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La Redazione

 

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L’ARMA LETALE DEFINITIVA DELLA RUSSIA

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A cura di Davide
Il 21 Settembre 2015
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DI PEPE ESCOBAR

rt.com

Cominciamo con un po’ di politica classica russa. Il Ministro delle Finanze Anton Siluanov sta scrivendo la strategia economica russa per il 2016, compreso il budget di governo. Siluanov – di base un liberale, a favore degli investimenti stranieri – porterà la sua proposta al Cremlino entro la fine del mese.

Per ora, niente di eccezionale. Però, alcuni giorni fa, Kommersant ha diffuso la notizia che il Consiglio di Sicurezza russo ha chiesto all’assistente del Presidente Sergei Glazyev di portare una strategia economica separata, da presentare in consiglio questa settimana. Non è una novità, dato che il Consiglio di Sicurezza russo in passato si era rivolto a ristretti gruppi strategici per le decisioni economiche.

Il Consiglio di Sicurezza è guidato da Nikolai Patrushev, l’ex capo del Servizio di Sicurezza Federale. Lui e Siluanov non sono esattamente sulla stessa lunghezza d’onda. Ecco che inizia ad aleggiare il complotto. Glazyev, un brillante economista, è un nazionalista russo – sanzionato a titolo personale dagli USA.

Glazyev probabilmente andrà a testa bassa. È favorevole all’impedire alle aziende russe di utilizzare valuta straniera (il che ha senso), al tassare il cambio del rublo in valuta straniera (idem), a vietare i prestiti stranieri a società russe (se non sono in dollari o euro) e, la vera bomba, a richiedere alle aziende russe che hanno ricevuto prestiti occidentali di andare in default.

Prevedibilmente, alcune frange dei centri di pensiero USA hanno perso la testa, affermando con quasi assoluta certezza che “Il settore energetico russo non sarà in grado di reperire finanziamenti sufficienti senza l’occidente”. Fanfaronate. Le società russe troveranno facilmente finanziamenti in Cina, Giappone o Korea del Sud.

Qualsiasi attenzione Glazyev si guadagnerà al Cremlino, l’intero episodio già significa che Mosca non nutre speranze nel futuro prossimo riguardo gli eccezionali (basta guardare ai candidati alle presidenziali, da “El Trumpissimo” ad “Hillarator”); come ha detto di recente il Vice Ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov “Dobbiamo aspettarci un inasprimento della pressione delle sanzioni”.

Una cosa è certa tuttavia: Mosca non chinerà il capo per “calmare” Washington.

Qualcuno vuole Neo-Zarismo?

Qualcuno potrebbe essere tentato di dipingere Glazyev nell’atto di ritornare ad una sorta di autosufficienza zarista, mentre al contempo taglia i legami con l’occidente. Supponendo che alcuni dei punti siano approvati dal Cremlino, cosa certa è che potrebbero esserci ripercussioni da cui l’Europa potrebbe non essere in grado di riprendersi.

Immaginate la Russia che manda in default tutto il suo debito estero – più di 700 miliardi di dollari – sul quale le sanzioni occidentali hanno innalzato ulteriori e punitivi costi in termini di restituzione.

Il default sarebbe la vendetta per la doppia manipolazione occidentale del rublo e del prezzo del greggio. La manipolazione ha visto il rilascio sul mercato del petrolio di più di 5 milioni di barili al giorno presi da riserve extra, che erano state conservate dai soliti sospetti, con l’aggiunta di una manipolazione dei derivati al NYMEX, causandone la caduta del prezzo.

Successivamente la manipolazione dei derivati del rublo ha affossato la valuta. Più o meno tutte le importazioni verso la Russia sono state potenzialmente bloccate – mentre le esportazioni di gas e greggio restavano costanti. A lungo termine tuttavia, ciò dovrebbe portare ad un significativo surplus di bilancio per la Russia: un fattore molto positivo per una crescita a lungo termine dell’industria interna.

Vladimir Yakunin, l’ex capo delle ferrovie russe, ora destituito durante una riorganizzazione, di recente ha detto ad Associated Press in termini molto diretti che l’obiettivo delle sanzioni USA era di tagliare economicamente la Russia fuori dall’Europa.

Le sanzioni, unite alla speculazione su greggio e rublo, hanno spinto l’economia russa in recessione nel 2015. Yakunin, come la maggior parte dell’elite economico/affarista, si aspetta che i problemi economici della Russia durino almeno fino al 2017.

Attualmente gli unici prodotti russi di cui l’occidente ha bisogno sono il petrolio e il gas naturale. Un possibile default russo sul debito non avrebbe alcun effetto su quella domanda a breve termine e molto probabilmente anche su quella a lungo termine, a meno che non contribuisse a una nuova crisi finanziaria occidentale, una cosa già quasi successa nel 1998.

Tutti ci ricordiamo l’agosto 1998, quando un default russo ha scosso l’intero sistema finanziario occidentale fin dalle fondamenta. Se un default russo è ora preso in seria considerazione dai poteri forti – tra cui, ovviamente, FSB, SVR, GRU – allora lo spettro della Madre di Tutte le Crisi in Occidente è tornato. Per l’UE sarebbe fatale.

È colpa vostra se non possiamo razziare

Entra in scena l’Iran. L’alleggerimento delle sanzioni all’Iran – probabile all’inizio del 2016 – non ha nulla a che fare con il dossier nucleare. È un “grande gioco del gasdottistan”, per cui c’entra solo con petrolio e gas naturale.

Il sogno erotico degli USA – e dell’UE – resta il sostituire la Russia con l’Iran per le importazioni di gas naturale e greggio in UE. Ogni analista serio sa che ci potrebbe volere almeno un decennio, e più di 200 miliardi di dollari di investimenti, per non dire che la Gazprom si giocherebbe tutte le potentissime armi – commerciali – di cui è dotata.

Al contempo i poteri finanziari occidentali sull’asse New York-Londra non dicono che Mosca non si inchinerebbe ad accettare la richiesta che Putin tolga le mani dall’Ucraina – di modo che loro possano saccheggiarne le ricche terre agricole a loro piacimento. Ovviamente questi non hanno imparato dalla storia: Putin allo stesso modo non si è fatto indietro quando gli ha impedito di saccheggiare la Russia.

Per cui tutto il triste caos di Kiev, così come il tentativo di un’espansione infinita della NATO, erano un tentativo di impedire a Putin di evitare il saccheggio occidentale dell’Ucraina.

La conseguenza è stata una scossa tettonica geopolitica: la riconfigurazione dell’intero equilibrio di potere dato che Russia e Cina hanno stretto ulteriormente la loro partnership strategica – basata su una minaccia esterna principalmente proveniente dagli USA, con l’UE come appendice. L’intelligence russa sa bene che l’alleanza ha reso Russia e Cina invulnerabili, mentre individualmente potrebbero facilmente diventare vittima del canonico divide et impera.

Dal punto di vista anti-NATO, la Russia ha avuto molto tempo per ri-militarizzarsi, concentrandosi su missili offensivi e difensivi: la vera chiave delle prossime guerre, non obsolete portaerei. I missili difensivi russi, come il modernissimo S-500 e quelli offensivi come il Topol M – ognuno con 10 MIRV – possono facilmente mettere al tappeto qualsiasi cosa il Pentagono abbia in serbo.

Dopo la Russia, i ‘Padroni dell’Universo’ della finanza occidentale se la sono presa con la Cina per la sua alleanza con la Russia. I soliti sospetti della finanza hanno manipolato il mercato azionario cinese tentando di distruggere l’economia, usando i tentacoli di Wall Street per modificare i meccanismi dei depositi per in primo luogo alzare il valore delle azioni di classe A cinesi, creando un boom gigantesco e poi ribaltando il trucchetto dei depositi per far crollare il mercato.

Non c’è da stupirsi che Pechino, ben a conoscenza di cosa stesse succedendo, sia intervenuta: sta studiando attivamente mosse riguardo i depositi e rivedendo accuratamente le operazioni compiute dai maggiori operatori finanziari in Cina.

Mettete assieme quei sospetti banchieri centrali

Il Cremlino ha dovuto fare qualcosa riguardo la Banca Centrale Russa.

Questa aveva mantenuto i tassi di interesse alti, forzando i produttori di gas e petrolio russi ad appoggiarsi a finanziamenti stranieri, trascinando l’economia russa nella trappola del debito.

Questi prestiti alla Russia erano parte del meccanismo di controllo dell’asse finanziario New York-Londra. Se Mosca avesse “disobbedito” all’occidente, questo avrebbe chiesto indietro i prestiti dopo il crollo del rublo, rendendo quasi impossibile che potessero essere ripagati, allo stesso modo in cui avevano fatto con l’Iran.

Questo è il meccanismo attraverso il quale l’occidente – e le sue istituzioni: FMI, Banca Mondiale, la Banca dei Regolamenti Internazionali, tutta la cricca – comanda. Pechino si sta muovendo o per integrare o per sostituire questa imboscata con nuove e più democratiche istituzioni internazionali.

Se la Banca Centrale russa avesse operato secondo princìpi più integri, avrebbe prestato denaro a tassi d’interesse inferiori a quelli occidentali, vincolandoli ad investimenti produttivi. Un modo di agire totalmente diverso da quello degli USA – in cui la maggior parte del credito della banca centrale va alle banche e ai finanzieri per le loro truffe speculative.

Michael Hudson, tra gli altri, ha già evidenziato come la FED sia al servizio solo degli interessi dei suoi capi finanzieri e non dia alcuna importanza all’infrastruttura industriale statunitense, la quale è stata progressivamente spostata presso stati colonia/vassallo e in Cina.

Per cui i “Padroni dell’Universo” pensavano che la pressione contemporanea su Cina e Russia avrebbe funzionato. Non è stato così. Ci sono motivi per essere allarmati: i “Padroni dell’Universo” continueranno ad alzare la posta, sempre di più.

Lo scenario che si profila dice che la Russia si sposterà sempre più ad est mentre al contempo cercherà di liberarsi quanto più possibile dell’infrastruttura internazionale dell’occidente. L’unione delle Vie della Seta cinesi, ovvero “Una cintura, una strada”, e Unione Economica Eurasiatica promossa dalla Russia, anche se lenta e piena di ostacoli, è inevitabile. È nel reciproco interesse investire e sviluppare un emporio panasiatico.

Il gas naturale iraniano andrà principalmente nella parte asiatica dell’Eurasia e non verso l’UE. L’economia cinese triplicherà almeno nei prossimi 15 anni, mentre gli Stati Uniti continuano a deindustrializzare.

Qualsiasi cosa discuteranno Putin e Obama al loro possibile meeting alla fine del mese a New York, la pressione degli eccezionali sull’orso non diminuirà. Per cui conviene all’orso tenere un’arma letale finanziaria in serbo.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a [email protected].

Fonte: http://www.rt.com/

Link: http://www.rt.com/op-edge/315731-russia-kommersant-moscow-kremlin/

18.09.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

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