LA TERRA E' PIATTA, SI VA DA UNA PARTE SI TORNA DA UN'ALTRA

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DI ROBERT SHETTERLY

Quando facevo le elementari mi avevano insegnato, come a tutti, che prima di Marco Polo i geografi europei credevano che la terra fosse piatta. I navigatori dovevano stare attenti, perché potevano arrivare sino al bordo estremo della terra e poi proseguire nell’ignoto. Io mi ero immaginato una grande tavola blu sospesa sotto un bel cielo celeste dove delle piccole navi si dirigevano verso la fine, con le vele gonfie di vento, comandate da intrepidi capitani che scrutavano l’orizzonte con i loro cannocchiali. Ecco che la prima nave si avventura nel nulla, sotto di lei un nero abisso di pece. Le navi che la seguono non riescono a fermarsi in tempo o a cambiare rotta.

Ero anch’io uno dei marinai? Sentivo anch’io le varie esclamazioni “uh-oh” che provenivano dalle piccole navi, o le urla di spavento sempre più deboli?

Non mi ricordo di essermi mai considerato un marinaio a bordo di quelle disgraziate imbarcazioni. Ma ricordo soltanto un nostro infantile disprezzo per le disgrazie di quei marinai e per la loro ingenua concezione del mondo. Anche se ammiravamo il coraggio di quei marinai, che avevano osato avventurarsi sino al limite estremo del mondo, tuttavia li compativamo per la pochezza della loro conoscenza del mondo. Un ragazzo di nove anni del 20esimo secolo era più istruito di loro. Sapeva che il mondo era rotondo, che esisteva la forza di gravità, che nessuna nave poteva, anche volendo, andare oltre i limiti del mondo. C’era il progresso. Noi eravamo superiori ai nostri antenati. Non potevamo contare su di loro, non potevamo, erano piccoli esseri non evoluti di una sotto-specie, eravamo noi i giganti del futuro. I quaranta alunni, stipati come galline nel pollaio, della terza elementare di Cincinnati, con il nostro infaticabile capitano, la signora Miller, sapevano di essere superiori. Ci facevamo delle matte risate, la Terra piatta!!!

Bè, adesso, siccome siamo istruiti, e siccome la terra è rotonda, sappiamo che quello che va da una parte poi spunta da un’altra. Però ci stiamo accorgendo anche di un’altra cosa, e cioè che la cultura occidentale dell’intero mondo “civilizzato” è fondato sul presupposto che la terra sia piatta! Siamo partiti per il Nuovo Mondo senza il pericolo di cadere alla fine della terra, abbiamo eliminato un po’ di Indiani, abbattuto un po’ di foreste, creato delle radure per costruirvi le fattorie, costruito strade, città e paesi, approdi, e poi ci siamo spostati di nuovo a ovest per rifare tutto da capo, viviamo come se lo potessimo fare all’infinito. Ecco nuove terre in un nuovo continente, ricco di legnami, di carbone, di ferro, basta tagliare, scavare, fare miniere, vendere il tutto per il profitto, combinare un gran pasticcio e poi andarsene. Se i rifornimenti cominciano a scarseggiare si prendono quelli di qualcun altro. La strada del progresso, della prosperità del profitto si snoda infinita davanti a noi. Una bella terra piatta, anzi meglio, grazie a Dio, una terra senza limiti, inesauribile. Una bottiglia di ottimo vino senza fondo, una pizza che rigenera magicamente le parti mancanti. Pance piene, portafogli gonfi, tutti soddisfatti. Questa visionaria madre natura continua a far crescere l’erba e gli alberi, nasconde i suoi tesori dove noi li possiamo trovare, dopo il nostro passaggio rimette tutto a posto, è sempre indulgente con i suoi figli un po’ scapestrati.

Alimentati e resi ciechi dallo zelo del nostro consumismo inesauribile non abbiamo capito il significato della frase “La Terra è rotonda”, non ci siamo resi conto che la terra è un acquario sferico di dimensioni limitate, con una quantità limitata di acqua, di aria pulita, di petrolio, di terreno arabile, di metalli preziosi, di tolleranza per l’inquinamento. Non abbiamo capito che tutti gli esseri viventi, piante, animali e risorse naturali sono partners di pari dignità e importanza.

Immaginiamoci di tornare alla nostra età di nove anni. Adesso chi è che ride? Riscaldamento globale, estinzione delle specie, il picco del petrolio, tutti noi avvelenati da sottoprodotti tossici, guerre imperiali per le risorse che scoppiano ovunque, fondamentalisti che invocano la vendetta divina, o che utilizzano dio per la loro vendetta. Immaginiamoci i ragazzi di nove anni del 22esimo secolo, ammesso che siano sopravissuti, ai quali viene insegnato il disprezzo per l’arrogante auto indulgenza della nostra era, per la nostra inclinazione a chiamare prosperità e progresso la nostra auto-distruzione. Il maestro può paragonare i timori dei cartografi del 14esimo secolo con gli appetiti del 20esimo, chiamiamola l’era delle motozappe cromate. I ragazzi si mettono a ridere.

Però adesso dobbiamo dire: “Uh-oh.”

“Forse un livello di istruzione superiore non era abbastanza.” “E adesso?”

Già, e adesso?

La prima cosa da fare è togliere di torno tutti quelli che sono al potere e che non capiscono la serietà della situazione in cui ci troviamo, togliere di torno di tutti quelli che sono pronti a vendere il benessere dei loro nipoti in cambio di una campagna elettorale pagata dalla Lockeed-Martin, togliere di torno tutti quelli che non capiscono che tutte le decisioni future, economiche, agricole, scientifiche, biologiche, industriali, personali, militari, devono essere prese sulla base della loro sostenibilità. La nostra gloriosa, malata, piccola terra sta dirigendo verso il vuoto all’impazzata?? Noi siamo, contemporaneamente, sia i pazienti che gemono che il medico del pronto soccorso. Se non provvediamo a rimuovere chirurgicamente tutti i microbi dal cervello sottosviluppato i quali credono che la terra sia piatta e che la Halliburton sia il signor aggiusta-tutto e che sperano che la soluzione si possa trovare con la guerra e con la borsa azionaria, allora siamo tutti destinati a perire. Stiamo arrivando oltre i bordi. Terra piatta, cervello piatto, encefalogramma piatto.

Così quando andiamo a letto cantiamo ad alta voce che la terra è rotonda. Sto parlando sul serio. Una bella cantata sottovoce. Ci aiuterà a dormire. Quando ci sveglieremo dobbiamo promettere che tutte le nostre azioni dovranno partire da questa convinzione.

Altrimenti: “uh-oh.”

Robert Shetterly
Fonte:www.commondreams.org/
Link: http://www.commondreams.org/views05/1224-24.htm

24.12.05

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