DI MARK FAULK
Questa è una storia di terroristi che scompaiono, borse che non
esistono, indagini raffazzonate, ma soprattutto, questa è una storia di
bombe magiche.
E’ la puntata pilota di Crime Scene Investigation. E’ la legge di base
della fisica. E’ così elementare, mio caro Watson, che anche un
ballerino – sconvolto dallo shock di essersi seduto proprio davanti al
sedile in cui una delle bombe fu piazzata due settimane fa, in un treno
del Tube – potrebbe capirlo.
In un articolo
apparentemente innocuo del giornale britannico Cambridge Evening News,
il 32enne istruttore di danza Bruce Lait [nella foto sotto], intervistato sul suo letto di
ospedale, ha affermato che “I poliziotti dicevano ‘guarda quel buco, lì
c’era la bomba’. Il metallo era spinto verso l’alto come se la bomba
fosse stata sotto il treno. Sembrano pensare che la bomba sia stata
lasciata in una borsa, ma non ricordo nessuno dove c’era la bomba. E
nessuna borsa”.Leggiamo quest’ultima parte ancora una volta, molto lentamente, e
lasciamo che faccia presa, “Il metallo era spinto verso l’alto come se
la bomba fosse stata sotto il treno. Sembrano pensare che la bomba sia
stata lasciata in una borsa, ma non ricordo nessuno dove c’era la
bomba.
E nessuna borsa”.
E le autorità britanniche sulla scena del crimine non lo hanno
considerato? Hanno assunto subito che si trattasse di una bomba da
portarsi appresso? Avanti, quante volte avrete visto quel pessimo show
televisivo in cui il detective eccentrico capisce che il crimine era un
“lavoro interno” perché i frammenti di vetro erano fuori rispetto alla
finestra rotta e non dentro, dove avrebbero dovuto essere. Ripeto: la
puntata pilota di Crime Scene Investigation. La fisica di base.
Mentre descriveva la scena, Lait ha detto, riferendosi a sé stesso e al
suo compagno ballerino Crystal Main, “Fuori dal treno, pensai che io e
Crystal fossimo gli unici a non essere stati feriti seriamente, e penso
che eravamo i più vicini alla bomba”.
Ha continuato descrivendo quelli seduti vicini a lui e a Main quando la
bomba scoppiò. “Ricordo un ragazzo asiatico, c’era un ragazzo bianco
con
pantaloni da tuta sportiva ed un cappello da baseball, e c’erano due
signore anziane sedute davanti a me”. Ha descritto la donna, il cui
corpo giaceva sopra il suo quando riprese conoscenza, come “una signora
di mezza età che aveva capelli corti e biondi, era vestita in nero ed
avrebbe potuto essere una donna d’affari”.
Di nuovo, prestiamo molta attenzione. “Eravamo i più vicini alla
bomba”.
Un ragazzo asiatico, un ragazzo bianco, due signore, e una donna
d’affari bionda… e due ballerini.
Dunque… Se la bomba era in una borsa portata dal terrorista, come
potevano i due ballerini essere “i più vicini alla bomba”? E perché la
persona che era il testimone oculare più vicino non ha visto
l’attentatore, o anche solo QUALCUNO, seduto dove è scoppiata la bomba?
Perché il metallo era spinto verso l’alto se la bomba era dentro il
vagone del treno?
Mettiamo questo in prospettiva, punto per punto:
“Il metallo era spinto verso l’alto come se la bomba fosse stata sotto
il treno”.
“Non ricordo nessuno dove c’era la bomba”.
“Eravamo i più vicini alla bomba”.
Un ragazzo asiatico, un ragazzo bianco, due signore, e una donna
d’affari bionda… e due ballerini.
Ci siamo di nuovo. Un altro attentato terroristico con più domande che
risposte, domande che i media principali (di nuovo) non stanno nemmeno
pongono.
Diavolo, potrei persino prendermi una coltellata a dire:
Il metallo era spinto verso l’alto come se la LA BOMBA FOSSE STATA
SOTTO
IL TRENO.
Un ragazzo asiatico, un ragazzo bianco, due signore, e una donna
d’affari bionda… e due ballerini. Non c’era un radicale islamico, un
terrorista del Medio Oriente, seduto nel vagone. LA BOMBA ERA SOTTO IL
TRENO.
Siamo stati elogiati da alcuni, e biasimati da altri, per aver postato
un articolo di Jeff Buckley (intitolato “Londra
chiama”) il primo giorno dopo gli attentati di Londra due settimane
fa, che si chiedeva i motivi dietro agli attentati, e che chiedeva ai
lettori di vedere l’inevitabile “risposta ufficiale del governo” con un
pizzico di sano scetticismo.
Ecco come, molto appropriatamente, ne ha parlato Jeff:
“Dunque, quando vedi i titoli dei giornali dominati da questa storia e
le prove di bugie, inganni e tradimenti messe per sempre nel cassetto,
assicurati di chiederti, ‘Chi ci guadagna?’. Prima di dare il tuo
supporto all’amministrazione – che parla per eufemismi e falsità,
mentre
genera morte – assicurati di chiederti ‘Chi ci guadagna?’. E, prima di
permetterti di essere sopraffatto e spazzato via dall’inevitabile
ondata
di euforia vendicativa e sciovinista, assicurati di chiederti, ‘Chi ci
guadagna?’ “
“Chi ci guadagna?”
Eccoci qui, solo due settimane (e un altro attentato, questa volta
“simbolico”) dopo, e le voci del Molto Giusto sono occupate a far
passare questa come un’altra scusa per la guerra in Iraq… anche se i
sospetti terroristi sono Pakistani. (Vi dice nulla? I terroristi
dell’11
settembre erano per la maggior parte dell’Arabia Saudita, quindi…
“Bombardiamo l’Iraq!”)
“Chi ci guadagna?”
Eccoci qui, solo due settimane dopo, e i discepoli dell’eufemismo sono
occupati ad accusare un gruppo di attentatori suicidi con borse a mano,
anche se quelli che sono morti sono il più improbabile gruppo di “attentatori
suicidi” mai esistito per commettere un qualunque atto di
terrorismo.
“Chi ci guadagna?”
Eccoci qui, solo due settimane dopo, mentre Bush e Company stanno
usando
gli attentati di Londra per… con successo… spingere verso il
rinnovamento del Patrioct Act. “Fottiamo la costituzione, ci stanno
attaccando!”.
Gli spinmeister (1) stanno ignorando gli indizi che qualcosa non quadra
ed evitano quelli di noi che dubitano della ricostruzione ufficiale
etichettandoci come il solito manipolo di cospirazionisti.
E indovina un po’? Se non continueremo a fare le domande difficili,
chiedendo onestà, con delle risposte schiette a quelle domande, nessuno
lo farà. Ci hanno ingannato un milione di volte prima d’ora, e se degli
Americani onesti… e Inglesi… non continueranno a ritenere i nostri
pubblici ufficiali responsabili per le loro azioni, chiedendo la
verità,
allora continueranno ad imboccarci, bugia dopo bugia dopo bugia…
finché soffocheremo tutti sotto il peso del raggiro di massa. E QUELLA
è
la fottuta verità (2).
Nota del curatore:
Un ringraziamento speciale a http://www.whatreallyhappened.com/
per avermi indirizzato ancora una volta dalla parte giusta, e a Jeff
Buckley per averci fatto fare le “domande difficili”.
Posta la tua opinione nel nostro guestbook su http://www.FaulkingTruth.com/GuestBook/
Note del traduttore:
(1) Uno speinmeister è un portavoce incaricato di fornire
interpretazioni di fatti o informazioni che favoriscano un partito o
una
personalità politica.
(2) Nel testo originale, “faulking truth”. “The faulking truth” è il
nome del sito web da cui abbiamo tratto questo articolo, ispirato dal
nome dell’autore, Mark Faulk. “faulking” fa rima con “fucking”
(fottuto). Ho preferito usare questo termine per
preservare l’incisività del testo originale.
Mark Faulk
Fonte: http://www.faulkingtruth.com/
Link: http://www.faulkingtruth.com/Articles/Commentary/1040.html
23.07.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI