodici Stati, tra cui l’interno

del New England, la Pennsylvania e l’Upper Midwest non hanno una sola

contea in cui l’aspettativa di vita è in declino;

* l’aspettativa di vita è cresciuta

notevolmente nella città di New York, anche per i migliori trattamenti

sanitari riservati ai pazienti ammalati di AIDS, cure che hanno drasticamente

tagliato il tasso di mortalità.

Più di tutto, lo studio sull’aspettativa

di vita sottolinea gli effetti catastrofici dell economic slump e della

crescente disuguaglianza sociale nei sopravvissuti della larga parte

della classe lavoratrice statunitense. Il capitalismo non infligge solo

disoccupazione, povertà, senzatetto e affamati, sta letteralmente uccidendo

i giovani, i vecchi e le persone in età dal lavoro.

Le recensioni della stampa dello studio

dell’IHME hanno denunciato le mancanze degli autori che hanno tralasciato

l’impatto della povertà e della mancanza di educazione, avendo quindi

enfatizzato l’importanza di fattori comportamentali, come il fumo

e l’obesità. Queste affermazioni dimostrano ancora la tendenziosità

dei media controllati dalle multinazionali più che un’accurata

lettura delle prospettive evidenziate dagli scienziati.

Scrivono nel sommario del documento:

“Sono state documentate le forti correlazioni esistenti tra razza/etnia,

entrate individuali o della comunità, disuguaglianza della ricchezza,

con i tassi di mortalità negli Stati Uniti.” Dopo di che hanno aggiunto:

“Una qualsiasi analisi delle cause delle disparità dovrà portare

una forte attenzione alla povertà, all’ineguaglianza, alla razza

e all’etnia, ma alcune delle peggiori performance devono essere

attribuite a altri fattori.”

Il dottor Ali Mokdad, un funzionario

dell’IHME che studia i fattori causali dell’aspettativa di vita,

ha elencato quattro ragioni della tendenza riscontrata nel report:

la povertà e la mancanza di educazione, l’accesso all’assistenza

sanitaria, la qualità delle cure mediche di base e i fattori di rischio

prevenibili.

Le condizioni prevenibili come l’obesità,

l’alta pressione non curata e il fumo, sono anche correlate indirettamente

alla povertà e alla mancanza di educazione, così come la mancanza

di accesso alle cure, che sono particolarmente evidenti nelle aree rurali.

Le compagnie del tabacco hanno stimolato

il settore di mercato femminile negli Stati Uniti con un pesante martellamento

pubblicitario nei decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Malgrado

il declino del consumo generale di tabacco dal 1965 in poi, avvenuto

dopo la pubblicazione del report di Surgeon General che

identificò nel fumo il maggior responsabile delle patologie tumorali

e polmonari, le donne americane hanno da allora un tasso di fumatrici

più alto di qualsiasi altro paese, e tutto questo ha conseguenze a

lungo termine per la loro salute.

Ancora più pericoloso è

l’enorme incremento dell’obesità che è raddoppiata negli ultimi

30 anni, passando dal 17 al 34 per cento della popolazione. L’obesità

è collegata ai bassi stipendi, alla mancanza di accesso a un’alimentazione

composta da cibi salutari, in particolare da verdure e frutta fresca,

e dalla predominanza delle rivendite di fast-food nelle zone

più povere.

*********************************

Fonte: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=25299

16.06.2011

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE

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