L’Arabia Saudita taglierà le forniture di petrolio alla Cina nel mese di luglio, hanno riferito ieri, venerdì 1o giugno, Reuters e Bloomberg, citando alcune fonti a conoscenza della questione.
Secondo quanto riportato, il più grande esportatore di petrolio al mondo, Saudi Aramco, ha notificato ad almeno quattro raffinerie cinesi che il mese prossimo fornirà volumi di petrolio inferiori a quelli previsti dal contratto.
Secondo le fonti, la mossa è dovuta al fatto che la Cina sta aumentando le importazioni di petrolio russo a prezzo scontato, offerto da Mosca agli acquirenti dopo che gli Stati occidentali hanno iniziato a cancellare le forniture russe in seguito alle sanzioni contro l’Ucraina. Inoltre, la domanda di petrolio saudita è in aumento nel mondo, soprattutto in Europa, a causa del progressivo abbandono dell’energia russa e della ricerca di nuovi fornitori.
“L’offerta di greggio saudita è molto limitata nel mercato”. Quattro importanti raffinerie cinesi e una nell’Asia settentrionale riceveranno meno carichi di greggio saudita a luglio, affermano le fonti.
I dati riportati indicano anche che invece le raffinerie di Giappone, Corea del Sud, Thailandia e India riceveranno il loro petrolio per intero, mentre alcune riceveranno addirittura forniture extra, tra cui una raffineria malese a Pengerang. Inoltre, secondo le fonti, almeno tre raffinerie europee hanno già ricevuto dalla compagnia saudita tutti i volumi previsti dal contratto per le consegne di luglio.
Questa settimana, Saudi Aramco ha inoltre sorpreso il mercato aumentando il prezzo ufficiale di luglio del suo greggio di 2,10 dollari al barile per l’Asia rispetto al livello di giugno. La mossa ha spinto i prezzi globali del petrolio, già alti, a superare i 120 dollari al barile, sollevando ulteriori timori sulla scarsità dell’offerta a causa del picco della domanda estiva nell’emisfero settentrionale, dell’allentamento dei blocchi di Covid-19 in Cina e dell’incertezza sulle forniture russe a causa delle sanzioni.
Massimo A. Cascone, 11.06.2022
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