DI TULA CONNELL
Tom Paine
Secondo Forbes, questo è l’anno più ricco nella storia dell’umanità… per gente già incredibilmente ricca. Ma per quanto riguarda gli altri?
I miliardari hanno tutto. Allora, che c’è di nuovo? Di nuovo c’è che ce ne sono molti di più e che sono molto più ricchi. Il numero di miliardari al mondo è cresciuto del 19 per cento dall’anno scorso, fino a 946, con una ricchezza totale in aumento del 35 per cento, che significa 3.5 trilioni di dollari, stando ad un sondaggio compilato dalla rivista Forbes. Un trilione con la T maiuscola.
Steve Forbes, Direttore Generale della rivista, dice: “Questo è l’anno più ricco nella storia umana. Mai prima d’ora si è verificato un simile aumento.”
Naturalmente questo storico aumento è perlopiù confinato agli straricchi, tanto per cominciare. Per i lavoratori ordinari, nei migliori dei casi le cose sono rimaste com’erano, ma sono peggiorate per altri. Valutiamo le cifre senza usare gli occhiali dalle lenti rosa di Forbes.
Secondo il Centro del Bilancio e Priorità Politiche, dal 2003 al 2004 il reddito medio del 99 per cento delle famiglie meno abbienti è cresciuto di meno del 3 per cento, calcolando l’inflazione. Al contrario, l’1 per cento delle famiglie abbienti ha registrato un salto di più del 18 per cento, inflazione compresa.
In realtà è ancora peggio. Il CBPP ha spiegato che gli enormi guadagni in cima alla piramide dei redditi ha causato un rialzo complessivo delle entrate, ma il reddito medio è sceso tra il 2003 e il 2004, e da allora non si è più rialzato in modo significativo. Per farla breve, mentre i ricchi si arricchiscono ancora di più, il ceto medio si sta riducendo, come ha sottolineato l’economista Paul Krugman.
Altri indicatori economici svelano uno scenario ancora meno roseo per il lavoro, come la diminuzione della domanda nel settore edilizio, che è scesa di 62.000 unità a febbraio, dopo aver registrato un rialzo netto di 28.000 unità a gennaio, stando a dati recenti dell’ Agenzia delle Statistiche del Lavoro, come fa notare il Bonddad Blog.
Il rallentamento del settore edilizio sta iniziando a incidere sul numero dei lavoratori. Penso che questo numero continuerà a diminuire nel prossimo anno, dato che il rallentamento del settore sta intaccando il resto dell’economia.
Nelle fabbriche i posti di lavoro sono stati nuovamente colpiti a gennaio, diminuendo di 14.000 unità. Complessivamente i lavori del settore privato hanno riportato un incremento netto di sole 58.000 unità, il più basso aumento mensile dal novembre 2004. A gennaio i posti di lavoro nel settore pubblico sono aumentati a sufficienza con un incremento di 39.000 posti, per una crescita totale di 97.000 unità.
L’Istituto delle Politiche Economiche osserva che il mercato del lavoro resta difficile e la crescita salariale stabile (dopo quasi quattro anni di stagnazione, i salari hanno ultimamente dato segni di vita). Il gruppo nonprofit aggiunge però che dati recenti presentano segnali preoccupanti, come il rallentamento della crescita del numero di ore lavorate ed un fermo 1.7 per cento della disoccupazione a lungo termine, mentre il prodotto interno lordo è cresciuto soltanto del 2.2 per cento nell’ultimo quarto di anno, che non è neanche vicino alla crescita dei quarti precedenti.
Come ha fatto notare il Centro di Ricerca per le Politiche Economiche, anche se la diminuzione delle ore lavorate era associata al clima, vale la pena precisare che quest’ultimo mese è stato quello che ha perso di più dal giugno 2004.
Anche i lavoratori con case di proprietà stanno perdendoci. Chi ha mutui particolari o minori è stato colpito da nuove rate mensili che non può più permettersi. Circa il 20 per cento dei beneficiari di prestiti popolari elargiti dalla più grande società finanziaria americana, la Countrywide Financial, ha più di 60 giorni di arretrati da pagare, e i pagamenti in ritardo stanno aumentando anche
nel mercato dei mutui regolari.
Allora, tutto questo che cosa significa? Anche se Bush non fosse andato in Brasile a trattare di fonti di energia alternativa per il Sud America mentre noi stiamo pagando costi sempre più alti per i combustibili fossili, l’economia sembra molto migliore vista dall’alto.
Tula Connell
Fonte: http://www.alternet.org
Link: http://www.alternet.org/stories/49187/
15.03.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIANNI ELLENA