Una pallottola spuntata: guerra di banche contro la Russia
VALENTIN KATASONOV
Strategic Culture
Secondo il ministro degli Esteri tedesco Frank–Walter Steinmeier continueranno le minacce di sanzioni «se la Russia non farà concessioni “last minute” sulla Crimea». L’ex capo della FRS Alan Greenspan ha consigliato di mettere in atto tattiche da guerra economica, come il targeting del mercato azionario russo ed una serie di misure chiamata «Bank war».
Se le decisioni di Washington saranno assunte da gente responsabile, sarebbe logico supporre che non faranno niente di tutto ciò, perché una guerra bancaria tra USA e Russia avrebbe gli stessi effetti di attacchi nucleari – sarebbe una scelta «no win, no gain».
Ci sono molti fattori che possono influenzare l’esito della guerra. L’International Investment Position permette di comprenderne la vera importanza. Si tratta di un indice che normalmente viene calcolato dalle banche centrali di molti paesi per mostrare la correlazione che esiste tra attività e passività di paesi stranieri. Ecco i dati :
Posizione patrimoniale della Russia al 1 ottobre 2013 (US$billion)
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Come si può vedere le attività estere delle banche russe superano le attività delle banche estere in Russia di 8,65 miliardi di dollari. Significa che la Russia non avrà nulla da temere nella prima fase di questa guerra, se fosse dichiarata, da Washington. Le cifre però sono piuttosto approssimative in quanto bisognerebbe prendere in considerazione altri due fattori:
– Quali paesi oltre gli Stati Uniti potrebbero prendere parte ad «azioni di combattimento» contro la Russia?
– Quali attività russe sarebbero prese di mira dagli Stati Uniti?
Secondo la Banca di Russia, l’80% degli asset russi è investito in otto paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Cipro, Paesi Bassi, Svizzera, Francia e Italia. La maggior parte delle attività correnti delle banche russe (depositi, crediti, conti e valute) non è investito negli Stati Uniti, come molti credono, ma in Gran Bretagna. Secondo i dati della Banca di Russia, il 13,6% delle attività bancarie russe sono investite negli USA e il 26,4% nel Regno Unito. Questo significa che c’è una ben piccola possibilità che gli USA potrebbero iniziare una guerra – soli contro tutti – senza l’appoggio della Gran Bretagna. E da come vanno le cose, Londra non sta correndo per unirsi all’avventura Usa per la Crimea.
Va detto che fino ad oggi gli USA hanno limitato le sanzioni imposte agli altri Stati per congelare i loro depositi e i loro conti nelle banche nazionali e le banche degli stati alleati. Come regola generale, gli investimenti diretti e di portafoglio, così come i prestiti sono stati esentati dalle azioni punitive. I «conti correnti e depositi» indice sono il punto di forza della Russia che, avendo un – 57 miliardi di dollari vede gli avversari della Russia in rosso, con una perdita netta pari a questa cifra. L’agenzia di stampa Bloomberg arriva alla stessa conclusione nella sua relazione pubblicata su Match 7 che afferma che le banche americane ed europee potrebbero subire danni dagli effetti provocati dalle sanzioni pecuniarie contro la Russia.
Il rapporto si riferisce al Bank for International Settlements (BIS), che rileva che, a settembre 2013, persone fisiche e giuridiche russe avevano un investimento di 160 miliardi di dollari in banche di 44 paesi. Nel caso in cui quei beni fossero congelati, la Russia rifiuterebbe di onorare le sue passività. A settembre 2013, le banche estere avevano prestato alla Russia almeno 242 miliardi di dollari, quasi il doppio del suo patrimonio stimato in Occidente (dati BIS basati su 24 paesi). Come risultato, Bloomberg dice, le banche statunitensi ed europee sarebbero le prime ad andare in sofferenza per le sanzioni imposte. La Francia (oltre 50 miliardi dollari investiti in Russia) e gli Stati Uniti (oltre 35 miliardi di dollari) saranno le più gravemente colpite poi seguite dall’Italia, dalla Germania e dalla Gran Bretagna. L’agenzia Bloomberg dice che anche se i suoi numeri differiscono in parte da quelli riprodotti nella Tabella, la conclusione a cui giunge è la stessa. L’Occidente ha troppo troppo da perdere per cominciare una guerra bancaria contro la Russia … Fino al punto che, già girano voci tra i personaggi più influenti delle elite russe, di negare la restituzione delle passività in caso di congelamento dei loro capitali.
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Ora qualche parola sui metodi che si possono utilizzare per questa guerra, come, per esempio, il blocco delle transazioni internazionali delle banche. La Società per le Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali (SWIFT) svolge un ruolo cruciale. La SWIFT è una organizzazione co-operativa che appartiene ai suoi soci ed si dedica alla promozione e allo sviluppo delle interattività globali standardizzate per le transazioni finanziarie ed agisce in base alla legge belga. Allo stato attuale SWIFT collega più di 10.000 istituti finanziari, tra cui circa 1000 corporations ed effettua annualmente una media di oltre 2,5 miliardi di operazioni di scambio per un valore di circa 6.000 miliardi di dollari ogni giorno.
Dopo l’Undici Settembre la CIA e il Tesoro americano hanno avuto accesso alle informazioni finanziarie della SWIFT e Washington ha anche cercato di bloccare le attività di certe specifiche banche utilizzando la SWIFT, ma non ci è riuscita, essendo SWIFT un ente privato non-USA, ultimamente è ancora più difficile intromettersi nelle sue attività. E’ vero che nel 2012 gli Stati Uniti sono riusciti a fare scollegare SWIFT dalle banche iraniane, ma l’Iran era stato preparato a questa azione (SWIFT aveva mandato un “avvertimento di allerta” pochi mesi prima che fosse presa quella misura). C’era stato anche un precedente con risultati poco chiari. Alcune Banche iraniane erano riuscite ad aggirare SWIFT per mezzo di banche-intermediarie. E’ un sistema un pò più caro e lento, ma si può fare. E poi l‘Iran ha anche rifiutato di usare il dollaro per molte transazioni, e la cosa può suscitare qualche preoccupazione per gli Stati Uniti.
Oltre 600 banche russe sono collegate a SWIFT e la Russia è il secondo più grande utente SWIFT dopo gli Stati Uniti. CNews, un noto organo di stampa russa, ha condotto un sondaggio tra i banchieri russi sulla possibilità di imposizione di un regime di sanzioni e dei rischi connessi, tra cui il blocco delle transazioni internazionali. Gli intervistati ritengono che gli USA non possano limitare l’accesso diretto della Russia a SWIFT, in quanto la sede dell’organizzazione si trova in Belgio. Gli esperti di CNews non credono che le banche russe resteranno staccate da SWIFT, perché né l’organizzazione stessa, né le grandi aziende occidentali che operano in Russia, sarebbero più in grado di trasferire i loro guadagni fuori dal paese. Comunque anche se questo dovesse accadere, le banche potrebbero ancora utilizzare i conti di corrispondenza dei loro partner in Europa e negli Stati Uniti o evitare il divieto con l’aiuto di altri sistemi (TARGET, SEPA) che operano fuori della giurisdizione degli Stati Uniti.
Servirà a dare un’altra spinta per abbandonare il dollaro come valuta per le transazioni internazionali.
Valentin Katasonov
Fonte: http://www.strategic-culture.org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2014/03/19/bugaboo-stories-about-bank-war-against-russia.html
19.03.2014
Il testo italiano di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte ComeDonChisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque.Primario