DI JIM LOBE
I mercanti di armi delle nazioni industrializzate stanno trovando sempre di più nell’Asia, che ha rimpiazzato il Medio-Oriente, il maggiore mercato di armi convenzionali, il posto cui rivolgersi, secondo un nuovo report del CRS (Servizi di Ricerca del Congresso).
Con Cina e India in testa, nel continente più popoloso del mondo, sempre secondo il report, sono stati conclusi quasi il 50% di tutti i contratti di fornitura armi stipulati tra il 2001 e il 2004 con nazioni in via di sviluppo. L’India guida la classifica nel 2004 avendo speso, solo in quell’anno, 5,7 miliardi di dollari in nuovi contratti per armamenti.
Il report ha inoltre riscontrato come gli Stati Uniti e la Russia continuino a surclassare di un margine significativo tutti gli altri fornitori di armi che esportano verso nazioni in via di sviluppo.
Compagnie statunitensi e russe hanno firmato, lo scorso anno, accordi per quasi 7 miliardi di dollari le prime e 6 miliardi di dollari le seconde in armi convenzionali per paesi in via di sviluppo. La somma delle loro percentuali di mercato ammonta a quasi il 60% dei 21,8 miliardi di dollari che rappresentano il giro di affari totale nel 2004 delle armi verso paesi in via di sviluppo.
La Gran Bretagna si è classificata terza nella classifica degli accordi commerciali in armi nel 2004, mentre Israele ha fatto la sua prima comparsa nelle prime 5 posizioni, con vendite che hanno totalizzato 1,2 miliardi di dollari nell’intero anno. La grande avanzata di Israele è dovuta all’esclusivo accordo con l’India per l’acquisto di un sistema radar aerotrasportato chiamato “Phalcon”.
La posizione di Israele come fornitore di armi è cresciuta costantemente negli ultimi anni, ma ha promesso a Washington che interromperà la vendita di apparati militari e alta tecnologia utilizzabile anche a fini militari alla Cina, che, negli ultimi dieci anni, è stato un mercato molto remunerativo per Israele.
Nell’effettiva consegna di armi nel 2004, gli Stati Uniti hanno dominato il mercato con trasferimenti per quasi 18,6 miliardi di dollari – il 53,4% del totale delle consegne verso i paesi in via di sviluppo – molto più della Russia, il secondo fornitore, con i suoi 4,6 miliardi di dollari, o della Francia, che ha eseguito trasferimenti di armi per un valore di 4,4 miliardi di dollari.
Il report “Trasferimenti di Armi Convenzionali verso Nazioni in Via di Sviluppo, 1997-2004” è prodotto ogni anno dall’esperto del CRS Richard Grimmett ed è ampiamente considerato una delle fonti più autorevoli riguardo il mercato di armi convenzionali, poiché è eseguito sulla base di informazioni pubbliche e riservate.
Una delle sue scoperte più eclatanti è che i quasi 22 miliardi di dollari di nuovi contratti di fornitura armi tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo dello scorso anno sono in netto aumento rispetto all’anno precedente, quando il totale fu di 15,1 miliardi di dollari. Le vendite dell’anno scorso sono state le più alte sin dal 2000, secondo il report. Anche il trasferimento effettivo di armi di quell’anno è stato il più alto dal 2000.
La vendita di armi convenzionali verso i paesi in via di sviluppo, che si attesta tra il 55% e il 72% dell’intero mercato di armi. Nel periodo 2001-2004, secondo il report, i paesi in via di sviluppo hanno ricevuto il 57,3% di tutti i trasferimenti di armi. Nello stesso periodo il 63,2% delle effettive consegne sono state portate a termine nei paesi in via di sviluppo.
Il Medio-Oriente è sempre stato il più grosso mercato di armi nel mondo in via di sviluppo – il 49,2% degli accordi di tutti i paesi in via di sviluppo negli anni tra il 1997 e il 2000 lo riguardava – l’Asia lo ha surclassato nel 2001-2004, spendendo, secondo quanto afferma il report, 35 miliardi di dollari in nuove armi durante questo periodo.
Il cambiamento è in parte dovuto alla diminuzione di acquisti di armi da parte dell’Arabia Saudita e di altri stati del Golfo come conseguenza della Prima Guerra del Golfo all’inizio degli anni ’90.
Ciononostante, l’Arabia Saudita nel 2004 si è classificata seconda, dietro all’India, nella classifica dell’acquisto armi nei paesi in via di sviluppo, totalizzando nuovi accordi per 2,9 miliardi di dollari, mentre l’Egitto, l’Oman e Israele si sono classificati rispettivamente quarto, quinto e sesto, dietro la Cina, al terzo posto con i suoi 2,2 miliardi di dollari in nuovi accordi commerciali.
Negli otto anni del periodo tra il 1997 e il 2004, il report ha evidenziato come al primo posto vi sia l’India, con 15,7 miliardi di dollari in nuovi contratti di fornitura armi, seguita dalla Cina (15,3 miliardi di dollari), dagli Emirati Arabi Uniti (15 miliardi di dollari), dall’Egitto (12,8 miliardi di dollari), dall’Arabia Saudita (10,5 miliardi di dollari), da Israele (9,8 miliardi di dollari) e dalla Corea del Sud (8,2 miliardi di dollari).
Ma questa statistica nasconde l’emergere della Cina come maggiore acquirente di armi negli ultimi tre anni. Al settimo posto negli anni 1997-2000, quando Emirati Arabi Uniti e India guidavano la classifica, la Cina è saltata al primo posto nel 2001-2004, acquistando armamenti per 10,4 miliardi di dollari, la maggior parte dalla Russia, che è anche il maggiore fornitore dell’India.
Infatti la percentuale nel mercato delle armi in Asia detenuta dalla Russia è più del doppio rispetto a quella degli Stati Uniti e sembra sia in procinto di crescere ulteriormente. Mentre Washington è stato il fornitore di circa i due terzi di tutte le nuove armi comprate dal Medio-Oriente nel 2001-2004, la sua percentuale nel mercato asiatico nello stesso periodo è rimasta al 21%.
La Russia, d’altra parte, ha venduto il 41,8% di tutte le armi convenzionali vendute a clienti asiatici nel 2001-2204, rispetto al 37% degli anni 1997-2000.
Grimmett ha notato come la Russia abbia fatto “sforzi imponenti, negli ultimi anni, per fornire opzioni di finanziamento e pagamento più flessibili e creative per i possibili clienti di armi”, incluso la creazione di accordi di produzione personalizzati che hanno ripagato accordi con India e Cina che “nel corso della prossima decade dovrebbero produrre un grosso giro di affari”.
A parte questi due paesi, il report ha scoperto come Mosca sembri focalizzarsi sul Sud-Est Asiatico, dove ha avuto “un certo successo nell’assicurarsi contratti di fornitura di armi con Malesia, Vietnam e Indonesia”.
In termini di effettive consegne di armi, il Medio-Oriente è ancora il leader nel mondo in via di sviluppo. Similmente gli Stati Uniti sono stati i leader nella fornitura di armi in Asia negli anni 1997-2000, per un totale del 35,4% di tutte le consegne nella regione. Ma sono scivolati al secondo posto nel periodo 2001-2004, con il 30,6% a fronte del 45% della Russia.
Mentre alcune nazioni dell’America Latina, e – in una significativa minor percentuale – dell’Africa, hanno espresso la loro intenzione di modernizzare le loro forze armate, secondo il report, non hanno potuto portare a termine il loro proposito a causa di ristrettezze nelle loro finanze, fattore che può essere rafforzato dal recente aumento del prezzo del petrolio per tutti quei paesi che non ne sono esportatori.
Eppure, l’acquisto di armi nei paesi dell’America Latina è cresciuto dai 3,3 miliardi di dollari del 1997-2000 ai 4,7 miliardi di dollari del 2001-2004.
Jim Lobe è un giornalista di Washington che scrive per Inter Press e altri canali. Questo articolo è stato pubblicato presso Inter Press Service il 2 settembre 2005.
Fonte:www.zmag.org
Link:http://www.zmag.org/content/showarticle.cfm?SectionID=17&ItemID=8691
31.08.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARQO