DI VALERIO LO MONACO
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Le Banche sono insolventi. Fed (e BCE) giocano a “tre carte”. E la illusione regge. Per ora.
Niente paura. Questi termini in lingua inglese – forse è meglio dire lingua economica – indicano un processo messo in atto dalla Fed (e dalla Bce) che non è complesso da capire. Come spesso accade, si tratta di terminologia in grado di suscitare appeal e suggerire meccanismi complessi (in modo da tenere distanti, e apposta, i non addetti ai lavori) ma si tratta in realtà di una cosa banalissima. E, dal nostro punto di vista, non solo in grado di far capire la situazione disastrosa dell’economia nel suo complesso, ma di anche di far comprendere a dovere la natura intrinsecamente fraudolenta delle due istituzioni che applicano tale processo.
Perché ne parliamo? Perché è argomento fondamentale da conoscere, per capire realmente cosa sta accadendo e di conseguenza potersi fare una opinione sulla natura della crisi in corso. E sul futuro.Insomma la funzione che dovrebbe svolgere qualsiasi attore dell’informazione. Se non ne avete sentito parlare sino a ora, se nessuno ve lo ha spiegato, oppure se qualcuno ne ha fatto cenno senza spiegarne il significato, le cose sono due: o non siete attenti a ciò che accade (poco probabile, visto che siete lettori di questo giornale) oppure i media non hanno svolto il proprio compito (volutamente o meno… scegliete voi).
Il concetto si chiarisce davvero in poche righe: con i termini Quantitative Easing (letteralmente: alleggerimento quantitativo) si intende l’acquisto, da parte della Fed, di una parte ingente dei titoli tossici presenti nelle Banche statunitensi (fenomeno presente anche in Europa da parte della BCE). È fondamentale capire come avviene il meccanismo, perché avviene, a quali risultati ha portato fino a ora e – ecco il punto – a quali porterà la prossima volta che verrà applicata (perché ve ne è uno strenuo bisogno). Per il sistema intero e per ogni singolo cittadino.
Il meccanismo avviene in questi termini: la Fed crea denaro e lo dà alle Banche comperando asset tossici al valore nominale o contabile – e non reale: visto che è spazzatura – in modo che queste possano scaricare, in modo sistematico, le perdite, e possano rientrare nei requisiti di riserva (deposito di riserva frazionaria).
Questa soluzione (soluzione si fa per dire…) è avvenuta 18 mesi addietro, quando la caduta di Lehman Brothers e AIG ha aperto il tappo sulla reale situazione: le Banche – praticamente tutte e in tutto il mondo – erano talmente cariche di titoli tossici, ovvero spazzatura, da essere insolventi. Fallite. Impossibilitate a ripagare i propri debiti.
Fu l’oggetto della riunione storica in cui la Fed decise di creare 1000 miliardi di Dollari e di darli alle Banche, perché troppo grandi per farle fallire.
I risultati ai quali si è giunti attraverso il Quantitative Easing sono di due tipi, e hanno una terza conseguenza.
Il primo risultato è quasi nullo: le Banche – e il mondo intero – sono ancora piene di titoli tossici, negli Stati Uniti chiudono al ritmo di diverse al giorno (già centinaia, al momento) non sono riuscite a capitalizzare e per quanto attiene al secondo risultato c’è il fatto che la Fed, per fare l’operazione, ha creato dal nulla – letteralmente: creato dal nulla, con sistemi elettronici o altri mezzi – una quantità abnorme di denaro: ciò comporta la perdita di credibilità del Dollaro (se viene creato dal nulla varrà nulla, no?) dei titoli di stato statunitensi (oltre alla creazione dei debiti di ogni singolo cittadino Usa) e della stabilità economica del mondo (che ci coinvolge tutti). Sintesi: un disastro. Un vero e proprio crimine contro l’umanità. Perpetrato per “non far fallire le Banche”, che invece proprio il fallimento avrebbero meritato.
A conferma di ciò, ecco la terza conseguenza, non si è verificato quello che la Fed sperava, ovvero che le Banche iniziassero e fare le Banche e offrissero credito a chi ne aveva bisogno (per far ripartire investimenti ed economia). Ciò non è avvenuto (e infatti non c’è stata iperinflazione perché, letteralmente, non c’è denaro in giro): le Banche sono talmente in deficit, hanno talmente poca liquidità (sono di fatto insolventi) hanno ancora una quantità così abnorme di asset tossici in cassa, tanto che non possono prestare denaro ad alcuno. In altre parole: hanno drenato ciò che la Fed e i cittadini americani gli hanno dato, e in cambio non hanno fatto nulla, se non – e il che è peggio – continuare a fare né più né meno ciò che hanno sempre fatto e che ha portato alla crisi. Ovvero usura, e affari e speculazioni sulla pelle dei cittadini. Tra le altre cose, e il cerchio si chiude, parte della liquidità offerta dalla Fed alle Banche, è stata utilizzata dalle stesse per acquistare dei Buoni del Tesoro Usa (obbligate a farlo?). Il circolo, come si capisce, è vizioso, oltre che capzioso: la Fed stampa denaro dal nulla e lo dà alle Banche per non farle fallire, e queste lo danno allo Stato (comprando i Buoni) per non farlo fallire. Il classico gioco delle tre carte.
Il denaro (si fa per dire) è ritornato alla Fed sotto forma di riserva: i titoli tossici delle Banche sono state considerate dalla Fed come “riserve in eccesso” (figuriamoci!) e l’illusione è sembrata reale.
La cosa è di stretta attualità perché la Fed, a brevissimo (novembre) dovrà scegliere se fare o meno (lo farà, of course) una operazione del genere bis. Un Quantitative Easing 2. Questa volta, per giunta, in modo molto più massiccio rispetto alla prima volta. Si parla, per l’esattezza, di un cifra attorno al trilione di dollari. Qualcosa di molto vicino al fantastiliardo di dollari che leggevamo sui fumetti di Paperon dei Paperoni. Fumetti, appunto.
Naturale, visto che la prima mossa era sbagliata in partenza e non ha, ovviamente, portato ad alcun risultato concreto (se non evitare il panico e salvare alcune Banche).
Ma il punto è: evitare il panico, cioè evitare che i correntisti si precipitassero agli sportelli per prelevare quanto è loro e dunque mandare in insolvenza immediata le Banche, è stata davvero la mossa migliore? Soprattutto considerando i danni immediati e soprattutto prossimi che l’operazione comporterà?
Che credibilità potrà avere, dalle nostre parti, una operazione analoga della BCE? Chi pagherà, direttamente, per questa mole di denaro creata dal nulla per salvare le Banche?
Naturalmente né la Fed (che si appresta a fare il Quantitative Easing 2) né le Banche possono dichiarare la cosa per la quale è – ovvero che la prima è piena di titoli che non valgono nulla e che le seconde sono insolventi – altrimenti scoppierebbe il caos agli sportelli bancari.
Cosa che avverrà, o prima, o poi, naturalmente: il gioco di prestigio, l’illusione, quanto potrà durare?
Valerio Lo Monaco
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30.09.2010
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