LA SVOLTA HOLLANDE: L’EUROPA CI CREDER ?

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PEPE ESCOBAR
atimes.com

Può anche darsi che l’Europa stia assistendo a una sorta di “revival” di quella che fu alla fine del 2008 la vittoria di Barack Obama alle presidenziali americane. Ma lo sarà veramente stavolta?

L’elezione di domenica del socialista François Hollande a nuovo presidente francese, costituisce un crocevia storico fondamentale. Dimostrandosi probabilmente già all’altezza della situazione, ha affermato durante il discorso di accettazione con riferimento non solo alla Francia ma al futuro dell’Europa, che “l’austerità non è una fatalità”. E quando parla la Francia – o meglio, agisce – l’Europa ascolta.


I grandi festeggiamenti di domenica sera alla Bastiglia hanno fatto drizzare le orecchie un po’ tutti per il messaggio che gran parte della società francese ha lanciato all’Europa e al mondo in generale: sognare il cambiamento, ma soprattutto giustizia sociale, è possibile perché l’alternativa esiste.

Dopo l’ex super-favorito e allora direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI) Dominique Strauss-Kahn, intrappolato nell’alquanto sospetto scandalo sessuale del Sofitel a New York, il sostituto neanche tanto male scelto dai socialisti sarà questo sobrio francese. Un tipo “normale” che fungerà da parafulmine.

La realtà però è ben diversa: la Sinistra guida solo sette Paesi sui 27 dell’Unione Europea (UE). Lo sfavillante Re Sarko, nuovo Napoleone e Salvatore della Libia ovvero Nicolas Sarkozy ormai ex-presidente, d’ora in poi rimarrà un mero dettaglio della storia, così come la sua bella moglie e popstar italiana Carla Bruni che già studia la prossima mossa per far carriera. Re Sarko è l’undicesimo leader in Europa a cadere per via della doppia recessione, ma sta di fatto che ora quel connubio a capo dell’Europa formato da Re Sarko e dal Cancelliere tedesco Angela Merkel – “Merkozy”- non c’è più.

A RILENTO VERSO MERKOLLANDE

La signora Merkel e il Primo Ministro inglese David Cameron erano e sono favorevoli alla politica di austerity, d’altronde la Iron Lady Angela voleva assolutamente che Re Sarko rimanesse al suo posto, malgrado Hollande avesse inviato la settimana scorsa alcuni delegati a Berlino. Da uomo pragmatico, sapeva che la Merkel si era subito resa conto dell’arroganza e dell’imprevedibilità di Sarkozy.
Hollande è un tipo schivo, un semplice pragmatico “goloso” di consensi che ha avuto la fortuna di essere un economista e professore, tempo fa, alla prestigiosa Sciences Po di Parigi. Non è affatto radicale, ragion per cui Merkollande dovrà ripartire da un certo pragmatismo.

Il vero scoglio da superare, invece, sarà il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaueuble ovvero il Wotan [“Odino”, nella mitologia anglosassone rappresenta il Dio della guerra e il creatore del mondo, in questo contesto è colui che si batte per la propria ‛creazione’, ndt] dell’austerity nell’eurozona.

La Merkel e Schaueuble dovrebbero essere fatti fuori da un’orda di Visigoti per mandare all’aria il patto fiscale sottoscritto insieme a Re Sarko. Mario Draghi – ex dipendente della Goldman Sachs e attuale presidente della Banca Centrale Europea (BCE) – vuole un patto per la crescita a prescindere. L’idea di Draghi e dell’élite neo-liberale è quella di avere mercati ancor più aperti e più facilità nell’essere assunti e licenziati, accompagnata magari da maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture.

Hollande, di contro, non ne vuol sapere proprio di un mega-mercato incontrollato e senza regole. Quanto agli investimenti pubblici, gli unici Paesi a poterseli permettere hanno bisogno di buone valutazioni sul credito e bassi costi finanziari ma virtualmente nessuno possiede tali requisiti.

In questo scenario i fondi necessari dovrebbero provenire dalla Germania, con la speranza che Hollande riesca a convincere la Merkel sulla pericolosità, a livello politico, di questa interminabile recessione di cui alla fine anche i tedeschi si accorgeranno. La prima conseguenza è già sotto gli occhi di tutti con la rapida ascesa dell’estrema destra in tutta Europa.

In piena campagna elettorale Hollande si è gettato senza remore verso il “nemico” da abbattere: il mondo della finanza. Non c’è poi tanto da stupirsi perciò che a Wall Street e nella City londinese lo abbiano considerato – e lo considereranno – peggio di Vladimir Lenin. L’ascia di guerra è stata lanciata: da una parte Hollande nelle vesti del Don Chisciotte della situazione, dall’altra il neoliberalismo, i mercati e l’inossidabile troika formata da BCE, FMI e Comunità Europea (EC).

L’epopea neppure prova a farlo, ma ancora una volta “interessiamoci dei soldi” (e anche degli euro che si stanno volatilizzando).

In Francia il debito pubblico costituisce il 90% del Prodotto Interno Lordo (PIL), tuttavia, dal 1974 a oggi non si è mai raggiunto il pareggio di bilancio. Il rapporto tra spesa pubblica e PIL è quasi al 57% ed è la percentuale più alta tra i 17 Stati dell’eurozona, mentre la disoccupazione si attesta intorno al 10%. Potenzialmente, un’intera generazione di figli d’immigrati – molti provenienti dall’America – è condannata a vivere emarginata e senza lavoro in una già triste esistenza.

Hollande vorrebbe l’abbassamento dell’età pensionabile dai 62 a 60 anni, 600000 nuovi insegnanti da assumere e la riduzione delle bollette della luce per i nuclei a basso reddito. L’unico modo per finanziare il progetto sarebbe un’aliquota fiscale del 75% per chi guadagna oltre 1 milione di euro (1,3 milioni di dollari) all’anno, oltre a un’ulteriore tassa sulle transazioni finanziare. Così facendo, è chiaro che la grande bourgeoisie in Francia stia facendo piazza pulita dei propri Diors per la disperazione.

Riassumendo, il progetto di Hollande prevede lavoro e crescita economica. Nel caso in cui fallisca, sarà l’estrema destra a trionfare e a incolpare sia Parigi che l’Islam.

FATEMI VEDERE IL DENARO

A grandi linee la politica estera di Re Sarko dovrebbe tenere anche sotto la nuova presidenza, anche se sarà rivista nella sostanza.

Hollande, che mai prima d’ora si era recato in Cina, viene considerato a Pechino come un “normale presidente” del tutto diverso da quell’irrefrenabile energia che trasmetteva Re Sarko. Ragion per cui, dal punto di vista cinese i contatti saranno nel segno della “normalità” e della “stabilità”.

Il presidente francese punta, in maniera decisa, da un lato al consolidamento della partnership strategica con i colossi emergenti quali Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – i cosiddetti BRICS – dall’altro alla conclusione dell’era del dollaro come valuta di riserva da rimpiazzare da un ventaglio più ampio di valute. Risulta chiaro come i BRICS potranno avere perciò un alleato strategico al centro della UE nel tentativo di modernizzare il sistema finanziario mondiale.

Il summit della North Atlantic Treaty Organization (NATO), che si terrà a Chicago il mese prossimo, sarà il primo vero banco di prova a livello internazionale del neo presidente. Lì si saprà se riuscirà a mettere i bastoni tra le ruote alle ambizioni NATO e al ruolo di “vigile del mondo”. Con l’intento di ritirare le truppe francesi dall’Afganistan entro la fine del 2012, Hollande potrebbe anche essere appoggiato da quella maggioranza di Stati che non ne vogliono più sapere quelle sventurate missioni in Afganistan e Libia.

Tuttavia, la vera guerra si combatterà all’interno dell’Europa stessa.

Torniamo infine a “interessarci del denaro”.

Nonostante la popolazione invecchi più tardi, Hollande vuole che i francesi vadano in pensione prima, così come vuole che vengano offerti sussidi consistenti agli agricoltori – per non parlare del bestiame – la cui qualità della vita è migliore di quella di 2 miliardi persone sul pianeta. Inoltre, desidera che l’intero apparato sociale del welfare funzioni correttamente.

Da dove attingere le risorse necessarie se tutto il denaro è finito nelle tasche stracolme dello 0,1% dei ricconi? Questo tipetto “normale” può anche darsi che non si stia sforzando abbastanza per cambiare l’Europa, si dovrà sforzare però se vuole cambiare il mondo.

Pepe Escobar
Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/NE08Dj06.html
8.05.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CRISTIAN SALVATORI

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