COME DIFENDERE (E PROMUOVERE) LA PROPRIA PERDUTA RISPETTABILITA’ ETERO – BORGHESE
DI BETTY MOORE
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Ecco uno schema collaudato di riabilitazione vipparola – ti piace la nerchia? ti piace la coca? t’hanno sgamato? – niente paura, si fa così: sparisci dalla circolazione per qualche mese di fila, un annetto o giù di lì, ti trasferisci per un po’ nella pittoresca sperduta villazza di Filicudi o dove ti pare a te – l’importante è che sia lontano lontano – il tuo ufficio stampa mette in giro la voce che sei in ritiro spirituale a lavorare la terra e ad aiutare ritardati e bisognosi tra le mura di una qualche austera comunità di recupero gestita da bonari asceti religiosi con l’aiuto dei quali te ne stai soffertamente umilmente meditando alla ricerca del tuo io interiore, del te stesso quello vero – il te stesso a cui la coca e la nerchia non gli piacevano, il te stesso prima dei dodici anni cioè – che dev’essersi smarrito da qualche parte;
e una volta che sono passati questi pochi mesi, bingo!, puoi ricominciare a venderti in qualità di Uomo Rinato, che è una merce richiestissima, oppure meglio ancora, in qualità di Cristiano Rinato Miracolato e Militante – basta autocertificare che il ritorno all’ovile sia miracolosamente avvenuto sotto l’egida di un santo chessoio o della Vergine Maria (altro che nerchia, immacolata quella lì!, ha concepito wireless) – e allora ecco che il generoso Vipmondo televisivo-politico, che si sa è sempre affamato di parabole edificanti di patetico spettacolare squallore, torna ad accoglierti a braccia aperte ed è pronto a offrirti una seconda chance, la scaletta è quella solita, collaudatissima:
1) cominci rilasciando interviste su Oggi, Gente e rivistacce assortite, “Esclusivo! Parlo per la prima volta dopo un anno di silenzio: così Dyo mi ha dato la forza di tornare a credere in me stesso e mi ha fatto rientrare in seno alla famiglia, che è il valore fondamentale numero uno – in appendice, assaggiata da un entusiasta Sandro Mayer, la straordinaria ricetta della torta campagnola che ho imparato in convento dal mio padre spirituale Fra Marcellino e che cucino sempre per il mio handicappato preferito Mongo”;
2) diventi presenza fissa di qualche discarica del pomeriggio televisivo – immancabile quando si toccano argomenti che hanno a che fare con la vita dissoluta e i tranelli demoniaci dello show business – si annuisce pensosi alle puttanate spicciole di qualche sedicente psichiatra cripto-catechista e si chiacchiera con Paolo Brosio scambiandosi impressioni preoccupate a proposito di una apparizione pareidolica della Madonna di Medjugorje sulla suola dello stivale di un pastore bosniaco: annuncia forse la fine del mondo? una purificazione di massa? una guerra atomica? (il pastore bosniaco dice: “ке рзумко вуовеш колим!” – traduzione: “ho solo pestato una merda!” – l’inviata RAI dice: “buone notizie! il signor Stefanović dice che secondo lui è un segno di speranza”);
3) scrivi un libro di memorie in cui racconti della tua odissea privata e del soffertissimo rapporto con tua moglie, adesso per fortuna pienamente recuperato (mai! mai! mai separarsi! bisogna pur difendere una minima parvenza di rispettabilità etero-cristiano-borghese) – si intitola Un uomo tutto nuovo, c’ha la prefazione di Antonio Socci e lo si va a presentare da Bruno Vespa, ospite in studio il caro don Mazzi con cui si parla della brutta brutta situazione di sfruttamento della prostituzione in Italia;
4) vai all’Isola dei famosi e ti commuovi “grazie, grazie, grazie a tutti” e a stento trattieni i caldi lacrimoni quando durante un turno di nomination Simona Ventura strepita “sei una persona forte che è andata contro tutto e tutti ma ce l’hai fatta! sei un grande! ti vogliamo bene! l’italia ti vuole bene!”;
5) ti candidi nell’UDC.
E insomma, un solo consiglio a Marrazzo, se posso dare un consiglio a Marrazzo, senti Marrazzo: la storia della cocaina secondo me è meglio non smontarla, anzi!, è meglio tenerla su in piedi pure se non è vero, perché sai, fidati, così dopo puoi raccontare che era tutta colpa della droga, che eri obnubilato dalla droga, che la voglia di nerchia è un effetto collaterale della droga – meglio la droga che la nerchia, no?
Betty Moore
Fonte: www.malvestite.net
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26.10.2009